Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: CrazyFantasyWriter    13/02/2014    2 recensioni
Mi chiamo Cristina, ma provate a non chiamarmi Cris e vi troverete con la testa spiaccicata al muro. Vivo a Milano, ho diciotto anni e adoro immensamente Michael Holbrook Penniman Jr. Non mi piacciono solo le sue canzoni, mi piace anche la sua personalità, il suo carisma... il suo essere pazzo. Mi chiedete se l'ho conosciuto di persona? Si, non so ancora se per mia fortuna o per mia sfortuna, sta a voi decidere. Volete davvero leggere di come mi sono ritrovata a casa di Mika, di come ho scoperto di essere innamorate di lui, di come lui ha imparato a leggere Dante e di come insieme abbiamo ammazzato le giornate di noia totale? Ehm... si, anche Mika ha dei momenti di noia, pochi, ma anche lui li ha.
Bene, se siete sicuri, ma solo se lo siete veramente andate avanti.
Che la pazzia contagi anche voi!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2-Happy ending

Mika mi ha fatto segno di seguirlo e io non ho potuto fare altro che obbedire. Siamo arrivati davanti ad una porta scura e io non ho ancora avuto il coraggio di alzare lo sguardo per guardarlo un'altra volta. Ho paura che non sia lui, devo ammetterlo. Ho paura che la persona che sto seguendo sia solo uno stronzo che mi ha rotto il cd e ora mi vuole portare a casa sua.

Quando lui entra tentenno un po', ma poi lo seguo. Saliamo un piano ed entriamo nel suo appartamento.

“Permesso” dico.

Lui mi guarda strano e ripete:

“Permesso?”

In questo momento mi accorgo che il mio inglese fa proprio pena, come si dice permesso? Siccome non trovo una risposta sorrido e basta.

Lui mi conduce fino alla cucina e mi lascia lì. Mi sembra strano che uno come Mika porti un ospite in cucina, ma se pensi che sono una perfetta estranea la cosa è più che normale.

Mi guardo intorno.

La cucina dell'appartamento che divido con le altre ragazze è quasi il doppio di questa e di certo ci sono molti più attrezzi per cucinare. Mika non dev'essere uno che cucina, forse ha una donna di servizio... allora perché non è qui?

Mika torna con una maglietta asciutta e due cd.

“Ecco, scusa per il tuo”

Rimango stupita.

“Cos... tu... tu parli italiano?”

Lui sorride.

“Poco” risponde con un accento buffo.

“Bé... grazie, ma... non dovevi”

“Cambia maglia” mi dice ed esce dalla stanza.

Io spiego la maglietta che mi ha portato. Dev'essere sua, perché ha stampato un papillon e delle bretelle, è di certo maschile. Quando la metto mi rendo conto che mi arriva alle ginocchia, ma non mi importa. Voglio solo togliere il disturbo, sono troppo stanca e la situazione mi sembra troppo assurda.

Esco dalla cucina e vedo che Mika è nella stanza di fronte alla mia.

“Ehm... io non volevo disturbare” dico imbarazzatissima, “Scusami. I cd...”

“Sono tuoi” mi dice uscendo dalla stanza e avvicinandosi a me.

“No, non... non posso accettarli” dico.

Lui invece cerca in tutti i modi di mettermi quei cd in mano.

“Grazie” dico con un sospiro.

Lui alza le spalle.

“Perché was you so...”

“Era una cosa speciale” dico e senza che possa evitarlo gli occhi mi si riempiono di lacrime.

“Io... c'è scritto the best of Mika ho pensato che forse sono le canzoni che ti piacciono di più and then...” mi spiega, “Prendi”

“Non posso” dico ancora e vado verso l'uscita, “Davvero, no... ti porto la maglietta domani mattina sul tardi. Grazie di tutto”

E così esco, senza dargli tempo di dire qualcosa.

Corro fino a casa. Ha finalmente smesso di piovere, devono essere quasi le nove.

Quando entro tutte mi assalgono preoccupate.

“Che fine hai fatto?” mi chiede spaventata Stefany.

Greta mi prende la borsa dalla mani e Georgia mi guarda scioccata.

“Da dove arriva quella maglietta?”

Io ho la forte voglia di scappare, ma mi trattengo e spiego tutto alle mie coinquiline.

“Ok” dice Stefany alla fine del mio racconto, “Di cosa ti sei fatta Cris”

Io scoppio a ridere, ma le altre tre sembrano serie.

“Ragazze è successo veramente!” esclamo.

“Si, proprio come quella volta che avevo raccontato di aver baciato Liga alla fine del suo concerto... ero ubriaca marcia, Cris!” commenta Greta.

“Oh... è diverso, era davvero Mika. Vi sembra che la maglia sia mia?”

“Si, ma allora dove l'hai incontrato?” si inserisce Georgia, “In ufficio?”

“No” rispondo seria, “Se lui fosse stato lì forse non sarei stata licenziata, ma... adesso basta domande, ok?” aggiungo leggermente seccata.

Le ragazze mi guardano ognuna preoccupata in modo differente.

“Vado a dormire” e così mi alzo e vado nella camera che divido con Georgia.

Lei è la più normale fra le tre.

Noi quattro, anche se ci conosciamo solo da due settimane formiamo un quartetto abbastanza vario.

Georgia, l'attrice calabrese: è simpaticissima ed è la ragazza con cui ho legato di più. E' alta come me e ha i capelli scuri, come gli occhi che sono molto profondi. Studia teatro da un anno ed è la prima ad aver occupato la casa, molto probabilmente sarà l'ultima a lasciarla.

Poi c'è Stefany, la perfettina francesina: è una rompiscatole, devo ammetterlo. Non sta simpatica a nessuna, ma cerchiamo di sopportarla come possiamo. Fa un corso di Cake Design qui a Milano e torna in Francia fra una settimana. E' il tipo stereotipo della ragazza francese, le manca solo il basco rosso e il naso all'insù.

E dopo Greta, la sarta: è arrivata una settimana prima di me ed ha la mia stessa età. E' minuta e ha i capelli corti che la fanno somigliare ad una bambina, ma ha delle mani da fata, grazie alle quali ha ottenuto un posto da aiutante nel teatro in cui Georgia si esibisce la domenica.

E infine ci sono io, la poetessa, o almeno, è così che le altre mi hanno definita: amo scrivere e adoro la musica, ora però sono più confusa che mai e non vorrei mai lasciare questa casa. Il cd che si è rotto... cavoli quanto era importante per me. Mi ricordo ancora quando mio fratello me lo aveva dato, la mattina prima di partire. Era semplicemente una raccolta delle canzoni di Mika che mi sentiva spesso cantare, ma per me era speciale. Era uno dei pochi ricordi belli che avevo di casa e adesso è svanito.

Come se stesse sentendo i miei pensieri Gabriele mi invia un SMS proprio in questo momento.

Ciao sorellina, tutto ok?

Merda.

Non posso dirgli che ho perso il lavoro, non posso tornare a casa e fare una figuraccia davanti a mio padre. No, non gliela voglio dare vinta. E' colpa sua se sono venuta a Milano, perché lui odiava il fatto che io scrivessi. Aveva detto che non serviva a nulla inventare storie e pensava che tutti gli scrittori nati dal nulla, come la Rowling, fossero dei buoni a nulla che hanno fatto soldi con della carta straccia. Dire che mi ero sentita offesa era davvero poco. Ero stata umiliata così tanto da lasciare il liceo al quarto anno e partire per Milano, avevo anche un bel lavoro in prova e poi... puff.

Avete presente quella pozione dorata che Harry Potter prende nel sesto libro? Ecco, a me servirebbe una bella pinta di Felix Felicis in questo momento, così sì che le cose andrebbero bene!

Prendo l'mp3 e mi metto le cuffiette.

This is the way you left me, I'm not pretending. No hope, no love, no glory, no happy ending...



NOTA: Ciao!!! Ecco il secondo capitolo, fresco fresco. E' cortino, ma spero che vi piaccia lo stesso. Il terzo l'ho praticamente finito ed è lungo il doppio ;)
L'introduzione della storia è finita, dal prossimo capitolo entreremo nella storia e... indovinate un po'? Sarà il 18 Agosto, a voi le ipotesi... Vi dico solo che cambieranno un sacco di cose, perché appunto si salta un mese dal loro primo incontro.
Questo è stato un tantino noioso, perchè bisognava presentare meglio Cris, ma il prossimo sarà più entusiasmante.
Grazie mille per le scorse recensioni!

Alla prossima!
  
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