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Autore: CharlieCaboosey    11/02/2014    1 recensioni
Avrebbero potuto dare la colpa alle quantità eccessive di alcool. Poi di nuovo, erano a Las Vegas. Eppure forse, solo forse, questa potrebbe essere stata una di quelle cose inevitabili nella vita.
Doveva succedere prima o poi.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Sam Evans, Santana Lopez | Coppie: Puck/Quinn
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Champagne Supernova Consummation.
 
Autrice: LucyQuinnFabray
Personaggi: Noah Puckerman ; Quinn Fabray ; Santana Lopez ; Sam Evans.
Coppie: Quinn/Puck ; Santana/Sam

NB: Questa storia non mi appartiene. L'ho solamente tradotta.
Mi sono presa la libertà di tradurre il presente con il passato remoto, perchè penso che in italiano suoni meglio.
In più non sono infallibile, nè tantomeno madrelingua inglese.
Se trovate qualche errore, fatemelo notare e correggerò immediatamente.
Link storia originale: http://archiveofourown.org/works/1018228
Questa FF mi è piaciuta molto, quindi.. Hope you like it!

-

Il sole puntò i suoi raggi sul suo viso, passando attraverso le persiane. Quinn gemette, la testa era sempre più martellante secondo dopo secondo.

Il gusto di alcohol le era rimasto in bocca, come il retrogusto di una medicina fredda. Cercò di ingoiare, ma la gola era secca e lei era assetata.

Acqua - aveva bisogno di acqua.
I suoi pensieri, infine, si sincronizzarono con il suo corpo mentre iniziò a prendere coscienza. 

Non poteva alzarsi. C’era un peso in parte su di lei, qualcosa di caldo (dietro di lei), e la stava tenendo ferma. 

Girandosi per vedere che cosa la stesse bloccando, finì faccia a faccia con l’ultima persona che avrebbe pensato di vedere: Puck.

Le cose diventarono più nitide mentre lei iniziava a guardarsi intorno. Era nudo.
Non nel senso “Ohheihodormitoinboxer” ma completamente nudo.

Entrò in panico, con gli occhi spalancati, con un urlo bloccato in gola. Tenne poi i suoi occhi chiusi, dicendo a se stessa: sto sognando; sto sognando; sto sognando.

L’unico momento in cui si sarebbe potuta svegliare accanto a lui, sarebbe stato in un sogno - o in un incubo. 



Quando aprì gli occhi di nuovo, se n’era andato. Si lasciò andare un respiro di sollievo.

Lentamente, si alzò e si sedette sul letto. La luce della stanza le fece bruciare gli occhi e la nebbia nella sua mente non la aiutava a ricordare come si fosse ridotta in quello stato.

L’alcohol le aveva annebbiato la mente. Non riusciva a ricordare come fosse andata a letto o perché fosse nuda. Fece capolino sul suo lato del letto, vedendo i suoi vestiti sparsi per terra in maniera casuale.

Il rumore proveniente dall’altra parte della stanza la bloccò immediatamente. Si voltò verso lo stesso e vide una porta chiusa. Come vide la maniglia girarsi e la porta aprirsi, si nascose velocemente sotto la trapunta.

“Oh, bene, sei sveglia.” disse una voce “Santana ci vuole al piano di sotto in un attimo. Sam ha detto che si è presa la sbornia cattiva, come la maggior parte di noi, e tu sei l’unica che può assicurarci che non ci staccherà la testa.”

Conosceva quella voce. Ricordava che, solo poche ore prima, stava urlando a quella voce.
Era la stessa voce che le aveva sussurrato all’orecchio, dicendole di svestirsi. 

“Puck.”

I suoi occhi si spalancarono non appena incrociarono quelli di lui, una testa apparì da sotto le coperte.  Lui stava davanti alla porta - un asciugamano appeso pericolosamente ai suoi fianchi - e si guardava intorno.

“Buongiorno anche a te. Hai visto i miei pantaloni? Non ricordo dove li hai buttati.”

“Pantaloni..?” Il fatto che fosse nudo con un asciugamano e - oh, Signore - lei fosse nuda sotto le coperte la portò a stringere ulteriormente la trapunta sul suo corpo. “Esci di qui, sei un pervertito! La tua camera non ha una doccia?”

Lui ridacchiò, un ghigno si stampò sulla sua faccia. “Seriamente? Dopo la scorsa notte, pensavo che avresti cambiato i tuoi sentimenti.” Tornò a cercare i suoi pantaloni. Non appena li trovò, si avvicinò lentamente a lei. “Non ricordi cos’è successo la scorsa notte?”

“Oltre a me che ti chiedo di lasciarmi in pace?” chiese lei di rimando.

“Intendo dopo.” disse lui. “Quando siamo tornati qui e abbiamo fatto sesso.”

Questo la lasciò senza parole - o meglio, quasi. “N-noi non abbiamo fatto sesso.” provò a dire.

“Oh, davvero?” chiese lui, jeans in mano, sopracciglio alzato, sorriso ancora sul suo volto. “Voglio dire.. Posso mentire su un mucchio di cose, ma il sesso non è una di queste.”

Con il mento alzato ed il piumino stretto a lei, disse con fermezza “Non abbiamo fatto sesso la scorsa notte.”

“Che cosa ti rende così sicura?” ribattè.

“Bè..” lei lo osservò, cercando una qualunque cosa che avrebbe potuto essere usata per avere ragione. Trovò qualcosa che sarebbe stato utile per lei. Sulla sua mano sinistra, notò una fede nuziale d’argento. “Sei sposato.” affermò.

Lui scoppiò a ridere, e non sembrava intenzionato a smettere. Non riuscì a fare a meno di notare che se avesse continuato a ridere, l’asciugamano sarebbe potuto cadere. Incolpò l’alcohol per questi pensieri.

“Bella questa, Q. Mi stai dicendo che tu non sei sposata?” rispose. Puntò poi il dito contro la sua mano per farglielo notare.

La sua mente era confusa. “Io non-” iniziò a dire, abbassando lo sguardo verso la sua mano. Si bloccò, invece, dopo averlo visto.

Un lucido, argentato anello posto sul suo quarto dito, sulla mano sinistra.
Quello sicuramente non era lì la scorsa notte.

Tra tutte quelle cose che erano successe, si sarebbe ricordata di essersi sposata la sera prima.

Alzò lo sguardo verso di lui, vedendo la stessa espressione confusa sulla sua faccia.  I suoi occhi scesero fino al suo dito. L’anello era uguale al suo.

“Oh, merda.” mormorò sotto voce. 
La matematica non è così complessa da impedirle di realizzare l’accaduto. 
 
  
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