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Autore: Ayumi Yoshida    16/06/2008    4 recensioni
Una storia dedicata alla squadra 8, la mia preferita.
-Sarete la scorta di Naruto nella sua prossima missione-
[…]
-Riportalo indietro, Shino kun, ti prego, riportalo indietro- mormorò piangendo -Riporta indietro Naruto kun…-
Il ragazzo si rimise in piedi sistemandosi gli occhiali.
-Lo farò, Hinata. Tornerò con lui.-
[Accenni NaruHina,HinaNaru, KibaHina]
Fanfiction partecipante al Contest dei personaggi dimenticati di ragazza_innamorata
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka, Shino Aburame | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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IPY




Per Ele e  Sò, perchè senza di loro non ce l'avrei mai fatta.






..:I'd promised you:..

Era relativamente presto, quella mattina.
Il vento soffiava blandamente , trasportando le foglie secche dovunque.
Il sole era già alto da un po’, ormai. La città, addormentata, si stava pian piano risvegliando.
Incurante di tutto ciò che stava accadendo attorno a lui, un ragazzo bruno coperto completamente da un impermeabile se ne stava con la schiena appoggiata al tronco di una grande quercia, le braccia incrociate. Fissava attentamente la strada davanti a sé tramite i sui occhiali neri.
Shino Aburame, brillante chuunin di Konoha, attendeva tranquillamente l’arrivo dei suoi compagni di squadra che quel mattino erano stranamente in ritardo.
Alzò gli occhi al cielo, poi li spostò nuovamente  sulla strada, prima a destra, poi a sinistra.
Non c’era ancora nessuno.
Continuò a fissare la strada, come se tutto ciò non fosse affar suo.
All’improvviso un animale immenso, bianco, piombò sulla strada con un rumore assordante, come se fosse caduto dal cielo,  sollevando una grande quantità di polvere.
Shino non batté ciglio. Gli si avvicinò e cominciò a parlare.
-Finalmente, Kiba-
La polvere si dissolse pian piano e il ragazzo con bruno con i segni rossi in faccia scese dalla groppa del suo cane, tossendo.
 -Ehi, Akamaru, la prossima volta, per favore, fai più attenzione! Stavo soffocando!-
Il cane guaì in segno di accondiscendenza, allora lui gli sfiorò piano la testa.
Poi si avvicinò al suo compagno sogghignando.
-Ehi, Shino, scusa il ritardo!- esclamò alzando il braccio in segno di saluto -Ho dovuto sbrigare delle commissioni…-
-Non preoccuparti. Sai dov’è Hinata?-
-Perché? Non è ancora arrivata?-
Shino annuì.
-Mi sembra strano. Di solito lei è sempre così puntuale…- cominciò Kiba, preoccupato.
-Non credo ci sia da preoccuparsi. Aspettiamo.-
-Ok-
Kiba si morse un labbro per dissimulare la tensione e appoggiò la schiena contro la quercia. Akamaru si accucciò ai suoi piedi.
-Aspetteremo…- sbuffò contrariato.

 

–˜—

 

-Ragazzi!-
 Hinata stava correndo verso di loro visibilmente dispiaciuta.
Appena Kiba la notò sul suo volto ricomparve il sorriso. Le corse incontro.
-Gomen nasai, Kiba kun- mormorò lei ansante  appena il suo compagno l’ebbe raggiunta -Ma Shizune san mi ha trattenuta…-
-Shizune san?- domandò Kiba.
Hinata annuì, poi si diresse verso Shino.
-Konnichiwa, Shino kun- lo salutò sorridendo.
-Buongiorno a te- rispose lui impassibile come al solito -E’ successo qualcosa?-
-No, non preoccuparti- rispose gentilmente.
-Akamaru kun!- esclamò poi.
Il cane le stava leccando la mano, gioioso. Gli accarezzò la testa.
-Dai Akamaru!- esclamò Kiba divertito -Smettila! Piuttosto, Hinata, cosa voleva da te Shizune san?-
-Shizune san?- chiese Shino, interessato.
-Sì, proprio lei. Ha fermato Hinata, prima…-
-Hokage sama vuole parlarci.- spiegò Hinata -Shizune san mi ha chiesto di recarci nel suo ufficio prima possibile.-
-Suppongo che Kurenai sensei sappia già tutto.- disse Shino -Ecco perché non è venuta.-
-E’ possibile- accordò Kiba.
-Allora, andiamo da Godaime sama- dispose Shino.
I due fecero per avviarsi, ma Hinata li fermò.
-Ma… la missione di cui ci parlava ieri Kurenai sensei?- azzardò -Come facciamo? Kurenai sensei ha detto che ci avrebbe dato più informazioni oggi…-
-Adesso che ci penso, Hinata ha ragione- affermò Kiba convinto -Dobbiamo per forza aspettare Kurenai sensei!-
Si avvicinò nuovamente alla quercia e si sedette, appoggiando la schiena contro di essa. Akamaru lo seguì e si accucciò vicino a lui.
Shino sospirò: se Kiba decideva una cosa era difficile fargli cambiare idea.
Avrebbero dovuto aspettare.
Alzò gli occhi e si perse nella contemplazione del cielo, limpido, libero dalle nuvole e quella mattina azzurro come non mai.
Hinata si avvicinò lentamente ad Akamaru e, dopo essersi inginocchiata accanto a lui, cominciò a sfiorargli la testa con tocco leggero.
Il cane scodinzolò festoso e le si lanciò addosso, facendole perdere l’equilibrio.
La kunoichi cadde a terra, ridendo.
-Akamaru… dai! Alzati!- Sorrise mentre il cane le leccava la mano.
L’animale, però,  continuò a leccarla schizzando fango dappertutto.
-Akamaru! Ti prego!- esclamò di nuovo ridendo.  Kiba li osservava divertito.
Improvvisamente una figura bionda gli sfrecciò davanti occupando la sua visuale e cominciò a gridare qualcosa, agitando furiosamente le braccia.
-Spostati, dattebayo!-
Naruto, che passava di lì, sentendo i gridolini di Hinata si era preoccupato ed era corso a vedere cosa stesse accadendo.
-Lasciala stare, brutto cagnaccio!- gridò minaccioso.
Akamaru digrignò i denti, cominciando ad abbaiare forte. Kiba lo affiancò, infuriato.
-Brutto cagnaccio a chi?!-
-Baka! Non vedi che sta assalendo Hinata?-
Il ragazzo scoppiò a ridere. -Assalendo? Sta solo giocando!-
Akamaru si accucciò timidamente ai piedi della kunoichi, che li fissava stupita.
Naruto si portò una mano dietro alla nuca, imbarazzato. -Scusa- mormorò.
-Baka…-
Kiba condusse Akamaru lontano da Naruto, sperando di riuscire a trattenersi dall’attaccarlo.
Il biondino allora si avvicinò ad Hinata.
La kunoichi era immobile e aveva ancora gli occhi sgranati. Non riusciva a credere che Naruto avesse fatto tutto ciò per lei.
-Ehi Hinata, che ci fai ancora lì a terra? Dai, alzati!-
Lui le porse la mano sorridendo in modo rassicurante.
Il cuore di Hinata cominciò a battere velocissimo, mentre vedeva la mano di Naruto avvicinarsi sempre di più e poi stringere la sua.
-Naruto kun…-
Lui le sorrise ancora e lei cominciò a sentire un certo calore invaderle pian piano le guance, poi tutto il viso, poi l’intero corpo. Sentì lo stomaco svuotarsi e i polmoni richiedere sempre più aria.
Improvvisamente chiuse gli occhi.

 

–˜—

 

Naruto la vide scivolare rapidamente lungo il tronco della quercia e accasciarsi a terra.
-Hinata? Hinata? Ehi, ma cosa succede?- domandò preoccupato -perché non risponde?-
-Non risponde perché è svenuta, baka!- lo aggredì Kiba.
Il biondino corrugò le sopracciglia, osservando la kunoichi svenuta.
-Potrebbe aver fame- sussurrò incerto -Se le offrissi un po’ di ramen?-
Kiba lo fissò scandalizzato, mentre Naruto ricambiava perplesso il suo sguardo.
-Il ramen non servirà- intervenne Shino.
Il biondino ridusse gli occhi a due fessure. -Se lo dici tu…-
-Ci penso io qui- sbuffò Kiba.
Si avvicinò a Hinata e cominciò a scuoterla dolcemente per farla riprendere.
Naruto li fissava, scettico.
 -Piuttosto- riprese Shino dandogli le spalle -come mai sei da queste parti?-
-Sto andando da Tsunde baachan. Ha promesso che mi affiderà una missione molto importante…- spiegò gongolando.
A Kiba scappò una risata.
-Missione importante? A te? Non scherziamo!-
-Invece sì- rispose, arrabbiato -E adesso vado, se non ti dispiace, perché io, a differenza di qualcuno, non sto senza fare niente!-
Sorrise sornione.
-Maledetto!- esclamò Kiba infuriato, scattando in piedi -Io ti…-
-Fermo!- ordinò Shino, allungando il braccio per ostacolarlo.
-Cosa c’è?-
-Lascia stare-
-Va bene- sbuffò contrariato.
 -Ci vediamo!- concluse Naruto.  E sparì.
-Maledetto!- sibilò ancora Kiba -mi ha preso in giro! Ha preso in giro me!-
Afferrò le spalle di Hinata e continuò a scuoterla, rabbioso.
Shino sospirò.
-Kiba, per favore, non dimenticare Hinata. Così le farai male.- gli ricordò.
Kiba si fermò, raddolcito.
Accomodò la kunoichi tra le sue braccia e le scostò i capelli dalla fronte.
-Aspettiamo che Hinata si risvegli, poi decidiamo cosa fare.- propose.
-Va bene- acconsentì Shino.
Si accostò alla quercia, Akamaru ai suoi piedi,e incrociò le braccia.

 

–˜—

 

La giornata lavorativa al villaggio era già cominciata.
Ognuno, come ogni mattina, si stava dedicando alla propria attività; anche il quinto Hokage.
La donna allargò piano le braccia, sbadigliando sonoramente. Si era svegliata prima del solito per recuperare del lavoro arretrato, ma non aveva voglia di dedicarsi alle sue pratiche.
Posò la testa sulla scrivania, chiudendo gli occhi. Avrebbe dormito volentieri ancora un po’…
-Tsunade sama!- esclamò una voce familiare -Non stava dormendo, vero?-
Shizune la stava fissando, indecisa se ridere o arrabbiarsi, con le mani sui fianchi.
-Certo che no!- Tsunade si rimise dritta velocemente, cercando di darsi un po’ di contegno. -Stavo solo pensando...-
La ragazza sorrise.
-Ho incontrato Hinata Hyuga per strada…-
-Le hai detto di venire con la sua squadra?-
Shizune annuì.
-Bene, così vedremo di risolvere finalmente questa situazione.- mormorò tra sé -Quel demonio di ragazzo… E’impossibile tenerlo fermo!-
-Tsunade sama, mi scusi- la interruppe Shizune. L’Hokage sbuffò.
-Che ne dice di dedicarsi alle sue pratiche, mentre attendiamo la squadra 8?-
La donna la fulminò con lo sguardo. Era l’ultima delle cose che voleva fare.
-Dammi qua!- esclamò sbattendo violentemente una cartellina piena di fogli sulla scrivania -E speriamo che i ragazzi arrivino presto!-

 

–˜—

 

Shizune guardò fuori dalla finestra con circospezione. Non voleva che l’Hokage la notasse, altrimenti avrebbe preso a lamentarsi senza sosta. Vide Naruto chiacchierare allegramente con Shikamaru, poi Choji, Ino, Rock Lee e, infine, vide avvicinarsi anche la squadra 8, con in testa Shino.
-Tsunade sama, la squadra 8.-
-Finalmente!- esclamò lei sollevata -Non ce la facevo più!-
Chiuse la cartellina e sgombrò la scrivania dalle pratiche. Non dovette aspettare molto per sentire bussare alla porta.
-Entrate pure-
Hinata aprì la porta e l’intera squadra entrò nell’ufficio dell’Hokage.
Kiba fissò sconvolto le pile di documenti che si ergevano ovunque, sulla scrivania, sulle sedie, persino sul pavimento, impedendo di camminare liberamente.
Ma  Tsunade non sembrava affatto preoccupata di quanto i documenti infastidissero chi entrava nel suo ufficio, non certo quella mattina. Aveva altro per la testa, qualcosa di davvero importante.
-Venite avanti!- esclamò.
I ragazzi si avvicinarono,evitando con attenzione di calpestare i fogli sparsi per terra.
-Grazie per essere venuti-
-Perché ci ha convocato?- chiese Kiba immediatamente.
La donna si sistemò meglio sulla sua sedia e congiunse le mani. -E’ una questione delicata…-
-Di cosa si tratta precisamente?-
-Sarete la scorta di Naruto nella sua prossima missione-
-Di Naruto kun? Perché?-
-E’ difficile…-
Si alzò in piedi e si diresse verso la finestra, dando loro le spalle. Cominciò a fissare il panorama.
-Naruto… deve andare in missione per scovare un membro dell’Akatsuki.-
A quelle parole, Hinata dapprima spalancò la bocca spaventata, poi abbassò tristemente la testa.
Naruto sarebbe potuto restare gravemente ferito, non tornare mai più, morire davanti ai suoi occhi…
Aveva paura, tanta paura di perderlo.
Si sentiva gli occhi lucidi, ma non voleva piangere davanti all’Hokage. Si portò le mani sugli occhi e li stropicciò.
Kiba, che aveva capito tutto, le posò una mano sulla spalla e cominciò a massaggiargliela dolcemente.
-Dai, Hinata…- sussurrò, ma la kunoichi si voltò per non guardarlo negli occhi. Lui sospirò abbattuto.
Shino continuava a fissare Tsunade dubbioso: tutto era davvero strano.
-Hokage sama, non dovrebbe essere un jonin ad occuparsi di una missione del genere?  Naruto è solo un genin…-
La donna sorrise. -Perspicace come sempre, Shino. Hai perfettamente ragione, ma purtroppo non abbiamo jonin a disposizione per questa missione. Appena Naruro l’ha saputo, si è offerto. Crede che riuscirà a trovare informazioni su Sasuke.-
Sospirò.
-Cosa potevo fare? Nessuno riesce mai a fermarlo quando c’è in gioco Sasuke.-
Kiba digrignò i denti.
-Sempre quel dannatissimo Uchiha…-
 Strinse i pugni. -Perché ha scelto proprio noi per accompagnarlo?-
-Siete il Team più adatto per scortare qualcuno, gli altri non ce la farebbero.- rispose l’Hokage semplicemente.
-Avrei dovuto immaginarlo…- disse tra sé e sé, rabbioso.
-Bene, conto su di voi!- riprese la donna in tono serio -Fate del vostro meglio-
Hinata annuì  col capo.
-Andate. Buona fortuna.-
Kiba si avviò sbuffando verso l’uscita, seguito dai suoi compagni, ma dopo qualche passo fu costretto a fermarsi. La soglia della porta era occupata.
-Fermi tutti!-
Naruto irruppe rumorosamente nella stanza, inciampando in ogni cosa che gli capitava a tiro, e si diresse verso la scrivania.
-Tsunade baachan!- esclamò sbattendo le mani sul piano di legno e facendola sobbalzare -mi aveva detto che ci sarei andato da solo! Io non voglio che loro- e puntò il dito contro i componenti della squadra 8 -mi accompagnino!-
A quel punto Kiba sentì la rabbia prendere possesso del suo corpo. Si avvicinò a grandi passi al biondino e lo fulminò con lo sguardo.
-Sappi che- riferì a denti stretti -neanch’io voglio farti da balia per questa missione!-
-Cosa hai detto? Ripetilo, se hai il coraggio!-
-Certo! Non voglio venirti a salvare quando sarai nei casini!-
I loro visi erano vicinissimi; gli occhi di entrambi lampeggiavano. L’atmosfera era tesissima nella stanza: neanche Tsunade osava dividerli. Si morse un labbro, riflettendo.
Forse non era stata una buona idea mettere in missione insieme Kiba e Naruto…
Hinata si avvicinò silenziosamente a Kiba. -Ti prego, Kiba kun, basta…- lo supplicò.
Ma lui non aveva intenzione di cedere.
-Per favore fatti da parte, Hinata.-
La kunoichi fece un passo indietro, spaventata: non aveva mai visto il suo compagno così infuriato.
Naruto scosse la testa, sprezzante. -Dovresti ascoltare Hinata, sai?-
-Anche tu dovresti, baka…-
-Baka?!-
-Si!!!-
-Basta!-
I ragazzi si voltarono verso l’Hokage: era scattata in piedi e li fissava trucemente; le mani sui fianchi, la fronte corrugata.
-Dovreste vergognarvi! Non siete più dei bambini! Andrete in missione insieme e non si discute, chiaro?-
Sbatté un pugno sulla scrivania, facendola tremare.
-Chiarissimo!- esclamarono in coro i due, spaventatissimi.
-Bene- riprese con più calma -Shino, conto su di te. Tieni a bada questi neonati.-
Naruto e Kiba sbuffarono.
-Non si preoccupi-
Shino si congedò e uscì dall’ufficio seguito da Hinata e da Naruto e Kiba, che ancora si guardavano in cagnesco.

 

–˜—

 

Il ragazzo percorse qualche metro e si fermò.
-Cosa succede, Shino kun?-
-Dobbiamo prepararci per la missione. Preparate gli zaini e le armi, ci vediamo davanti alla porta del villaggio tra mezz’ora, credo basti.-
Hinata annuì. -A dopo!- E si allontanò. Kiba la seguì.
Anche Naruto fece per andarsene, ma fu fermato da Shino.
-Mi raccomando, niente ramen istantaneo nello zaino. Sarebbe solo un peso.-
Il biondino sbuffò. -Cavolo! Cosa mangeremo, allora?-
Shino lo fissò attraverso gli occhiali scuri con un’espressione indefinita. Se fosse stato un altro avrebbe sicuramente perso la pazienza, ma lui continuò a parlare come se nulla fosse accaduto.
-Naruto, i ninja in missione non mangiano ramen in scatola.- ribadì in tono vagamente minaccioso -Adesso, per favore, va’ a prepararti. Abbiamo già perso molto tempo.-
Naruto sentì un brivido percorrergli la schiena. -Certo, certo- Fece qualche passo indietro.
-Faccio prima che posso!- aggiunse, mosso da una certa isteria. Si voltò velocemente e sparì.

 

–˜—

 

Kiba sbuffò ancora. La centesima volta in quella giornata e sempre per colpa di Naruto.
-Ma quando diavolo arriva?- esclamò infuriato -E’ già mezz’ora che lo stiamo aspettando!-
Nessuno dei suoi compagni gli rispose.
Anche Hinata aveva le sue stesse preoccupazioni, però non osava metterle in mostra.  Faceva vagare gli occhi qua e là, semplicemente, aspettando che il biondino arrivasse.
-Eccolo- disse improvvisamente Shino.
Naruto stava correndo verso di loro agitando le braccia.
-Scusatemi, scusatemi!- esclamò sorridendo.
Li raggiunse e si fermò.
-Finalmente! Un altro po’ e avremmo messo radici.- commentò Kiba ironico.
Il biondino finse di non averlo sentito, ma gli diede le spalle offeso.
-Possiamo andare, allora-
Shino cominciò ad incamminarsi;  Kiba e Hinata lo seguirono.
Naruto lasciò che il suo “compagno di litigate” fosse lontano abbastanza e poi si avviò seguendo la squadra otto.

 

–˜—

 

I ragazzi camminavano da ore, ormai, setacciando ogni angolo di quel buio bosco, ma non avevano ancora trovato nulla.
Naruto cominciava a diventare sempre più impaziente.
-Siete sicuri che questa sia la strada giusta?- domandò per la centesima volta.
Kiba non gli rispose neppure; cercò soltanto di pensare a qualcosa di diverso per non perdere la pazienza, mentre affondava con ferocia i piedi nella terra umida.
-E se abbiamo sbagliato?-
Kiba strinse forte i pugni e mise le mani nelle tasche. Forse così avrebbe resistito…
-Questa è la strada giusta- affermò Shino in un tono che non ammetteva repliche.
-Ok, ok- sbuffò il biondino in risposta.
Shino sospirò. -Hinata, per favore, puoi controllare la zona con il Byakugan?-
La kunoichi annuì e improvvisamente il contorno dei suoi occhi si riempì di piccole vene.
Esaminò tutta la zona con attenzione, ma poi scosse la testa.
-Non vedo nulla, mi dispiace-
-Capisco.- Gli occhi di Hinata tornarono normali.
-Cosa facciamo adesso?- domandò Kiba.
-Potremmo accamparci e poi all’alba ripartiremo.-
-Cosa?!- gridò Naruto incredulo -Non possiamo già fermarci, non è neanche il tramonto!-
-A cosa serve continuare le ricerche se Hinata non ha trovato nulla? E’ meglio fermarci perché qui sappiamo di poter accamparci, più avanti non si sa.-
-Shino ha ragione- intervenne Kiba. Posò lo zaino a terra e si stiracchiò. -Finalmente… Non ce la facevo più!-
Anche Shino e Hinata  posarono i loro zaini; Naruto, però, non accennava a volerlo fare.
Stava pensando a Sasuke, suo compagno di squadra nonché suo migliore amico, anche se faticava ad ammetterlo. Chiuse per un attimo gli occhi e rivide il suo viso annoiato; la stessa espressione che gli  aveva sempre rivolto quando erano ancora una squadra.
-Io vado avanti- affermò -Non posso permettermi di fermarmi.-
Hinata spalancò gli occhi; Kiba lo fulminò con lo sguardo.
-Naruto, non puoi. Io sono il leader e ho deciso che dobbiamo rimanere uniti.-  disse semplicemente Shino.
Il biondino si morse con ferocia un labbro.
-Perché no?- sibilò.
-No.-
Naruto sussultò di rabbia, ma non reagì. Si tolse lo zaino dalle spalle e lo sbatté a terra, poi si sedette, portandosi la testa tra le mani.
Hinata lo fissò preoccupata: il suo comportamento era davvero strano.

 

–˜—

 

Naruto era ancora seduto sul terreno, lontano dai suoi compagni.
Osservava con disinteresse il sole, oramai una palla rossa e infuocata, lasciare posto alle luminose stelle.
La sua mente e il suo animo, infatti, erano ancora completamente concentrati su Sasuke.
-Io vado a dormire- sussurrò ad un certo punto Hinata interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Lui si voltò: aveva il viso segnato e stanco.
-Buonanotte- mormorò.
 La kunoichi si allontanò a testa bassa . Il biondino la seguì con lo sguardo fino a quando non fu entrata nella tenda che avevano montato poco prima, poi ritornò a fissare il cielo.
Nell’ambiente circostante tutto era tranquillo, una tranquillità quasi irreale.
Non si sentiva neanche il fruscio del vicino ruscello da cui avevano prelevato l’acqua appena accampati.
Shino e Kiba non contribuivano certo a riempire quel silenzio: se ne stavano seduti intorno al fuoco a qualche metro da lui, a fissarsi, senza proferire parola.
Solo quando  Akamaru guaì debolmente Kiba parlò.
-Andiamo a dormire anche noi-
-Buonanotte- ripeté meccanicamente Naruto.
Il ragazzo sbuffò e seguì il suo cane che era già entrato nella tenda.
Anche Shino si alzò.
-Vado anch’io.- disse.
-Buonanotte-
-Sarebbe meglio che venissi anche tu.- aggiunse- Non è buono rimuginare su ciò che non hai potuto fare.-
Naruto sospirò abbacchiato. -Vengo tra un po’.-
Shino  annuì.
-E comunque non so di cosa stai parlando!- riprese più combattivo, ripensando alle sue parole.
Scattò in piedi e prese a fissare con stupore lo spiazzo vuoto e il fuoco spento davanti a sé.
Shino lo aveva già lasciato solo da un po’.

–˜—

 

-Ahi!-
Hinata aprì gli occhi di scatto, tappandosi la bocca con le mani, e si mise seduta sul sacco a pelo.
Quel maledetto dolore alle braccia che si causava per colpa degli allenamenti extra la torturava ogni notte sempre di più. Sospirò, massaggiandosi le spalle.
Si guardò intorno, perché credeva di aver svegliato i suoi compagni, ma fortunatamente non era stato così.
Tutti dormivano beatamente: Shino immobile nel suo sacco a pelo,Kiba a pancia in giù, Akamaru accoccolato accanto al padrone e Naruto…
-Naruto kun!- mormorò la kunoichi sorpresa. Il suo sacco a pelo era stranamente vuoto.
Si alzò in piedi senza far rumore e scavalcò i suoi compagni di squadra. Finalmente era fuori.
Diede un’occhiata in giro: non riusciva a vedere Naruto da nessuna parte.
Fu allora che cominciò a sentire una stretta al cuore. Aveva un brutto presentimento.
Corse da una parte all’altra dello spiazzo, ispezionandolo con cura, ma di Naruto non c’era traccia. Provò a chiamarlo, ma non ricevette alcuna risposta.
Si portò la mani al volto, sconsolata.
Dov’era Naruto?
Corse nella tenda e si inginocchiò accanto a Shino.
-Shino kun, ti prego svegliati!-esclamò preoccupata-Ti prego!-
-Cosa succede?- domandò il ragazzo mettendosi seduto.
Piccole lacrime cominciarono a prendere possesso degli occhi di Hinata.
-Naruto kun, Naruto kun…- singhiozzò.
-Sveglia Kiba-
Shino scattò immediatamente in piedi e corse fuori dalla tenda.
Hinata si avvicinò a Kiba.
-Kiba kun, svegliati, svegliati- lo supplicò piangendo.
Il ragazzo sbadigliò sonoramente, ancora ad occhi chiusi, e si passò una mano tra i capelli arruffati.
Quando sentì che la sua compagna di squadra stava piangendo, poi, spalancò gli occhi di scatto.
-Cosa succede?-domandò preoccupato.
-Naruto kun…- mormorò lei tra le lacrime. Poi corse fuori.
Kiba fissò il terreno, sconvolto. Diede una pacca ad Akamaru, ancora mezzo addormentato, e corse fuori anche lui.

 

–˜—

 

-Non c’è dubbio, Naruto è scappato-affermò Shino.
Hinata si portò le mani al volto, continuando a piangere. Non riusciva ancora a crederci.
-Maledetto bastardo!- sputò Kiba pieno di rancore -Ci ha abbandonati così! Cosa facciamo, adesso?-
Shino incrociò le braccia. -Non possiamo andarlo a cercare, sarebbe troppo pericoloso. Dobbiamo restare qui e sperare che torni, è l’unica cosa che possiamo fare.-
Kiba annuì, serio, ma Hinata non era d’accordo. Si alzò in piedi e cominciò a parlare coraggiosamente, trattenendo a stento le lacrime.
-Shino kun, come possiamo abbandonare Naruto kun in questo modo? Non è forse un ninja della peggior specie colui che abbandona un suo compagno? Dobbiamo salvarlo…-
Ricominciò a singhiozzare, piena di paura.
Kiba annuì nervosamente. Gli era bastato vedere la sua compagna parlare così coraggiosamente per convincersi. -Shino, andiamo a prenderlo.-
-Noi non possiamo muoverci. E se decidesse di tornare indietro? Non troverebbe nessuno ad aspettarlo.-
-Ma lui non tornerà indietro!- urlò Kiba -E’ troppo stupido per decidere di tornare indietro! Dobbiamo per forza andarlo a prendere!-
Shino sospirò. -Noi non ci andremo. Se vuoi, manda Akamaru.-
Sul viso di Kiba si aprì in un sorriso.
-Grazie- sussurrò prima di correre da Akamaru e spiegargli cosa fare.
Anche Hinata sorrise, nonostante il suo viso fosse ancora pieno di lacrime. Sicuramente Akamaru avrebbe trovato Naruto.
-Allora, hai capito?- domandò ad un certo punto Kiba al suo animale.
Lui abbaiò. -Bene, vai!-
Il cane abbaiò ancora e si avviò di corsa, sparendo in lontananza nel fitto bosco.
Kiba tirò un sospiro di sollievo e si sedette per terra.
-Adesso dobbiamo aspettare che Akamaru ritorni con Naruto. Potremmo ingannare l’attesa pensando a come rimproverare quel baka quando sarà qui!- aggiunse con un sorriso furbesco.
Hinata sorrise; Shino si sedette accanto a lei.
-Vedrai, lo troveremo- la rassicurò Kiba.
La kunoichi annuì, fiduciosa.

–˜—

 

Era già passata qualche ora da quando Akamaru si era allontanato, ma l’animale non aveva ancora fatto ritorno.
Kiba strinse forte un lembo dei suoi pantaloni. Tutto era molto strano.
Fissò Hinata, cercando di nascondere la sua agitazione: la ragazza aveva lo sguardo assente, sembrava persa nei suoi pensieri.
In realtà, la kunoichi pregava per Naruto. Continuava a sperare di vederlo arrivare presto, col sorriso sulle labbra, magari esclamando ‘scusate, dattebayo!’
Ma l’unico che vide ritornare, qualche tempo dopo, sotto lo sguardo incredulo dei suoi compagni di squadra, fu Akamaru, con la giacca di Naruto zuppa di sangue in bocca.
Si sentì morire quando la prese tra le sue mani. Scoppiò a piangere, disperata, portandosi le mani al volto.
Il sangue di Naruto, misto alle sue lacrime, ormai le inondava il viso. Il suo corpo tremava, scosso dai singulti, consumato dal dolore. Non ce la faceva più a stare in piedi; cadde a terra.
Kiba resistette all’istinto di stringerla a sé e consolarla: aveva paura di farle ancora più male. Si ritirò nella tenda a testa bassa.
Shino le si sedette accanto e la vegliò tutta la notte.

 

–˜—

 

Il ragazzo ritornò nella tenda solo all’alba. Si sedette su un sacco a pelo senza proferire parola.
-Come sta?- domandò Kiba a voce bassissima.
-Adesso dorme, ma ha pianto tutta la notte-
Kiba si morse un labbro, cercando di non cedere alla sue emozioni.
Dopotutto, erano pur sempre in missione.
-Dov’è, adesso?-
-Appena qui fuori, sotto l’albero più vicino-
Il ragazzo annuì e uscì dalla tenda.
Gli bastò guardare davanti a sé per trovarla: giaceva sul terreno, rannicchiata su se stessa, la giacca di Naruto stretta tra le mani, il viso sfatto e ancora sporco di sangue.
Si portò le mani al viso, disperato.
 Cosa doveva fare? Non riusciva più a pensare e in quello stato rischiava di fare qualcosa di grave, qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi in seguito.
Turbato, giunse ad un’unica soluzione: trovare Naruto.
Solo così avrebbe potuto aiutare Hinata, mettendo da parte i sentimenti che provava per lei.
E non l’avrebbe vista più soffrire.

 

–˜—

 

Kiba non ebbe alcun ripensamento.
 Rientrò nella tenda velocemente e cominciò a riempire il suo zaino.
-Cosa fai?- gli domandò Shino
-Vado a cercare Naruto.- rispose risoluto.
-Non puoi allontanarti per cercarlo. Dobbiamo restare uniti.-
-Come diavolo facciamo a restare uniti se manca un compagno?- sputò pieno di rabbia. -Devo trovarlo!-
Il ninja degli insetti gli si avvicinò tanto che Kiba riuscì a vedere il suo riflesso nei suoi occhiali: era pallido, sconvolto.
-Cosa dirà Hinata?-
Kiba abbassò la testa, sofferente. -E’ per Hinata che lo faccio-
Si alzò, non lasciandogli il tempo di rispondere, e si caricò lo zaino in spalla.
-Akamaru verrà con me, perciò conto di ritornare presto. Nel frattempo, prenditi cura di lei.-
Scostò il pezzo di tela che fungeva da porta e uscì, dirigendosi verso il suo cane, che aveva preso a girare intorno a Hinata, guaendo tristemente.
-Andiamo, Akamaru- ordinò.
L’animale obbedì ed entrambi si incamminarono verso l’interno del bosco.
Avevano percorso solo qualche metro quando, improvvisamente, Kiba fu costretto a voltarsi.
Shino lo stava chiamando.

 

–˜—

 

-Kiba, per favore-
Shino gli fece segno di ritornare indietro con la mano.
Lui sbuffò e lo raggiunse.
-Cosa c’è?-
-Vado io a cercare Naruto-
Kiba reagì proprio come Shino aveva immaginato.
-Non puoi andarci tu! Sei il leader! E poi chi si prenderà cura di Hinata?-
-Tu. Sei sicuramente più indicato di me.-
Il ragazzo abbassò la testa per sfuggire allo sguardo indagatore del compagno.
 -Non ce la farei…- ammise.
-Ce la farai-
Kiba alzò la testa, stupito, e si ritrovò faccia a faccia con l’espressione seria di Shino.
-Posa lo zaino.- gli ordinò, allontanandosi.
Lui obbedì e si affrettò a seguirlo.  Shino si inginocchiò accanto a Hinata.
Kiba le si avvicinò senza fare rumore e scoprì che finalmente si era svegliata.
-Hinata!- mormorò con un soffio -Finalmente sei sveglia!-
La kunoichi, però,  non si alzò neppure; strinse forte a sé la giacca di Naruto e le lacrime ricominciarono ad inondarle gli occhi.
-Hinata…- Kiba serrò gli occhi per evitare di guardare il suo viso distrutto.
-Hinata, sta’ tranquilla. Andrò a cercarlo.- intervenne Shino.
La kunoichi lo fissò sconvolta, scombussolata dalle sue parole. Non riusciva a crederci.
Strinse ancora più forte la giacca di Naruto.
-Riportalo indietro, Shino kun, ti prego, riportalo  indietro- mormorò piangendo -Riporta indietro Naruto kun…-
Il ragazzo si rimise in piedi sistemandosi gli occhiali.
-Lo farò, Hinata. Tornerò con lui.-

–˜—

 

Correva da ore, senza mai fermarsi, sfruttando le folte ramificazioni degli alberi del bosco.
I suoi piedi continuavano a battere e a posarsi su quei rami poderosi in una frazione di secondo, senza alcuna esitazione.
Il vento freddo e tagliente gli sferzava in faccia impedendogli una perfetta visione dell’ambiente circostante.
Shino si fermò di scatto, guardandosi intorno con circospezione.
Non riusciva a captare alcuna traccia di Naruto.
Allargò le braccia con un gesto repentino e liberò i suoi insetti.
-Cercate Naruto- sussurrò sicuro.
Gli animali si dispersero nell’aria.
Continuò a fissare l’orizzonte: sperava di veder spuntare il biondino sano e salvo da un punto imprecisato, ma  aveva un brutto presentimento.
Saltò giù dal ramo, atterrando sul soffice terreno in ginocchio; si rimise in piedi e liberò altri insetti: se avessero fatto bene  il loro lavoro, Shino avrebbe avuto sue notizie molto presto.

 

–˜—

 

Uno sciame di insetti attraversò velocemente le chiome degli alberi e andò a posizionarsi attorno a Shino.
Il ragazzo rimase in silenzio per un po’, ascoltando il ronzare confuso dei suoi animali.
-Allora è così…- sussurrò poi. -Hoshigaki Kisame… Devo sbrigarmi.-
Gli insetti, intese le sue parole, cominciarono a volare nella direzione in cui avevano trovato tracce di Naruto. Shino li seguì.
Camminò a lungo, penetrando sempre di più nella fitta foresta, ma non ebbe mai alcuna esitazione.
Era davvero convinto di poterlo trovare.
Improvvisamente gli insetti si fermarono. Erano arrivati.
Il ragazzo li superò e osservò la zona circostante: davanti a lui si apriva un’immensa radura quasi circolare interamente circondata da alti alberi.
Non soffiava un alito di vento; le foglie erano immobili.
Shino si diresse verso il centro del grande spiazzo per esaminare meglio il luogo, ma la sua attenzione fu catturata da una figura esanime abbandonata sul tronco di un albero vicino.
Gli bastò avvicinarsi un poco per riconoscerla: Naruto ferito giaceva appoggiato all’albero, respirando affannosamente, i vestiti lacerati in più punti.
Immediatamente gli si inginocchiò accanto.
-Naruto! Naruto, svegliati!- Ma non ottenne risposta.
Lo scrollò parecchie volte, ma il biondino non dava segni di vita.
Aveva appena deciso di caricarlo in spalla e portarlo via, quando all’improvviso sentì qualcuno sogghignare alle sue spalle.
 -Che coincidenza! Un compagno!-
Shino si voltò, pronto a combattere, e riconobbe Kisame, l’uomo-squalo membro dell’Akatsuki.
-Sei venuto a salvare il tuo amichetto?- domandò.
Il ragazzo non rispose. Si alzò in piedi e cominciò a parlare.
-Non voglio combattere. Dammi Naruto e non ti farò nulla!-
-Non ti farò nulla…- lo scimmiottò Kisame -Non mi farai nulla perché non puoi fare nulla! Non riusciresti mai a sconfiggermi!-
-Nessuno può dirlo.-
Shino allargò le braccia e poi urlò: -andate!-
I suoi insetti si catapultarono sul nemico in una frazione di secondo e lo avvolsero completamente.
Kisame si agitava violentemente per scrollarseli di dosso,ma più faceva bruschi movimenti, più gli insetti si innervosivano e gli si attaccavano. Cercò di usare la sua Samehada, ma gli insetti avevano coperto completamente anche quella.
-Maledetto!- gridò.
-Prendete il suo chakra.- ordinò Shino.
Gli insetti obbedirono: Kisame si sentiva sempre più debole; non riusciva quasi più a tenere in mano la sua spada.
Con molta fatica la parò davanti a sé e all’improvviso le bende che la ricoprivano caddero, rivelando moltissime squame.
-Morite!- urlò trionfante.
I minuscoli animali cercarono di stargli addosso, ma furono sbalzati via: Kisame aveva recuperato il chakra che gli era stato sottratto tramite le squame della sua spada.
-Te l’avevo detto che non mi avresti battuto!- continuò -E adesso ti uccido!-
Corse verso di lui, la Samehada stretta nella mano, e si preparò a colpirlo.
Ma Shino si scansò abilmente all’ultimo secondo e lo attaccò nuovamente con gli insetti.
Kisame cominciò a muovere la sua spada furiosamente  per scacciarli, ma gli animali non gli lasciavano scampo.
-Adesso basta!- urlò furioso. Mosse abilmente la spada prima a destra, poi a sinistra e rise.
-Vediamo se riesci ad evitare questo!-
Dal terreno cominciarono a zampillare piccole quantità d’acqua che si unirono formando un’immensa cascata. Poi dall’acqua ottenuta cominciò ad affiorare una strana figura.
Shino guardava la scena incredulo: dall’acqua era comparso un immenso squalo trasparente con i denti appuntiti e l’espressione assetata di sangue.
-Squartalo!- ordinò Kisame ridendo.
In un quarto di secondo l’animale era già davanti a Shino. Il ragazzo fece un salto indietro per evitare il suo morso e ordinò ai suoi insetti di disporsi come uno scudo per proteggerlo.
L’impatto che si creò fu fortissimo: sia Shino che Kisame furono sbalzati via.
Dappertutto volavano gocce d’acqua miste ad insetti; le chiome degli alberi si agitavano furiosamente, mosse dalla potenza sprigionata da quel colpo.
Kisame fu il primo a rialzarsi.
Fissò Shino, stupito: non aveva mai trovato qualcuno che riuscisse a contrastare la sua potentissima tecnica; era la prima volta.
Vide che il ragazzo cominciava a riprendersi e decise di andare via. Non poteva rischiare.
-La prossima volta ti squarterò pezzo a pezzo- sibilò arrabbiato e si allontanò senza lasciare tracce.
Shino scattò in piedi e si guardò intorno. Non vedeva Kisame da nessuna parte.
Rimase fermo,immobile per qualche minuto. Il suo nemico avrebbe potuto ancora attaccarlo, ma questo non accadde. Solo allora si convinse che Kisame era davvero scappato.
Si avvicinò di nuovo a Naruto: si era svegliato.
-Che succede?- domandò portandosi una mano alla testa.
-Eri svenuto.-
-Cavolo…- Gli bruciavano gli occhi; li chiuse.
-Kisame!- esclamò poi all’improvviso -Dov’è quel bastardo? Lo voglio uccidere con le mie mani…-
-E’scappato.- gli spiego semplicemente Shino.
-Ah… E tu che ci fai qui?-
-Sono venuto a prenderti.-
Naruto sbuffò. -Beh, nessuno te l’aveva chiesto, potevo farcela da solo. Gli avrei spaccato il culo, a quel maledetto bastardo!- Mosse furiosamente i pugni. -Non dovevi venire!-
Shino lo fissò tramite gli occhiali. -Sei ferito- constatò.
-Quel bastardo mi ha attaccato alle spalle da qualche parte e poi mentre ero svenuto mi ha trascinato qui. Ma sto bene, non preoccuparti!-
Cercò di rimettersi in piedi, ma le gambe non gli ressero e cadde a terra.
 -Hai bisogno di cure, Naruto. Torniamo alla tenda.-
Il biondino non ribatté neanche. Si sentiva troppo stanco per parlare. E gli occhi continuavano a bruciargli…
-Shino…- cominciò a dire, ma non riuscì a terminare il suo pensiero perché i suoi occhi si chiusero prepotentemente, disobbedendo alla sua volontà.
Il ragazzo scosse la testa e se lo caricò in spalla.
-Indicatemi la strada- ordinò ai suoi insetti. Gli animali cominciarono ad allontanarsi e a sparire poco a poco attraverso due alberi. Shino li seguì.

 

–˜—

 

Alla tenda, Kiba misurava il terreno a grandi passi, nervoso.
Erano passare più di tre ore e Shino non era ancora tornato. Aveva paura che fosse accaduto qualcosa anche a lui.
Hinata piangeva ancora. Più passava il tempo più la sua speranza di rivedere Naruto si affievoliva, anche se lei non voleva che accadesse.
Spostò lo sguardo sugli alberi, per l’ennesima volta. Ma questa volta fu diverso.
-Kiba kun! Shino kun! Naruto kun!- esclamò scattando in piedi.
Kiba guardò davanti a sé: Shino, con Naruto sulle spalle, si stava avvicinando a grandi passi.
Gli corse incontro, seguito da Hinata.
-Shino!- esclamò.
Il ragazzo adagiò Naruto accanto ad un albero e cominciò a parlare.
-E’ ferito e credo che Hinata debba…-
-Naruto kun!- mormorò la kunoichi incredula.
Gli scostò i capelli dalla fronte, ammirando dispiaciuta il suo volto, ferito in più punti.
Il biondino aprì piano gli occhi.
- Ohaiho  Hinata…- sussurrò appena la vide -Come va?-
Gli occhi della kunoichi cominciarono a brillare. Il solo vederlo lì, vivo anche se ferito, l’aveva sconvolta completamente.
Le lacrime spingevano sempre di più contro le sue palpebre, ma lei, per una volta, non voleva piangere.
Era vivo…
Hinata lo fissò per un attimo con gli occhi lucidi, poi gli si buttò tra le braccia.
-Naruto kun!- ripeté singhiozzando -Oh, Naruto kun! Sei vivo! Sei vivo!-
Lo strinse forte a sé, incurante del suo viso stupito.
-Sei vivo…- ripeté come per convincere se stessa -Avevo paura che…-
Non terminò la frase e spinse la testa sulla sua spalla, piangendo disperatamente.
Lui sorrise, un po’ stupito dal suo comportamento.
-Adesso sono qui, Hinata.-
La kunoichi alzò la testa, stupita.
Naruto le prese la mano.
-Non andrò più via, non preoccuparti.-
Improvvisamente tutto cominciò a diventare confuso, sfuocato.
Il biondino chiuse gli occhi,stanchissimo, facendo arrossire Hinata.
Aveva abbandonato il capo sulla spalla di lei.

 

–˜—

 

-Hinata, sei sicura di volertene occupare tu?-
Shino sembrava perplesso. La kunoichi spostò lo sguardo a terra, imbarazzata, e cominciò a giocherellare con i suoi indici.
-Credo… credo di farcela- mormorò.
-Va bene- Il ragazzo si alzò i piedi e si recò fuori dalla tenda.
Hinata sospirò, guardando Naruto steso davanti a lei. Doveva dargli le prime cure, giusto ciò che era necessario per arrivare a Konoha senza pericolo.
Si sentiva terribilmente a disagio, nonostante lui stesse dormendo. Non si erano mai trovati da soli.
Si fece coraggio e cominciò. Sollevò piano la maglietta e cominciò a disinfettargli le ferite sul petto.
Cercò di essere più delicata possibile per evitare di svegliarlo, ma non ci riuscì.
Lui aveva sentito comunque le sue piccole mani solleticargli il petto, infatti aprì gli occhi.
Appena Hinata se ne accorse, divenne rossissima.
-Gomen nasai, Naruto kun- mormorò cercando di non guardarlo.
-E di cosa? Mi sarei svegliato comunque. E poi mi sento meglio!-la tranquillizzò cercando di mettersi seduto. Voleva sorriderle, ma gli uscì solo una smorfia di dolore.
-Attenzione!- disse timidamente la kunoichi , preoccupata -Non sei ancora in grado di muoverti.-
Naruto si rimise sdraiato.- Quando torneremo a Konoha dovrò stare all’ospedale per un sacco di tempo e non potrò allenarmi. Uffa!-
Hinata sorrise. -Ma poi starai meglio!-
-Si, ma sarà una noia…- Sbuffò.
-Naruto kun?- chiese lei timidamente.
-Dimmi, Hinata-
-Io dovrei…- e indicò con un cenno del capo il batuffolo impregnato di disinfettante che aveva in mano.
-Oh, certo. Scusami.-
La kunoichi scosse il capo sorridendo. Naruto allora si tolse la maglietta e la appallottolò.
-Così è più facile, no?-
Il viso Hinata assunse una sfumatura rossastra, mentre si apprestava  nuovamente a disinfettare le sue ferite. Posò il batuffolo su una ferita abbastanza profonda: a Naruto scappò un lamento, nonostante si fosse imposto di tacere.
-Naruto kun! Ti fa male?-
-Brucia, cavolo!-
-Gomen- mormorò lei. Rimosse il batuffolo dal suo petto, dispiaciuta, e si alzò in piedi.
Il biondino la fissò perplesso, mentre stava abbandonando la tenda.
-Hinata?-
La kunoichi si voltò a guardarlo.
-Resta, ti prego.- Il biondino le fece segno con la mano di avvicinarsi. -Vieni qui.-
Hinata si inginocchiò accanto a lui, indecisa.
-Naruto kun, cosa…-
Ma non fece in tempo a terminare la frase, che ritrovò il viso Naruto a pochi centimetri dal suo.
-Grazie- disse lui semplicemente, poi le stampò un bacio sulla guancia.
All’improvviso tutto cominciò a girare e Hinata sentì che non sarebbe riuscita restare in piedi ancora, ma non poteva cadere: Naruto doveva ancora essere medicato.
 Si rimise diritta a fatica, incredula, mentre Naruto ancora le sorrideva, e uscì dalla tenda.
 
All’esterno, Kiba e Shino stavano discutendo sul da farsi.
-Credo sia meglio tornare a Konoha; la missione è fallita e poi Naruto ha bisogno di cure.-
Kiba annuì.
-Shino kun!- squittì all’improvviso una voce.
Il ragazzo si voltò e vide Hinata, completamente rossa.
-Io non…-
-Non preoccuparti- la interruppe Kiba -Tanto adesso torniamo al villaggio e lo portiamo all’ospedale.-
La kunoichi sorrise imbarazzata.-Arigato, Kiba kun-
Lui ricambiò il suo sorriso.
-Allora, smontiamo la tenda e partiamo!-esclamò poi, alzando un pugno al cielo. -Konoha ci attende!-

 

–˜—

 

La strada del ritorno sembrò più breve, forse anche perché Naruto non aveva abbastanza energie per controbattere alle frecciatine di Kiba e si limitava a tacere, guardandolo in cagnesco.
Lui e Shino lo trasportavano a turno in spalla, dato che il biondino non era ancora in grado di camminare per un lungo arco di tempo.
Hinata li seguiva in silenzio, sorridendo imbarazzata ogni volta che Naruto girava la testa per controllare se lei ci fosse ancora.
Superarono un folto gruppo di alberi, che a Kiba pareva molto familiare. Infatti, dopo qualche metro, si trovarono davanti l’ingresso di Konoha.
-Guardate!- esclamò Naruto -Siamo arrivati!-
Fu un sollievo per tutti poter rivedere la porta del villaggio. La attraversarono velocemente e si diressero verso l’ospedale.
Una volta arrivati, Kiba scaricò giù in malo modo Naruto dalle sue spalle. Il biondino lo fulminò con lo sguardo e si sedette sulle panche di legno della sala d’aspetto.
Furono chiamati quasi subito dall’infermiera.
Naruto entrò nello studio del dottore sorridendo, ma ne uscì sbuffando.
-Che ti ha detto?- gli domandò Kiba.
-Che devono ricoverarmi. Uffa!-
-Allora buona degenza!- esclamò sarcastico. -Ci si vede!-
E si allontanò sventolando la mano e ridendo di buon gusto.
Il biondino strinse i pugni.
-Io lo uccido!- esclamò infuriato. -Lo…-
-Non sei ancora nelle condizioni di uccidere qualcuno- lo interruppe Shino.
Naruto sbuffò, scettico. -Guarda che sto benissimo, infatti…-
-Vado anch’io, devo fare rapporto a Hokage sama.- terminò -Ci vediamo.-
Si allontanò anche lui.
-Ehi, Hinata, non te ne andrai anche tu, spero!- esclamò spazientito.
La kunoichi esitò per un attimo, spostando lo sguardo da Naruto alla porta. Fece un bel respiro.
-No, resto ancora un po’- mormorò.
Il ragazzo le sorrise contento, poi le prese la mano.
-Vieni, ti faccio vedere la mia stanza!-

 

–˜—

 

Hinata si fermò, guardandosi intorno.
Quella sera il villaggio era pieno di gente che passeggiava tranquillamente. Riconobbe Ino, Choji, con il suo fedele pacchetto di patatine, suo cugino Neji, Rock Lee, ma della persona che lei stava cercando non c’era alcuna traccia.
Riprese a camminare, sperando di vederlo da qualche parte.
-Hinata! Cosa ci fai qui?-
La kunoichi si voltò, incuriosita, e riconobbe la sua maestra Kurenai.
-Konbanwa, Kurenai sensei. Come sta?-
La donna sorrise, passandosi una mano sul ventre rigonfio.
-Abbastanza bene, grazie. Tu? Ho sentito che la missione è fallita…-
-Naruto kun è rimasto ferito e siamo dovuti tornare indietro.-
-Capisco. Devi incontrare qualcuno, per caso?-chiese la donna, ammiccando.
Hinata arrossì. -No, cerco Shino kun. Lei l’ha visto?-
-Proprio un attimo fa. E’ andato per di là.- Indicò la direzione che il ragazzo aveva preso -Non dev’essersi allontanato molto.-
-Arigato- disse Hinata con un piccolo inchino -Buona serata.-
E ripartì nella sua ricerca.
Seguì la strada indicatale dalla sua sensei e giunse fino al campo d’allenamento.
Si guardò intorno e lo vide: le dava le spalle, immobile a fissare il cielo.
-Shino kun?-
Il ragazzo si voltò.
-Ohaiho, Hinata. Mi stavi cercando?-
La kunoichi annuì.
-Dimmi pure.-
Hinata esitò: non sapeva da dove cominciare. -Ecco… io…-
Lui attese, senza dire nulla.
-Arigato, Shino kun- mormorò poi lei guardandosi le mani.
-Hinata, perché mi ringrazi?- le domandò.
-Perché tu… tu hai… salvato Naruto kun…-
-No, Hinata, no. Non devi- la interruppe.

Un insetto gli attraversò la guancia; Hinata sorrise.
-Grazie mille, Shino kun-
Gli angoli della sua bocca si piegarono leggermente all’insù, mentre si voltava per ritornare al villaggio.
-Era una promessa… ed io l’ho semplicemente mantenuta.-

 

 

Fine

 

–˜—–˜—–˜—

 

 

 

Dizionarietto Giapponese-Italiano

 

Gomen nasai/Gomen: scusa, scusami

Godaime sama: il quinto Hokage

Konniciwa: buongiorno

Sensei: maestro, maestra

Kunoichi: ninja donna

Baka: stupido

Baachan: nonna

Arigato: grazie

Konbanwa: buonasera

Ohaiho: ciao

 










Quinta classificata. Waaaaaaaaaaaaaa! *_*
Sono davvero felicissima, perchè il giudizio della giudice ragazza_innamorata, alias Chiara, è stato davvero positivo. Lo riporto:

Quinto Classificato
I'd promised you di Ayumi Yoshida

IC: 8/10
Correttezza Grammaticale: 8/10
Originalità: 7/10
Totale: 23/30

Bella fic, dal punto di vista grammaticale o dell’IC non posso dire assolutamente niente perché la caratterizzazione dei personaggi è perfetta e la grammatica scorrevole e senza errori. Ti ho solo tolto un paio di punti nell’originalità perché, almeno a mio avviso, non era esattamente rispettata la consegna, cioè l’utilizzo di personaggi altrimenti poco considerati, perché Kiba, Naruto e Hinata, personaggi su cui le fanfic abbondano, prendevano il sopravvento sul povero Shino, su cui nessuno scrive. Mi dispiace, ma sappi che questa fic, in un altro contest o magari con un altro giudice, avrebbe ottenuto più punti perché, nonostante tutto, è davvero davvero bella!

Ayumi
Questo splendido tesserino è stato fatto da ragazza_innamorata


Faccio i complimenti alla vincitrice, Kurenai88, alla seconda e alla terza classificata, rispettivamente HopeToSave e Terrastoria, e a tutte le altre partecipanti, Kibachan, Talpina Pensierosa, Ele e Muppello.
Ragazze, è stato un onore competere con voi!
A tutti coloro che leggeranno, spero che questa fanfiction vi sia piaciuta almeno un pò! 
Fatemi sapere cosa ne pensate!

Ja ne,
Ayumi


Disclaimers: I personaggi di Naruto utilizzati in questa fic, ahimè, non mi appartengono. Sono di Masashi Kishimoto. Al contrario, tutto il resto è di mia proprietà.



   
 
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