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Autore: Yuichan    12/02/2014    1 recensioni
Ciò che meno ti aspetti si presenta all'improvviso, quel sentimento che provi a reprimere per paura di essere nuovamente ferita viene comunque a galla e ormai non puoi più farci nulla...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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5. Quello che non farei

Il mattino arrivò testardo, con il sole che continuava a sbirciare tra le tende della stanza pizzicando il viso della ragazza. Kyoko si spostò appena, un leggero peso sulla pancia le impedì di muoversi oltre e solo dopo qualche secondo si rese conto che era il braccio di Ren a tenerla ferma. Il ragazzo aveva continuato a tenerla stretta a se anche durante il sonno, che era giunto delicato e voluto per entrambi. Kyoko usò quei minuti per rimettere in sesto le idee soprattutto per rendere reale quello che aveva combinato quella notte. Era stata lei a chiederlo, non poteva in nessun modo ribaltare la situazione e il pensiero che la sua decisione la portasse a soffrire, era qualcosa che non riusciva ad accettare. Aveva chiesto a Tsuruga Ren di fare l'amore con lei, ovviamente era qualcosa che desiderava con tutta se stessa, ma se il suo sentimento non fosse ricambiato e lui avesse agito solo da uomo, come si sarebbe comportata? Come lo avrebbe affrontato? Vero era anche che lui continuava ad abbracciarla, che aveva continuato a baciarla anche durante la notte, tutte le volte che si era voltata o semplicemente scostata da lui, ma era abbastanza per capire se Ren ricambiasse quei sentimenti che aveva giurato di non provare mai più? Provò a svicolare dalla presa per andare in bagno, si sarebbe lavata e magari le si sarebbero schiarite un po' le idee, ma il piano non riuscì. Non fece in tempo a tirare fuori dal letto un piede, che si sentì tirare indietro e riportare supina. Poi due labbra delicate le si posarono sulla guancia schioccandole un casto bacio accompagnato da un buongiorno come mai ne aveva ricevuti.

- Dove hai intenzione di scappare?- Ren sorrise e continuò ad abbracciarla e nonostante le prime obiezioni, alla fine Kyoko si lasciò trasportare.

- Volevo solo andare in bagno.- Lo disse di getto, catturata da quel viso così bello anche di prima mattina, quando lei al confronto doveva sembrare una vecchia bambola arruffata. - Buongiorno.-

Ren continuò a baciarla sulla fronte, sulle guance e sulle labbra e per Kyoko era qualcosa di assolutamente nuovo. Come doveva interpretare quei gesti? Cosa doveva fare per dimostrare almeno un po' quell'amore che Ren sembrava rappresentare così bene?

- Ne dovremo parlare, di quello che è successo stanotte.-

- Non saprei da dove iniziare.-

- Allora chiedo io. Dimmi perchè?-

Quel perchè risuonò nella mente di Kyoko per secondi interminabili. Perchè di cosa? Della chiamata nel cuore della notte? Dei baci non rifiutati? Del non essere riuscita a mettere un freno ai suoi sentimenti e avergli regalato tutta se stessa? Continuò a guardare quegli occhi così espressivi e belli che sentì nuovamente la bocca dello stomaco chiudersi e farle male, il cuore iniziò a battere così forte che forse avrebbe avuto un infarto, poi alla fine le parole le uscirono spontanee, non essendo più in grado di controllarsi o negarsi.

- Perchè credo di essere innamorata di te.- Lo sputò fuori come se fosse veleno e si chiuse a riccio coprendosi il viso in fiamme e gli occhi pieni di lacrime. Se Ren si fosse messo a ridere o semplicemente avesse detto che per lui non era così, come si sarebbe comportata? Si sarebbe scavata una fossa da sola e si sarebbe seppellita li per sempre. Poi si sentì sollevare leggermente il viso da un mano delicata, uscì fuori dal suo rifugio sicuro e tornò in balia delle iridi di lui e lo vide. Le labbra di Ren si erano inclinate in un leggero sorriso, ma non era scherno o divertimento, era pura e semplice felicità.

- Io invece ti amo. L'ho capito da tempo, ma mi sono sempre sforzato di negarlo e soprattutto di trattenermi. Hai preso il mio cuore con la tua semplicità e spontaneità, rompendo tutte le mie difese. Io ti amo e ora che mi hai regalato te stessa voglio anche il tuo cuore e la tua anima. Non può bastarmi un credo, voglio qualcosa di sicuro.- Quelle parole la colpirono al cuore, lo fermarono del tutto. Era lei l'indecisa non lui, era lei che non aveva messo in chiaro la situazione. Quando si accorse che stava per alzarsi, quando si sentì abbandonata da quelle braccia che l'avevano stretta per tutta la notte, fu come se le mancasse l'ossigeno e il mondo sotto di lei si stesse sgretolando. Neanche per un istante, quando Sho l'aveva rinnegata, si era sentita così persa e disorientata come ora. In quell'occasione fu presa dalla rabbia, tutto ciò che riuscì a fare fu aprire la serratura che racchiudeva tutti i sentimenti più cupi e forti che poteva provare, ma ora non si apriva nulla, al contrario le sembrò di morire. Scattò in avanti come se da quello dipendesse la sua vita, afferrò il braccio di Ren, senza dar peso al fatto che fosse nuda o che lo fosse anche lui. Non contava nulla se non fargli capire cosa lei provava.

- Io ti amo! Mi dispiace da morire, non volevo essere egoista o prenderti in giro. Mi sono lasciata trasportare, non mi era mai capitato di sentirmi così. Io ho solo avuto paura di espormi oltre.-

Rimase a guardarla, per nulla al mondo avrebbe perso quel momento. Piccola e minuta, in ginocchio su un letto enorme e completamente nuda, ma senza che vi desse peso o fosse imbarazzata. Si era esposta per fermarlo, forse credendo che stesse scappando, lo stava implorando di rimanere al suo fianco e lui non potè non accontentarla. Si sporse in avanti e la baciò con tutto l'amore che riuscì ad esprimere, aveva avuto ciò che voleva anche se non lo aveva fatto volontariamente, ma per nulla al mondo le avrebbe rivelato che in realtà doveva solo andare in bagno.

Quando alla porta bussò, puntuale, Yuki si erano già lavati e vestiti. Ren aveva aperto le tende, mostrano di nuovo il meraviglioso spettacolo dell'oceano in una giornata serena e nuovamente Kyoko ne era rimasta affascinata. Purtroppo però non avrebbero potuto passare una giornata all'insegna del divertimento, c'era qualcosa che dovevano risolvere il prima possibile.

- L'ispettore è già arrivato, sta aspettando al piano di sotto.- Yuki si era rivolta a Ren, lasciando Kyoko un po' spaesata, così lui dando prima ordini alla ragazza di farlo salire, prese a mettere Kyoko al corrente di tutto.

- Ti ho portata via prima che potessi svegliarti, ma la polizia deve ancora mettere in chiaro delle cose sull'accaduto e soprattutto capire chi si è intrufolato in casa. Il presidente non ha voluto far avvicinare nessuno, ma ci sono dei problemi da risolvere. Per ora devi solo raccontare cosa è accaduto. Te la senti?-

- Purtroppo sono ancora confusa, ma posso farcela.-

Dovettero attendere qualche minuto, prima che Yuki tornasse e portasse con se un uomo alto e distinto, con degli occhi acuti da ottimo osservatore. Kyoko lo guardò curiosa e si sentì studiata affondo.

- Mogami Kyoko? Io sono l'ispettore Taniguchi, sono stato incaricato di interrogarla riguardo l'aggressione di qualche giorno fa. Come si sente?- Era cordiale e molto educato, si sedette intorno al tavolo dove Yuki servì del tè con dolci e biscotti vari. - Perchè non racconta cosa è successo?- Le diede qualche minuto per riportare i fatti alla memoria, nel frattempo accese un piccolo registratore e lo poggiò sul tavolino. - Devo registrare la nostra conversazione, mi da il consenso?-

- Si va bene.- Kyoko si sentì agitata, non fu semplice ricordare quanto accaduto e per qualche minuto, fu percossa da brividi freddi lungo la schiena. Ren le sedeva accanto e resosi conto della situazione allungò una mano stringendo quella di lei e cercando di calmarla, così Kyoko riuscì a prendere un lungo respiro e raccontò ogni cosa. L'ispettore rimase sempre in ascolto e solo quando il racconto giunse al termine, iniziò a farle delle domande.

- Li ha visti in faccia? Riuscirebbe a descrivermi almeno uno di loro?-

- Non li ho visti bene, uno di loro era molto esile, mentre l'altro più robusto, ma per tutto il tempo mi hanno puntato contro la luce della torcia impedendomi di mettere a fuoco.-

- E del terzo uomo, non può dirmi nulla?-

Kyoko si limitò a scuotere la testa e rimase in silenzio. Aveva già detto che più di tutti fu proprio il terzo uomo a spaventarla di più. Dalla voce squillante aveva intuito che fosse molto giovane, ma non si era mai lasciato vedere in viso e lei non poteva fare più di questo.

- Una cosa però mi è rimasta impressa. Era buio e come io non potevo vedere loro, allo stesso modo loro avevano difficoltà a vedere bene me, eppure lui sapeva esattamente chi fossi. Ha detto che ero Mio, ma non sono ancora così famosa da farmi riconoscere e spesso nessuno associa la Mio della televisione ad una come me.- L'ispettore sembrò molto interessato e prese appunti, poi si rivolse a Ren, che fino a quel momento non aveva detto una parola e iniziò ad interrogare anche lui.

- Quindi lei signor Tsuruga è corso a casa della ragazza solo perchè ha ricevuto una chiamata. Mi permetta di essere franco con lei, ma non è molto convincente. Come ha capito che la signorina era in pericolo?-

- Conosco Kyoko e lei conosce me. Sa benissimo quali siano i miei orari e i miei impegni, non mi avrebbe mai chiamato senza una ragione valida e non sentendola parlare mi sono agitato.-

- Quindi si sarebbe precipitato da lei a prescindere dal pericolo?-

- Ovviamente.- La determinazione di Ren la fecero arrossire, ma di certo quell'uomo non si sarebbe fatto addolcire dalle belle parole.

- Eppure signor Tsuruga, qui ho una denuncia a suo carico da parte del signor Fuwa Sho, che oltre alla rissa scoppiata in ospedale, la accusa di essere l'artefice dell'aggressione.-

- Che cosa?- Fu Kyoko a scattare furiosa, ma soprattutto delusa. Quella era la dimostrazione che Sho non sarebbe mai cambiato.

- Mi lasci finire, cito testuali parole. - L'ispettore si schiarì la voce con un colpo di tosse ed estrasse un blocco note dal taschino iniziando a leggere. - Non potendo vincere contro di me, ha cercato di far del male alla mia Kyoko per portarmela via. Tsuruga Ren è semplicemente geloso e ha agito nel peggiori dei modi. Quello che mi interessa non è tanto la mia incolumità, ma quella di Kyoko. Sono sicuro che sia stato lui ad organizzare l'aggressione per poi presentarsi come eroe e salvarla, non c'è altra spiegazione.-

- Ridicolo! Tipico di quell'idiota di Shotaro.- In quel momento avrebbe voluto avere una delle sue bambolo di Sho tra le mani e gettargli addosso tutti i malefici e le imprecazione che le fossero venute in mente.

- Ora signorina Mogami, lei capisce che per quanto trovi io stesso assurde queste affermazioni non possiamo ignorarle. Sta al signor Tsuruga intervenire di conseguenza. Alla polizia non interessano le faide d'amore, ma solo risolvere i casi e soprattutto tenere lei al sicuro. Non c'è nulla che possa dare fondamento alle parole del signor Fuwa, anche se lei mi ha appena detto che il terzo uomo sembrava sapere chi lei fosse, non è comunque abbastanza per essere certi che l'aggressione sia stata programmata da qualcuno.-

- Io non voglio che Tsuruga-san passi dei guai per colpa mia o per colpa dei conflitti che ho con Sho.-

- Lei non dice nulla signor Tsuruga. Si fa difendere senza contestare?- L'ispettore stuzzicò volontariamente l'orgoglio di Ren. Aveva inquadrato alla perfezione Kyoko e il suo carattere, come aveva capito che fosse innamorata del bell'attore, ma non era ancora riuscito a capire chi fosse in realtà Tsuruga Ren.

- Io per prima cosa dovrei scusarmi con Fuwa per come ho reagito in ospedale. Mi sono lasciato provocare, ma ero agitato e molto preoccupato per la mia Kyoko.- Volutamente accentuò quelle ultime parole. Era arrabbiato e Kyoko glielo leggeva negli occhi, ma si trattenne dal dire qualcosa, per evitare di peggiorare la situazione. - Se lui crede che io abbia agito in malo modo nei confronti della mia fidanzata, si sbaglia di grosso. Per nessuna ragione al mondo le farei mai del male. Sono pronto ad affrontare le conseguenze della nostra rissa e a pagare i danni, ma non intendo sorvolare su delle accuse assurde. Io sono corso da lei che fosse in pericolo o meno solo per un presentimento, lo rifarei altre mille volte.- La conversazione durò ancora qualche minuto, ma per Kyoko fu tutto confuso e fuori da ogni comprensione da quando lui si era rivolto a lei chiamandola fidanzata. Rossa come un peperone e agitata come una bambina, non riuscì più a recuperare lucidità, neanche quando l'ispettore si congedò da loro.

Non si rese neanche conto quando Ren prese il cellulare e compose il numero di Yashiro per chiedergli un favore. Infondo poteva davvero importarle di una telefonata dopo aver sentito quelle parole? Non riusciva neanche a recuperare una normale respirazione, figurarsi concentrarsi su un discorso.

- Organizza tutto per domani. Tiralo giù dal letto, non mi importa, ma fallo.- Il tono di Ren era decisamente seccato, probabilmente perchè il suo manager lo aveva contraddetto, ma continuò ad insistere riuscendo persino a riportare Kyoko nel mondo reale. - Yashiro non voglio ripetermi, organizza questa stupida intervista con Fuwa. Basterà dire che annuncio il mio fidanzamento e i giornalisti ci andranno a nozze.-

- Eh?!- Kyoko scattò come un felino, ma anche Yashiro doveva aver avuto la stessa reazione perchè Ren fu costretto a spostare il cellulare a qualche centimetro di distanza dall'orecchio. - Che hai intenzione di fare Tsuruga-san?-

- Ren, io mi chiamo Ren e mi chiamerai così da adesso in poi. Ora lo metto in riga io quel bambino.- Mai prima d'ora lo aveva visto così determinato e arrabbiato, ma quello era passato quasi in secondo piano. Chiuse la chiamata, senza neanche salutare il povero Yukihito che era rimasto completamente scioccato dal comportamento di Ren, e si sedette sul letto, spostandosi i capelli dal viso e cercando di ritrovare la lucidità. Kyoko rimase in silenzio per qualche minuto, ancora sconvolta dalla risposta di Ren e cercando di convincere la sua bocca a pronunciare quel nome invece del solito Tsuruga-san. Le sembrò di dover scalare una montagna soltanto con le sue forse, senza aiuti o una corda di sicurezza in grado di salvarla, ma doveva concentrarsi e provare a fare qualcosa. Si mosse a fatica, si era alzata di scatto e ancora i muscoli delle gambe faticavano a rispondere ai suoi comandi, ma resistette e si avvicinò al letto sedendosi accanto a lui. Ren non alzò lo sguardo ne si mosse, allora lei capì che doveva fare il primo passo. Si voltò verso di lui e dolcemente provò a scostare la mano con cui si era coperto il viso.

- Tsu.... Ren, posso fare qualcosa per aiutarti?- Si avvicinò ancora di più e richiamando tutto il suo coraggio lo baciò sulla guancia e provò a sorridere. Da quando lo conosceva si era sempre fatta in quattro per calmare Ren quando era arrabbiato, ma ora non sarebbe bastato fargli un regalo o chiedere scusa, doveva dimostrargli di essergli vicina. - Puoi parlarne con me, so che sono un po' tonta, ma voglio farti stare meglio.-

- Non ti farei mai del male.-

- Lo so, non l'ho mai pensato.- Gli regalò una carezza, stava pian piano sciogliendo il ghiaccio intorno al suo cuore e lo stava riavendo indietro, lo stesso Ren che l'aveva coccolata tutta la notte stava riaffiorando. - Mi sembra di aver capito che vuoi parlare con i giornalisti. Voglio esserci anche io quando incontrerai Sho, perchè credo che sia venuto il momento di mettere in chiaro le cose.-

Con quelle parole Ren tornò se stesso, riemersero tutti quei sentimenti che per qualche minuto erano stato offuscati dalla rabbia e riemerse quell'amore che Kyoko ora anelava con tutta se stessa. Il giorno seguente però arrivò troppo in fretta, così quando furono costretti a lasciare quel luogo che era l'alcova del loro amore, alla ragazza salirono le lacrime agli occhi, ma si riprese subito. Doveva affrontare Sho, avrebbe messo in chiaro ogni cosa, così quando giunse agli studi televisivi e per un attimo, con la coda dell'occhio scorse la figura di Shotaro entrare in un camerino poco distante dal suo, per la prima volta non sentì alcuna emozione. Non c'era più rabbia, non c'era più vendetta, c'era solo la voglia di lasciarsi alle spalle ciò che per tanto tempo l'aveva solo ferita.

 

   
 
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