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Autore: Chamelion_    17/06/2008    4 recensioni
Sembra che ci sia poco da sapere, quando in realtà c’è un mondo da dissotterrare, scavando nella realtà della prostituzione. Siete tutti molto bravi a darmi della puttana; ma che ne sapete voi di quello che c’è dietro? Cosa pretendete di sapere della mia vita? Forse credete di sapere. E invece non sapete.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sembra che ci sia poco da sapere, quando in realtà c’è un mondo da dissotterrare, scavando nella realtà della prostituzione. Siete tutti molto bravi a darmi della puttana: non costa nulla e immagino dia una qual certa soddisfazione, la stessa soddisfazione che si trae dall’ingiuriare o compatire chi soffre, soltanto per potersi poi rallegrare della propria fortuna; ma che ne sapete voi di quello che c’è dietro? Cosa pretendete di sapere della mia vita? Leggere due righe sul quotidiano non basta perché vi arroghiate il diritto di giudicarmi. Forse credete di sapere. E invece non sapete.
Alcune persone scelgono volontariamente questa merda, per mancanza di volontà di fare altro; io disprezzo queste persone: sputano in faccia a quelle altre che, come me, ci sono state costrette.
Immaginatevi un freddo lunedì sera: siete probabilmente a casa vostra, in salotto, sdraiati sul divano a guardare qualche stupido film americano. E io? Io sono là fuori, al freddo, con un fuocherello acceso alla meglio come unica fonte di calore. Che faccio? Ovvio, aspetto il prossimo che passa di qua. Ma sapete una cosa? Stanotte né questo fuoco esiguo, né tantomeno le braccia dell’uomo con cui starò, saranno sufficienti a riscaldarmi. Freddo, nel corpo che metto ignobilmente in mostra, e nel cuore. Qualcuno se lo ricorda che ho un cuore?
Ogni giorno io mi guardo allo specchio: vedo il mio corpo e sento che non mi appartiene… e lo odio da morire. Avverto la vergogna marchiata a fuoco su di me, me la sento addosso, e non me ne posso liberare. Potete immaginare che cosa significhi? Io non saprei dire quante mani abbiano toccato questo mio corpo, ma di certo nessuna l’ha mai fatto per amare. Mi viene da percuotere il mio cuore, per punire me stessa, forse perché non ho combattuto abbastanza; sono ancora troppo giovane per vedere l’inferno, eppure ci sono dentro, ed è un dolore che mi corrode la pelle.
L’annientamento di una dignità, la morte di essa, che si concretizza nelle cicatrici corporee, segno di un pudore violato e di un’identità cancellata. Ecco: questo è ciò che sono, ciò che scorre nelle mie vene, e ve l’assicuro: non è cosa che si legge sui giornali.
Una volta qualcuno mi ha detto: “Amare ed essere amata è un tuo diritto; vivere sta solo a te: loro non ci possono fare niente, se ne fregano. Abbi fiducia: un giorno capiranno, e ti scioglieranno da questa condanna”.
Queste parole sono vive in me e mi danno la forza di sperare, anche in notti fredde e desolate come questa. Ma non sono e non saranno le parole a risollevarmi da terra: sono loro che hanno il potere di liberarmi, ciononostante mi costringono a rimanere in ginocchio, a subire. Loro, che custodiscono le chiavi della mia prigione; ma non le usano, anzi fingono di non possederle, in modo che nessuno possa accusarli di negligenza.
A volte ci si dimentica di me, eppure sono solo una delle tante.
Fermatevi un istante: che cosa state facendo in questo momento? Guardando la televisione? Ascoltando la musica? Studiando? Ridendo?
E io? Io sono sempre qui. E aspetto il prossimo che passa di qua…
























Note dell'autrice:
Questa sorta di monologo è il rimaneggiamento del testo di una canzone che ho scritto, di cui trascrivo il testo, almeno quelle parti che non emergono dallo scritto... già che ci sono ^^.



"Right to love"

[...]
Life is cruel to you:
it forces you to sell your own body.
You can't cry, you can't shout:
you're oblidged to accept all this shit,
while people think you're just a sinner,
covered with shame.
I'd like to see them if they had to do what you do.
I'd like to see what they'd do if they were you.
It's your right to love and be loved in return.
They can't help:
to live is all up to you.
Don't stop looking at that horizon,
and one day, you'll see,
one day you'll be free,
one day they will understand that to be born woman
must be not a conviction.
Dry your tears and look ahead.
[...]
They've got the power to set you free,
they just don't care a bit,
they keep you down on your knees.
It isn't right that someone who doesn't suffer like you judges you,
don't let 'em do that:
stand still right up.
You should know that you're beautiful
and that you deserve
just the same that everyone deserves:
the right to be loved.
If we are men worth of this name,
then what are you doing still there on that street?
[...]
One day they will stop giving a damn,
they're gonna care,
save you from this conviction,
but today you're still a slave.
Oh yes, today you're still overthere,
outside in cold with some tears falling behind your eyes,
awaiting the next one who passes by...
  
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