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Autore: Monchele98    11/02/2014    0 recensioni
Anastasia, ragazza diciottenne appartenente ad una famiglia nobile in Spagna ma non ancora del tutto matura, dopo un tragico evento che ha dovuto subire all'età di sette anni, ha vissuto all'ombra di un padre totalmente cambiato, ma con l'appoggio del ciambellano di corte che, pur avendo dieci anni più di lei, diventerà presto il suo più grande amico. A causa di uno dei suoi scherzi finisce nei guai e si ritrova a vivere una vita che non avrebbe mai pensato di vivere, con una persona di cui mai si sarebbe immaginata di stringere un legame così speciale.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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-Oh no, non vorrai portare anche quello? Non va bene!-
-Brus, è il terzo vestito che non mi lasci mettere in valigia. Se non mi lasci portare le cose che mi piacciono di più che senso ha fare la valigia? Tanto vale non portare niente-
-Fidati, è meglio non portare cose che facciano capire al popolo la nostra provenienza-
-E come mai?-
-Lo capirai quando saremo lì-
Brus è abbastanza permaloso sul fare la valigia. Non gli va bene niente e non mi rivela neanche il motivo. Non basta essere frustrata di mio.
-Bene. Penso di aver preso il necessario. Tu hai fatto la valigia?-
-Si, non ho granché da portare quindi sono stato abbastanza svelto-
-Brus dimmi la verità: secondo te mio padre fa bene a fare questo? Cioè, è questa la punizione che mi merito?-
Brus fa un sospiro e mi viene accanto. Sembra cercare le parole giuste per esprimersi ma poi mi parla con naturalezza.
-Se vuoi il mio parere ammetto che hai bisogno di un po' di disciplina ragazza! Ma trovo esagerato questo tipo di punizione-
-Mi dispiace solo che debba farlo anche tu-
-Ma cosa dici Anny, preferirei mille volte venire con te al villaggio che starmene da solo in questo noioso castello. Sarebbe troppo vuoto senza di te-
Non so come fa, ma Brus ha sempre le parole giuste per risollevarmi il morale. A volte mi chiedo cosa farei senza di lui. Lui che mi protegge e sostiene in ogni situazione.
All'improvviso bussano alla porta. Io e Brus ci guardiamo, poi lui va ad aprire. E' Olga, la donna delle pulizie.
-Mi scusi signorina Anastasia, la carrozza è pronta. Vuole che faccia salire qualcuno per le valigie?-
-Non si preoccupi, ci penso io- risponde Brus.
-Ok, se ha bisogno di me, mi trova di sotto-
-Grazie Olga- rispondo con un po' di malinconia.
Stavo per lasciare casa. La casa in cui ho sempre vissuto e da cui non mi sono mai allontanata. Nonostante ho sempre desiderato allontanarmi per un periodo da queste mura, mi dispiace lasciale alla fin fine. Soprattutto perché è il posto che mi tiene più vicino a mia madre.
-Conosco quello sguardo. Non farti prendere dalla tristezza Anny, altrimenti sarà più difficile. So cosa pensi e hai ragione, ma prima dimostriamo a tuo padre quanto tu sia matura, prima torniamo a casa-
Mi alzo senza voglia dal letto. Brus prende con una mano la mia valigia e con l'altra la sua. La valigia me l'ha data lui. E' abbastanza vecchia, anche un po' rovinata. Non so perchè insiste a voler tenere nascosto alla gente che siamo reali. Spero di capirlo sul serio appena arriveremo.
Mentre scendiamo le scale che separano i piani superiori dal piano terra, Carl , il cameriere, comincia ad aprire la porta principale per farci uscire. Comincio a guardarmi intorno per avere le ultime immagini di casa prima di andare via.
Sceso l'ultimo gradino, mi incammino verso la porta. Mi giro un'ultima volta e vedo mio padre parlare con una donna. Non è vestita in modo...come dire...."raffinato", anzi tutto il contrario. Ha dei capelli rossicci e mossi. 
Quasi come se si accorgesse del mio sguardo su di lei, la donna si gira e mi guarda raggiungere la porta d'ingresso. Imbarazzata distolgo lo sguardo ed esco.
Un soldato mi apre la portiera della carrozza e mi fa salire. Brus mette le valigie dietro e poi mi raggiunge.
-Non mi ha neanche salutata-
-Era occupato, lo hai visto anche tu-
-Per dire ciao bastano un paio di secondi, niente di più-
Brus non dice altro. Sapeva che avevo ragione ma ,essendo stato al fianco di mio padre per anni, gli era difficile non prendere le sue difese. 
La carrozza parte e non mi rimane altro che voltarmi e guardare il tragitto che percorriamo, finché non saremo arrivati al posto che presto chiameremo "casa"
  
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