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Autore: misslegolas86    13/02/2014    5 recensioni
Azog e il suo mannaro piombarono su Thorin abbattendolo al suolo. Le fauci della bestia si serrarono intorno al suo corpo. L’urlo di dolore di Thorin squarciò la notte mentre veniva scaraventato in aria.
“Thorin!!” lo chiamò disperato Dwalin, pronto ad accorrere al suo fianco, ma proprio in quel momento il ramo a cui era aggrappato cedette ancora un po’ gettandolo quasi nel vuoto.
Ma Dwalin non si arrese. Non poteva abbandonare Thorin, sarebbe morto con lui piuttosto che lasciarlo solo nelle grinfie di Azog. Il loro era un patto di lunga data, un legame indissolubile. Erano fratelli non per vincoli di sangue ma perchè così avevano deciso tanti anni prima quando dolore ed esilio erano lontani dalle loro giovani e spensierate menti.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Azog e il suo mannaro piombarono su Thorin abbattendolo al suolo. Le fauci della bestia si serrarono intorno al suo corpo. L’urlo di dolore di Thorin squarciò la notte mentre veniva scaraventato in aria.
“Thorin!!” lo chiamò disperato Dwalin, pronto ad accorrere al suo fianco, ma proprio in quel momento il ramo a cui era aggrappato cedette ancora un po’ gettandolo quasi nel vuoto.
Ma Dwalin non si arrese. Non poteva abbandonare Thorin, sarebbe morto con lui piuttosto che lasciarlo solo nelle grinfie di Azog. Il loro era un patto di lunga data, un legame indissolubile. Erano fratelli non per vincoli di sangue ma perchè così avevano deciso tanti anni prima quando dolore ed esilio erano lontani dalle loro giovani e spensierate menti.
 
******
 
Due piccoli nani correvano inseguendosi nel lungo corridoio che portava alla grande terrazza affacciata sulla valle. Le loro voci echeggiavano sotto le imponenti volte di pietra attirando gli sguardi condiscendenti di coloro incrociavano il loro cammino. Quei due piccoletti erano sempre stati inseparabili.
“Thorin, questa volta ti prendo!” urlò uno dei due.
“Non credo proprio, Dwalin. Non ci riesci mai!” ribattè il più veloce, ridendo e staccando ancora di più il suo inseguitore.
I raggi del sole inondavano il grande spazio aperto da cui era visibile la città di Dale ma quando Thorin lo raggiunse crollò a terra con un tonfo seguito, poco dopo, dal suo compagno di giochi. Le pietre erano ricoperte di ghiaccio a causa del freddo pungente e lo scivolone era stato inevitabile per entrambi. Immediatamente alcune guardie in servizio sulle mura accorsero al fianco di Thorin.
“Principe, ti sei fatto male?” chiesero preoccupate mentre lo rimettevano in piedi. Dwalin, invece, abbandonato a se stesso, si alzò da solo sogghignando divertito per le premure oppressive che le guardie, come vecchie balie, riservavano a Thorin. Quando il piccolo principe riuscì a liberarsi, rassicurandole sulla sua buona salute, si ricongiunse all’amico.
“Ma perché non hanno oppresso anche te?” sbottò arrabbiato.
“Tu sei il principe, Thorin. Se tu ti sbucci un ginocchio è un guaio se, invece, io mi rompo l’osso del collo non importa a nessuno. Tu sei l’erede al trono.” Rispose allegro Dwalin.
Thorin lo guardò, pensieroso, colpito da quelle parole.
“A me importerebbe se ti capitasse qualcosa” ribattè serio. Era evidente che per Thorin la questione era rilevante mentre Dwalin, decisamente, non gli attribuiva molta considerazione,
“E dovrebbe importare anche agli altri” riprese il giovane principe “ Anche tu sei un principe perchè sei come un fratello per me. E questo non cambierà mai.” Concluse posando uno sguardo deciso sull’amico.
 
*****
 
Le asce e le spade cozzavano con fragore nell’ampia sala dell’armeria dove decine di giovani nani si stavano allenando per diventare i futuri guerrieri del popolo di Durin. Eppure nessuno lottava con maggiore accanimento della coppia all’estremità della sala. I colpi che vibravano l’uno contro l’altro erano feroci, nessuno dei due si risparmiava nel tentativo di vincere quel duello. Si sarebbero detti nemici giurati ma nulla era più lontano dalla realtà.
“Thorin! Dwalin! State esagerando! Volete uccidervi?” chiese preoccupato il maestro d’armi, pallido e tremante.
“Dwalin, ti ordino di fermarti!” riprese, non osando dare alcun ordine al principe ereditario.
“Non ti permettere!” abbaiò Thorin vibrando un colpo con la sua spada immediatamente intercettato dall’ascia di Dwalin “Continueremo.”
Il povero maestro d’armi si allontanò sconfitto e in uno stato di profonda ansia.
Il duello proseguì senza più alcuna interruzione ancora per parecchie ore fino a che sia Thorin che Dwalin si lasciarono cadere esausti a terra, ridendo. Ancora una volta nessuno era riuscito a prevalere sull’altro. Entrambi erano guerrieri eccezionali.
Mentre rimettevano a posto le armi pieni di dolori per lo sforzo fatto Dwalin chiese all’amico
“Perché lo fai? Tu sarai re e un re non deve combattere. Ci sono i suoi guerrieri che lo fanno per lui.”
“Io sarò un grande guerriero. E’ quello che ho sempre desiderato, come te.”
“Ma per me essere un guerriero è trovare il mio posto nel grande popolo di Durin. Amo combattere e non riesco ad immaginare una qualsiasi altra attività che vada bene per me. Ma per te il futuro è già scritto. Non hai bisogno di costruire il tuo avvenire. E’ già lì che ti attende.”
“No, Dwalin, io sarò il fautore del mio futuro. Quando sarò Re io resterò sempre al fianco del mio popolo. Combatterò sempre in prima fila per proteggere la mia gente da qualsiasi pericolo. Solo così loro mi seguiranno e mi ameranno qualunque sarà il nostro fato.”
Dwalin osservò con attenzione l’amico e capì che Thorin aveva in sé qualcosa che lo rendeva superiore sia a Thor che a Thrain.
“Io ti seguirò sempre, fratello. Qualsiasi cosa accada.” Gli disse posandogli una mano sulla spalla.
 
*****
L’aria era calda e opprimente nella misera fucina. Thorin batteva senza posa, grondando sudore, la lamina di un recipiente di ferro. Era l’ultimo ordine ricevuto dagli uomini della costa e i tempi per la consegna erano brevi. Niente spade o scudi da forgiare. Nessuna maestosità nei laboratori dei nani sull’Ered Luin, nulla di paragonabile alla gloria dei laboratori di Erebor.
Preso dal lavoro e dalla frustrazione per la crudeltà del destino Thorin  non sentì l’arrivo di Dwalin e ne notò la presenza solo quando questi cominciò a parlare.
“Thorin, non è necessario che lo faccia tu. Abbiamo tanti fabbri che si stanno dando da fare. Tu sei un re e un guerriero non un maniscalco.”
“Ne abbiamo già parlato, Dwalin” rispose Thorin interrompendo il lavoro e immergendo la lamina nell’acqua. Una nuvola di vapore si sollevò nascondendolo per un attimo alla vista del suo visitatore. Quando tornò visibile fissò lo sguardo su Dwalin incrociando le braccia su cui spiccavano numerose scottature. “Non c’è più un regno da governare, non c’è più un trono su cui sedere. La nostra colonia qui sull’Ered Luin ha bisogno di prosperità e di commerci. Il popolo ha bisogno di ritrovare fiducia e tranquillità. Questo ora è il mio compito. Non hanno bisogno di un re né di un guerriero ma di gente che lavora, che si sacrifica per il bene di tutti. E io devo dare l’esempio. Non sarò un re decaduto sfamato da un popolo in esilio. Sono giovane e abile al lavoro. E’ mio dovere rendermi utile. Come potrò chiedere a qualsiasi nano di fare sacrifici, di sopportare quest’avversa fortuna se io per primo non vi sono sottoposto?”
Dwalin ascoltandolo capì che aveva ragione. Eppure non riusciva a sopportare di vedere Thorin in quella condizione. Se solo ne avesse avuto l’opportunità lui sarebbe stato un eccellente re così come aveva provato di essere, a Erebor a e Moria, un guerriero eccezionale. Il destino era veramente crudele.
“Passami un martello” disse infine. Thorin lo guardò sorpreso.
“Ti do una mano,” riprese burbero Dwalin “non vorrei che poi dicessi che sono un nano scansafatiche” continuò reprimendo a stento un sorriso. “Sono sicuro che riuscirò a lavorare il ferro meglio di te. Infondo ti sono sempre stato superiore in qualsiasi cosa.”
“Oh ma davvero? Non mi risulta” ribattè Thorin passandogli un grosso martello.
“Anche se non c’è più un trono e non c’è più un regno tu sarai sempre il nostro capo. Lo sai vero?” gli disse serio Dwalin fissando i suoi occhi in quelli scuri e profondi dell’amico “E ti seguiremo sempre.”
 
*****
Anni di sofferenza ed amarezza erano stati il destino riservato a Thorin eppure lui li aveva affrontati con coraggio, sempre in prima persona. E al suo fianco c’era sempre stato Dwalin.
L’impresa in cui si erano imbarcanti con appena una manciata di compagni era stata disperata fin dall’inizio. Riconquistare Erebor e cacciare il drago senza un esercito era pura follia. Ma Thorin con il suo esempio era capace di suscitare in coloro che lo seguivano  i più alti sentimenti.
Il destino, tuttavia, è un mostro più crudele di un drago sputa fuoco. L’inseguimento di Azog, nemico giurato degli eredi di Durin, era ora giunto al termine nel peggiore dei modi.
Ma se su quella vetta isolata si doveva concludere l’esistenza di Thorin, Dwalin gli sarebbe stato accanto, combattendo e morendo al fianco del suo Re, spalla a spalla con suo fratello.
 
SPAZIO AUTRICE
Eccomi con una storia interamente dedicata a Thorin e Dwalin! Il loro legame mi ha sempre incuriosito e mi è sempre piaciuto molto. Sono i migliori guerrieri della compagnia, difendono sempre per primi l’intero gruppo e hanno un carattere davvero molto simile.
Il loro legame è speciale. Thorin in fondo non è stato da solo a sopportare tutti i pesi che la vita gli ha messo sulle spalle ma ha sempre avuto Dwalin al suo fianco. Un fratello e un amico sempre presente e fedele.  
Il tutto ha avuto ispirazione dalla pura sofferenza con cui Dwalin vede Thorin quasi ucciso da Azog. Il suo urlo disperato e la voglia di correre in aiuto dell’amico sono state la partenza per la mia ispirazione. La storia poi è uscita di getto mentre aspettavo di sostenere un esame all’università ( è incredibile come le idee vengano nei posti e nei momenti più impensati).
Spero che la storia vi piaccia! Ringrazio chi ha letto e ancora di più chi lascerà un commento.
A presto
  
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