Fanfic dedicata, in
primis, ad Izayoi007, per ragioni che sono troppe da scrivere qui (ora però
mantieni la promessa!), ma anche per darle la carica giusta per i suoi esami (daiii che sei forte!).
Dedicata a tutti quelli
che mi hanno sempre seguita qui nella sezione di TMM e che pazientemente mi
aspettano, un sincero grazie.
Dedicata, per ultimo, a
tutti/e quei/le Ryo là fuori, che aspettano che la loro Ichigo vada da loro per
renderli/e felici.
T’innamorerai…
T’innamorerai
Forse non di me
Starai ferma lì
E succederà da sé, da sè
-Ragazze… mi sono innamorata.-
Cinque teste si alzarono contemporaneamente al
suono di quelle parole.
-Dici davvero, Ichigo-chan? E di chi?- domandò
curiosa e felice Retasu.
Minto alzò gli occhi al cielo: -Retasu, se
Ichigo sta con Masaya, non potrà che essere lui, giusto?- guardò l’amica in
cerca di conferma.
Ichigo si tinse di rosa, guardandosi le mani
strette in grembo annuì lievemente.
Le altre tre sorrisero, incominciando a
chiedere particolari; tutte tranne una, Zakuro, la Mew lupo, che invece si girò
dalla parte opposta.
La parte dove un ragazzo con gli occhi di
ghiaccio e i capelli d’angelo stava seduto su di uno sgabello, incredulo a
quella notizia già aspettata, già conosciuta.
Si scambiarono uno sguardo, blu contro blu. E
Zakuro capì, di nuovo. Ma in fondo, l’aveva sempre saputo.
Ryo scosse la testa, schioccando la lingua.
Stupida ragazzina. Stupido lui.
Era consapevole che non avrebbe mai dovuto
illudersi. Eppure lui, sempre così freddo e razionale, l’aveva fatto. Ed ora,
il suo cuore si stava frantumando come uno specchio contro cui è stato lanciato
qualcosa di duro e pesante.
Scese dallo sgabello bianco, senza più degnare
di uno sguardo le cinque ragazze rumoreggianti, senza più incrociare gli occhi
di cioccolato felici che l’avevano incatenato.
Della libertà
Degli amici tuoi
Te ne fregherai
Quando t’innamorerai
Vedrai
-Ichigo, non puoi uscire nemmeno oggi?- Minto
rimproverò l’amica, le mani appoggiate sui fianchi, una borsetta piena di yen
da spendere in compagnia.
La rossa sospirò: -Mi dispiace, Minto-chan, ma
Aoyama-kun è tornato oggi dalla montagna e abbiamo già progettato di vederci!-
-Ti sta togliendo la libertà, lo sai?- osservò
pacata Zakuro, ravvivandosi i capelli –Ormai non fai altro che pensare ad
Aoyama, cucinare per Aoyama, uscire con Aoyama, fare compere con Aoyama, pulire
il fiume con Aoyama, eccetera.-
Ichigo la guardò stupita: -Beh, certo, Zakuro
onee-san! Io amo Masaya, e sarei disposta a fare di tutto per lui!-
-Già, anche snobbare le tue amiche…- bofonchiò
la Mew blu, incrociando le braccia al petto –Ma lasciamo perdere, Ichigo, non
ho certo intenzione di sprecare del tempo ad aspettare una popolana che perde
la testa per un semplice un uomo!-
La Mew neko fece spallucce, e la sua amica più
anziana continuò: -Guarda che amare un uomo non significa solo vivere
esclusivamente per e con lui!-
-Lascia perdere, Zakuro.- Ryo s’intromise in
quella conversazione –Lascia che Momomiya continui a fare il cane al
guinzaglio.-
Ichigo trasalì: non aveva mai sentito il
biondo rivolgersi a lei con parole così dure e cattive.
Si raddrizzò, afferrando la borsa: -Meglio
essere il cane al guinzaglio di una persona che ami, Shirogane, piuttosto che
la gatta al comando di una persona che odi.-
Sarà bello da guardare
Come un poster di James Dean
-Certo che quei due sono una bella coppia, mi
sembra, no?- osservò Retasu, stringendo al petto un vassoio.
Minto e Purin si voltarono verso Ichigo e
Masaya, seduti ad un tavolino in angolo.
-Quel che è certo è che Ichigo dovrà lavorare
almeno il doppio, visto che non sta facendo un accidente.- borbottò scocciata
la mora.
La Mew Gialla, invece, sorrise: -E poi,
Aoyama-kun non è nemmeno brutto!-
Minto alzò gli occhi al cielo: -Oh, per
favore, non ti ci mettere anche tu! Mi basta Ichigo, che ci riempie di Quanto bello Aoyama-kun, quanto è dolce Aoyama-kun,
quanto è intelligente Aoyama-kun!-
Le altre due sorrisero, quando il richiamo di
Ryo le fece ritornare a lavorare.
Sarà dolce la paura
Sganciandosi i blue jeans
Ichigo entrò timidamente nella cucina, dove
Ryo era intento a leggere alcune carte dall’aspetto importante.
Prese un grande respiro e mormorò:
-Shirogane-kun… posso chiederti una cosa?-
Lui borbottò in risposta, così la Mew rosa si
sedette davanti a lui.
-Allora, Ichigo?- esclamò lui dopo un po’, non
sentendo arrivare una domanda –Sarei un po’ impegnato!-
Diventando dello stesso colore dei suoi
capelli, la ragazza fissò le mani strette in grembo e sussurrò: -Shirogane-kun…
com’è la prima volta?-
Ryo abbassò di scatto i fogli che teneva in
mano: -Cosa?!-
Ichigo lo guardò da sotto la frangia: -Hai
capito benissimo.-
-E perché lo chiedi a me?-
-Beh, perché… perché…- la Mew neko, se
possibile, arrossì ancora di più –Oh, insomma, a chi altri potevo chiedere?!?-
Il biondo sgranò gli occhi poi,
incredibilmente, scoppiò a ridere: -Oh, Ichigo, sei proprio incredibile!-
Lei sorrise, senza avere il coraggio di
guardarlo, ed insistette: -Allora, mi puoi, ehm… raccontare?-
Ryo sospirò, si passò una mano tra i capelli e
si appoggiò con i gomiti sul tavolo: -Forza. Cosa vuoi sapere?-
Sarà grande come il mare
Sarà forte come un dio
Minto appoggiò stancamente il gomito sul
tavolo, e poi il viso sulla mano: -Da quando è finita la missione ed Ichigo ha
scoperto la verità su Aoyama, è ancora più insopportabile. Non so per quanto la
potrò reggere…-
Retasu ridacchiò: -Minto, è successo più di un
anno fa, ormai!-
-Appunto! E quella cretina continua a parlare
del suo bel Cavaliere Blu!! Aah, perché non è rimasta a Londra ancora un
po’??-
-Perché altrimenti nessuno avrebbe più pulito
il locale e saremmo falliti.-
La Mew blu si girò: -Oh, sei sempre simpatico
e gradevole, Ryo.-
Ryo sorrise appena: -Minto, lo sappiamo tutti
che schiavizzi Ichigo per farla pulire!-
Mentre Retasu nascondeva altre risatine, la
mora sbuffò e ritornò a guardare l’amica dai capelli rossi: -Finché funziona…-
Anche il biondo rise di nuovo: -Giusto. Finché
funziona. Ma ora al lavoro, forza, i clienti aspettano. Non vi pago per
commentare!-
Sarà il primo vero amore
Quello che non sono io
Shirogane sospirò, passandosi una mano sul
viso.
La luce del Sole era così fioca che non
riusciva nemmeno a passare il vetro della finestra, lasciando la stanza immersa
nel buio.
Inutile tentare di riaddormentarsi, in ogni
caso la sveglia sarebbe suonata di lì ad un’ora. Non voleva nemmeno provare a
dormire, visto che temeva i sogni che avrebbe fatto.
Si meravigliava per quello: lui che non aveva
mai avuto paura di niente, era terrorizzato dall’idea di sognare l’unica donna
che avesse mai amato, a parte sua madre. Atterrito dal vederla ridere nella sua
mente, chiamarlo e tendergli la mano.
Sbuffò contrariato, emettendo un lamento di
dolore, e si girò sul ventre, nascondendo la testa sotto il cuscino.
Avrebbe tanto voluto uccidere Aoyama. Ma se
l’avesse fatto, lei l’avrebbe odiato,
e lui questo non lo poteva sopportare.
Oh no, meglio l’indifferenza che l’odio. O
almeno, un po’ di semplice e puro affetto.
T’innamorerai
Di un bastardo che
Ti dirà bugie
Per portarti via da me
-Ichigo, per la millesima volta, ti ho detto
che non puoi!-
Lei congiunse la mani: -Ti prego,
Shirogane-kun, ti prego, ti prego, ti prego! Non ti costa niente, il locale
chiude tra un’ora! Per favore! Come piacere personale! Per la tua piccola amica
Ichigo!- e gli fece un sorriso da bambina che non si addiceva al suo viso da
diciassettenne.
Ma in quel momento intervenne Aoyama, che la
prese per un braccio e la tirò verso di sé: -Andiamo, Ichigo. Anche senza il
suo permesso!-
I due uomini si lanciarono uno sguardo d’odio;
Aoyama circondò le spalle della sua fidanzata con un braccio e le sussurrò
all’orecchio: -Ichigo-chan, ancora non hai capito, dopo quattro anni, che
Shirogane non è amico tuo? Se lo fosse, non si comporterebbe così! E invece,
non vuole nemmeno farti uscire prima per stare con me, che sono appena tornato
dall’Inghilterra e riparto dopodomani!-
Ma queste parole, Ryo le sentì benissimo.
Chissà, forse quell’ameba l’aveva fatto apposta a non curarsi troppo del
volume della sua voce.
Il biondo sbuffò mentre guardava la coppietta
felice allontanarsi. E una scheggia in più trafisse il suo cuore.
Chi ti difenderà
Dal buio della notte
Da questa vita che non da quel che promette
Ichigo guardò l’aereo alzarsi nella notte, con
il muso rivolto verso le stelle, la rotta verso un Paese così lontano e
diverso.
Sospirò tristemente, ricacciando indietro le
lacrime ed asciugandosi quelle che erano già riuscite a scappare dai suoi occhi
color cioccolato.
Le aveva promesso che non sarebbe più partito,
ma come al solito non era stato così. Era rimasto appena un weekend, quella
volta, poi aveva preso il primo aereo e se n’era tornato a Londra, per
completare quegli studi così importanti per la sua carriera futura.
“Però, è giusto così!” si ripeté mentalmente
per l’ennesima volta “Aoyama-kun ha il diritto di terminare l’università in
Inghilterra, e questo non vuol dire che smetterà di amarmi! Come io non
smetterò di amare lui!”
Si girò e prese a camminare in fretta per
raggiungere l’uscita dell’aeroporto, trovare un benedetto taxi e tornare a
casa.
“E allora perché questa strana sensazione mi
attanaglia il cuore?” si domandò rallentando.
Scosse la testa, e senza quasi accorgersene
prese dalla tasca il cellulare e compose un numero a memoria. Il numero
dell’unica persona che l’avrebbe capita, che l’avrebbe lasciata sfogare senza
farle troppe domande.
-Shirogane-kun?- domandò quando risposero all’altro
capo del telefono –Potrei venire a prendere una cioccolata calda?-
T’innamorerai
Lo so, certo non di me
In profondità
Che non sai di avere in te
-La vita è tua, Ichigo. Non sono certo gli
altri a dirti cosa devi fare. Perciò il mio è solo un consiglio. Ma se tu vuoi
continuare a sprecare gli anni della tua vita ad aspettare Aoyama, fai pure.-
Ichigo alzò di scatto lo sguardo dalla tazza
di cioccolata calda che stringeva: -Shirogane-kun, come puoi dirmi una cosa
simile? Io amo Masaya! Non sto sprecando la mia vita!-
Ryo le lanciò uno sguardo eloquente, alzandosi
ed iniziando a lavare la sua tazza, così la rossa continuò: -Tu non faresti lo
stesso per la persona che ami? Non l’aspetteresti giorno dopo giorno, perché il
sentimento che nutri per lei è così grande che non ti pesa?-
Il biondo non si girò, mentre una fitta gli
colpiva il cuore. Fece spallucce: -Non lo so, Ichigo.-
Lei sorrise: -Non ti sei mai innamorato di una
ragazza? Intendo, di un amore che sai che durerà forse per sempre?-
Shirogane prese fiato, e la guardò,
appoggiandosi al lavello: -Sì, Ichigo. E con questo?-
-Beh, niente. Solo curiosità, ecco.-
Lui rise, si sedette sul tavolo e le
scompigliò la frangetta carminia: -Sei sempre stata troppo curiosa.-
-E tu troppo asociale.- lo rimbeccò –Però sei
anche saggio, quando vuoi. Sai sempre cosa dire. E per questo ti ringrazio.-
Ryo guardò la mano della ragazza appoggiarsi
sulla sua e stringerla. Scostò lo sguardo e sospirò: -D’ora in poi dovrai
cavartela da sola, ragazzina.-
Ichigo sbarrò gli occhi: -Cosa vuoi dire?-
-Che me torno in America, per un po’.-
Sarai sola contro tutti
Perchè io non ci sarò
Quando piangi e lavi i piatti
E la vita dice no
Un ritardo di sei giorni
Che non sai se dirlo a lui
Una lacrima cadde nel lavello pieno d’acqua e
detersivo, sopra la catasta di piatti appena utilizzati dai clienti.
Ichigo si asciugò il viso con la mano coperta
dal guanto giallo di gomma, tirò su con il naso.
-Ouff!- Minto appoggiò un vassoio carico di
stoviglie sporche sul ripiano di fianco a lei –Ecco, Ichigo, ci sono anche
questi. È arrivata una comitiva di turisti che non fa altro che continuare a
mangiare! Quando hai finito, ti saremmo grate se venissi di là! Almeno ci
salveresti da Retasu che continua a rompere le cose!-
La rossa annuì tristemente, così la mora si
convinse a guardarla: -Ichigo… che succede?- domandò preoccupata, mettendole
una mano sulla spalla.
La Mew rosa sorrise e scosse la testa: -N-niente, Minto-chan, tranquilla.-
-Sì, e io mi chiamo Kisshu Ikisatashi. Allora?
Hai litigato con Masaya? Anche se mi sembra strano, visto che è in
Inghilterra!-
Ichigo prese un grande respiro, incerta se
parlare con l’amica. In fondo, Minto non sembrava proprio la persona adatta con
cui confidarsi; d’altro canto, era anche l’unica, in quel momento, con cui
potesse parlare.
-Minto-chan, io…- fece per continuare, ma
all’improvviso Purin entrò nella stanza rotolando su una palla gigante:
-Ragazze! Dovete venire di là, Zakuro onee-sama ha bisogno di una mano!-
Al nome del suo idolo, la Mew Blu scattò
subito in piedi, lasciando la rossa letteralmente a bocca aperta.
Così, Ichigo ci rinunciò. Non l’avrebbe detto
ancora a nessuno, neppure al suo Masaya, il diretto interessato. Almeno finchè
non ne sarebbe stata sicura al cento per cento.
Prese il cellulare dalla tasca e compose un
breve messaggio: Quando torni? Avevi promesso in questi giorni! Bacio.
Scrisse il numero a memoria, e spinse invio.
Mandando, insieme alle parole, un’intrinseca richiesta d’aiuto.
Avrai voglia di pensarmi
Tu che adesso non mi vuoi
Ichigo infilò la chiave nella toppa, facendo
attenzione a non creare troppo rumore.
I suoi genitori erano già a letto, e lei di
certo non voleva svegliarli. I turni al Caffè erano ancora più stressanti, da
quando Ryo era andato in America. Kei era decisamente troppo buono per mandare
via i clienti solo alle sette di sera, per questo anche quel giorno si
erano fatte le undici e mezza.
Salì lentamente, silenziosa come una gatta, le
scale che l’avrebbero portata in camera sua.
Si chiuse la porta bianca alle spalle, si
spogliò e s’infilò la maglietta che usava per dormire.
“Buffo…” pensò sdraiandosi a letto ed
abbracciando un pupazzo a forma di gatto “Non è nemmeno di Masaya, questa
maglia… è quella che mi ha dato Ryo dopo che io, Minto e Purin ci siamo tirate
le torte addosso…”
Rise nell’oscurità, tappandosi la bocca per
non farsi sentire. Ad un tratto, si ricordò del messaggio mandato qualche ora
prima.
A tentoni cercò il cellulare sul comodino: “La
sveglia… le chiavi… elastici per capelli… una penna… eccolo!”
Ansiosa, lo aprì e fortunatamente sul display
c’era il disegnino di una busta, simbolo di un nuovo messaggio non ancora
letto.
Lo
lesse e sorrise rincuorata, mentre una sensazione di felicità la invadeva
tutta: Ragazzina, sai che mantengo le promesse. Ho l’aereo stanotte alle
nove, domattina per te. Cerca di farmi trovare il Caffè pulito. See u later and goodnight.
Ripose il cellulare sul comodino e chiuse gli
occhi: “Buonanotte, Ryo…”
T’innamorerai
Ma non sarò io
-Forza, Ichigo, sentiamo qual è questa
notizia!- esclamò indispettita Minto, sedendosi al tavolo della cucina.
-Sono tornato da una settimana e mezza e già
si fanno annunci importanti…- borbottò Ryo.
Ichigo guardò tutti i suoi amici che la fissavano
in attesa, si torse le mani e sorrise: -Beh… in realtà le notizie sono due!-
Tutti rimasero in silenzio, lei continuò:
-Beh…ecco, non so come dirvelo ma… io… io aspetto un bambino!-
Shirogane sentì il sangue ghiacciarsi nelle
vene. Ichigo, la sua Ichigo, incinta… e perdipiù del bastardo?
-Aspetti un bambino, Ichigo?!- domandò senza
fiato Retasu.
La rossa annuì: -Già, e proprio per questo…
beh, arriva la parte dolorosa… proprio per questa ragione io vado in
Inghilterra da Masaya. Ne abbiamo parlato ieri, e abbiamo deciso che è la
soluzione migliore. Ho l’aereo dopodomani.-
Le quattro Mew Mew e
Keiichiro scoppiarono in festeggiamenti ed abbracci vari; il biondo no. Rimase
seduto, il pugno sinistro chiuso sulla tavola, la mascella contratta, la testa che
pulsava.
“Maledizione, maledizione, damn
it!” pensò, urlando nella sua testa.
-E perché non è tornato lui in Giappone,
allora?- chiese ad alta voce.
La stanza si riempì di nuovo di silenzio.
-Beh, perché…- balbettò Ichigo –Perché lui ha
i suoi studi là!-
-Tu hai la tua vita qui, Momomiya. Ma come al
solito, hai deciso di regalarla a qualcun altro.- si alzò in piedi, strisciando
la sedia, ed uscì dalla cucina.
La Mew rosa lo guardò allontanarsi, poi si
liberò dall’abbraccio delle sue amiche e lo seguì.
T’innamorerai
Quando sarà tardi ormai
-Shirogane-kun! Shirogane-kun!- chiamò,
correndo attraverso la sala vuota del Caffè.
Lo rincorse fino in camera sua, e riuscì ad
entrare prima che lui chiudesse la porta a chiave.
-Perché, Ichigo, perché? Dimmi, perché?!?-
urlò.
Lei trasalì: -Cosa, perché?-
-Perché devi sempre fare ciò che è meglio per
lui? Perché non pensi mai a te stessa? Cristo santo, stai partendo per
l’Inghilterra, un posto lontano in cui parlano una lingua che tu non imparerai
praticamente mai, lasci tutti i tuoi amici qui!- gridò il biondo.
-I-io lo amo, Shirogane-kun. E aspetto suo
figlio. Non posso fare altro.- sentenziò Ichigo, con le lacrime agli occhi.
Ryo si girò, le diede le spalle, e si portò
una mano sugli occhi: -Io vorrei solo che tu capissi…-
La ragazza si accigliò: -Capire… che cosa?-
“Che ti amo, ti amo disperatamente, l’ho
sempre fatto e sempre lo farò!”
Ma queste parole rimasero solo nel cuore e nei
pensieri dell’americano, che semplicemente disse: -Voglio dire… vorrei solo che
tu facessi la scelta giusta.-
Ichigo sospirò, abbassò il capo, lasciando che
la frangetta rossa le coprisse gli occhi: -Non lo so se questa è davvero la
scelta giusta…- rivelò all’improvviso, a bassa voce –Ma… ma è quello che ho
scelto di fare. Perché mi sembra la scelta giusta.-
-Le apparenze ingannano.- ribattè Ryo,
sorridendo appena.
-Già…- anche lei sorrise, guardandolo con gli
occhi pieni di lacrime –Forse… forse mi sono…-
-Forse ti sei…?- l’incitò, con il cuore che
batteva troppo veloce.
Una lacrima percorse la guancia tonda della
Mew rosa: -Forse mi sono davvero innamorata di te, Shirogane-kun.-
Gli occhi glaciali del biondo si spalancarono.
Che cosa?
Ichigo fece spallucce: -E forse, se non fosse
per il bambino che porto dentro di me, non saprei se l’amore che provo verso
Masaya sia tanto forte da farmi partire. Ma è proprio perché c’è questo bambino
che devo raggiungerlo in Inghilterra, Shirogane-kun. Anche se muoio al solo
pensiero di dovervi lasciare. Di doverti lasciare.-
Ryo attraversò la stanza e l’abbracciò,
lasciando che si sfogasse contro il suo petto: -Ci rivedremo Ichigo, te lo
prometto. Sai che mantengo le mie promesse. Sono… sono il tuo migliore amico,
no?-
Lei sorrise: -Già… non c’è n’è uno migliore…-
e lo strinse più forte, respirando a pieno il suo profumo.
E il cielo piangerà
Gli mancherà una stella
Vai con la tua felicità
Sei troppo bella
L’aeroporto di Tokyo era un crocevia di tante
culture e razze diverse. Ma era anche un luogo di gioia e di dolore. Come
quello che stringeva il cuore di sette persone speciali e che sembrava
incombere sulla città.
Erano due giorni, infatti, che la pioggia
imperversava senza tregua, coprendo il Sole con minacciose nubi nere. Come
tante lacrime piante dal cielo per la morte di una stella.
-Attenzione, i passeggeri del volo 737 per
Londra sono pregati di recarsi al gate 9, tra pochi minuti inizieremo
l’imbarco. Ripeto, tutti i passeggeri del volo 737 per Londra al gate 9,
grazie.-
La voce metallica di un’hostess si diffuse
attraverso gli altoparlanti.
-Questo è il mio!- osservò Ichigo,
sistemandosi la borsa in spalla –Allora… arrivederci!-
Salutò ognuna delle sue amiche, piangendo
lacrime silenziose. Minto le regalò addirittura il suo fazzolettino di seta
azzurra.
Per ultimo, salutò lui.
-Ciao, ragazzina. Vedi d’imparare l’inglese!-
la prese in giro Ryo, scompigliandole i capelli.
La rossa sorrise e l’abbraccio: -Ricordati la
promessa. Tu e tutti gli altri!- gli sussurrò all’orecchio.
Il biondo annusò per l’ultima volta il profumo
dei suoi capelli e quello della sua pelle: -Certo. Ora, come on, let’s go,
or you’ll lose the flight!-
Ichigo scoppiò a ridere: -Certo, come no!
Ciao, ciao a tutti!-
Prese il suo bagaglio a mano e corse verso il
suo gate; a metà strada, si girò e li salutò di nuovo con la mano.
Ryo la guardò allontanarsi, mentre tante piccole
punture gli torturavano il cuore.
“Arrivederci, mia bellissima Ichigo…” pensò
tristemente.
L’aereo decollò, con il muso verso le nuvole
nere.
Salutò le ragazze e Kei ed uscì a prendere la
sua moto.
Al diavolo la pioggia. Solo lacrime in più di
quelle che non avrebbe mai versato.
“Spero che tu sia felice…” le augurò,
guardando verso il cielo “Lo spero tanto…”
T’innamorerai
Non di me ma t’innamorerai
Fine
[Marco Masini: “T’innamorerai”]
Bene,
eccomi qua. Che dire, sono momentaneamente tornata!! Scusatemi tutti per la mia
scomparsa, ma come ho già spiegato nell’Avviso di M&C,
la mia creatività è proiettata verso un’altra sezione!! ^^’’’
Questo non
significa però che voglio abbandonarvi, anzi! Questa fic lo dimostra (e lo
dimostra anche il fatto che sto scrivendo queste note alle 2.09 del mattino del
17 giugno, e quindi tra otto ore e venti, quando mi sveglierò per pubblicare,
sarò completamente rincoglionita ^^’’’).
Mi farebbe
davvero molto, molto piacere trovare dei vostri commenti. Sia dei miei
vecchi “fan” sia di quelli nuovi.
I primi,
per sapere se piaccio ancora o se sono cambiata totalmente.
I secondi,
per capire se riesco a regalare anche a chi non mi conosce le emozioni che
vorrei.
Per questo
vi chiedo di cuore di lasciarmi una recensione, anche minuscola. Mi farebbe
sentire davvero bene. Anche negativa, come volete.
Un bacione
a tutti, e grazie anche a chi ha solo letto questa fanfic.
Con enorme
affetto,
Hypnotic Poison