Sull’espresso di Hogwarts appena partito dal binario 9 e ¾ di King ‘s
Cross, Harry, Ron e Hermione stavano cercando uno scomparto vuoto. Non lo
trovarono e così decisero di entrare in uno che fosse almeno quasi vuoto.
Hermione si affacciò ad uno degli scompartimenti dell’ultimo vagone. Dentro
c’era una ragazza, sola. Aveva la loro età, circa, lunghi capelli neri e
bianchi (“bianchi??” pensò Herm.) e sembrava piuttosto nervosa, a giudicare da
come si muoveva sul sedile, da come guardava fuori e da come si mangiucchiava
le dita. Hermione aprì la porta scorrevole lentamente, quel tantino che bastava
a far entrare la testa.
- Ehm, scusa? – la ragazza sobbalzò – sono liberi quei posti? – chiese Hermione.
- Eh? S…sì, sono liberi…- si era girata di scatto, sentendo la voce.
Hermione tirò indietro il capo e disse:
- Ragazzi, ne ho trovato uno. – aprì la porta ed entrò, seguita da Ron
e, per ultimo, da Harry. Quando la ragazza lo vide impallidì ancor più di
quanto lo fosse già. Intanto Hermione s’era seduta accanto a lei e le porgeva
la mano:
- Piacere, Hermione Granger. –
- Io mi chiamo Eleanor. – rispose stringendole la mano.
- Io sono Ron. – disse il ragazzo con i capelli rossi, stringendole
anche lui la mano.
- E io…-
- Sei Harry Potter. – finì la ragazza. – So chi sei…- lo disse con un
tono strano, come di scusa.
Harry le si sedette davanti e cominciò ad osservarla. La ragazza,
Eleanor, aveva gli occhi blu e i suoi lineamenti sottili gli ricordavano
qualcuno…chi non l’avrebbe saputo dire.
- A che anno sei? – chiese Hermione.
- Il 5°. – rispose Eleanor.
- Anche noi…sei nuova? – era Ron a parlare.
- Sì…ho studiato da privata finora. –
- E come mai? – chiese Hermione, sempre curiosa.
- Per motivi di…ehm…famiglia. –
- Ah. – la conversazione languiva (ma no! Allora sono perspicace!
NdComy^^). Eleanor sembrava troppo timida, o troppo nervosa, per parlare
agevolmente. Allora smisero di tentare un qualche approccio. Hermione cominciò
a leggere e Harry e Ron a parlare di Quidditch (altri argomenti no? NdComy^^).
Eleanor fissava Harry, mentre lui non se ne accorgeva.
Ad un tratto la porta si aprì.
- Potterino e la sua banda! – era Malfoy…non aveva ancora visto la
ragazza, ma Eleanor aveva visto lui nel riflesso del finestrino.
- Malfoy, vattene, non ti ha invitato nessuno! – disse Harry…era
esasperato dalle continue prese in giro del ragazzo.
- Ehi, ma siete in 4, hai un nuovo elemento nella banda, Potter? –
Eleanor si era girata verso il finestrino per non farsi vedere in viso da
Malfoy. – Beh, si può sapere chi sei? – chiese, sprezzante. Eleanor si girò e,
quando il ragazzo la vide in faccia, sbiancò (come se uno con la carnagione da
morto come lui potesse diventare ancora più bianco! NdComy^^). Balbettò qualcosa
e uscì senza dire nient’altro.
Harry, Ron ed Hermione si girarono verso Eleanor, ma la ragazza era di
nuovo voltata verso il finestrino, con gli occhi chiusi, e sembrava non aver
intenzione di parlare.
E così il viaggio continuò in silenzio. Arrivati alla stazione di
Hogsmeade scesero dal treno.
Sentirono una voce forte e allegra che chiamava i ragazzini del primo
anno, era Hagrid. Sporsero le mani e lo salutarono. La pioggia cadeva fitta e
si avviarono in fretta verso le carrozze. Eleanor era scomparsa da davanti a
loro, e così entrarono nella carrozza con Neville.
Arrivarono alla scuola e scesero in fretta, correndo verso il porticato
per ripararsi dalla pioggia. Nemmeno all’entrata rividero la ragazza. Entrarono
in Sala Grande, si sedettero al tavolo di Grifondoro e attesero. Ad un tratto
entrò la Mc Granitt seguita da un corteo di ragazzi del primo anno, molti dei
quali abbastanza spaventati. Eleanor era in mezzo a loro, forse anche più
spaventata, anche se camminava a testa alta e diritta.
La Mc Granitt impose il silenzio e parlò:
- Ragazzi, adesso avrà luogo la cerimonia dello smistamento. Quando dirò
il vostro nome verrete qui, vi siederete e vi metterò il cappello in testa.
Sarà lui a decidere. – spiegò. – E adesso, cominciamo. –
Posò il polveroso cappello sullo sgabello. Questo si contorse, aprì lo
strappo che aveva vicino alla tesa e cominciò:
- Mille e più anni son passati
Da
quando i quattro maghi sono nati.
E
dalla loro opera assennata
Hogwarts
s’è levata.
Con
grandi magie e incantesimi potenti
Tirarono
su le mura imponenti.
E
ai Babbani ben nascosta
È
questa scuola che a voi si mostra.
In
quattro casate
Grandi
e onorate
Hogwarts
fu diviso
E
di ognuna porta il viso
Due
ai maghi di potere.
Due
alle streghe di sapere
Forti
i primi e di bell’aspetto
Incantevoli
le seconde e con tanto intelletto
Loro
stessi sceglievan i discenti
Con
attenzione e cura, in pochi momenti
E
Ognuno di essi diverse virtù
Nei
ragazzi cercava di più
Per
Godric Grifondoro
Il
coraggio e il cuore d’oro
Per
Priscilla Corvonero
L’intelletto
e il saper vero
Per
Tosca Tassorosso
Il
dur lavoro e l’impegno grosso
Per
Salazar Serpeverde
L’ambizione
e il potere serve.
Poi
crearon me, per continuare
Gli
studenti correttamente a smistare
Da
vecchio cappello inutile e sdrucito
A
strumento prezioso e antico
E
il mio giudizio, ragazzi, è corretto
Alla
giusta casa, è sicuro, vi metto
Quella
che le vostre virtù vuole
Quella
che le vostre capacità crescer suole.
Perciò
venite e non temete
Quando
sopra gli occhi mi metterete
Le
vostre menti sondo e scagliono
Per scoprir il segreto del vostro dono.
La filastrocca cambiava ogni anno, anche se ogni anno le facce degli
studenti erano più o meno le stesse.
La professoressa Mc Granitt cominciò a chiamare i ragazzi. All’ultimo
rimase solo Eleanor.
- Eleanor Caroline Riddle. – un silenzio, una cappa di pesante e
sorpreso silenzio cadde sulle tavolate. I Serpeverde aguzzarono gli occhi verso
la ragazza che avanzava lentamente verso lo sgabello. Si sedette e lanciò uno
sguardo abbastanza spaventato verso tutte le tavolate. Voltandosi verso
Grifondoro vide Hermione e Ron con uno
sguardo quasi impaurito in volto e Harry con un’espressione del tipo “Ecco a
chi somigliava!”, con gli occhi spalancati dietro le lenti tonde e le bocca
semi aperta. Il cappello le scivolò sul viso, coprendole gli occhi che si
stavano riempiendo di lacrime.
- Tut tut…che c’è, piccola Riddle? – chiese il cappello.
- Non…non mi chiamare con quel nome. – disse Eleanor tra i singhiozzi al
copricapo che teneva in testa.
- Non ti piace? –
- Nemmeno un po’…io sono Eleanor Caroline, il mio cognome non vuol dir
niente. –
- Non è vero…sei figlia di uno dei più grandi maghi d’ogni tempo,
discendente di Salazar Serpeverde…e effettivamente nessuna casa s’adatterebbe a
te meglio di essa. –
- No, ti prego…non voglio diventare una Serpeverde. –
- Perché? Ti accompagnerebbe lungo la strada del potere, la casa del tuo
avo…perché no? –
- Io non voglio diventare come mio padre. –
- Ah, no? –
- NO! – Eleanor singhiozzava, mentre il cappello parlava.
- E dove vorresti andare? –
- Dovunque ma non là! –
- Beh, vediamo…non capita spesso che dia retta agli esaminandi per
decidere in che casa sistemarli, ma per te…potrei fare un piccolo strappo…- si
mise a ridere, il cappello, alla parola strappo – E va bene…ma giusto perché mi
hai commosso…nessuno s’era mai messo a piangere come te qui sotto, ma hai avuto
un bel coraggio a dirmi queste cose…allora…GRIFONDORO! –
Nessuno aveva sentito la loro conversazione. Il tavolo di Grifondoro
rimase per un attimo basito all’annuncio. Poi i gemelli Weasley cominciarono ad
applaudire e allora tutta la tavolata s’unì a loro. Malfoy era stizzito,
dall’altra parte della sala.
- Benvenuta. – le dissero Fred e George in coro stringendole la mano.
C’era un posto libero davanti ad Harry e vicino ad Hermione. Si sedette lì.
- Davvero tu ti chiami Riddle di cognome? – le chiese Dean Thomas.
Eleanor annuì, aveva ancora il viso rigato di lacrime e gli occhi rossi. Harry,
che le era davanti, stese la mano e le disse:
- Benvenuta a Grifondoro. – non sembrava né spaventato né altro. La
guardava con i suoi occhi verdi. La cicatrice sulla fronte era ben visibile
perché i capelli bagnati si erano appiccicati altrove.
Guardando verso il tavolo dei professori molti ragazzi avevano notato
che mancava l’insegnante di Difesa contro le Arti oscure, ma nella confusione
creata dall’udire il cognome di Eleanor, la cosa era passata del tutto in
secondo piano.
- Eleanor…ma tu che parentela hai con…Tu-Sai-Chi? – chiese Hermione.
- Veramente preferirei…non... – era ancora scossa.
- Eleanor…non c’è bisogno che tu abbia tanta paura. – le disse Harry –
qui nessuno ti giudicherà dal tuo cognome. E comunque non c’è bisogno che tu ci
spieghi niente, finché non ti sentirai pronta. – Eleanor alzò finalmente lo
sguardo verso il ragazzo che le stava di fronte. Lo guardò con gratitudine:
- Grazie. – spiccicò.
Mangiarono allegramente e i gemelli Weasley fecero di tutto per
provocare le risa di Eleanor, riuscendoci.
Ad un tratto, verso la fine della cena, al loro tavolo s’avvicinò
Malfoy.
- Bene, bene…Eleanor Caroline Riddle. – disse.
- Draco Malfoy…- disse Eleanor guardandolo. Il suo sguardo s’era
trasformato, e aveva un’espressione risoluta e piuttosto dura in viso, mentre
guardava il ragazzo.
- Malfoy, togliti dai piedi. – disse Ron.
- Zitto, Weasley, che ha fatto, ti ha pagato? –
- Malfoy, finiscila! – disse Hermione.
- Toh, mezzosangue, sei tornata? Con il ritorno del Signore Oscuro
credevo che non ti saresti più ripresentata. –
- Draco. – disse con fermezza Eleanor – Tu dovresti stare zitto…i tuoi
genitori dovranno fare una bella faticaccia per riguadagnarsi la fiducia di mio
padre dopo che l’hanno rinnegato per salvarsi da Azkaban, no? Siamo stati
comandati dalla maledizione Imperius, dissero allora…però appena è tornato gli
sono corsi incontro, vero?… – tutta la tavolata di Grifondoro si voltò all’udir
quelle parole…mio padre…Eleanor aveva detto proprio così. Il cuore di Eleanor
perse un battito quando s’accorse di essere stata sentita da tutti. Per un
tempo che sembrò infinito nessuno aprì bocca. Nemmeno Malfoy, che la apriva, in
genere, anche solo per darle aria.
- Malfoy – fu Harry, incredibilmente, a rompere il silenzio – vattene,
non sei gradito. – Eleanor si voltò verso il ragazzo con i capelli neri. Non
sapeva che pensare, né, tanto meno, che dire. Malfoy non ebbe più la forza di
discutere e se ne andò. Harry aveva in viso un’espressione dura, mentre
guardava Malfoy allontanarsi. Eleanor si alzò dalla tavola e uscì di Sala
Grande. Nessuno poté vedere che aveva di nuovo le lacrime agli occhi. Stava
salendo le scale per rifugiarsi da qualche parte quando:
- Eleanor. – era
Harry. L’aveva seguita.
- Ha…Harry. – aveva la voce rotta dalle lacrime. – Sì, è vero, sono la
figlia di Tom Orvoloson Riddle! – gridò mentre Harry le si avvicinava. Il
ragazzo la fissò sorpreso dalla veemenza della voce. Eleanor fece per scappare
via, ma fu trattenuta per un polso. Non con violenza, dolcemente. Eleanor si
voltò e vide che gli occhi di Harry erano voltati verso i suoi. Non sembrava
arrabbiato.
- Scusa. Avrei dovuto dirtelo. – disse.
- Tu non mi dovevi dire niente. – rispose Harry. Intanto anche Ron ed
Hermione li avevano raggiunti.
- Harry, Eleanor, tutto ok? – chiese la ragazza.
- Sì. – rispose Harry.
- Andiamo, sono il nuovo prefetto ed ho la parola d’ordine – disse
Hermione – andiamo in Sala comune, così parliamo in pace. - salirono le scale e
si ritrovarono davanti al quadro della signora Grassa.
- Parola d’ordine. –
- Lago d’inverno. – disse Hermione.
- Passate, cari. – la tela si scostò e i 4 ragazzi passarono per
l’entrata tonda.
Hermione, che aveva preso in consegna Eleanor, la mise a sedere su una
poltrona vicino al fuoco. La ragazza era in lacrime. Aveva un carattere forte,
e l’aveva dimostrato con Malfoy, ma era emotiva.
- Eleanor. – era Ron, stavolta, a parlare – tu sei comunque la benvenuta
in questa casa. –
- Grazie, Ron. – si asciugò gli occhi con il fazzolettino che Hermione
le porgeva. Poi prese un respiro profondo e si calmò.
- Penso che adesso vogliate delle spiegazioni…- disse Eleanor.
- Non neghiamo di essere abbastanza curiosi – ammise Hermione – ma se
non vuoi parlarne non farlo…ci sarà il tempo per le confidenze. -
- Solo poche parole. – disse Eleanor – È vero, sono figlia di Tom
Riddle. Mia madre era una strega e lui…insomma, e poi nacqui io. Mia madre è
morta un mese e mezzo fa, e così Silente ha deciso di farmi venire ad Hogwarts.
Tanto più che ora che quell’uomo si è risvegliato non so cosa voglia
farmi…forse uccidermi, o forse mi vuole dalla sua parte. Silente ha pensato che
fossi al sicuro, qui. –
- E lo sarai. – le assicurò Harry – lo sarai. –
Hermione accompagnò Eleanor alla loro stanza. Harry e Ron salirono su
per andare nella loro.
In camera con Hermione e Eleanor c’erano anche Calì Patil e Lavanda
Brown. Le due ragazze squadrarono con cura la nuova arrivata e poi chiusero le
tende del baldacchino.
- Ecco, lo sapevo, già mi odiano. – sussurrò Eleanor rivolta ad
Hermione.
- No, è che sono sorprese. Dà loro un po’ di tempo. – rispose Hermione.
Intanto nella stanza di Harry e Ron i due ragazzi stavano parlando con
Neville, Dean e Seamus.
- La figlia di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato…ma vi rendete conto? –
esclamò Dean.
- Già…e avete visto come è sbiancato Malfoy? – disse Seamus.
- Ma se è la figlia di Voi-Sapete-Chi, allora, perché non è andata a
Serpeverde? – chiese Neville.
- Ragazzi, basta! – era stato Ron a parlare. – È una Grifondoro e tanto
basta! –
- Già, e voi due che ne pensate? – chiese Dean Thomas.
- Niente…è una nuova Grifondoro. – rispose Harry – e adesso ci conviene
dormire, se domani non vogliamo arrivare in ritardo alle lezioni! – detto
questo chiuse le tende e si avvolse nelle coperte.