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Autore: Sere_Swag    12/02/2014    16 recensioni
Justin si vuole prendere un pò di riposo dalla sua fama, vuole andare in un posto più tranquillo, anche se sarà difficile dato che è una star di fama mondiale! La sua guardia del corpo, Kenny Hamilton, gli propone di stare per un pò a casa da lui..farà in modo che i paparazzi non lo disturbino! Justin accetta ma non è a conoscenza della nipote di Kenny: Hilary!
Hilary ha 18 anni e frequenta il liceo in cui è anche la giornalista del loro notiziario. Ha perso i genitori quando aveva circa 11 anni e da lì è andata a vivere con lo zio Kenny e la zia Alicia. Si ritroverà a dover condividere la casa con Justin Bieber, la pop-star amata da milioni di ragazzine! Peccato, però, che lei non rientri in questa categoria..o almeno, non per ora..!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Kenny, Scooter Braun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Hilary's Part*

Mi trovo in una stanza bianca, vuota. Mi sento leggermente stordita, sembra di stare in Paradiso.
Mi piace questo posto. Cammino e noto una porticina, l'attraverso e mi ritrovo su un prato enorme, il cielo è azzurro, di un azzurro bellissimo.
Ci sono molti bambini che giocano tra loro, coppiette giovani che si scambiano teneri baci, anziani che si tengono per mano, ragazze e ragazzi che scherzano fra loro. Ci sono tantissime persone, alcune di loro mi guardano mentre cammino in quel prato.
Noto più in là delle persone, uomini e donne, con delle ali bellissime, bianche, sembra tutto così realistico e allo stesso momento surreale.
Noto solo ora che ho un vestito lungo bianco, come tutte le ragazze, le bambine e le donne d'altrone. I ragazzi, i bambini e gli uomini invece portano una maglia lunga ed un pantalone lungo tutto bianco.
Siamo tutti a piedi nudi, c'è uno stato di pace e serenità assoluta quà dentro.
Guardo ancora quegli angeli e mi stupisco nel vedere che mi dicono di procedere verso di loro.
Una volta raggiunti mi sorridono.

"Chi siete?" chiedo confusa.
"Siamo angeli" risponde una donna con una voce gentilissima.
"Dove mi trovo?" chiedo poi.
"Sei in Paradiso" mi risponde un uomo, sorridendo.
"Vuol dire che..sono morta?" chiedo, piuttosto stupita.
"Non ancora, sarai tu a scegliere se morire o restare in vita" mi spiega un'altra donna, sorridendo.
"Vieni, il Signore ti sta aspettando" mi porge la mano un uomo.

Prendo la sua mano e all'improvviso mi ritrovo in un enorme stanza bianca con solo una scrivania vicino all'enorme finestra che affaccia sul giardino.
Noto una poltrona dietro la scrivania e capisco che c'è seduto qualcuno, ma è girato di spalle e non so chi è. Probabilmente è lui il Signore.

"Benvenuta" sento dire da quest'uomo.
"Grazie" rispondo. 

Non so cos'altro dire, trovo tutto molto strano.

"Non preoccuparti, ora ti spiego tutto" dice, come se avesse letto il mio pensiero.
"Leggi nel pensiero?" chiedo, corrugando la fronte.

Lui si gira, rivelandosi. E' un uomo sui trent'anni.

"Si, anche gli angeli possono leggere nel pensiero, è per questo che hanno capito che eri tu la nuova arrivata" mi sorride.
"Sei Dio?" chiedo.
"Si, ma preferisco essere chiamato Signore" sorride di nuovo.
Annuisco. "Perchè volevi vedermi?" chiedo, poi.
"Per spiegarti tutto. Siediti" dice schioccando due dita, facendo apparire una poltrona bianca davanti alla scrivania.

Mi siedo e aspetto che inizi a spiegarmi.

"Qual'è l'ultima cosa che ricordi?" chiede lui.
"Mi ricordo che una macchina mi è venuta addosso, una donna stava cercando di tenermi sveglia poi mi sono addormentata" spiego io.
Il Signore annuisce. "Non stavi dormendo, sei caduta in coma" mi rivela.
Sbarro gli occhi. "Cosa? In coma?" sono confusa.
"Si, la macchina ti ha fatto sbattere la testa troppo forte, tanto da farti cadere in un profondo coma" mi spiega.
"E' un sogno?" chiedo alludendo a tutto ciò.
"No, sei veramente qui. Anzi, la tua anima è qui, il tuo corpo è su un lettino di ospedale" mi spiega.
"Morirò?" chiedo impaurita.
"Solo se lo vorrai" mi dice calmo.
"In che senso?" chiedo, piegando la testa di lato.
"Dopo te lo spiegherò, ora sei qui per farti spiegare cos'è successo" mi dice.

Io annuisco aspettando che continui a parlare.

"Nel momento in cui hai chiuso gli occhi, l'ambulanza era arrivata. Ti hanno subito trasportata dentro ad essa ed infine ti hanno fatta entrare nell'ospedale su una barella con codice rosso, stavi già per morire." spiega lui.

Io non so che dire, sono sotto schock.

"Come dicevo, ti hanno operata subito, cercando di non farti entrare in coma, ma non ci sono riusciti" spiega poi.
"Avete deciso voi di farmi andare in coma?" cheido.
"No, sei stata tu a volerlo" rivela.
"Non è vero, io non volevo andare in coma" dico.
Lui annuisce. "Hai sempre voluto vedere i tuoi genitori, hai sempre detto che volevi vivere con loro" mi dice, con la sua solita voce calma.
"Ma non volevo morire, non ora che ho conosciuto tutte queste persone fantastiche" ribatto.
"Vieni con me" dice tendendomi la mano.

La prendo e mi ritrovo di nuovo nel prato, è come prima ma sono in un altro punto.
Noto una coppietta seduta su una panchina e dei bambini che giocano a nascondino. C'è una ragazza che legge, seduta sul prato, appoggiata all'albero.

"Cosa ci facciamo qui?" chiedo.
"Và da quella giovane coppietta" mi sorride e poi sparisce.
"Aspetta, perchè?" chiedo.

Ma lui è gia andato. Sospiro e mi dirigo verso la coppietta.

"Scusate il disturbo, il Signore mi ha detto di venire da voi" dico timidamente alla coppietta.

Loro alzano la testa.
Una donna sorridente, con dei lunghi capelli mossi castani, degli occhi color cioccolato e dei denti perfettamente bianchi ed un uomo estremamento bello, sorridente con dei capelli corti neri e degli occhi castani mi guardano.

"Mamma, papà" sussurro.

I miei occhi si riempiono subito di lacrime, mi sento il petto scoppiare.
Loro sono stupiti quanto me.
Si alzano e mi vengono in contro chiudendomi in un grande abbraccio.

"Hil" sussurra mia mamma.
"Come stai piccola?" chiede papà, acacrezzandomi la testa.
"Oh, ora che vi vedo sto benissimo. Non mi sentivo così felice da tantissimo tempo" dico, scoppiando in lacrime, abbracciandoli forti.
"Cosa ci fai qui, Hil? Cos'è successo?" chiede mia mamma, dirigendosi verso la pachina, seguita da me e papà.
"Stavo correndo in mezzo alla strada e una macchina mi ha investita" dico, sorridendo.

Anche se sto raccontando una cosa brutta, sono comunque felice, anzi felicissima.

"Abbiamo visto che hai conosciuto Justin" mi dice papà.
Io annuisco. "Si, ma non voglio parlare di me. Voglio parlare di voi. Come state?" chiedo, guardandoli.
Loro sorridono. "Stiamo bene, ma ci manchi così tanto mia piccola Hil" mi accarezza papà.
"Mi è mancato così tanto essere chiamata così" dico, piangendo.
"Non piangere piccola, ora siamo ancora insieme" dice mia mamma, sorridendomi, asciugandomi le lacrime.
"Forza, raccontaci cos'è successo in questi ultimi anni" mi dice mio papà, sedendosi meglio sulla panchina.

Sorrido, iniziando a raccontare dal giorno del loro incidente fino a poche ore fa.


*Justin's Part*

Siamo seduti in sala d'attesa da circa due ore, sono le 7.45pm. Ci hanno raggiunti anche Chanel e Rachel. Siamo tutti in pensiero per lei, il dottore qualche ora fa ci ha detto che è in coma, ma non ci ha ancora fatto entrare, stanno facendo le ultime analisi.

Dopo un quarto d'ora i medici escono di lì, prendendo strade diverse. Il dottore di prima esce per ultimo togliendosi la mascherina e i guanti, avvicinandosi a noi.

"Come sta?" chiede Kenny alzandosi.

Ci alziamo tutti e ci mettiamo dietro a Kenny, per sentire cosa dice il dottore.

"E' difficile da spiegare. E' ancora in coma, ma sul volto ha un espressione felice.
Non so perchè, ma non si muove, ha solo le labbra piegate in un sorriso. Ma non da segni di miglioramento" spiega il dottore, guardando la cartellina che ha in mano.
"Possiamo entrare?" chiedo io.
"Si, una alla volta per soli cinque minuti" dice.
"Justin, vai tu per primo" mi dice Alicia.
"Sicura? Non volete andare prima voi?" chiedo.

Kenny e Alicia scuotono la testa.

"Và prima tu" dice Kenny.
"Grazie" dico abbracciandoli, per poi entrare.

Apro la porta e trovo il suo corpo inerme sul lettino.
Ha attaccata addosso tantissimi fili collegati a vari macchinari e tubi.
Mi avvicino a lei, prendendo una sedia e sedendomi accanto a lei. Le prendo una mano, è fredda. Sembra quasi morta, ha un sorriso sornione sul viso, ma è bianca e fredda. Sembra morta. Piango, mi sfogo appoggiando la testa sul suo addome.

"Perchè sei uscita? Perchè non sei stata con me nel letto? Perchè hai corso in mezzo alla strada? Dovevi stare attenta, anzi non dovevi uscire di casa con quel brutto tempo. Per colpa della pioggia forte, quello che ti ha investita non è riuscito a vederti. Non sai quanto darei per essere al tuo posto, in questo momento. Per favore, esci dal coma, svegliati, ritorna da me, fra le mie braccia" dico in lacrime.

Alzo la testa dal suo addome e le stampo un bacio su quelle labbra fredde e scolorite.
Esco dalla stanza, asciugandomi le lacrime.

"Come sta?" chiede Kenny, alzandosi.
"E' fredda, bianca, sembra morta, è in uno stato bruttissimo" dico, riprendendo a piangere.

Noto che mio padre non c'è, si sarà portato via i bambini, dato che non ci sono nemmeno loro. Mi siedo accanto a mia mamma, che mi abbraccia, cercando di calmarmi.
Chanel e Rachel mi accarezzano la schiena cercando di darmi conforto. Chanel sta piangendo da quando è arrivata, Rachel ha lo sguardo perso, ma non vuole cedere e dimostrarsi debole.
Passiamo tutta la notte lì, tranne i miei genitori che tornano a casa per via dei bambini.

*Hilary's Part*

"Raccontaci di come hai conosciuto Justin, ora" esclama felice mia mamma.
Io rido. "E' successo per caso. Lui è una star di fama mondiale e voleva stare per un pò via dai riflettori e allora lo zio Kenny gli ha proposto di stare da noi" spiego.
"Come sta lo zio?" chiede papà, con gli occhi lucidi.
"Bene" dico sorridendo, facendogli una carezza. 
"Come siete passati dall'odio all'amore?" chiede mamma.
"Sinceramente l'odio era solo da parte mia, non da parte sua. Lo odiavo perchè pensavo fosse un montato, ma poi conoscendolo mi sono accorta che non era così" dico sorridendo. "Una volta mi ha..mi ha chiamata 'Hil' " sussurro, come se stessi dicendo una cosa vietata.
"Lo so, gli e l'ho sussurrato io" sorride mio papà.
"Tu? Eri lì?" chiedo stupita.
Lui annuisce. "Ogni volta che ti sentiamo soffrire vediamo da un enorme schermo cosa ti sta succedendo" spiega mamma.
"E come mai non sapevate che sarei venuta qui?" chiedo.
"Perchè il Signore ci ha voluto fare una sorpresa e noi gliene siamo davvero grati" dice papà, sorridendo al cielo.
"Vieni, andiamo a trovare i nonni" dice mamma, alzandosi.
"Sono qui?" chiedo, stupita.
"Si, andiamo" dice papà.

Mi alzo anche io, prendendo per mano i miei genitori. Sembrerò una bambina ma non mi interessa.
Passiamo il pomeriggio con i miei nonni materni e paterni, finchè non si fa sera.

"Dove dormite voi?" chiedo, curiosa.
"Noi non dormiamo, non mangiamo e non beviamo. La sera andiamo nel lago che c'è a pochi chilometri di qui a guardare le stelle" dice mamma sorridendo.
"Come vivete?" chiedo sgranando gli occhi.
"Non viviamo" ride papà.
"Ah, è vero. E' che mi sembrate così veri che mi ero dimenticata della vostra morte" faccio spallucce.
"Noi siamo veri, tu stai parlando con delle persone vere, finchè starai qui sarà tutto vero. Se deciderai di scendere di nuovo sulla terra allora potrai decidere se credere a tutto questo o no" dice mio papà.
"Aspetta, potrò scegliere?" chiedo, confusa.
"Il Signore ti spiegherà tutto domani, andiamo a vedere le stelle ora, è tardi" risponde papà.
"Sai, guardare le stelle, per noi anime, è come dormire, ad una certo ora si va a vedere le stelle fino al giorno dopo" mi spiega mamma, distendendosi sul prato, accanto ad un lago.

Io e papà facciamo la stessa cosa e noto che non siamo gli unici. 
E' rilassante guardare le stelle e non riesco a staccarmi, finchè non arriva giorno. Le stelle spariscono ed io riesco a staccare gli occhi dal cielo. Sembra che mi sono appena svegliata, guardare le stelle sembrava davvero come dormire.

"Buongiorno" mi dice mamma.
"Buongiorno" replico io, alzandomi.

E' una cosa stupenda vedere mia mamma e mio papà che ti danno il buongiorno.

*Justin's Part*

11 Dicembre 2013, New York

 
E' passato un mese, sono a casa ed Hilary è ancora in coma.
Sono disperato, non so che fare. Sento suonare la porta e mi precipito ad aprirla, ma noto che è il postino.

"Ho una lettera da consegnare per Hilary Hamilton" dice, leggendo il nome sulla lettera.
"La dia a me, sono il ragazzo" dico.
"Mi dispiace, devo darla a lei" si scusa l'uomo.
"Hilary è in coma e ,a meno che non vuole andare all'ospedale a consegnare una lettera ad un corpo che pare morto, le conviene darla a me" dico.
"Oh, mi dispiace, non lo sapevo. Tenga" dice.
"Arrivederci" dico, chiudendo la porta.

Apro la lettera e noto che proviene dalla scuola. E' un avviso che dice che domani la scuola riaprirà e che sarà accessibile a tutti.

"Kenny, è arrivata una lettera da parte della scuola" urlo.

Dopo poco Kenny scende e mi raggiunge in sala.

"Cosa dice?" chiede, sedendosi sul divano accanto a me.
"Domani la scuola verrà riaperta" informo.
"Dobbiamo andare ad avvertirli dello stato in cui si trova Hilary, così, nel caso si svegliasse, le sue assenze non faranno in modo di rimandarla e farle ripetere l'anno" dice Kenny.
"Quando andiamo?" chiedo.
"Adesso, va a prepararti" dice.

Mi alzo andando in camera mia, mettendo una maglia a maniche lunghe nera, attillata e dei jeans stretti, mi metto delle Supra nere e una giacca nera.
Non ho bisogno di sistemare i miei capelli, vanno bene così come sono.
Scendo al piano di sotto e trovo Kenny già pronto. Prendo il telefono e lo metto in tasca, diretto verso l'entrata.
Vado in macchina, con Kenny alla guida e dopo cinque minuti arriviamo a scuola.
Entriamo e noto che è completamente vuota, anche se sono le 9am. Ma è normale dato che l'inizio delle lezioni è domani.
Andiamo in segreteria e chiediamo di poter parlare con il preside.
Aspettiamo circa venti minuti e poi il preside ci dà il permesso ad entrare nel suo ufficio.

"Buongiorno, come mai siete qui?" chiede, una volta che ci siamo seduti.
"Abbiamo ricevuto la lettera con scritto che domani iniziano le lezioni" spiega Kenny. 
"Bene, qual'è il problema?" chiede il preside.
"Il problema è che mia nipote.." mi blocca.
"Oh, lei è la star mondiale allora?" dice riferito a me.
"Si, ma non siamo qui per questo" dico, guardandolo male.
"Siamo qui per avvertirla che Hilary Hamilton è in coma da circa un mese e che non sappiamo quando e se si riprenderà, volevamo chiederle di 'sospendere' le assenze, cosicchè se si rimetta non perderà l'anno" spiega mio zio.

Circa un'ora dopo usciamo di lì, il preside ci ha dato il consenso, non darà le assenze ad Hilary, finchè non si sveglia..se si sveglia.
Il telefono di Kenny squilla.

"Pronto?" risponde. "Arriviamo" dice poi. 

"Era l'ospedale, hanno novità da Hilary" dice affrettandosi a camminare verso la macchina.

Entriamo in macchina e sfreccia verso l'ospedale. Arriviamo dopo cinque minuti e ci precipitiamo dentro, al quinto piano.

"Dottore, ci ha chiamati dicendo che ha novità" lo richiamiamo, prima che potesse andarsene.
"Oh, siete già qui" dice il dottore. "Venite nel mio studio" dice poi, facendoci cenno di seguirlo.

Lo seguiamo ed entriamo nel suo ufficio, sedendoci sulle sedie avanti alla sua scrivania, mentre lui si siede sulla sua poltrona difronte a noi.

"Allora, stamattina sono arrivati dei risultati" dice prendendo dei fogli da una cartellina.

Li poggia sulla scrivania e ce li mostra.

"Questi sono i risultati delle varie analisi fatte in questo mese alla ragazza" dice indicando alcuni punti del foglio. "Ed in base a queste siamo arrivati ad una conclusione" dice.

Noi annuiamo, aspettando che parli.

"Le analisi sono negative, non c'è nulla di positivo, ciò significa che se la ragazza non esce dal coma entro stasera, non uscirà più"


*Hilary's Part*

Abbiamo passato solo due giorni insieme e già devo scegliere.
Il Signore mi ha portata con lui in una stanza bianca non molto grande.

"Allora Hilary, sei qui per scegliere il tuo futuro" mi spiega il Signore, guardandomi.

Schiocca le dita e il muro davanti a me si apre in due 'portali'. Dentro a quello di destra posso vedere i miei zii, la mia famiglia, Justin, insomma la mia vita da viva. Mentre in quella di sinistra vedo i miei genitori, i mie nonni e questo bellissimo posto dopo posso vivere per sempre felice, proprio come volevo.

"Devi sciegliere se vivere" dice indicando il portale a destra. "O restare qui quindi morire" dice indicando il portale a sinistra.
"Non posso tornare indietro, vero?" chiedo.
"No, appena varcherai uno dei portali non potrai più tornare indietro" dice.
Io annuisco. "Devo scegliere per forza adesso?" chiedo.
"Là sotto, nella vita reale, i medici ti hanno attaccato dei fili che ti permettono di rimanere viva anche se esci dal coma. Hanno detto a tuo zio e al tuo ragazzo che se entro stasera non ti sveglierai, morirai, quella macchina non potrà più farti tornare alla vita reale, quindi, si, devi farlo ora" spiega.
"Quanto tempo manca prima che io muoia?" chiedo.
Lui sospira. "Hai ancora due ore" dice.
"Posso passarle con i miei genitori? Prometto che prima della scadenza sarò qui a scegliere" lo supplico.
Lui sorride. "Va bene, ti chiamerò io quando sarà il momento" dice.

Gli prendo la mano e poco dopo mi ritrovo nel prato davanti ai miei genitori.

"Ho solo due ore per passarle con voi, poi devo scegliere se restare qui o tornare giù" spiego ai miei genitori, triste.
"Lo sappiamo Hilary, hai già deciso cosa scegliere?" chiede papà, accarezzandomi la testa.
"No, voglio stare sia qui che giù" dico, abbassando la testa. "Non posso portarvi con me giù?" chiedo guardandoli.
Loro sorridono leggermente. "No, piccola Hil" dice mamma, tristemente.
"Non preoccuparti, noi saremo sempre con te. Qualsiasi decisione prenderai noi saremo d'accordo con te" dice papà.
"Io non voglio lasciarvi" dico, abbracciandoli, lasciando che le lacrime mi rigano il viso.
"Nemmeno noi vogliamo, ma non possiamo costringerti a morire per restare qui, se vuoi andare, noi ti aspetteremo" dice mamma.
"Non voglio andare, voglio stare per sempre con voi" dico, stringendoli a me ancora più forte 


*Justin's Part*

Sono preoccupatissimo. Sono le 2pm. Siamo tutti in questa fottutissima sala d'attesa. Mancano due ore e se entro queste due ore Hilary non si sveglia, sarò vedevo ancora prima di sposarmi.
Decido di entrare in stanza. Hilary è ancora stesa su quel lettino, con tutti quei fili attaccati al braccio e alle mani.

"Ciao amore mio, sappi che mi stai facendo preoccupare tantissimo. Mi manchi, non puoi immaginarti quanto, quindi vedi di tornare da me entro le due ore, perchè ho capito che ti amo più di qualsiasi cosa e senza te morirei anche io. Mi manca il sapore delle tue labbra, la tua risata, i tuoi sguardi di rimprovero, il tuo corpo sul mio, il tuo viso accanto al mio la mattina, i tuoi 'buongiorno', il tuo amore, il tuo profumo, la tua voce, la tua serenità. Mi manca tutto cazzo, svegliati ti prego. Non puoi lasciarmi, dobbiamo stare insieme per sempre, ricordi?" scoppio a piangere, poi mi asciugo le lacrime, riprendendo a parlare. "Ti ricordi quando ancora non stavamo insieme? Quella volta nel parco, quando abbiamo cantanto la mia canzone 'Believe' ? Io me lo ricordo, è la prima canzone che abbiamo cantanto insieme" dico, sorridendo leggermente.

Inizio a cantare la canzone, sperando che mi senta.
[..]
Una volta finito scoppio a piangere di nuovo.

"Non credevo che avrei potuto tenere così tanto ad una ragazza. Torna da me, ti prego. Giuro che non avrò occhi che per te, non ti farò arrabbiare più, mi prenderò cura di te, ti farò felice, ti accompagnerò a trovare i tuoi genitori, per favore, torna" dico in lacrime. "So che probabilmente ti alletta di più la proposta di stare lassù in cielo, perchè si è felici, ma non puoi buttare la tua vita solo per stare con i tuoi genitori, non puoi rinunciare a vivere, non puoi" piango ancora più forte, accasciandomi al suo addome.

*Hilary's Part*

"Hilary, manca mezz'ora, voglio farti vedere una cosa vieni" dice il Signore, comparendo alle mie spalle.
"Posso portare anche i miei genitori?" chiedo.
"Si, ma non puoi portarli sulla Terra" dice.
Io annuisco. "Lo so" prendo la mano del Signore e mi ritrovo nella stanza bianca dove ci sono i portali.

Dopo poco accanto a me arrivano anche mamma e papà. 

"Sei ancora in come sulla Terra, vuoi vedere?" chiede il Signore.

Io annuisco. Tra i due portali si fa spazio una specie di video, sembra di vedere un film con il proiettore.

"Quella ragazza sul lettino sei tu, Hilary" dice il Signore, indicando la ragazza nell'ospedale.
"Sembro morta. Sono bianchissima" dice sgranando gli occhi.
Il Signore annuisce. "Questa invece è la sala d'attesa davanti alla tua camera" dice indicando poi, lo schermo.

Ci sono i miei zii, Justin, le ragazze, Jeremy, Pattie e persino i bambini.

"Sono tutti lì" dico.
"Kenny" sussura papà, guardandolo.
"Sono tutti in pena per te" aggiunge il Signore.
"Justin si sta alzando" dico io, guardando lo schermo.

Vedo che entra in camera mia e mi guarda per un pò, ha un viso tristissimo con gli occhi rossi. Chiude la porta e si siede sulla sedia vicino al mio letto.

"Ciao amore mio, sappi che mi stai facendo preoccupare tantissimo. Mi manchi, non puoi immaginarti quanto, quindi vedi di tornare da me entro le due ore, perchè ho capito che ti amo più di qualsiasi cosa e senza te morirei anche io. Mi manca il sapore delle tue labbra, la tua risata, i tuoi sguardi di rimprovero, il tuo corpo sul mio, il tuo viso accanto al mio la mattina, i tuoi 'buongiorno', il tuo amore, il tuo profumo, la tua voce, la tua serenità. Mi manca tutto cazzo, svegliati ti prego. Non puoi lasciarmi, dobbiamo stare insieme per sempre, ricordi?" scoppia a piangere, poi si asciugo le lacrime, riprendendo a parlare. "Ti ricordi quando ancora non stavamo insieme? Quella volta nel parco, quando abbiamo cantanto la mia canzone 'Believe' ? Io me lo ricordo, è la prima canzone che abbiamo cantanto insieme" dice, sorridendo leggermente.

"Fà così male vederlo in questo stato" dico, facendomi scappare delle lacrime.

Inizia a cantare la canzone 'Believe' ed io non riesco a trattenermi dal cantarla insieme a lui.
Appena finisce, riprende a parlare.

"Non credevo che avrei potuto tenere così tanto ad una ragazza. Torna da me, ti prego. Giuro che non avrò occhi che per te, non ti farò arrabbiare più, mi prenderò cura di te, ti farò felice, ti accompagnerò a trovare i tuoi genitori, per favore, torna" dice in lacrime. "So che probabilmente ti alletta di più la proposta di stare lassù in cielo, perchè si è felici, ma non puoi buttare la tua vita solo per stare con i tuoi genitori, non puoi rinunciare a vivere, non puoi" piange ancora più forte, accasciandosi al mio addome.

Quella specie di 'televisione' sparisce.

"Hilary, hai solo cinque minuti per decidere se restare qui oppure tornare giù" mi avverte il Signore.

Mi giro verso i miei genitori, supplicando aiuto con lo sguardo.

"Non possiamo dirti niente Hil, non possiamo decidere per te" dice papà.
"Segui il tuo cuore, mia piaccola Hil" dice mamma.

Ho deciso, sorrido a loro e mi avvio verso il portale di sinistra. Perderò tutto ciò che ho là sotto, sofriranno, ma mi dimenticheranno.

"Perdonatemi se potete" sussurro in direzione dei miei zii, di Justin, delle ragazze e della famiglia Bieber.

"Hil, sei sicura?" mi chiede papà, fermandomi prima che io possa mettere un piede là dentro.
Annuisco. "Si, voglio stare con voi" dico sorridendo.
"Hil, pensaci, ti prego. Noi ti aspetteremo per sempre" dice mamma.
"Hai solo due minuti" mi avverte il Signore.

Sono decisa, non voglio tornare indietro, voglio restare lì con loro, per sempre.
Metto un piede dentro e vedo che diventa trasparente.
Inizierò la mia nuova 'vita' qui, con i miei genitori, abbandonerò la Terra per sempre.

*Justin's Part*

Sobbalzo sentendo la porta che si apre. Entrano tutti seguiti dal dottore e da due medici.

"Ragazzo, rimangono cinque minuti, poi la macchina non potrà più funzionare" mi avverte il dottore.

Tutti noi scoppiamo a piangere.

"Non può fare nient'altro?" chiedo in lacrime, posizionandomi davanti al dottore.
"Mi dispiace, abbiamo fatto di tutto, ma lei non vuole tornare tra noi" dice triste. "Ha ancora due minuti" dice poi guardando l'orologio al polso.

Vado di nuovo accanto ad Hilary.

"Per favore, ritorna! Mia piccola Hil, ritorna" le sussurro in lacrime.

"Ora del decesso: 4.56pm" detta il medico ad un ragazzo lì accanto.

Mia mamma mi alza dal corpo di Hilary, stanno tutti piangendo disperati, io sto morendo dentro.

"Condoglianze" dice il dottre a Kenny e Alicia.

Rachel scoppia a piangere dopo un mese e Chanel sviene. Papà porta via i bambini dalla stanza, mentre mamma piange insieme a me.
Il dottore va vicino alla macchina e toglie l'unica cosa che la fa stare in vita.

"No, per favore, non fatelo, vi prego" urlo, cercando di andargli in contro.

Ma Kenny mi tiene per le braccia, in modo da non farmi muovere da lì.

"Lasciami, non staccate la spina, non fatela morire del tutto, per favore" continuo ad urlare.

Il dottore stacca le flebo dal braccio di Hilary, poi stacca la spina e la macchina del cuore inizia a fare un bip sordo, finchè anch'essa non viene spenta.

*Hilary's Part* 

Sto per entrare dentro, ho una gamba dentro. Metà del mio corpo ha già attraversato il portale, diventando trasparente.
Improvvisamente nella stanza risuona la voce di Justin, che distrae tutti.

"Per favore, ritorna! Mia piccola Hil, ritorna" le sussurra, ma sembra che le stia urlando.

Mi ha chiamata 'Piccola Hil', come fanno i miei genitori, non posso lasciarlo.
Mi ritiro velocemente indietro dal portale.

"Hilary, hanno staccato la spina" dice il Signore.

Noto che sono trasparente, ormai sono morta.

*Justin's Part*

E' morta, non c'è più nulla da fare. Sono accasciato a terra, fuori dalla sua stanza. I dottori sono ancora dentro, voglio morire, immediatamente. Gli altri sono seduti, non riescono a smettere di piangere, proprio come me. Non vedo nulla, ho gli occhi appannati, pieni di lacrime, il viso bagnato.

L'unica mia ragione di vita è morta e non potrò più rivederla. Mai più.

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-SPAZIO AUTRICE-
Salve ragazze, come state?  
So che il capitolo è corto ma serve così, per lasciarvi in sospeso, scusate :3
Comunque, spero vi piaccia almeno un pò da spirgervi a lasciarmi un vostro parere.
Mi sono sentita in colpa a parlare di Dio senza un motivo davvero valido legato alla religione :( (si, sono credente)
Anyway, ringrazio le ragazze che hanno recensito il capitolo precedente e la storia in generale, chi l'ha aggiunta tra le preferite, tra le seguite e le ricordate.
Vi ringrazio di cuore per seguire la mia storia e vorrei chiedervi se potreste passare anche dall'altra mia storia "Killer Girl" :D
Detto ciò, aggiorno a 4 recensioni!

Vi amo,Sere <3

 
  
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