Mint&Choco Twilight
Prologo
Vale la
pena di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena di
vivere.
-
Ernesto Guevara
«Papà!
Papà!», mi
chiama Lizzie tirandomi i pantaloni.
«Dimmi
amore…», dico
sorridendo dolcemente.
«La
mamma?», mi
chiedono lei e il mio piccolo ometto Ej, che sbuca dalla porta, mentre
mi
guardano aspettando una risposta.
Il
mio sorriso si fa
più grande e mi abbasso alla loro altezza appoggiando un
mano sulla spalla sia
di Lizzie che di Ej.
Sono
così piccoli.
Sorrido
interiormente
quando sento la serratura della porta scattare e il mio cuore comincia
a
battere, come per dare un segnale. È
sempre così con lei. «Eccola
lì…», indico mia moglie mentre entra
dall’ingresso
e appoggia le chiavi sul mobiletto marrone vicino l’entrata.
È
bellissima.
Visibilmente distrutta per il lavoro, ma sempre bellissima.
«Ciao
famiglia!»,
esclama lei sorridendo. «Mammaaaaa!», i nostri
bambini corrono da lei con le
braccia allargate facendosi prendere da Bella, che sorride gioiosa e li
stringe
come solo e lei sa fare. I brividi che sento ogni volta sono sempre gli
stessi
della prima, anzi forse anche di più. L’amore che
vedo in un abbraccio tra la
donna che amo e i frutti del nostro amore, mi danno una gioia
immensa… Li
guardo sorridendo, ma subito mi riprendo.
Nella
sua situazione
Bella non dovrebbe fare queste cose. «Ehi, ehi,
ehi… bambini, piano con la
mamma… ora andate a lavarvi le manine che la cena
è pronta…», li avviso. Mi avvicino
a loro accarezzando il loro capo, mentre Bella dona a tutti e due un
bacio sui
loro visi.
Subito
i piccoli
tornadi contenti, corrono a lavarsi le mani. Mi giro verso Bella che
sta ancora
all’entrata. Siamo rimasti soli e io la devo salutare per
bene. Mi avvicino a
lei sorridendo, i suoi occhi color cioccolato sono così
luminosi, mi ci potrei
perdere…
«Buonasera
Mrs
Cullen…», sussurro, mentre le sistemo un capello
fuori posto. «Buonasera a lei
Mr Cullen…», dice dolce. Bella mi guarda
sorridendo ed io vengo subito colpito
– come sempre – dal suo sorriso, dal suo sguardo,
che mi attira come una
calamita, dalla sua pelle bianca e perfetta, profumata di glassa a
causa della
cioccolateria e del profumo che usa… È un profumo
inconfondibile, lo riconoscerei
ovunque. È profumo di Bella, di casa, di amore…
«Allora…»,
mi
inginocchio davanti a lei. «Come stanno le mie
principesse?», le chiedo
baciandole il ventre.
«È
un maschio! Quante
volte te lo devo dire? Sarà il mio piccolo
Thomas…», mi rimprovera, sfidandomi
con gli occhi. Strega.
Bella
si accarezza il
piccolo rigonfiamento ed io metto una mano sopra la sua. «No,
sarà la mia
Renesmee…», ribatto ridendo, cosa che fa anche
Bella subito dopo. «Non importa
di che sesso sarà, l’importante è che
sia sano e nostro…»
«Nostra»,
affermo.
Bella sbuffa.
«Ed
eccolo che
ricomincia…», alza gli occhi al cielo, ma posso
vedere che è comunque
divertita. Le labbra che cercano di contenere la risata, tremano.
Ormai
da quando
abbiamo scoperto che è incinta non facciamo altro che
litigare sul sesso. Ma
che ci posso fare se abbiamo pareri diversi? E poi il mio piccolo
ometto già ce
l’ho e il mio sogno è vivere in una casa piena di
donne.
Mi
alzo e le do un
bacio casto sulle labbra.
«Mamma!
Papà! Abbiamo
fame!», urla Ej affacciandosi dalla cucina, non li abbiamo
nemmeno sentiti
mentre entravano… mi perdo sempre nella nostra bolla
personale, quando sto con
lei.
«Dai
andiamo… ho
preparato dei ravioli ai funghi.», affermo.
Ammetto
di averci
messo molto tempo per prepararli, ma ne vale veramente la pena. Lei mi
fa un
sorriso e sussurra quello che dovrebbe essere un
“Grazie” per poi scappare in
cucina… io sono ancora imbambolato a guardarla sorridere.
Perché
amo così tanto
questa donna?
Quando
finiamo di
mangiare mandiamo a letto i bambini. I loro sbadigli a tavola erano
molto
evidenti, anche se loro furbi hanno cercato di nasconderli. Li
accompagno in
cameretta, mentre Bella sparecchia e va a cambiarsi. Aspetto che i miei
piccoli
angeli si addormentano, accendo la piccola lucetta da sopra al
comodino, visto
che loro hanno paura del buio e poi poso un piccolo bacio sul capo.
Osservo per
ultimo i loro visi beati che dormono, per poi chiudere la porta della
stanzetta.
Vado
in camera e trovo
Bella distesa sul letto, la sola luce del comodino accesa,
l’odore di lei
sparso per la stanza. Chiudo la porta.
Ci
fissiamo negli
occhi: menta
e cioccolato…
Vorrei
baciarla
subito. E lo faccio.
La
bacio come quando
eravamo dei ragazzini che andavano nello stesso liceo. La bacio come
quando
facevamo, facciamo l’amore.
La
bacio con devozione, amore, possesso… perché lei
è mia e lo deve sapere. Mi
stringe i capelli, mentre io le accarezzo la pelle delicata da sotto il
pigiama. Cerco di non appoggiarmi a lei, visto il suo stato, ma
comunque in
qualche modo siamo stretti l’uno a l’altra. Senza
interrompere il contatto
delle nostre labbra, la comincio a spogliare. Mi beo dei suo baci
dolci, caldi,
che mi provocano brividi su tutta la pelle… anche lei
comincia a spogliarmi. Le
nostre lingue che danzano candide, le nostre mani che avide si
vogliono.
Interrompiamo
il
nostro bacio solo per prendere fiato, ho il cuore che batte, eco del
suo… sono
affannato, ma ho troppa voglia di lei. Alzo il capo e guardo i suoi
occhi
lucidi, pieni di aspettativa, sembrano bruciare, mi danno il permesso a
loro
modo di continuare… e io accolgo quella richiesta.
Sarà strano, ma quando
faccio l’amore voglio che anche la mia donna sia cosciente e
lo voglia quanto
lo voglio io. Non voglio costringerla, per me sarebbe come
violentarla… so che
c’è molta differenza ma sono fatto
così.
Continuiamo
a
baciarci, ad abbracciaci, a toccarci. L’amore è
nell’aria, come tutte le volte.
Ci uniamo come solo noi sappiamo fare, dolcemente, teneramente,
amandoci in
modo totale. Affannato dopo l’orgasmo che abbiamo avuto, la
stringo a me
baciandole il capo e sussurrando parole dolci, parole
d’amore… fin quando
Morfeo non ci chiama e ci addormentiamo abbracciati e felici,
consapevoli del
nostro amore eterno.
«Papà!
Papà!», sento una voce. Mi stiracchio e
sbattendo le palpebre metto a fuoco il viso di mio figlio. Era
l’ennesimo
sogno.
«Ej
che cosa c’è…», dico roco,
guardando l’orario
e passandomi una mano tra i capelli notando che è molto
presto. «Scusa papi…»,
dice dispiaciuto Ej, con sguardo da cucciolo, mentre tiene abbracciato
stretto
il suo orsacchiotto. Sa che è sempre un trauma per me
svegliarmi a quest’ora di
notte. «No, piccolo mio… vieni qui», gli
dico dolce, sedendomi sul letto e
prendendolo in braccio trasportandolo vicino a me,
«Papà domani deve alzarsi
presto e poi ero un po’ stanco.». E stavo
sognando la mamma…
Gli
accarezzo i capelli morbidi ramati,
ricordandomi come quando me lo faceva lei mi tranquillizzava. Scaccio
via il
pensiero, baciando il capo di mio figlio.
«Papi,
posso dolmile insieme a te?», mi chiede Ej
guardandomi con occhi da gatto con gli stivali. Furbacchione,
sa che non posso resistere.
«Ok furfante, vieni qui e a nanna», affermo sorridendo e prendendo le coperte mettendogliele addosso. Ci stendiamo e l’abbraccio forte, sussurro “sogni d’oro” per poi continuare ad accarezzagli ancora i capelli, fin quando non vengo anch’io portato nel mondo dei sogni.
Quindi... eccomi qui, prima di quanto mi aspettassi... colpa di QUALCUNO (ti lovvo :3 ). Sto pubblicando perché mi ha minacciata
*si rende conto che non ha ancora detto il nome e si guarda intorno*
Non importa :3Questa storia è stata scritta da me con un altro nickname. Ho cancellato l'account e con qualche modifica la sto ricreando.