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Autore: Eider    12/02/2014    2 recensioni
A cinque anni Allison si era trasferita e aveva incontrato Christopher, colui che sarebbe diventato il suo migliore amico.
A quindici anni Christopher l'aveva lasciata senza nessuna spiegazione, costringendola a dover sopportare Jeko.
Chris era l'unica cosa che li univa, fino a quando non era sparito nel nulla.
Ora Jeko e Allison erano inseparabili, forse troppo, e niente sembrava dover rovinare la loro amicizia, almeno fino a quando uno dei due non avrebbe aperto gli occhi.
E se lui fosse tornato?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Be nice.
 
"Lupo?"
Il ragazzo alzò lo sguardo dal suo cellulare e lo posò su quello della professoressa di Italiano, la coordinatrice.
“Devi ancora giustificare l’assenza della settimana scorsa.”
Il ragazzo corrugò la fronte e si portò la mano destra sulla guancia ruvida per la leggera barba, grattandosela pensieroso.
“Ah sì, certo, quel giorno.” 
Jeko lanciò uno sguardo malizioso in direzione della sua ragazza, per poi riportarlo su quello irritato della donna. 
“Pensi di giustificare Lupo? Sei maggiorenne no?” la coordinatrice controllò nuovamente il registro elettronico, vedendo la data di nascita del ragazzo notò che corrispondeva a quella della sua assenza. Alzò lo sguardo trovandolo sorridere in direzione della King, e capì.
Scosse impercettibilmente il capo e aspettò che il ragazzo le rispondesse.
“Allora? Vuoi giustificare o no? Se non lo fai inciderà sulla tua condotta Lupo, e non sarebbe un bene nella tua condizione.”
Jeko sbuffò e controvoglia estrasse dalla tasca posteriore dello zaino il suo libretto scolastico, completamente bianco se non per le giustifiche.
“Se proprio devo, prof.”
“Lupo lo faccio per te!” Urlò spazientita battendo una mano sul computer, lanciando poi un’occhiata apprensiva all’oggetto sperando di non avere causato danni.
“Ma sì prof, lo faccio adesso.”
Recuperò una penna dall’astuccio e iniziò a compilare il foglietto, si soffermò poi sul motivo e rise pensando a quello che avrebbe scritto.
Una volta finito si alzò in piedi svogliato, sistemandosi il maglioncino leggero sotto lo sguardo dei compagni di classe, si posizionò davanti la cattedra e porse alla donna il libretto, quando però lei lesse il motivo alzò lo sguardo incontrando quello divertito dell’alunno.
“Fuga romantica eh?”
La classe a quelle parole scoppiò a ridere sommessamente, mentre nella bancata in fondo qualcuno si stava facendo sempre più piccola. 
“Beh è stato molto romantico quello che avete fatto.” sussurrò Marti scoppiando a ridere allo sguardo inceneritore dell’amica.
“Perché te l’ho detto?” domandò disperata Alli, scuotendo la testa.
Non appena la campanella che segnava la ricreazione suonò, gli alunni si alzarono in piedi e fuggirono dalla classe senza prestare attenzione al professore che cercava invano di dare loro i compiti. 
Jeko in piedi sulla porta, aspettava che Andrea ancora seduto lo raggiungesse per andare a fumare, cosa altamente proibita da qualche mese. 
Quando si trovò Alli a pochi centimetri di distanza cercò di trattenere un urletto poco virile.
“Dio Alli Kelly da dove sei spuntata fuori?” 
Alli ignorò la domanda e continuò a fissarlo con sguardo ostile.
“Devi dirmi qualcosa?” chiese infine la ragazza quando dopo un paio di minuti si accorse che Jeko non avrebbe detto nulla senza una spintarella, cercando di mostrare il suo sorriso migliore.
Jeko alzò un sopracciglio sempre più spaventato e si portò una mano nei capelli scompigliandoseli.
“No?”
Alli alzò gli occhi e li riportò su quelli chiari del suo ragazzo, infastidita e delusa.
“Stupendo.” Borbottò tra se girandosi e lasciandolo solo a chiedersi cosa fosse successo.
Andrea che finalmente era riuscito a rollare la sua sigaretta, si presentò davanti l’amico sorridendo, quando però si accorse dello smarrimento di Jeko, iniziò a muovere la mano davanti i suoi occhi aspettando che si riprendesse.
Jeko si riprese ma il suo sguardo era puntato su un’altra persona, ignorando l’amico che ancora stava muovendo la mano, si diresse a grandi falcate vicino alla finestra dove Ro e Marti stavano parlando.
“Cos’ha Alli?” chiese interrompendo il discorso delle due, che sorprese si voltarono verso di lui.
“Cosa?” sussurrò Aurora non avendo ascoltato la sua domanda.
“Alli è strana, da domenica. Ho combinato qualcosa di cui non mi ricordo?” Jeko continuava a passarsi la mano tra i capelli nervosamente, mentre le due ragazza si scambiavano occhiate. 
“Mi dispiace ammetterlo, ma non ha voluto dirmi niente.” commentò Marti rammaricata.
“E adesso che cazzo faccio? Sono sicuro che non mi dirà niente. Merda.” sbuffando Jeko raggiunse Andrea che era rimasto ad aspettarlo nello stesso punto con una espressione piuttosto infastidita. Uscirono insieme e scesero finalmente nei giardini vicini ai laboratori.
Mentre i due ragazzi stavano scendendo le scale, Marti e Ro si diressero insieme verso l’unico posto in cui sapevano avrebbero trovato l’amica.
Quando Marti spalancò la porta del bagno del piano terra, solitamente vuoto, trovò davanti a se Alli seduta sul termosifone ormai spento, guardarsi le unghie pensierosa.
“Que pasa chica?”
Alli alzò la testa di scatto, leggermente sorpresa nel vederle. Si spostò di lato per lasciare posto a Ro che si sedette accanto a lei, posandole un braccio intorno alle spalle.
Marti invece rimase in piedi e con le braccia incrociate al petto, osservava l’americana, che faceva di tutto per non incontrare il suo sguardo.
“Alli?” domandò vedendola fingere di non aver sentito chiamare il suo nome.
“Alli!” esclamò infine Ro infastidita dal comportamento dell’amica.
La ragazza in questione sbuffò e roteando gli occhi alzò il viso.
Tell me.
“Che problema c’è?”
Nothing.
Ro alzò un sopracciglio guardandola con guardo eloquente, mentre si sistemava i capelli biondi da un lato.
“Sputa il rospo Allison.”
I’ve got nothing to say.” rispose decisa Alli incrociando anche lei le braccia al petto, sfidando con lo sguardo Martina e Aurora.
“Certo che quando ti ci metti, se una pigna.”
Svariate occhiatacce dopo Alli si arrese.
Don’t look at me like that! Fine! I will tell you. He said he loved me, but he was drunk so now he doesn’t remember a thing and i’m freaking mad!”
“Penso di essermi persa…” mormorò Ro grattandosi imbarazzata la testa.
“Jeko ha detto di amarla mentre era ubriaco e adesso non se lo ricorda e lei è incazzata nera perché…?” riassunse Marti osservando le espressioni di Alli.
“Lo ama anche lei e vorrebbe dirglielo?” disse Ro abbozzando un sorriso, che sparì non appena vide la faccia tesa dell’americana.
“Gli voglio bene certo, ma dire di amarlo è un parola grossa, è troppo presto.”
“Ne sei sicura?” domandò Ro non trovando nessuna risposta, se non lo guardo pensieroso di Alli.
 
Si ritrovarono pochi minuti dopo davanti alle macchinette nell’atrio.
Marti e Ro si misero in fila, mentre Alli rimase in parte appoggiata al muro, notando poco lontano da se Bec impegnata a scambiarsi effusioni con il suo ragazzo sconosciuto.
Sorridendo Alli mosse i piedi in direzione dei due, piazzandosi davanti a loro.
Lo sconosciuto si staccò dalle labbra dell’amica, sentendo probabilmente lo sguardo della castana addosso. Scattò leggermente indietro quando se la trovò così vicina, Bec invece si limitò a sorridere ad Alli.
“Bec non ci ha ancora presentati, sono Allison piacere.” tese la mano in attesa che il ragazzo si svegliasse e gliela stringesse, quando finalmente lo fece Alli gli sorrise divertita, vedendolo leggermente in crisi.
“Luca.” sussurrò guardando Alli come fosse un alieno.
“Sei quella americana no?” Domandò poi facendo ricadere la mano al suo fianco.
Alli lanciò un’occhiata a Bec e poi annuì riportando lo sguardo su Luca.
“O Bec ti ha parlato di me o il mio accento mi precede.” 
“Un po’ entrambe.” Rispose accennando ad un sorriso lanciando occhiate a Bec, che li osservava preoccupata e divertita allo stesso tempo. Quando alle loro spalle apparirono anche Marti e Bec, Alli vide Luca fare qualche passo indietro spaventato.
“Quindi tu sei il ragazzo della mia sorellina?” Ro si avvicinò pericolosamente al moro, che non sapendo cosa fare cercò aiuto nello sguardo di Bec, che a sua volta si limitò ad alzare le spalle come se lei avesse perso le speranze con la sorella ormai da anni.
Vedendo l’espressione di Bec, Luca cercò di darsi un minimo di contegno per non sembrare una pappamolla, come invece stava risultando, facendo ridere la bionda.
“Sì.” disse finalmente sicuro di se, guardando poi Bec la quale si era messa una ciocca di capelli biondi davanti gli occhi in imbarazzo, una sua abitudine.
Ro seguì lo sguardo e nel vedere la sorella in quelle condizioni sbuffò.
“Per favore.” disse solamente riportando lo sguardo su Luca, il quale stava sorridendo come un’idiota.
“Certo che questi sono peggio di Marti e Lorenzo.” continuò borbottando, sentendo Alli scoppiare a ridere e uno schiaffo sulla nuca da parte di una Martina irritata.
“Parla quella che quando vede Davide, è peggio di un polipo, per quanto gli sta appiccicata.”
“Cosa?! Non è vero!” esclamò Ro voltandosi a fronteggiare l’amica, che con un sopracciglio alzato continuava a fissarla.
“Chiedi a chiunque, ti diranno la stessa cosa.”
Ro si voltò infuriata verso il posto dove si sarebbe dovuta trovare Alli, vedendo davanti a se solo uno spazio vuoto, aggrottò la fronte guardandosi intorno, trovandola dall’altra parte dell’atrio assieme Noemi.
“Sei scappata?” chiese Noemi notando lo sguardo inceneritore della bionda dall’altro lato.
Yep.” mormorò Alli, voltandosi per non vedere lo sguardo risentito di Marti.
“Hai litigato con Jeko?”
“Hai fatto pace con Leo?”
Le due ragazze si scambiarono qualche occhiata, rimanendo in un silenzio carico di tensione, per poi scuotere la testa e sorridere.
“Lasciamo stare no?” domandò Noemi, continuando a sorriderle, sorriso che però si spense nell’esatto momento in cui la testa riccia di Leo comparì nel suo campo visivo.
Improvvisamente Alli vide Noemi nascondersi dietro di lei, continuando a guardare oltre le sue spalle.
“Che ti prende?”
“Shh! Girati che altrimenti ci nota.”
“Ma cosa..?”
Non fece in tempo a completare la frase che davanti a lei passò Leo assieme a Stefano, riuscendo finalmente a capire il comportamento strano dell’amica.
“Non penso abbiate fatto pace.”
“Da cosa lo deduci?” rispose ironica Noemi, uscendo da quella specie di nascondiglio.
“Beh sono molto perspicace.”
“Ma non mi dire!”
 
Non appena Alli vide Jeko risalire le scale chiacchierando con Andrea, gli si buttò addosso fregandosene di chiunque li avrebbe potuti vedere.
Fortunatamente Jeko non cadde all’indietro per l’impatto, ma le cinse la vita automaticamente, mentre Alli si alzava sulle punte per poterlo baciare.
Alli si staccò dalle sue labbra storcendo il naso per l’odore che proveniva dal suo ragazzo, lanciò una breve occhiata ad Andrea vedendolo più tranquillo e sorridente del solito, per poi tornare a guardare Jeko che avendo seguito il suo sguardo la osservava colpevole.
“Perché puzzi di erba?” lo rimproverò incrociando le braccia al petto e dimenticando tutti i buoni propositi che si era prefissata per rimediare al pessimo umore che aveva avuto in quei giorni.
Jeko evitò il suo sguardo, facendolo ricadere sulle sue mani con cui aveva preso a giocare con un braccialetto.
Alli però non si diede per vinta, gli prese il mento e lo alzò così da ritrovare i suoi occhi.
“Lo sai che non ho intenzione di farti da mamma, ma se proprio devi, fallo fuori scuola e non farti beccare okay?”
Jeko annuì, mentre Alli cercava con tutta se stessa di non propinargli una ramanzina, di cui Leah e Agnese, la signora Lupo, sarebbero state fiere.
Provò poi ad addolcire lo sguardo, ricordandosi di doversi fare perdonare per l’acidità degli ultimi tre giorni.
Jeko alzò un sopracciglio, confuso dal suo comportamento, prima lo baciava, poi si arrabbiava e infine gli sorrideva dolcemente, la soluzione sembrava essere solo una.
“Ma hai le tue robe?”
Ed ecco come Jeko riuscì a rovinare le buone intenzioni di Alli, la quale scosse lentamente il capo non sapendo più cosa fare.
“No, Jeko, no.”
“Va bene.” borbottò sorpassandola a seguendo Andrea per ritornare in classe, ma Alli non si arrese, di slancio gli afferrò la mano intrecciandola alla sua, vedendolo bloccarsi e girarsi sempre più confuso, guardando prima le loro mani intrecciate e poi lei che sorrideva timidamente.
Fortunatamente non disse nulla, limitandosi ad alzare le spalle e ad aspettare che Alli facesse qualcosa, non dovette aspettare molto perché la ragazza con ancora le loro mani unite lo abbracciò di lato portando il braccio libero a stringere la sua vita.
Jeko sorrise non smettendo un secondo di guardarla, la vide arrossire e nascondere il volto nel suo maglioncino mentre la stringeva di più a se, sentendosi lo sguardo dei ragazzi che passavano per il corridoio addosso.
“Come mai così dolce?”
Alli alzò lo sguardo sorridendo timidamente, guardò prima le loro mani intrecciate e poi si fermò a guardare le sue labbra, si alzò sulle punte e lo baciò per la seconda volta quella mattina, questa volta però Jeko non la lasciò andare così velocemente, prolungando il bacio il più a lungo possibile senza essere sorpreso dai professori.
Si staccarono con il sorriso sulle labbra, incuranti degli sguardi e commenti incentrati su di loro, Jeko le lasciò un bacio sulla fronte prima di raggiungere la classe, accorgendosi del suono della campanella.
Entrarono in classe ancora abbracciati e impegnati a ridere di qualche stupida battuta appena sentita, raggiunsero l’ultima fila ignorando il resto della classe e non preoccupandosi della prof di diritto sapendo che si sarebbe fermata a fumare e avrebbe ritardato.
Arrivati alla loro bancata, Jeko si staccò da Alli andando però a raccogliere le cose di Marti dal banco e posarla sul suo, per poi trasportare quelle poche cose che gli appartenevano vicino ad Alli, che nel frattempo si era limitata a fissarlo senza dire una parola, quando poi sentì alle sue spalle un insulto rivolto a Jeko, si vide sorpassare da Marti che continuò ad insultarlo per qualche minuto.
Alla fine Marti si era arresa e si era seduta al posto di Jeko, pronta a sorbirsi i discorsi monotematici di Andrea, mentre Alli e Jeko avevano continuato a stuzzicarsi anche dopo l’arrivo della prof, che gli aveva solo lanciato un’occhiata ammonitrice.
Il discorso della donna venne interrotto dal forte bussare alla porta, il brusio cessò istantaneamente e al permesso ad entrare la porta si spalancò facendo comparire uno dei professori di laboratorio, riconosciuto dal camice.
L’uomo guardò in giro per la classe prima di riconoscere il volto di qualcuno.
“Tu.” disse indicando la fila in fondo, precisamente Andrea, che lo fissava senza dire una parola.
“Tu e un altro ragazzo eravate a fumare fuori dalla porta giù nei laboratori, e appena mi avete visto avete lanciato le sigarette e siete scappati via. Peccato che le avete lanciate sull’erba secca e avete quasi dato fuoco a tutto.”
Tutta la classe era ormai voltata a fissare Andrea, che serio fissava l’uomo, Alli invece scosse la testa tirando una gomitata a Jeko che le mostrò un sorriso tirato.
“Pertini, lo sapete che è vietato a fumare no?” domandò con acidità e con un sopracciglio alzato, spostò poi lo sguardo da Andrea a Jeko, che impallidì allo sguardo severo della donna.
“Lupo dai lo sappiamo che sei tu, l’altro.”
Il professore spostò lo sguardo su Jeko e dall’espressione sembrò averlo riconosciuto.
“Purtroppo non vi abbiamo visto fumare, ma se succede un’altra volta rischiate la sospensione. Vi tengo d’occhio. Arrivederci.” l’uomo salutò la prof e si chiuse la porta alla spalle sparendo dalla loro vista.
“Certo che un minimo di intelligenza ragazzi. Lupo potresti farti insegnare le buone maniere dalla tua ragazza. Sì non guardarmi con quella faccia da pesce lesso, le voci girano.”
“Idiota.” borbottò Alli scuotendo impercettibilmente la testa.
“Ma prof, io non avevo mica visto erba secca.”
“Andrea, lascia stare.” sussurrò tra i denti Marti, cercando di evitare di peggiorare la situazione, fortunatamente la donna non sembrò aver sentito, impegnata a mettere la nota ai due.
“Voi due insieme non ne combinate una giusta.” borbottò Marti sempre più scoraggiata.
 
Quel giorno il bus era in ritardo ed Alli era stata costretta ad aspettare seduta su un muretto con le cuffiette, che arrivasse, cosa che non sembrava voler accadere tanto presto.
Ad un tratto la sua attenzione venne colta da quella che sembrava una coppia, appena uscita dal cancello, la ragazza camminava di corsa mentre il ragazzo le parlava senza sosta fino a quando non l’afferrò per il polso facendola girare.
Alli continuava a guardarli incuriosita, avendo però il presentimento di averli già visti.
Purtroppo per la sua curiosità il bus arrivò in quel momento, interrompendo la visione della coppia, in fila aspettò di salire in bus e una volta in piedi vicino alla porta centrale ricercò i due ragazzi, rimanendo sconvolta nel riconoscerli.
Non le era solo sembrato di conoscerli, anzi li conosceva anche troppo bene.
Erano Leo e Noemi che mentre il bus si allontanava stavano ancora discutendo, sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento di una svolta nel loro strano rapporto, non vedeva l’ora di raccontarlo alle altre e chiedere a Noemi cosa fosse successo.
 
Salendo le scale che l’avrebbero condotta alla porta di casa, incontrò come al solito il suo vicino di casa che quel giorno sembrava molto loquace, infatti accennò ad un sorriso e la salutò, in confronto al totale mutismo e il completo ignorarla del solito, quello era un miracolo.
Aprì la porta con ancora quell’espressione scioccata che le aveva lasciato il vicino.
Non appena Leah la vide in quelle condizione, divenne subito apprensiva, più del solito, e iniziò a farle una quantità immane di domande a cui Alli non rispose subito.
Mum, i’m fine!”
“Sure… Did you fight with Jacopo?”
“No!”
“Sempre ad assumere il peggio.” borbottò la ragazza andando in camera e buttando a terra lo zaino con un sospiro.
Leah la raggiunse e si posizionò sull’uscio della porta.
“Ha chiamato la zia, ha chiesto quando partirai.”
Alli si voltò verso la madre, aspettando che continuasse a parlare.
“Le ho detto che partirai verso metà giugno.”
“Poco più di due mesi.” sussurrò la ragazza con lo sguardo perso nel vuoto.
What?
Alli scosse la testa e le sorrise, invitandola a tornare in cucina avvisandola che sarebbe arrivata in qualche minuto.
Leah fece per andarsene, ma subito dopo tornò sui suoi passi sporgendosi con l’indice alzato e con l’altra mano appoggiata sullo stipite in legno.
“Fra poco esco con Sabrina e tuo padre è fuori per lavoro.”
“Okay.”
 
Shit. Shit!”
Mum!” Alli urlò più volte, prima di ricordarsi di essere a casa da sola, imprecò un paio di volte contro se stessa, sua madre ed il mondo intero.
Osservò il mobiletto vuoto, mentre sentiva quella brutta sensazione scendere verso il basso.
Trattenne l’ennesimo insulto e camminò a gambe strette verso la camera dove aveva lasciato l’iPhone.
Prese il telefono in mano e tra i preferiti schiacciò su Jeko.
“Alli Kelly.” la sua voce assonnata le rispose quando ormai stava per riattaccare.
“Stai dormendo?” domandò agitata continuando a stringere le gambe.
“Non più.”
“Perfetto. Ho un’emergenza.”
“Che succede?” improvvisamente la voce di Jeko sembrava molto più sveglia e preoccupata di prima.
“Devi andare in negozio e comprarmi un pacco di assorbenti, quelli viola con le alette.”
“Stai scherzando spero.”
“Ti sembra io stia scherzando?! Jeko sto perdendo sangue e non ho un fottuto assorbente!”
“Che perdevi sangue l’avevo capito. E poi non avevi detto che non le avevi?”
“Mi sono sbagliata okay!”
Jeko sospirò e rimase in silenzio per qualche secondo, cercando ad una scappatoia.
“Non puoi chiamare le altre? Una qualsiasi ragazza?”
“Sei quello che abita più vicino, ti prego, devi fare veloce, qua la situazione peggiora di secondo in secondo.
“Va bene! Basta che non mi racconti i dettagli.”
“Grazie tesoro!”
Alli riattaccò camminando lentamente e goffamente fino alla porta, aspettando il momento in cui sarebbe arrivato.
 
“Perché mi sono fatto convincere?” borbottò infilandosi le vans e recuperando chiavi e portafoglio, prima di passare per il soggiorno e trovare il fratello disteso sul divano impegnato a vedere un film strappalacrime.
“Che diavolo stai facendo?”
Andrea guardò svogliatamente il fratello, interessato di più al proseguimento del film.
“Cosa vuoi che faccia. Sto guardando un film, non vedi?”
“Sì, ma… lascia perdere, è inutile.” Jeko scosse la testa e infilò il taccuino nella tasca posteriore dei jeans, mentre tenne in mano le chiavi e il cellulare.
“Tu invece?” chiese con leggero interesse Andrea, lanciandogli un’occhiata.
“Alli mi ha incastrato e adesso le devo comprare dei cazzo di assorbenti.”
“Buona fortuna fratello.” disse Andrea trattenendo una risata, mentre Jeko sempre più irritato si chiudeva la porta alle spalle.
Il supermercato sotto casa non era mai stato così affollato come quel giorno, ovviamente.
Senza indugiare trovò la corsia giusta, con qualche ragazzina impegnata nell’ardua scelta di che marca comprare.
Sfortunatamente non era la prima volta che Alli lo costringeva a comprarle gli assorbenti, succedeva più spesso di quanto lui avrebbe desiderato, perciò quando allungò il braccio sopra la ragazza per afferrare la confezione viola non si imbarazzò, anzi fu la ragazza a farlo, la quale non appena lo vide balbettò qualcosa e nascose il suo viso dietro i capelli lunghi, mentre Jeko ridacchiava allontanandosi da quella corsia.
Comprò anche una barretta di cioccolata e una scatola di biscotti.
Quando suonò al citofono non passò neanche un secondo che la porta si aprì, scosse la testa divertito e salì le scale velocemente trovandola in piedi con le gambe quasi incrociate ad attenderlo impaziente, non appena vide la borsa l’afferrò dalle sue mani e corse in bagno, lasciandolo ridere sulla soglia della porta.
Se la richiuse alle spalle e si andò a sedere sul divano, sentendola imprecare, quando poi riemerse dopo essere corsa in camera e nuovamente in bagno con un paio di pantalone e sicuramente slip diversi, la vide sorridergli riconoscente mentre indicava la borsa alzandola.
“Non so come farei senza di te.” gli sussurrò, una volta alle spalle del divano, al suo orecchio per poi allungarsi e baciarlo come ringraziamento.
I know.” sussurrò Jeko a pochi centimetri dalle sue labbra.
 
Quel giorno Marti si era imposta, e aveva imposto alle altre, di andare a mangiare giapponese. Erano giorni che ne aveva voglia e quella sera finalmente aveva convinto le sue amiche ad assecondarla.
Si accomodarono ad uno dei tanti tavoli da quattro vicino al rullo, Ro ed Alli da una parte e Marti e Bec dall’altra, aspettando che la cameriera le portasse il coperto.
“Non sono mai stata al giapponese.” mormorò Alli guardandosi intorno curiosa, in particolare di tutti quei strani cibi che vedeva passare sul rullo accanto a se, guardò difronte a se notando Marti adocchiare qualcosa.
“Per me anche.” le disse Bec osservando anche lei il ristorante e le persone che vi erano dentro, riconoscendo poi qualcuno seduto a due tavoli di distanza, diede una gomitata a Marti, la quale era molto impegnata a non farsi sfuggire i suoi gamberetti.
Marti si voltò leggermente infastidita per essersi quasi lasciata scappare il cibo, vide poi Bec indicare con il capo davanti a se, si mosse leggermente verso il centro cercando qualcuno o qualcosa, ancora non lo sapeva.
Quando vide l’espressione divertita di Lorenzo, non riuscì a fare a meno di sorridere, prese il cellulare dal tavolo e cercò il suo nome in rubrica, cliccandoci poi sopra.
Sentì la sua suoneria e lo vide muoversi alla ricerca del telefono, per poi sorridere leggendo il suo nome.
“Ehi.” le rispose guardando un punto indefinito.
“Che fai?”
Marti era così eccitata che si era dimenticata perfino di salutarlo.
“Sono al sushi, perché?”
“Guardava davanti a te.”
Lorenzo mosse la testa un paio di volte prima di dirigere lo sguardo nella posizione giusta e incontrare quello di Martina, che muoveva la mano per salutarlo.
Continuarono a parlarsi e a fissarsi ad intervalli regolari, che consistevano in pause per mangiare, per poi riprendere a dirsi cose dolce e prendersi in giro, non smettendo di guardarsi.
“Quando la finiscono?”
Alli guardò verso Ro che aveva appena parlato spazientita e alzò le spalle con espressione rassegnata.
“Andrà avanti così tutta la serata, ci scommetto.” aggiunse Bec finendo l’ennesimo piatto, come avevano fatto anche le altre.
Marti chiuse la telefonata e guardò le altre tranquilla, accorgendosi poi delle loro espressioni irritate.
“Cosa?”
“Vi vedete tutti i giorni.”
“Lo so.”
“Cosa serviva passare tutta la serata a parlare a distanza di un tavolo.”
“Due per precisione.”
Ro scosse la testa e lasciò perdere.
Infine a nessuna aveva dato più di tanto fastidio, più che altro si divertivano a tormentarla vedendola così innamorata, cosa che neanche lei aveva ancora ammesso a se stessa.
Alli sorrise vedendo Lorenzo in piedi davanti a loro, salutarle e sporgersi verso Marti per lasciarle un bacio veloce.
Una volta fuori dal ristorante le ragazze si guardarono per un secondo per poi guardare Marti.
“Beh è andata bene no?”
Le altre scoppiarono a ridere e la mandarono a cagare, incamminandosi verso casa per finire la serata.
“Cosa ho detto?” urlò Marti ancora ferma, aprendo le braccia, facendole poi ricadere sui fianchi, correndo per raggiungere le altre.
 
 
Hola chicas e chicos se esistono!
Sono da poco tornata dal mio stage di una settimana a Valencia, sì come Alli e Jeko (vi giuro che non l'avevo programmato) e mi sono messa d'impegno per completare il capitolo.
Per una volta vediamo la coppietta, o come mi è stato suggerito Jelly (Alli+Jeko), in atteggiamenti dolci, che ovviamente non durano molto.
Poi rimane sempre il problema di quel ti amo.
Ah sì, se qualcuno di voi stesse seguendo l'altra mia storia e non avesse visto l'aggiornamento, vorrei avvisarvi che la storia è stata rimossa per diciamo ricostruzione, tornerà ma solo dopo che questa sarà terminata e quando l'avrò modificata, ma tornerà!
Beh questo è tutto, a presto gente!
Ellie.

 
   
 
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