Cena e Neve
Strano che mi preoccupassi tanto di quella serata
quando, in realtà, era solo una cena. Nico e Bianca non
erano proprio cugini,
ma Percy era così legato a loro che li definiva tali, e
vivevano in un
appartamento molto più spazioso, rispetto a quello di lui.
C’era anche da dire
che erano in due a lavorare e potevano occuparsi di dividere i costi.
Inoltre
Bianca aveva ricevuto un premio in denaro quando aveva vinto un anno
prima un
campionato di tiro con l’arco, piazzandosi seconda dietro una
sua compagna
chiamata Zoe. Erano praticamente gemelli
ed avevano diciotto anni, anche se Nico sembrava
dimostrarne di più,
mentre la sorella aveva una spruzzatina di lentiggini che la
ringiovanivano.
Erano
entrambi di origine Italiana, o almeno, la madre
era di origine Italiane e loro ne avevano ereditato il cognome. Dovetti
ammettere che erano entrambi degli ospiti davvero fantastici. A quanto
pare la
mia storia aveva raggiunto anche loro, ma nessuno dei due
cercò di farmi
domande sconvenienti nel tentativo di farmi ricordare qualcosa.
“Annie!
Eccoti!” La saluto Rachel, quando arrivarono.
Era seduta sulla terrazza insieme Grover che controllavano una specie
di lista.
“Ciao…
che state facendo?” Chiesi, accomodandomi
accanto a loro, mentre un invitante odore di pancetta e uova si
spandeva dalla
cucina. A quel che avevo capito, i due ragazzi avrebbero tentato un
difficile
piatto Italiano: la carbonara e, da quel che sentivo, doveva essere
proprio un
buon piatto.
“Stiamo
contando le firme che abbiamo ricevuto. Sai… io
e Grover facciamo parte di un’associazione ambientalista e ci
stiamo occupando
di una raccolta firme per fermare la vendita di una sezione del Parco
Nazionale
di Sequoia, in California.” Spiegò la rossa,
facendo una specie di confronto
tra due liste.
“E
sta andando male…” Borbottò il ragazzo,
sconsolato.
Per
quel poco che sapevo, cercai di mostrarmi
interessata, cercando di intavolare una conversazione. Mi dissi che ero
stata
fortunata ad esser stata salvata da Percy e non da qualche sfruttatore
o
criminale. Lui era un bravo ragazzo e loro erano simpatici, nonostante
nessuno
di loro navigasse nell’oro.
“Ragazzi!
La cena è pronta!” Annunciò Bianca,
Portando
in tavola dei piatti fumanti che emanavano un odorino davvero
invitante.
“Eccoci.”
Sospirò Rachel, posando la lista. “Almeno ci
abbiamo provato… ritenteremo dopo.”
Insieme
ai due mi misi a tavola e mi ritrovai accanto a
Percy che stava già osservando il piatto avidamente. Alla
mia sinistra c’era
Thalia che stava riempiendo il padrone di casa di complimenti.
“Attenta,
scotta ancora.” Mi avvertì Bianca, seduta
davanti a me, che alzava gli spaghetti con la forchetta, per poi farli
ricadere
sul piatto, nel tentativo di scioglierli.
Per
un attimo andai nel panico: come diavolo facevo a
mangiare, allora, prima che raffreddasse? Questo problema era davvero
imbarazzante: oltre alla mia vita, alcune nozioni erano sparite,
lasciandomi in
difficoltà in situazioni piuttosto comuni. Fortunatamente il
mio salvatore
corse nuovamente in mio aiuto.
“Spargila
sui bordi e mangia quella al limite…”
Sussurrò, succhiando uno spaghetto, con gusto.
Ecco,
altra situazione imbarazzante: perché dovevo
assomigliare ad una bambina di cinque anni? Non ero tale, ma mi sentivo
comunque un emerita stupida, come quando, qualche ora prima mi ero resa
conto
di non ricordare come si allacciassero le scarpe e dovetti chiedere a
Percy di
allacciarmele.
Lui
mi aveva guardato malissimo, per poi sbuffare
qualcosa che suonò così: “Guarda
questa
bimbetta che gli devo pure fare da babysitter.”
Lo avevo ignorato, nascondendo il rossore che mi colorava le gote
dietro la
cascata dei miei capelli biondi, mentre osservavo quello che faceva per
imprimerlo
nella memoria. Mi era bastato un attimo per ricordare quelle nozioni di
base.
Scacciai
il ricordo imbarazzante e iniziai a mangiare.
In effetti era davvero buonissima. Il rigatino era stato cotto al punto
giusto,
raggiungendo una consistenza croccante e insaporendo la pasta che
succhiavo con
gusto. La cena fu animata e molto allegra: i miei amici parlavano tra
di loro,
chiedendomi, ogni tanto, qualche opinione, ma solo per non farmi
sentire
esclusa. Avevano molto tatto, sorto questo aspetto: evitavano di
mettermi in imbarazzo,
senza tenermi da parte, cosa di cui ero loro molto grata.
Alla
fine, finimmo di mangiare e Nico alzò il bicchiere
in direzione della sorella.
“A
mia sorella Bianca che sta per partire per un nuovo
campionato, sperando che vinca di nuovo.”
Annunciò, facendola arrossire. Non
avevamo alcolici, ma un brindisi ci stava bene. Ecco perché
c’era quella cena:
era una specie di cena d’addio.
“Ed
anche ad una nuova amica… Annabeth che è
letteralmente saltata fuori dal nulla.” Aggiunse Percy,
prendendomi di
sprovvista, facendomi arrossire.
“A
Bianca e Annabeth!” Dissero tutti in coro, per, poi
bere.
Dopo
aver brindato, mettendomi in imbarazzo, provai ad
aiutare Nico a sparecchiare, per cortesia, ma lui mi sorrise e
accantonò
l’offerta.
“Grazie…
ma sei una mia ospite, sono io che
sparecchio.”
“D’accordo…
ma se hai bisogno di aiuto, ti do
volentieri una mano.” Acconsentii, per poi, andarmi a sedere
in terrazza.
I
rumori della città erano attutiti
dall’oscurità. La
poca gente per strada camminava rapida verso casa, probabilmente per
tornare
dalla famiglia. Quel pensiero mi riempì di tristezza. Ogni
cosa che facevo o
guardavo, sembrava ricordarmi che io non avevo un posto a cui tornare.
“Tutto
a posto?”
Bianca
si era avvicinata a me, silenziosa. I suoi
lunghi capelli neri ricadevano in morbide ciocche lisce che
incorniciavano il
viso giovane e si accordavano benissimo agli occhi scuri.
“Più
o meno… sto ancora pensando al mio passato… o
meglio a quello che dovrebbe esserlo.” Risposi, scuotendo il
capo, sconsolata.
Nonostante i tanti tentativi di farmi passare quella sensazione, nulla
sembrava
abbastanza da prendere il posto di quel buco nero che aveva ingoiato i
miei
ricordi.
“Grover
mi ha detto cos’è successo. Mi dispiace
molto.”
Ammise lei, gentile. “La polizia non ha trovato
nulla?”
Scossi
la testa triste: “No… non hanno
richiamato…
credo che mi abbiano messo da parte. Sono solo uno scarto.”
“Non
dire così!” Intervenne Nico, che, probabilmente
stava cercando la sorella. “Noi non ti consideriamo uno
scarto. Percy è un tipo
a posto e potrai sempre contare su di noi.”
“Mio
fratello ha ragione… in caso quel testa d’alghe ti
dovesse dare fastidio, sono certa che mio fratello ti
ospiterà. Camera mia sarà
libera per un bel po’.” Aggiunse Bianca, per poi
girare lo sguardo verso Nico
che annuì convinto.
“Certamente…
non temere, non ti consideriamo uno
scarto. Considera come se fosse un nuovo inizio. All’inizio
sarà dura, ma mi
sembri una tipa tosta. Appena supererai il trauma, sarai una
leonessa!” Disse
dandomi una pacca sulla spalla.
Ero
davvero commossa per la loro disponibilità. Riuscii
a malapena a trattenere le lacrime e mi sedetti a terra, appoggiando la
schiena
al corrimano della terrazza.
“Grazie
ragazzi… so di sembrare una bambina di otto
anni, ma, davvero, mi state aiutando tantissimo.” Li
ringraziai, felice della
loro compagnia, poi, però, un moto di curiosità
mi spinse a chiedere: “Ma
perché lo chiamate Testa d’alghe?”
Bianca
e Nico ridacchiarono e si rivolsero un sorriso
d’intesa, come se stessero riportando alla mente qualcosa di
esilarante.
“In
realtà non c’è un motivo
particolare… solo che,
prima di diventare un maestro, Percy faceva due sport: il nuoto e le
arti
marziali. Era un bravissimo nuotatore, ma un giorno, mentre eravamo al
mare,
lui si mise a fare una gare subacquea con Nico e Grover…
essendo in vantaggio
guardò dietro e batté la testa contro uno scoglio
completamente ricoperto da
alghe. Da allora lo chiamiamo così per prenderlo in giro
quando fa di testa sua
o fa l’antipatico.” Spiegò il fratello
maschio, ridacchiando al solo ricordo.
“Ehi
gente! Venite, si guarda un film!” Ci chiamò Talia
all’improvviso, affacciandosi, tenendo in mano la custodia di
un DVD.
Nico
mi porse la mano, mentre la sorella tornava dentro
e io mi lasciai aiutare, sentendomi il cuore un po’
più leggero. All’interno
Talia stava scorrendo la collezione di film di Nico.
“Dì
un po’, Di Angelo… ma tu hai solo Horror e
Splatter? Non per rompere, perché anche a me
piacciono… ma che cavolo! Cambia
un po’ genere!” Borbottò, prendendo
un’altra custodia.
“Senti
un po’, ma secondo te cosa dovrei vedermi?
Twilight!? Ho già vomitato abbastanza, quando l’ho
visto per sbaglio.” La prese
in giro il ragazzo, affiancandosi a lei.
“Cos’è
Twilight?” Chiesi, curiosa a Percy che si era
accomodato su un cuscino a terra, appoggiandosene uno accanto a lui
invitandomi
a sedermi.
“Un
film orripilante. Un polpettone romantica con i
vampiri.” Rispose lui, sbuffando. A quanto pare non gli
piaceva molto.
“Capisco…”
“Allora
gente… che ne dite di Resident Evil?” Chiese
Nico, con un sorrisetto che non mi piaceva per niente, quasi il
dischetto fosse
un arma terribile.
“Ecco
che ci risiamo… altro spargimento di sangue e
altri incubi notturni per tutti.” Borbottò Grover,
scuotendo il capo, facendo
scoppiare a ridere Rachel che era accucciata su uno dei braccioli del
divano su
cui si sedettero Nico e Talia.
Bianca
era per terra, con la testa appoggiata al divano
e sembrava interessata, mentre Grover si posizionò vicino
all’angolo più
lontano, come se dovesse scappare da un momento all’altro.
Di
mio non sapevo cosa aspettarmi, così decisi di
tentare di seguire la trama, come avevo fatto con lo Hobbit, a casa di
Percy.
Me ne pentii subito: il film che Nico aveva scelto era
un’accozzaglia di terrificanti
squartamenti, sparatorie, sangue a fontane e mostri improponibili. Non
sapevo
se prima quel genere mi piacesse, ma in quel momento per niente. Grover
continuava a nascondersi, Rachel distoglieva spesso lo sguardo, gemendo
alle
scene peggiori e anche Percy sembrava teso, anche se non lo dava a
vedere.
Talia, Nico e Bianca, invece, sembravano tranquillissimi e commentavano
alcune
scene definendole ‘fintissime’.
A
me sembravano fin troppo orride.
Arrivati
a metà film ci fu una scena che mi prese di
sorpresa, quando un grosso mostro salò fuori dal pavimento,
divorando un
soldato. La scena mi colse così di sorpresa che lanciai un
urlo e saltai,
chiudendo gli occhi e stringendomi alla prima cosa che avevo a portata
di mano.
“Potresti
farmi respirare?”
Con
mio profondo imbarazzo, mi resi conto che ero
letteralmente saltata in collo a Percy, stringendo le braccia intorno
al suo
collo per lo spavento.
Mi allontanai rossissima, mentre tutti ci guardavano con dei sorrisetti
allusimi stampati in faccia.
“Che
avete da guardare!?” Sbottammo in coro io e il
ragazzo, finendo per imbarazzarci ancora di più.
Gli
altri tornarono a concentrarsi sul film, ma notai
che Talia e Rachel stavano scuotendo la testa e si fecero un cenno di
intesa,
come se stessero pianificando qualcosa.
Una
volta finito il film ci disperdemmo, tornando a
casa. Talia mi propose di andarla a trovare il giorno dopo, per dare
inizio ad
una ricerca personale, ignorando la polizia. Voleva aiutarmi a
ritrovare il mio
passato e avrebbe fatto di tutto per aiutarmi. Fui felice di poter
contare su
di lei.
Anche
Rachel mi salutò, ricordandomi di chiamarla se
avessi voluto farmi un giro in santa pace. Bianca salutò
tutti, visto che la
mattina dopo sarebbe partita e tutti le augurammo buona fortuna. Sperai
davvero
che vincesse.
Mentre
camminavo, accanto a Percy continuavo ad
osservare la strada, incapace di guardarlo. Mi batava la sua sola
presenza per
farmi stare bene, ma anche in ansia. Non sapevo cosa fare quando sentii
le mani
di Percy abbracciarmi dietro le spalle, facendo in modo che la sua
giacca ci
coprisse entrambi.
“Che
stai facendo!?” Chiesi, sentendomi arrossire dalla
testa ai piedi.
Alzai
lo sguardo, ma lui non stava guardando me. I suoi
occhi erano fissi in alto, verso il cielo nuvoloso, che stava liberando
dei
candidi cristalli argentei che calavano sulla città come una
bianca coperta
notturna.
“L’ultima
neve dell’inverno… dubito che ce ne saranno
altre.” Commentò, stringendomi a se, per
trasmettermi un po’ del suo calore.
Io
non commentai. Effettivamente era freddo, ma il
calore di Percy era l’unica cosa che mi sembrò
importante. Il suo corpo era
caldo e scolpito, come quello di una statua greca, tanto che mi sentivo
molto
più sicura con lui a fianco.
Non mi lasciò nemmeno un secondo, fino a che non arrivammo a
casa sua, dove mi
aiutò a preparare il divano letto.
Mi
cambiai e gli detti la buonanotte, per una volta in
due giorni, il mio cervello si spense senza paura, dimentica
dell’oscurità
della mia memoria. Avevo solo una cosa che mi affollava il pensiero: un
paio di
occhi verdi come il mare e un corpo caldo che mi teneva al caldo nelle
notti di
inverno.
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[Angolo
dell’autore]
Vediamo
il caro Percy farsi sempre più sciolto e
dolce, nei confronti della nostra smemorata Annabeth. Inoltre sono
apparsi Nico
e Bianca, anche se quest’ultima rimarrà un
po’ più sullo sfondo.
Presto
entreranno in campo anche altri personaggi,
ma ormai sono rimasti pochi quelli da mettere. Vi informo che questo,
con
quello precedente, era più una sorta di capitolo di
passaggio. Nei prossimi ci
saranno, principalmente, eventi importanti e ci saranno diversi salti
temporali.
Quindi,
dal prossimo capitolo aspettatevi delle
sorprese ;)
AxXx
PS:
Voglio tante recensioni che mi dicano anche dove
e cosa sto sbagliando, mi raccomando.