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Autore: Antonio_XXX    13/02/2014    1 recensioni
2001,Idris. I due cacciatori più famosi di Idris , Harry ed Anne ebbero un bambino, Malik. In quei tempi le cose non andavano bene nel Mondo Invisibile. L’arrivo di tutti quei demoni era un serio problema. Malik nacque in un periodo buio per i cacciatori, non era sicuro farlo crescere nel Mondo Invisibile, così Harry e Anne decisero che la cosa migliore fosse che il bambino crescesse tra i mondani al sicuro dai demoni. “Malik ha qualcosa di speciale, bisogna proteggerlo” questo fu il consiglio dato dai Fratelli Silenti ai due cacciatori. Malik fu affidato ad un orfanotrofio mondano. Poco tempo dopo Harry e Anne morirono nel modo migliore per un Nephilim, combattendo i demoni. Sono passati tredici anni, Malik non ha mai conosciuto i suoi genitori e ha vissuto la sua infanzia in un orfanotrofio, è sempre riuscito a cavarsela da solo ed ha tenuto sempre duro. Ha appena compiuto i suoi tredici anni e sta per lasciare il suo orfanotrofio per andare a vivere da un’altra parte ed essere affidato a un tutore.
Questa è la mia prima fan fiction spero vi piaccia, date un occhiata non ve ne pentirete
Genere: Avventura, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3.
Quel giorno Malik si svegliò di buon umore,non aveva mai dormito in un letto così tanto comodo. L’odore di caffè riempiva la stanza, e dalla finestra giungevano i rumori mattutini delle auto e clacson. Malik si alzò dal letto, e sul comodino notò che qualcuno gli aveva portato la colazione, c’erano un caffè, un cornetto e una lettera. Prese il vassoio e lo posò sulla scrivania, sedendosi. Aprì la busta e l’odore d’inchiostro gli invase le narici, stese la lettera e iniziò a leggere.  “Buongiorno, mi sono preso il permesso di portarti la colazione. Dentro la busta c’è una mappa dell’Istituto io sono nell’armeria raggiungimi lì, Jace"  Quindi Jace aveva lasciato quella lettera insieme alla colazione, chissà mai il perché di tutta questa gentilezza. Malik fece colazione velocemente e svuotò la valigia. Aprì l’armadio e c’erano già delle stampelle, ne prese un paio e iniziò a metterci sopra alcuni vestiti, prese alcuni paia di anfibi e scarpe da ginnastica sul fondo dell’armadio, poi ne riprese un paio insieme a dei vestiti e solo allora si rese conto di aver dormito con i vestiti addosso. Prese la mappa nella busta. C’era la piantina dell’Istituto, un bollino rosso dove era situata la sua stanza e a destra del foglio c’era la leggenda. Visualizzò l’armeria e con il foglio davanti agli occhi si diresse verso essa. Prima arrivò in cucina, poi nella sala della musica, poi all’ingresso e di nuovo nella sua stanza, insomma si perse, ma l’ultima fu quella buona, trovò finalmente l'armeria. << Finalmente, ti sei perso? >> Jace ripose la sua spada angelica a terra sospendendo il combattimento contro Isabelle << Diciamo che ho visitato un paio di posti, okay mi sono perso >> disse rassegnato provocando la sonora risata di Jace << Fa ridere così tanto? >> disse seccato Malik << Sì, avevi anche la leggenda come hai fatto a perderti ? >> domandò ancora ridendo Jace << Non è colpa mia, io seguivo il percorso ma poi mi trovavo in un posto differente >> anche Isabelle si lasciò andare a una sonora risata che fece arrabbiare ulteriormente Malik e Jace  notandolo iniziò scusandosi subito << Dai scusa, però devi ammettere che è divertente >>. Improvvisamente una freccia partì dall’ombra della grande sala,sfiorò la testa di Jace, tagliandogli una ciocca, mentre proseguiva decisa verso la testa di Malik. La freccia era a pochi centimetri dalla testa di Malik che istintivamente alzò una mano preparandosi al dolore della freccia sulla mano, ma sorprendendo tutti la freccia cadde sul suolo spezzata. Dall’ombra s’intravide la figura Alec con un arco tra le mani e un’aria piuttosto soddisfatta. << Ma sei impazzito? Volevi per caso ucciderlo? >> Jace infuriato raggiunse Alec che intanto non aveva cambiato espressione << Sta calmo! Volevo solo dimostrare il dono che ha, hai visto che la freccia si è spezzata quando ha alzato la mano >> rispose Alec con una tranquillità fuori dal normale, facendo infuriare ulteriormente Jace << E se i suoi poteri non si fossero ancora sviluppati? Sarebbe morto >> disse Jace stringendo i pugni << Ho corso il rischio >> disse sarcastico Alec ma senza aspettarselo Jace gli sferrò un pugno sulla guancia destra facendolo balzare all’indietro. Malik corse subito spaventato verso Alec che intanto era rimasto a terra senza parlare << Alec! Tutto bene? >> domandò spaventato, Alec aveva il sangue che gli colava dalla bocca e più cercava di parlare più fuoriusciva << Prendete un fazzoletto o qualcosa di simile, sta sanguinando troppo >> disse Malik preoccupato aiutando ad alzare Alec insieme a Isabelle che lo portò da qualche parte, probabilmente in infermeria. << Era necessario? Stavi per rompergli i denti! >> disse Malik infuriato << Poteva ucciderti! >> esclamò Jace seccato con lo sguardo basso << E perché la freccia si è spezzata? Non l’ho toccata ho solo alzato la mano >> domandò Malik serio << Tuo padre era un grande Nephilim specializzato nell’arco, con una runa riusciva a controllare le frecce e tu sei nato con quella runa,  dovresti averla sulla spalla  >> spiegò Jace. Malik rimase sconvolto, come poteva una persona controllare le frecce? Era sovrannaturale, come tutto quello che stava vivendo << Adesso devo andare >> Malik sconvolto lasciò l’armeria dirigendosi verso le camere, dimenticò la mappa e presto notò che si era perso. Dopo vari corridoi si ritrovò in uno meno illuminato rispetto agli altri, dove il sole non batteva. Malik ormai senza forze si accucciò a terra, isolandosi. Appoggiò la fronte sulle sue ginocchia sperando che ben presto qualcuno lo trovi. Passò un’ora e nessuno riuscì a trovare Malik che ormai si rassegnò pensando che sarebbe morto in quel posto. Ma mentre provava a scacciare quei pensieri il suono di una porta appena chiusa fece scattare Malik in piedi. C’era un ragazzo che lo guardava curioso, dall’ombra si avvicinò sicuro, avevo i capelli così chiari da sembrare bianchi e degli occhi di un nero intenso, il prototipo perfetto di pericolo secondo Malik che solo al pensiero rabbrividì cercando di nascondere quel timore << Chi sei? >> domandò Malik pronto a scappare << Tu chi sei? Io ci abito qui e non ti ho mai visto >> rispose il ragazzo posando le mani lungo la gamba dove probabilmente aveva un’arma << Io sono Malik e sono appena arrivato ma mi sono perso! >> >> confessò Malik << Potevi dirmelo prima, io sono Sebastian! >> disse espirando pesantemente come quasi rassicurato da quella scoperta << Vieni ti porto in cucina, avevo giusto un po’ di fame >> disse iniziando a camminare, senza notare che Malik era rimasto sul suo posto fissandolo incredulo del suo cambio di umore, Sebastian si voltò e notò Malik fermo come una statua << Vieni o vuoi rimanere ancora qui? >> Malik al solo pensiero avanzò velocemente verso Sebastian. S’incamminarono per vari corridoi fino ad arrivare in cucina, riconobbe la grande porta ed entrarono. Malik riprese a respirare normalmente quando notò che Jace era in cucina ruotando intorno al tavolo e di tanto in tanto passandosi una mano fra i capelli. << Sono qui! >> disse Malik divertito << Oh, ma dove diavolo eri finito? >> chiese preoccupato Jace correndo ad abbracciare Malik senza preoccuparsi della sua reazione, Malik non si mosse imbarazzato da quella reazione ma stesse in silenzio fino a quando l’abbraccio si fece più intenso e quasi soffocava ma fu salvato da Sebastian prima di chiudere definitivamente gli occhi e raggiungere l’aldilà << Così lo soffochi! >> disse Sebastian scostando per una spalla Jace che si scusò << Scusa, ero davvero preoccupato! >> disse Jace ritornando a sedersi. Sebastian uscì senza dire una parola dalla cucina, e Malik capì che non era un tipo di molte parole. Jace accese la tv, sgranocchiando dei cereali dal cartone. Malik era di spalle alla tv e notò che lo sguardo di Jace si fece cupo, si voltò e il telegiornale portava una notizia scritta in sovrimpressione “Attacco all’orfanotrofio di New York” Malik si sentì il cuore in gola, iniziò a sudare freddo e istintivamente Jace alzò il volume. La telecronista era appostata proprio fuori l’orfanotrofio, era proprio quello di Malik. Sullo schermo era appena apparsa Rachael, dormiva nella sua stessa camera, era la più temuta dell’orfanotrofio e tutti i ragazzi avevano paura di lei, una vera e propria bulletta. “Erano tre uomini, tutti avevano un cane, sono entrati nella stanza e cercavano un bambino, ci minacciavano di morte se non gli dicevano dove era” disse la ragazza intervistata dalla giornalista “Chi era il bambino?” domandò la giornalista “Malik, viveva qui ma adesso è stato adottato” a Malik parve come se le gambe avessero perso la forza per mantenerlo in piedi nonostante fosse seduto “Come mai cercavano proprio questo ragazzo?” domandò la giornalista rivolgendosi a suor Angela  “Non lo so, è sempre stato un bambino riservato mai dato fastidio a nessuno. Non aveva niente di speciale non so perché cercassero proprio loro” disse suor Angela mentre alle spalle Malik riconobbe alcuni compagni di stanza che rassicuravano i più piccoli, riconobbe molte persone ma ne intravide anche molte nuove “Con questo è tutto, linea allo studio” Jace spense la televisione e l’unico suono che si sentì fu quello del telecomando che poggiava sul tavolo, per il resto nessuno riusciva a parlare. Isabelle entrò ansiosa nella stanza rompendo quel silenzio frustante che si era creato <<Avete sentito? >> disse Isabelle con il fiatone seguita da Alec << Magnus mi ha chiamato, sta arrivando! >> disse Alec entrando nella stanza e sedendosi di fianco a Malik, dandogli una pacca amichevole sulla spalla cercando in qualche modo di rassicurarlo, ma con scarsi risultati. Anche Isabelle occupò posto accanto a Jace che batteva le dite nervosamente sulla tavola << Perché mai cercavano proprio te? E poi chi può mai essere così crudele da attaccare un orfanotrofio? >> domandò ad alta voce Jace poi incrociò gli sguardi di Alec e Isabelle e si fece ancora più serio << Valentine! >> dissero assieme. Chi era Valentine? E cosa voleva da Malik? Milioni di domande risuonavano nella mente sconvolta di Malik, poi qualcuno aprì la porta, era Magnus.  << Malik stai bene? >> domandò Magnus senza neppure salutare, Malik appena udì la sua voce, si alzò velocemente dal suo posto e corse ad abbracciare Magnus. Tra le sue braccia si lasciò andare a un pianto straziante provando a trattenere le lacrime ma senza riuscirci, anzi più cercava di trattenerle più piangeva. << Non preoccuparti, sei al sicuro non ti succederà niente, vedrai! >> sussurro Magnus all’orecchio di Malik, le sue parole cercavano di confortarlo, ma il tono di voce lo ingannava terribilmente, anche lui infondo era molto preoccupato. Malik infine si staccò da Magnus e si asciugò velocemente le lacrime con la manica della maglietta. << Vieni ti accompagno in camera tua >> disse Alec alzandosi e conducendo Malik per i lunghi corridoi dell’istituto. Dalla cucina fino alla sua camera Malik tacque senza neanche sospirare, non aveva la forza di fare qualunque cosa, era sconvolto e Alec sembrò capirlo, infatti non proferì parola, una volta accompagnato nella sua stanza lo lasciò solo.
Malik si stese sul suo letto, ancora sconvolto. Chi era questo Valentine? Che cosa voleva da Malik tanto da distruggere un orfanotrofio? Chi poteva essere così crudele da arrivare a fare tanto? Malik ripensò a tutte quelle persone che lavoravano in quel posto, Abbey, Madison, Robert, Alan, Kevin, Joseph e tutti i bambini più piccoli. Tutti avevano sofferto perché uno spietato lo stava cercando. Malik si addormentò, sperando che al suo risveglio tutto quel dolore sparisse.
                                   


Angolo Autore.
Ciao a tutti, ed ecco il terzo capitolo. Come promesso ho cercato di fare il più velocemente possibile, spero vi piaccia e che riceva molte recensioni, come ho già detto sia positive sia negative, mi aiutano egualmente,un bacio.

 
  
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