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Autore: SwamiPattz    12/02/2014    4 recensioni
Tratto dal primo capitolo:

«Piccola, amore mio, cosa che è successo?»
«Pensabo che tutti elabate bia!», dice Lizzie mentre dalla porta del bagno
spunta anche Ej con i capelli tutti scomposti.
«No amore… papà ed Ej non vanno via, non ti lasciano…», dico rassicurante
mentre continuo a cullarla. Le lascio un bacio sul capo. Tengo la testa lì, adoro il
suo profumo. Assomiglia a quello di Bella…
«La mamma è bia…», lei solleva la testa ed i suo occhi verdi, ma rossi per il
pianto, si posano sui miei. Sospiro e annuisco piano.
«Ma ci buole bene la mamma? Acche se è bia?», lei continua a guardarmi. Mi
sento sottoposto ad un interrogatorio.
«Certo amore», in fondo è vero.
I primi tempi, quando era con noi e andava tutto bene, vedevo come guardava
i nostri bimbi. Era praticamente innamorata di loro due. Li guardava come una
devota, come se vedeva la luce per la prima volta. Poi è successo…
Mia mamma entra nella stanza, sicuramente ha sentito tutto e sorridendo
prende i bambini per mano. Non se non ci fossero i miei, non so come potrei
continuare ad andare avanti…
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Mint&Choco Twilight

Prologo

Vale la pena di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena di vivere.

-         Ernesto Guevara


 

 

 

 

«Papà! Papà!», mi chiama Lizzie tirandomi i pantaloni.

«Dimmi amore…», dico sorridendo dolcemente. 

«La mamma?», mi chiedono lei e il mio piccolo ometto Ej, che sbuca dalla porta, mentre mi guardano aspettando una risposta.

Il mio sorriso si fa più grande e mi abbasso alla loro altezza appoggiando un mano sulla spalla sia di Lizzie che di Ej.

Sono così piccoli.

Sorrido interiormente quando sento la serratura della porta scattare e il mio cuore comincia a battere, come per dare un segnale. È sempre così con lei. «Eccola lì…», indico mia moglie mentre entra dall’ingresso e appoggia le chiavi sul mobiletto marrone vicino l’entrata.

È bellissima. Visibilmente distrutta per il lavoro, ma sempre bellissima.

«Ciao famiglia!», esclama lei sorridendo. «Mammaaaaa!», i nostri bambini corrono da lei con le braccia allargate facendosi prendere da Bella, che sorride gioiosa e li stringe come solo e lei sa fare. I brividi che sento ogni volta sono sempre gli stessi della prima, anzi forse anche di più. L’amore che vedo in un abbraccio tra la donna che amo e i frutti del nostro amore, mi danno una gioia immensa… Li guardo sorridendo, ma subito mi riprendo.

Nella sua situazione Bella non dovrebbe fare queste cose. «Ehi, ehi, ehi… bambini, piano con la mamma… ora andate a lavarvi le manine che la cena è pronta…», li avviso. Mi avvicino a loro accarezzando il loro capo, mentre Bella dona a tutti e due un bacio sui loro visi.

Subito i piccoli tornadi contenti, corrono a lavarsi le mani. Mi giro verso Bella che sta ancora all’entrata. Siamo rimasti soli e io la devo salutare per bene. Mi avvicino a lei sorridendo, i suoi occhi color cioccolato sono così luminosi, mi ci potrei perdere…

«Buonasera Mrs Cullen…», sussurro, mentre le sistemo un capello fuori posto. «Buonasera a lei Mr Cullen…», dice dolce. Bella mi guarda sorridendo ed io vengo subito colpito – come sempre – dal suo sorriso, dal suo sguardo, che mi attira come una calamita, dalla sua pelle bianca e perfetta, profumata di glassa a causa della cioccolateria e del profumo che usa… È un profumo inconfondibile, lo riconoscerei ovunque. È profumo di Bella, di casa, di amore…

«Allora…», mi inginocchio davanti a lei. «Come stanno le mie principesse?», le chiedo baciandole il ventre.

«È un maschio! Quante volte te lo devo dire? Sarà il mio piccolo Thomas…», mi rimprovera, sfidandomi con gli occhi. Strega.

Bella si accarezza il piccolo rigonfiamento ed io metto una mano sopra la sua. «No, sarà la mia Renesmee…», ribatto ridendo, cosa che fa anche Bella subito dopo. «Non importa di che sesso sarà, l’importante è che sia sano e nostro…»

«Nostra», affermo. Bella sbuffa.

«Ed eccolo che ricomincia…», alza gli occhi al cielo, ma posso vedere che è comunque divertita. Le labbra che cercano di contenere la risata, tremano.

Ormai da quando abbiamo scoperto che è incinta non facciamo altro che litigare sul sesso. Ma che ci posso fare se abbiamo pareri diversi? E poi il mio piccolo ometto già ce l’ho e il mio sogno è vivere in una casa piena di donne.

Mi alzo e le do un bacio casto sulle labbra. 

«Mamma! Papà! Abbiamo fame!», urla Ej affacciandosi dalla cucina, non li abbiamo nemmeno sentiti mentre entravano… mi perdo sempre nella nostra bolla personale, quando sto con lei.

«Dai andiamo… ho preparato dei ravioli ai funghi.», affermo.

Ammetto di averci messo molto tempo per prepararli, ma ne vale veramente la pena. Lei mi fa un sorriso e sussurra quello che dovrebbe essere un “Grazie” per poi scappare in cucina… io sono ancora imbambolato a guardarla sorridere.

Perché amo così tanto questa donna? 

 

Quando finiamo di mangiare mandiamo a letto i bambini. I loro sbadigli a tavola erano molto evidenti, anche se loro furbi hanno cercato di nasconderli. Li accompagno in cameretta, mentre Bella sparecchia e va a cambiarsi. Aspetto che i miei piccoli angeli si addormentano, accendo la piccola lucetta da sopra al comodino, visto che loro hanno paura del buio e poi poso un piccolo bacio sul capo. Osservo per ultimo i loro visi beati che dormono, per poi chiudere la porta della stanzetta.

Vado in camera e trovo Bella distesa sul letto, la sola luce del comodino accesa, l’odore di lei sparso per la stanza. Chiudo la porta.

Ci fissiamo negli occhi: menta e cioccolato

Vorrei baciarla subito. E lo faccio.

La bacio come quando eravamo dei ragazzini che andavano nello stesso liceo. La bacio come quando facevamo, facciamo l’amore. La bacio con devozione, amore, possesso… perché lei è mia e lo deve sapere. Mi stringe i capelli, mentre io le accarezzo la pelle delicata da sotto il pigiama. Cerco di non appoggiarmi a lei, visto il suo stato, ma comunque in qualche modo siamo stretti l’uno a l’altra. Senza interrompere il contatto delle nostre labbra, la comincio a spogliare. Mi beo dei suo baci dolci, caldi, che mi provocano brividi su tutta la pelle… anche lei comincia a spogliarmi. Le nostre lingue che danzano candide, le nostre mani che avide si vogliono. 

Interrompiamo il nostro bacio solo per prendere fiato, ho il cuore che batte, eco del suo… sono affannato, ma ho troppa voglia di lei. Alzo il capo e guardo i suoi occhi lucidi, pieni di aspettativa, sembrano bruciare, mi danno il permesso a loro modo di continuare… e io accolgo quella richiesta. Sarà strano, ma quando faccio l’amore voglio che anche la mia donna sia cosciente e lo voglia quanto lo voglio io. Non voglio costringerla, per me sarebbe come violentarla… so che c’è molta differenza ma sono fatto così. 

Continuiamo a baciarci, ad abbracciaci, a toccarci. L’amore è nell’aria, come tutte le volte. Ci uniamo come solo noi sappiamo fare, dolcemente, teneramente, amandoci in modo totale. Affannato dopo l’orgasmo che abbiamo avuto, la stringo a me baciandole il capo e sussurrando parole dolci, parole d’amore… fin quando Morfeo non ci chiama e ci addormentiamo abbracciati e felici, consapevoli del nostro amore eterno. 

 

 

«Papà! Papà!», sento una voce. Mi stiracchio e sbattendo le palpebre metto a fuoco il viso di mio figlio. Era l’ennesimo sogno.

«Ej che cosa c’è…», dico roco, guardando l’orario e passandomi una mano tra i capelli notando che è molto presto. «Scusa papi…», dice dispiaciuto Ej, con sguardo da cucciolo, mentre tiene abbracciato stretto il suo orsacchiotto. Sa che è sempre un trauma per me svegliarmi a quest’ora di notte. «No, piccolo mio… vieni qui», gli dico dolce, sedendomi sul letto e prendendolo in braccio trasportandolo vicino a me, «Papà domani deve alzarsi presto e poi ero un po’ stanco.». E stavo sognando la mamma… 

Gli accarezzo i capelli morbidi ramati, ricordandomi come quando me lo faceva lei mi tranquillizzava. Scaccio via il pensiero, baciando il capo di mio figlio.

«Papi, posso dolmile insieme a te?», mi chiede Ej guardandomi con occhi da gatto con gli stivali. Furbacchione, sa che non posso resistere. 

«Ok furfante, vieni qui e a nanna», affermo sorridendo e prendendo le coperte mettendogliele addosso. Ci stendiamo e l’abbraccio forte, sussurro “sogni d’oro” per poi continuare ad accarezzagli ancora i capelli, fin quando non vengo anch’io portato nel mondo dei sogni.







Quindi... eccomi qui, prima di quanto mi aspettassi... colpa di QUALCUNO (ti lovvo :3 ). Sto pubblicando perché mi ha minacciata 

*si rende conto che non ha ancora detto il nome e si guarda intorno* 

Non importa :3

Questa storia è stata scritta da me con un altro nickname. Ho cancellato l'account e con qualche modifica la sto ricreando.

   
 
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