Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: CrazyFantasyWriter    11/02/2014    6 recensioni
Mi chiamo Cristina, ma provate a non chiamarmi Cris e vi troverete con la testa spiaccicata al muro. Vivo a Milano, ho diciotto anni e adoro immensamente Michael Holbrook Penniman Jr. Non mi piacciono solo le sue canzoni, mi piace anche la sua personalità, il suo carisma... il suo essere pazzo. Mi chiedete se l'ho conosciuto di persona? Si, non so ancora se per mia fortuna o per mia sfortuna, sta a voi decidere. Volete davvero leggere di come mi sono ritrovata a casa di Mika, di come ho scoperto di essere innamorate di lui, di come lui ha imparato a leggere Dante e di come insieme abbiamo ammazzato le giornate di noia totale? Ehm... si, anche Mika ha dei momenti di noia, pochi, ma anche lui li ha.
Bene, se siete sicuri, ma solo se lo siete veramente andate avanti.
Che la pazzia contagi anche voi!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1- Il meglio deve ancora venire

“Fa schifo” mi dice il mio capo, il signor Fusero, sbattendo il mio ultimo articolo sulla scrivania.

Io mi mordo il labbro, so di aver fatto il peggior lavoro di sempre. Avevo proprio la testa fra le nuvole oggi.

“Non ti posso prendere in queste condizioni”

“E' stato un errore imperdonabile... mi scusi, non lo farò più” cerco di giustificarmi, ma dai suoi baffi che tremano di rabbia so già cosa sta per fare.

“Sei fuori. Non me ne frega che il mese di prova non è finito. Non puoi screditare i cantanti dei Talent, non in questo periodo dove la musica vive di Talent Show. Chiara, Mengoni, Scanu... Noemi, Emma, la Amoroso... credi davvero che non abbiano talento? Credi davvero che ci sia solo una questione di soldi dietro Amici, dietro X Factor...”

“Non ho mai scritto questo e non ho nemmeno cercato di screditare i Talent, ho semplicemente scritto che la musica perde di valore per alcuni ragazzi che si presentano alle audizioni...” cerco di spiegare.

“Fuori!” esclama Fusero.

Io non posso far altro che alzarmi da quella maledetta poltrona a forma di disco in vinile accartocciato e andarmene via sbattendo la porta dell'ufficio e urlando un vaffanculo più che giustificato.

Fantastico. Primo lavoro a diciotto anni, primo fallimento. Non posso nemmeno tornare più in Piemonte, farei solo la figura della deficiente con mio padre, ed è quello che non voglio fare.

Resterò a Milano a costo di lasciare il mondo della musica e lavorare in una gelateria.

Raggiungo quasi di corsa quello stanzino buio che mi hanno affidato due settimane fa come ufficio, prendo la mia borsa e me ne vado senza dare retta a Silvia, la ragazza alla reception che mi dice qualcosa che non capisco.

Era la mia più grande aspirazione essere licenziata durante il mese di prova... cavolo... Scappo da quell'edificio che mi sta portando solo guai. Appena mi chiudo la porta alle spalle comincia a piovere a dirotto.

22 Giugno 2013 un giorno di merda da segnare sul calendario.

Comincio a correre come una pazza, ma è tutto inutile, sono le sei passate e sta già diventando buio, con la pioggia non riesco a vedere nulla.

Senza accorgermene mi ritrovo in una via stretta che non conosco.

Solo io potevo perdermi nel centro di Milano, solo io!

Scoppio a piangere, non posso evitarlo. Le lacrime mi rigano il volto, non so nemmeno dove sono finita, possibile che il sabato sera in questa via non ci sia nessuno?

Avevo appena formulato questo pensiero che qualcuno mi viene addosso facendomi cadere la borsa. Siccome non sono stata abbastanza sfortunata di oggi, mi escono dalla borsa dei fogli e un paio di cd che si bagnano tutti sotto la pioggia scrosciante.

Vorrei lanciare insulti di ogni genere al tizio che mi è venuto addosso, ma sono preoccupata di più dal cd diviso in due. Mi chino e spero che non sia quel cd, ovviamente è proprio quello. Lo prendo fra le mani mentre il ragazzo che mi è venuto addosso si premura almeno di coprirmi con il suo ombrello dicendo:

“Sorry”

“Vaffanculo!” esclamo, non mi importa che sia inglese, americano o ostrogoto, le parolacce in italiano le conosco tutti.

“Sorry” ripete il tipo.

Io raccatto i fogli e mi alzo.

“Lascia perdere” dico cercando di non piangere, “T-tanto non capisci...”

Lui non dice nulla, mi prende solo una parte del cd.

Io alzo lo sguardo e... non posso crederci. No, forse non voglio crederci, perché infondo questa era nata come una giornata di merda e trovarmi davanti il mio idolo mi sembra un miraggio.

Lui sorride notando la mia espressione, devo sembrare un ebete.

Mi sfrego velocemente la faccia e il cuore comincia a battermi cento, mille, diecimila volte in più del normale.

Capelli ricci e scuri, occhi marroni...

Sta ancora sorridendo e vedo i suoi incisivi un po' troppo grossi... E' lui. Sono sotto lo stesso ombrello di Mika, la persona che ammiro di più in assoluto, la colpa del mio trasferimento a Milano, la stessa persona che ha distrutto la cosa più cara che avessi.




NOTE:
Ciao a tutti, sono una Mikafreak da poco e ho provato a cimentarmi con questa ff. Cosa ve ne pare? Spero che recensiate, ditemi soprattutto se c'è qualcosa che non va.

Grazie a tutti per aver letto fino alla fine.

PS: posterò uno, due capitoli alla settimana e i prossimi saranno più lunghi.

Ciao!
  
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