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Autore: chos    12/02/2014    4 recensioni
Echi nascosti di grida
e pianti gelati di sangue.
Noia.
Il dolore non raggiunge i salotti imporporati di lusso.
Silenzio.
Non v'è dio che ascolterà
le tue suppliche.
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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-14 Marzo 1942-

Il numero 2212 sta bene, grazie a me, e sono così felice che-


-26 Marzo 1942-


“La doccia”, così la chiamano, ma non rigenera.
“Entrate tutti dentro”, dicono, ma nessuno esce più fuori da quegli stanzoni affollati.
Ed oggi sono riuscito ad evitare che-


-2 Aprile 1942-

“John, sai perfettamente che sono l'uomo più intelligente che conosci, ed ero convinto di poter carpire tutto col mio occhio svelto, ma una cosa mi sfugge: perché lo fai? Perché io?”


-13 Giugno 1942-

Mi viene da sorridere pensando a quanto tempo sia passato dall'ultima volta che la mia penna ha solcato queste pagine sottili ed effimere, a quanto il mio cervello mi abbia ostacolato nello scrivere ciò per cui avevo bisogno di sfogarmi. Tanta acqua è passata sotto i ponti da allora, tanti gli avvenimenti che si sono presentati a me senza che li avessi realmente chiesti o desiderati e spaventavano oltremodo il sottoscritto poiché se messi su carta assumevano un'accezione troppo reale.
Ma analizzando la mia vita, io sono sempre stato uno nella media: altezza nella media, bellezza nella media, intelligenza nella media... non ho mai spiccato in nulla, mai sono stato importante per qualcuno al di fuori dei miei genitori, e questo più di tutto mi ha spinto ad intraprendere la carriera medica all'interno dell'esercito.
Lì potevo essere qualcuno, potevo fare la differenza e non passare inosservato come avevo sempre fatto, eppure non mi sarei mai immaginato che quella stessa differenza di cui avevo bisogno, l'avrei trovata in un ebreo dagli occhi di ghiaccio ed i riccioli scuri che avevano trovato asilo sul pavimento del mio studio, al campo.
Col passare dei giorni il mio interessamento nei confronti di quell'uomo, opportunamente camuffato da un'oscena finzione d'odio, è cresciuto, il nostro legame è diventato più forte, mi azzarderei a definirlo indistruttibile nonostante i suoi continui insulti nei miei confronti, ed attualmente non esito a dire che, se malauguratamente venisse a mancare -cosa che costantemente mi proibisco di pensare-, la mia esistenza si accartoccerebbe su se stessa fino a farmi scomparire, quasi come sta facendo la fame cieca su Sherlock.
A nulla servono le mie cure premurose, a nulla serve il cibo che gli passo in modo clandestino -come sono d'altronde i nostri continui incontri-, perché il campo ti sfinisce, il campo ti succhia via qualsiasi cosa e ti lascia vuoto; lui è forte però, nonostante le zuppe di bucce di patate lo stiano privando della vista, lui resiste e tiene per sé tutto ciò che ha di buono da offrire, lasciando alla crudeltà del mio popolo solo le briciole.
E il suo aspetto è cambiato, le guance scavate mettono ancora più in risalto quegli zigomi taglienti, il colorito pallido di carta accompagna ben volentieri le mani che prima sembravano essere nate per il piano, armoniose e lievi, ora sono ridotte all'osso come il resto del suo fisico smunto e privo di forze ma sovraccarico di voglia di vivere. Sembra quasi non tema la morte.
E mi sono chiesto come faccia, mi sono chiesto se appaia così tranquillo solo perché al suo fianco ha una figura che più di una volta gli ha evitato la doccia dalla quale nessuno torna più, o gli esperimenti che rischiavano di farlo soffrire per molto e molto tempo prima di stroncare la sua vita definitivamente, ma no, lui è semplicemente così e me ne sono fatto una ragione.
Un pomeriggio uggioso, ad una mia domanda ha risposto: “Sai John, in verità temo la morte più di chiunque altro. D'altronde immagino ci si senta così quando si ha qualcosa da perdere, no?”, ed io non ho potuto far altro che sorridere, leggendo in quelle poche parole tutto ciò che avevo bisogno di sentire.
Se solo qualcuno sapesse della nostra storia, potrebbe dire, convinto di non cadere in fallo, che quello ad essere stato salvato sia lui, ma quanto sbaglierebbe.
Sherlock, Sherlock Holmes, il numero 2212, il mio migliore amico, l'uomo che amo o che dir si voglia, è la persona a cui devo la mia stessa vita, ed io ho intenzione di ricambiare il favore.

   
 
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