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Autore: HoransCoffee    12/02/2014    2 recensioni
Ecco lì la mia valigia, la mia grande valigia, stava salendo sull'aereo diretto a Londra, quello che mi avrebbe portata da mio 'fratello'. un ragazzo australiano che mi ospiterà a casa sua con la sua famiglia, ovviamente, per un anno.
Ho vinto la borsa di studio già in seconda liceo, quindi eccomi qui, nel posto 16B diretta verso la mia nuova vita.
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iniziò a baciarmi le lacrime, fino a quella piccola gocciolina salata che mi era finita sulle labbra. Mi baciò e nello stomaco i fuochi d'artificio iniziarono ad esplodere.
Mi stava baciando.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Cliffors, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Puzzle Pieces

 
#Aleisha pov
È sdraiata nel letto da ormai due settimane, Beth, la piccola Beth sta passando le pene dell’inferno.
Karen, la mamma di Michael, ora le sta accarezzando una guancia.
Beth ha il viso bianco, gli occhi contornati da spesse e nere occhiaie. Dorme poco, perchè quando lo fa, ha incubi.
Vedo il suo corpo irrigidirsi al contatto, mi affretto a prendere un secchio ed avvicinarlo alla sua faccia.
Sono due settimane che vomita. Vomita l’anima, perché non mangia neanche più.
Appena finisce, l’ormai nona scarica di rigetto, io e Karen ci alziamo a svuotare il secchio.
I: deve tornare _dico appena fuori la stanza. Ed è vero, deve tornare. Sia lui, che lei.
K: ci stavo già pensando. Poi chiamo Michael, è preoccupatissimo!
I: fai tornare Luke, ti prego. Beth ha bisogno di lui _dico più come preghiera che richiesta a Karen.
K: torna da lei, tra poco porto da mangiare.
Faccio come dice.
Mi siedo sul letto e inizio ad accarezzarle i capelli bagnati di sudore.
‘Luke torna ti prego.’ Penso mentre, finalmente, Beth si addormenta.
 
#Luke’s pov.
Cammino tranquillamente dopo aver finito una doccia. Mi fermo in cucina e mi metto sul tavolo a mangiare uno yoghurt, quando sento Mike discutere con Karen al telefono. Sono troppo curioso, così mi alzo e mi appoggio dietro la porta ad origliare.
 
Mike: No mamma1 Luke sta qua!
Karen: Michael, tesoro, Beth ha bisogno di lui, sta malissimo! E poi avete la settimana di pausa!
M: no! Deve rimanere concentrato prima del tour.
K: certo, perché sapendo che Beth sta così male si concentrerà perfettamente.
M: ehmm
K: Non gliene hai parlato?! NON GLI HAI DETTO CHE BETH STA MALE PER LUI? E CHE HA BISOGNO DI LUI?!
M: gliene parlerò quando starà meglio. Ciao ma’
 
Beth sta male?!
Entro nella stanza.
I: QUANDO AVEVI INTENZIONE DI DIRMELO? _gli sbraito subito contro
M: Luke, amico, calmo.
I: Mike, ti prego, dimmi che ha _dico con quasi le lacrime agli occhi.
 
Mike mi racconta la storia, mi racconta della festa, mi racconta di come li, a Sydney, la guardino con disprezzo, di lei che ora non fa altro che vomitare e piangere.
Mi si spezza il cuore a sentire queste cose.
 
M: Luke, però promettimi che la farai stare bene _mi dice abbracciandomi.
I: è quello che voglio Mike, è quello che voglio. _dico entrando nella mia stanza. Prendo il pc e prenoto biglietto aereo e biglietto del treno.
‘Entro domani mezzogiorno sarò da te Beth. Sono pronto a salvarti’
Preparo lo zaino: due maglie, due pantaloni, qualche paio di American Apparel e qualche calza. Telefono, carica-batteria, cuffie e la chitarra ed eccomi pronto.
Sono le 10.00 pm e tutti dormono già.
Lascio un biglietto ‘sono andato a farla stare bene. Torno tra una settimana. Lukey x’
Esco da casa e vado diretto in aeroporto.
 
 
 
Le città scorrono veloci sotto l’aereo diretto verso Canberra, perché per Sydney, da prenotare all’ultimo momento non ce n’erano e, o aspettavo un giorno o arrivavo a Canberra.
Ero in Nuova Zelanda, quindi neanche così lontano da casa, solo tre ore di aereo.
 
Una volta arrivato all’aeroporto di Canberra, mi dirigo verso la stazione e prendo il primo treno diretto verso Beth.
fra noi ci sono solo 290 km amore mio, solo 3 ore e 15 minuti ci dividono’
E stremato dalle ore di viaggio insonni, mi addormento abbracciato alla chitarra.
 
Sono le 4.30 am e sono in piedi nel centro di George Street. Faccio un piccolo repilogo di dove si trova casa Clifford e, una volta ricordato, mi incammino.
 
 
#Beth pov.
Sono le 6. 28 am il cielo invernale oscura tutto.
Di fianco a me, stesa e dormiente c’è Aleisha che, da quando ‘sto così, mi lascia solo per qualche ora al giorno. E quando lei non c’è, riposa anche Karen, vengono Liz e Nonna Hemmings. Si danno il cambio dato che, curarmi è molto stancante.
Sento un qualcosa di strano. Una sensazione che mi da la forza di muovermi. Muovo leggermente le gambe, ma delle fitte tremende mi percorrono il corpo. Lascio un gridolino di dolore ed Ali si sveglia.
A: beth! Stai male? Hai sete? Hai fame? Devi vomitare? Ti viene da.
I: no Ali, ho una strana sensazione. Tutto qui. Volevo muovermi un po’. _dico con voce roca, dovuta dal fatto che negli ultimi tempi, ho parlato poco niente.
A: tranquilla. Vado a prenderti qualcosa di caldo da bere e con tanto zucchero. Ti darà forze. _dice premurosa
Faccio no con la testa e il corpo mi si irrigidisce. Sto per vomitare, ancora.
Ali mi passa velocemente un secchio e mi tranquillizza mentre mi piego in due per colpa dei conati troppo forti.
Mi stendo meglio e mi viene passata una bottiglia d’acqua per sciacquarmi la bocca da quello schifo.
A: riposati, è meglio. Io scendo a preparare la colazione.
Annuisco ancora senza forze e quando esce dalla stanza lacrime salate iniziano ad uscire dai miei occhi stanchi, stufi di tutta quella merda.
Gli chiudo piano, come non volergli fare male, dell’altro male. E non so perché, anzi, non so come mi addormento.
Quanto durerà tutto questo?
 
#Luke pov.
Arrivo davanti alla villa bianca dei Clifford alle 6.40 am.
Ho fatto una camminata lunga, ma camminerei fra il fuoco per Lei.
Busso alla porta. Tre, quattro forse cinque volte prima che qualcuno mi apra.
Una ragazza che non mi sarei mai aspettato di trovare, è qui, in casa.
A: L-luke _dice Aleisha come se avesse visto un fantasma
I: Aleisha, che ci fai qui? _chiedo piuttosto irritato dalla presenza ed irrigidendomi.
Ha i capelli chiari legati in una coda alta. Dei pantaloni della tuta, una felpa gigante ed è struccata, col viso stanco.
A: sono qui per il tuo stesso motivo _risponde tranquillamente
I: beth _dico io piano per paura di sciupare quel nome.
A: si, e ora corri su! Salva la tua principessa! _mi dice spingendomi verso le scale.
Ho paura di ciò che vedrò, lo ammetto.
Arrivo davanti alla porta in legno chiaro semi aperta. Appoggio la mano sulla maniglia e la apro del tutto.
Un’aria di dolore, sofferenza, pianto e tant’altro mi invade.
Guardo il letto e la vedo. La mia piccola è più pallida del solito. Ha più occhiaie. Ha le labbra dirette in giù. Non le ho mai visto quell’espressione di dolore. È come se l’avessero investita con un treno.
Tutto rotto.
Tutto da ricostruire.
Ed io sono la cura.
Mi avvicino piano per non far rumore.
I capelli raccolti in una pettinatura veloce, ormai così da settimane, probabilmente.
Tolgo le scarpe, tiro su le coperte e mi metto vicino a lei.
È da tempo che aspettavo questo momento.
L’avvolgo con un braccio e faccio appoggiare la sua testa al mio petto.
 
I due pezzi combacianti del puzzle si erano riuniti.
Ora eravamo pronti a farci da ancora, a salvarci a vicenda.


finally i'm back lol
ok recensite eh?! <3
xx
horanscoffee
 
  
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