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Autore: N O W H E R E    11/02/2014    1 recensioni
Un'antica profezia incombe su otto semidei e questa volta giunge dall'antiche popolazioni vichinghe. Il Ragnarök è vicino, riusciranno Percy, Jason e compagnia bella a salvare il mondo ancora una volta? Un viaggio attraverso i mondi alla ricerca degli antichi padri che regnano ancora incontrastati mentre nessuno crede più in loro. Un viaggio per scampare al proprio destino, per una volta è Asgard a chiedere aiuto a Midgard.
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-E così ti sei unito a loro? Ci hai voltato le spalle?-
-Non ti permettere! Non tu permettere di accusare me per quello che è successo! Odino mi ha voltato le spalle, Thor mi ha voltato le spalle, tutti gli dei con il loro menefreghismo e la loro paura mi hanno voltato le spalle!-
-Nico, è Loki che parla adesso, ti hanno offuscato il cervello, calmati!-
Un figlio di Efesto, a cui prendono fuoco le dita quando comincia ad agitarsi che urla di calmarsi ad un figlio di Ade che può evocare un esercito di zombie legionari al suo servizio per annientarti.
Le cose si stavano mettendo davvero male.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti, Talia Grace
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ride to meet your fate Ragnarök awaits.

Capitolo 2.
Heimdall knows his fate.


Il viaggio attraverso il Bifrost, o ponte dell'Arcobaleno, fu stupefacente. Thalia si lasciò trasportare incredula attraverso due mondi. Uno sfavillio di colori la circondava, colori quasi indistinti, che si mischiavano tra loro creando un'atmosfera estremamente surreale.
Fu la prima ad arrivare.
L'unica cosa che riusciva a distinguere inizialmente era una forte luce bianca, che circondava ogni cosa. Quando riuscì vagamente a riacquistare la vista distinse una figura davanti a sè che cominciò a parlare.

«Benvenuta Thalia Grace, semidea di Midgard, figlia di Zeus. Avvicinati.» Una figura maschile con una voce bassa e profonda le fece cenno di avvicinarsi, mentre se ne stava in piedi a bere uno strano liquido dorato da un enorme corno.

«Un attimo... e tu come fai a sapere il mio nome? Sono morta per caso? Questo è il paradiso?» L'espressione incredula della ragazza provocò una discreta risata all'uomo che mise in mostra i suoi abbaglianti denti d'oro.

«Io sono Heimidall, guardiano del Bifrost e protettore di Asgard e questa è la mia dimora, il Monte del Cielo. Sei viva e vegeta, è stato lo stesso Thor a richiedere la tua presenza.» Thalia lo osservò attentamente. Portava un elmo, probabilmente d'oro, con grosse corna di ariete ricurve, una stola di lana grezza sopra un'armatura d'oro bianco. Indossava pantaloni di pelle di capra morbida, stretti in vari punti da cinghie di cuoio, infilati in stivali pesanti di pelliccia di qualche strano animale. Un abbigliamento alquanto bizzarro per gli standard di una ragazza del ventunesimo secolo terrestre.

"Oh giusto, non sono morta... mi trovo soltanto in una fiera rinascimentale piena di invasati nerd della Marvel." Pensò la figlia di Zeus abbastanza irritata da quella situazione.

«Thor? Ti aspetti che ci creda? E ora parla chiaro, cosa ci faccio qui?» L'uomo la guardò truce, quasi offeso, come se fosse riuscito ad ascoltare i suoi pensieri.

«Non essere così impaziente. Quando arriveranno i tuoi compagni spiegherò il motivo della vostra presenza qui, è un'impresa di estrema importanza, abbiamo bisogno di tutte l'aiuto possibile anche da parte di voi Midgardiani.»
Thalia non ebbe neanche il tempo di chiedere a cosa si riferisse con "i tuoi compagni" che improvvisamente un fascio di luce si sprigionò alle sue spalle, lasciando intravedere l'arrivo di un'altra figura umana.

«Jason?!» Alla vista del fratello, in Thalia comparve finalmente un briciolo di speranza. Poi altri due fasci di luce abbagliarono i ragazzi.

«Thalia? Dove sono? Che ci fai tu qu... wohhohh Annabeth? Piper?» I mezzo-sangue apparirono, preceduti da potenti fasci di luce. Le due ragazze, ancora più confuse ed assonnate degli altri, riuscirono soltanto a guardarsi attorno senza proferire parola. Un'altra luce li abbagliò facendo sorridere l'uomo che aveva accolto Thalia.

«Leo?» Dissero tutti in coro, aspettandosi di tutto fuorchè lui.

«Ehi ma, dov'è finito il mio banco da lavoro?» Confuso si grattava la nuca, reggendo una chiave inglese nell'altra mano. Ancora una volta furono abbagliati. Quella mattina c'era traffico verso Asgard.

«Ma che razza di scherzo è questo?! Se trovo il simpaticone che ha ideato tutto questo io... lo sbudello e lo impicco con il suo stesso inestino.»

«Clarisse?» Esclamarono stupite Thalia e Annabeth in coro.

«In persona.» Si schiarì la voce, raddrizzando le spalle e poggiando le mani in vita con un espressione fiera.
Mentre i semidei cominciavano a scalpitare e lamentarsi, dopo essersi abbracciati e salutati, Heimidall si schiarì la voce per richiamare l'attenzione.

«Pazientate ancora un po', stiamo aspettando l'ultimo semidio, è stato il più difficile da scovare.»
Un ultimo fascio di luce abbagliò tutti facendo comparire il figlio di Ade ancora stralunato.

«Credo che questo viaggio-ombra non sia andato bene.» Esclamò guardandosi attorno. Fortunatamente, vedendo facce amiche si tranquillizzò, ma a giudicare dalle loro espressioni non erano per niente sereni.

«Oh finalmente ci siete tutti.» Hemidall sorrise ai ragazzi, che non facevano altro che guardarsi tra di loro cercando una risposta negli occhi dell'altro.

«Non abbiate paura, non siete stati rapiti, non vogliamo farvi del male, stiamo solo chiedendo il vostro aiuto. E ora che ci siete tutti, mezzosangue di Midgard dobbiamo solo attendere l'arrivo di Lady Sif che vi condurrà nel palazzo di Odino, nel cuore di Asgard. C'è già un vostro amico con noi, vi starà aspettando.» Detto questo il Dio dai denti d'oro si andò a riempire il corno di quello strano liquido dorato.

«Gulltoppr ci mette sempre un po' ad attraversare la strada per Asgard, ma é vecchio e stanco.» Disse Heimidall con un sorriso triste. A questa affermazione tutti pensarono ad un vecchio messaggero barbuto, ma si ricredettero quando videro una bellissima donna cavalcare un possente destriero dai boccoli dorati.

«Benvenuti semidei, vi stavamo aspettando.» Quella che immaginarono deovesse essere Lady Sif scese elegantemente da cavallo reggendosi le lunghe vesti bianche. Si avvicinò ai ragazzi spostandosi i capelli di colore del grano maturo di lato. Tutti rimasero incantati guardandola. Il corpo prosperoso e ben proporzionato, il visi dai lineamenti perfetti arricchiti da un sorriso dolce. Era bella, come la prima mattinata di estate dell'anno. È inutile dire che i ragazzi rimasero incantati.

«Wow, se tutte le donne di questo posto sono belle come te sono finito in paradiso.» Si fece scappare Leo sincero, sistemandosi una ciocca di capelli e sguinsagliando il suo migliore sorriso imbarazzato.

«Oh caro, sei un ragazzo davvero dolce, ma la mia è una bellezza comune qui ad Asgard.» Si avvicinò a Leo e gli accarezzò dolcemente i capelli arruffati, facendolo arrossire fino all'attaccatura dei capelli.

«Tu devi essere Leo Valdez, figlio di Efesto, il nostro Re saprà trovare una divinità adatta alle tue caratteristiche.» Leo riuscì soltanto a balbettare qualcosa di incomprensibile mentre la Dea si allontanava.

«Caretteristiche? Cosa significa?» Interruppe Jason abbastanza frustrato dalla situazione facendo svegliare il suo amico dalla trance in cui era entrato.

«Non abbiate fretta, seguitemi, vi spiegheremo una volta arrivati.» Salutato Heimidall, intento a pettinare la criniera del suo fedele Gulltoppr, i ragazzi accompagnati da Sif si incamminarono verso la casa degli dei, attraversando il palazzo di Heimidall e ritrovandosi dall'altra parte del monte. Il paesaggio ricordava vagamente l'Olimpo. Il clima era stabile, primaverile, nè troppo caldo nè troppo freddo, nè umido nè secco, era tutto semplicemente perfetto. Proseguirono in silenzio, rapiti da tutto ciò che li circondava. Fecero un bel po' di strada prima di arrivare davanti ad un immenso palazzo completamente d'oro.

«Questo è il palazzo di Odino, il Re degli dei, tra poco entreremo e satere invitati a mangiare al banchetto divino dove discuteremo del vostro compito e dove verrete rifocillati e accolti con qualsiasi cura voi desideriate. È un onore avervi con noi.»

«Come siete organizzati. Arrivano spesso visitatori qui?» Disse Clarisse guardandosi distrattamente attorno.

«Uhm, no. In realtà è la prima volta.» Rispose la Dea sorridendo innocente.
I ragazzi, stanchi ed affamati per la camminata furono più che contenti di sentire le sue parole. Erano tutti stupiti di quella grande accoglienza, che non gli era mai stata rivolta, neanche a casa propria.

«Hai qualche consiglio da darci?» Chiese Thalia prudente, con lo spirito del leader che sovrastava sempre qualsiasi altra caratteristica.

«Non contraddite Odino e neanche mio marito Thor. Sono molto suscettibili ed iracondi.» Alle parole "mio marito" in Leo si distrusse ogni speranza di aver fatto colpo sulla bellissima Dea e non gli passò neanche per la testa di continuare a provarci con la moglie di Thor. Ognuno di loro aveva milioni di domande in mente e nessuno riusciva a trovare una risposta. Due guardie spalamcarono l'enorme ed altissimo portone d'oro massiccio e fecero entrare i semidei guidati da Sif. Camminarono ancora un po', salendo un enorme rampa di scale, per poi arrivare davanti un'altra porta semi apera. La Dea disse ai ragazzi di aspettare ed entrò a controllare se fosse tutto pronto. Dopo alcuni attimi di esitazione due uomini spalancarono le porte, aprendo la loro visuale su un enorme tavolo imbandito. Al centro, su un enorme sedia, capeggiava un vecchio uomo con i capelli bianchi tirati indietro, una benda sull'occhio e una barba un po' lunga che finiva in una punta. Era davvero lui il re degli dei?

«Figliuoli!» Urlò felice l'uomo facendo riecheggiare la sua voce profonda in tutta la sala.

«Finalmente siete qui, prego entrate, non siate timidi. Io sono Odino, re di Asgard e protettore dei nove regni.» Tutti lo guardarono confusi e divertiti, mentre si alzava goffamente e li rangiungeva appoggiandosi ogni tanto al suo enorme bastone su cui rimaneva appollaiato un enorme corvo nero, che, inquietante, li osservava.
I semidei si schierarono uno accanto all'altro, quasi per difendersi, anche se pian piano cominciavano a fidarsi di quel buffo vecchietto.

«Cosa ci facciamo noi qui? Perchè ci avete prelevato senza preavviso?» Chiese Jason munendosi di una buona dose di coraggio.

«In realtà vi stiamo osservando da tempo, più di quanto immaginiate. Vi abbiamo prelevati senza preavviso perchè se i nosti nemici venissero a sapere ciò che stiamo architettando saremo tutti morti entro la fine di domani. Non potevamo rischiare di farci scappare qualcosa prima che le carte fossero già in tavola.» Odino parlò questa volta con un tono serio ed autoritario, molto più simile a Zeus, il buffo vecchietto era scoparso lasciando spazio al Re di Asgard.

«Ora cercherò di chiarirvi un po' le idee. Forza, accomodatevi accanto al fuoco.» Indicò un enorme braciere interrato poco distrante da loro. I semidei presero posto a terra, su enormi tappeti di pellicce di animali, mentre Odino si mise davanti a loro, dietro il fuoco.

«Dovete sapere, cari ragazzi, che i vostri padri non sono gli unici Dei ad esistere davvero. Noi regnamo qui ad Asgard da molto prima che loro nascessero. Molti di noi...» Alcune ragazze entrarono nella stanza, con in mano sette corni ricchi di quello strano liquido dorato che stava bevendo prima Hemidall. Odino sbuffò per l'interruzione e aspettò che i semidei accogliessero l'offerta.
Un po' titubanti, dopo aver annusato la bevanda la assaggiarono.

«Mi è familiare.» Disse Clarisse, scolandosela in due sorsi.

«Mi sembra...» Titubò Nico.

«Nettare!» Esclamò Annabeth soddisfatta.

«In realtà è idromele.» Specificò Odino distrattamente. «E quelle sono le mie figlie, le Valchirie... che mi interrompono sempre.» Sbuffò, scacciandole con un gesto della mano.

«Stavo dicendo... Uhm, si, molti di noi Asgardiani somigliano ai vostri Dei per caratteristiche o poteri comuni agli abitanti di Midgard con quelli di Asgard. Anche alcune storie e legende sono simili. Non a caso quelli che voi chiamate Titani in realtà sono giganti creati da Ymir, lo stesso gigante che ha creato mia madre e la vita qui su Asgard.  Possiamo dire quindi che potremmo essere fratelli alla lontana, con la differenza che i vostri Dei si sono insediati su Midgard, hanno imparato a governarla e controllare le forze presenti su di essa, mentre noi siamo di Asgard, ci siamo insediati qui e ci impegnamo affinchè i nostri mondi non si scontrino.» Mentre Odino parlava, nel fuoco si creavano immagini che aiutavano la narrazione, come un film, o un piccolo spettacolo di come si fosse creata la vita nell'universo. I ragazzi erano rapiti da quelle immagini e in cuor loro, cominciavano a capire di trovarsi davanti forze terribilmente potenti. Loro che pensavano di aver visto tutto, ritrovarsi davanti altre creature, abitanti di altri pianeti, li faceva sentire davvero piccoli e impotenti.

«Esistono anche semidei generati da voi? Semidei di Midgard intrendo.» Chiese Annabeth, spinta da un'innata curiosità.

«E' una domanda intelligente. I nostri mondi e i nostri valori sono differenti. Per noi la famiglia è la cosa più importante, mai potremo tradire le nostre mogli. Inoltre, raramente è successo che i nostri mondi si siano incontrati e tutte le volte che è successo siamo sempre stati pronti a proteggere gli abitanti di Midgard dai nostri nemici. Mentre i vostri Dei sono perennemente a contatto con i terrestri.» Rispose sereno Odino, sorridendo alla ragazza.

«Tutto quello che ci limitiamo a fare è osservarvi. Ma questa volta sará quella decisiva. Se il Ragnarök arriverà non sarà soltanto la fine per noi Asgardiani, ma sará la fine per tutti i regni, compreso il vostro.»

«Siamo scampati da poco alla fine del mondo, un po' di pausa non ce la meritiamo?» Sbuffò Thalia, stanca di sentir parlare di catastrofi imminenti e apocalissi.

«Per questo abbiamo chiesto il vostro aiuto. Abbiamo osservato come siete riusciti a combattere la minaccia dei giganti senza gravi perdite e saremo grati di combattere al vostro fianco. Solo con una collaborazione tra due mondi potremmo riuscire a sopravvivere. Ognuno di voi è stato scelto per uno scopo ben preciso, ognuno di voi dovrà essere consacrato ad una divinità, scelta analizzando le caratteristiche che avete in comune con i nostri compatrioti. Sarete sottoposti ad allenamenti e poi potrete partire per la vostra missione. Ma non siete stati scelti a caso, c'è una persona che mi ha aiutato ad individuarvi e a scegliervi.» Tutti lo guardarono curiosi, aspettando che questo misterioso compagno venisse svelato. E Odino, con parole gravi, pronunciò quella frase.

«Fatti avanti Perseus.»






N O W H E R E says:
Ehilà gente, sono tornata presto eh? Beh che dire, si è aggiunto anche Percy alla compagnia con la sorpresa di tutti.
Ma ora parliamo di cose serie.
Questa ff è ambientata tra i primi due libri della seconda serie, prima de "Il figlio di Nettuno" quando tutti stanno ancora cercando Percy dato per disperso. Ovviamente lui non si trova al campo di Giove, ma ad Asgard, in compagnia di Odino e delle altre divinità che popolano quel meraviglioso luogo. Nel prossimo capitolo verrà spiegato tutto in modo più chiaro, non voglio anticiparvi nulla.
Ovviamente spero sempre che lasciate qualche recensione, per sapere se ha soddisfatto le aspettative di chi ha già letto l'intro, o per chi l'ha appena scoperto, farmi sapere se piace o no, se devo modificare qualcosa o non so, per leggere cosa ne pensate.
Il prossimo capitolo sarà un po' lungo e complesso, quindi non aggiornerò così presto, ma spero che ne valga la pena.
Voglio ringraziare chi mi ha recensito, dicendomi cosa non andava bene AxXx e chi mi ha incitato ad andare avanti biankina1, spero di aver chiarito i vostri dubbi. Vorrei ringraziare chi l'ha messo nelle preferite eltanininfire, chi l'he messa tra le seguite _lulaby_ e chi semplicemente l'ha letta. Grazie infinite a tutti, siete fantastici.
Bye, N O W H E R E.
  
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