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Autore: Najara    17/06/2008    1 recensioni
(Cold Case) Lilly trova una piccola sorpresa in ufficio, è l'inizio di un nuovo caso irrisolto e forse di un nuovo amore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quarto

Mille grazie per le recensioni, siete gentilissime! Sì sappiamo che Lilly le frittelle non le sa fare e allora chi poteva farle, certamente non Ann! E poi trovo romantico Scotty che prepara la cena no?! La scena sulla porta piace molto anche a me, credo sia adatta ai due personaggi che si dividono tra silenzi e confidenze…

La storia va avanti e non mancherà un piccolo sviluppo sul versante love… buona lettura e recensite!

 

Capitolo quarto

 

La polizia di Providence era stata informata dell’arrivo dei detective di Philadelphia, così al loro arrivo trovarono ad attenderli una macchina e l’indirizzo di Victor Sanders. Giunti al suo palazzo estrassero tutti e tre le armi ed entrarono. Non incontrarono nessuno nell’edificio, arrivati alla porta dell’appartamento, che era stato indicato loro, Scotty bussò poi si tirò indietro ed attese, si era messo tra la porta e Lilly, se ci fosse stato uno scontro a fuoco il suo corpo l’avrebbe coperta. La porta si aprì e un uomo guardò sbalordito le pistole che erano puntate su di lui, alzò le mani istintivamente “Cosa succede?” I detective abassarono le armi, Scotty presa la parola “Siamo detective di Philadelphia, Valens, Rush e Miller lei è Victor Sanders?” “Sì, Philadelphia? Non vado in quella città da un bel po’ di tempo…”, “Oggi ha incontrato un uomo di nome Peter Tods?” chiese Kat mostrandoli la foto che avevano di lui.

Victor Sanders: “No, ma credo di conoscerlo… è il marito di Marie?”

Lilly: “Quando lo ha conosciuto?”

Abbassò la testa e li fece entrare, sospirò “Amo Marie, l’ho sempre amata...”

Scotty: “E allora perchè l’ha uccisa!”

Victor li guardò con occhi sconvolti “Cosa state dicendo! Marie non è morta, lei è felice, ha una bambina, non può essere morta!” abbassò la testa e iniziò a piangere sommessamente.

Lilly guardò Scotty che era sorpreso quanto lei, non poteva immaginare che Victor non sapesse della morte di Marie. Si allontanarono un po’ da Sanders che continuava a piangere “Direi che o è un fantastico attore o non sapeva della sua morte e quindi Peter si sbagliava, non è stato lui ad ucciderla” Lilly parlò a bassa voce, Scotty annuì “Proviamo a capire cosa sa…”.

Lilly: “Ci dispiace, pensavamo lo sapesse…”

Kat: “Dovremmo farle delle domande…”

Victor aveva gli occhi rossi ma cercò di calmarsi annuì “Scusate…”

Lilly: “Quando ha visto Marie, per l’ultima volta?”

Victor Sanders: “E’ stato un anno fa, passavo a Philadelphia e volevo rivederla, speravo che nel tempo i suoi sentimenti per me fossero cambiati, gli ho telefonato e lei sembrava felice di vedermi, io ho osato sperare…”

Lilly: “Ma lei era ormai sposata… giusto?”

Victor Sanders: “Già, che stupido, sperare ancora dopo tutto quel tempo…”

Lilly: “Non è mai stupido amare…continuare ad amare qualcuno anche dopo molto tempo è…”

Scotty che era poco indietro fece un cenno a Kat poi uscì dicendosi che doveva controllare l’entrata dell’edificio per non rischiare di trovarsi Peter all’improvviso davanti, in realtà non poteva rimanere e sentire Lilly dichiarare così il suo amore per Ray, perché era chiaro che parlava di lui, il suo giovane amore, il ragazzo che per poco aveva sposato, adesso aveva capito che ancora gli voleva bene, che ancora lo amava, non c’era spazio che per l’amicizia nel cuore di Lilly avrebbe dovuto metterselo bene in testa. Uscì e si posizionò in un posto da cui poteva controllare sia la porta dell’appartamento sia, da una finestra, quella dell’edificio.

Lilly intanto non si era accorta dell’uscita di Scotty, presa com’era dall’interrogatorio, dai suoi sentimenti, dalle sue speranze, tutte le persone che le avevano detto di amarla se ne erano andati prima o poi, quell’amore era svanito, trovare un uomo capace di amare per così tanto tempo, anche senza speranze l’aveva commossa, anche lei avrebbe un giorno avuto diritto ad un simile amore? Mentre pensava a queste cose l’immagine di Scotty le balenò alla mente, rimase così colpita che perse il filo di ciò che diceva e rimase in silenzio, Kat intervenne “Ci racconti cosa è successo quel giorno”

Victor Sanders: “Ci siamo visti, lei mi ha portato le foto del marito e della figlia, io sono rimasto senza parole, l’ho salutata e me ne sono andato, troppo scioccato per restare”

Kat: “Di che giorno sta parlando se lo ricorda?”

Victor Sanders: “Era il 18 ottobre, me lo ricorderò per sempre, il mio cuore si spezzò per la seconda volta, ma questa volta era per sempre…”

Lilly: “Mi dispiace ma il 18 è esattamente il giorno della sua morte, le devo chiedere se c’è qualcuno che può affermare che lei non è tornato da lei più tardi quella sera…”

Victor Sanders: “Certo capisco… Sandy Baker, sono passato da lei a recuperare i miei bagagli, era lei ad ospitarmi, era un’amica di Marie al liceo, ci siamo tutti conosciuti lì, sapeva che ero innamorato di Marie. Le ho raccontato tutto e lei stessa ha incontrato Marie…

Kat: “Come?”

Victor Sanders: “Ero da lei quando Marie è arrivata, io non volevo incontrarla così me ne sono andato, ho preso il primo treno per New York e da lì a Providence, ho tenuto il biglietto, se volete posso andare a prenderlo…”

Lilly: “ Non sarà necessario, con lei rimarrà un agente, temiamo che Peter la creda l’assassino della moglie, potrebbe tentare qualcosa. Arrivederci…” Lilly voleva aggiungere qualcosa, ma Victor abbassò il volto, l’agente era da poco arrivato, si installò nell’appartamento, così Lilly e Kat poterono raggiungere Scotty che le aspettava fuori, Kat lo aggiornò, Lilly era stranamente silenziosa, rifletteva su quello che avevano saputo. Raggiunsero la macchina entrarono poi Scotty che era alla guida chiese “E ora che si fa? Non possiamo certo tornare a Philadelphia senza Peter!”, “Potremmo mandare un avviso di ricerca, sarebbe più semplice trovarlo…” propose Kat, Lilly scosse la testa, pensierosa “Scotty perché non andiamo in stazione? Se non ha raggiunto Victor a quest’ora è perché qualcosa lo ha fermato e il posto da cui partire è sicuramente la stazione…”. Si diressero alla stazione, nella speranza che Peter fosse ancora lì. Arrivati iniziarono a guardarsi intorno, era molto grande, Kat propose di dividersi, il primo che lo avesse visto chiamava gli altri, Scotty scosse la testa poco convinto non voleva lasciare Lilly sola, Peter molto probabilmente era armato e chiaramente fuori di sé, avrebbe potuto reagire male. Non ebbe il tempo di formulare una idea migliore, Lilly assentì subito e si divisero le aree della stazione.

Iniziarono la ricerca, dopo dieci minuti Scotty si disse che era inutile preoccuparsi, probabilmente non lo avrebbero trovato.

Lilly cercava da circa dieci minuti quando vide un uomo seduto su una panchina lo sguardo perso nel vuoto, era Peter, non c’erano dubbi. Si avvicinò come se niente fosse, si sedette sulla panchina accanto a lui ed attese un po’, lui non fece segno di essersi accorto di lei, stava fissando una scolaresca, erano tutti all’incirca dell’età di Ann. Lilly sorrise poi parlò “Fantastici i bambini, non trova? Lei ha figli?” Peter la guardò stupito rendendosi conto della sua presenza solo ora “Sì… una bambina…”. Scotty aveva finito di controllare la sua zona e stava tornando indietro quando vide Lilly seduta sulla panchina con Peter, gli sfuggì un’imprecazione, perché doveva sempre esporsi in quel modo? Si stava avvicinando velocemente quando Lilly lo vide e con una sola occhiata lo fermò. Scotty la maledì ancora, capiva quello che voleva fare, ma aveva paura per lei, continuò a camminare e si mise nella posizione migliore possibile per poter intervenire poi avvisò Kat.

Peter non si era accorto di nulla, Lilly gli parlò ancora “Io non ne ho, ma ho conosciuto da poco una bambina, dolce e molto simpatica…” Peter annuì, la ascoltava anche se era in parte perso nei pensieri “Suo padre vuole fare una sciocchezza e io ho paura per lei…” Peter la guardò, ora aveva tutta la sua attenzione, Lilly continuava a guardare verso la scolaresca “La madre è morta e lei non ha nessun altro…” “Ha lei… no?” Lilly sospirò “Non è sufficiente, lei ha bisogno del padre, sa, io sono cresciuta senza padre e mia madre preferiva l’alcool a me, so cosa significa… ma anche lei, non è vero Peter?” Peter la guardò stupito “Chi è lei? Come fa a conoscermi?” “Sono della polizia di Philadelphia, ieri mattina ho trovato sua figlia nel mio ufficio…” Peter si agitò sulla panchina “Sta bene?” Lilly gli sorrise “Sì, è una bambina forte, l’ha tirata su molto bene…” Peter scosse la testa e la abbassò, Lilly allora gli posò una mano sulla spalla “Perché non torna con noi a Philadelphia e ci racconta tutto quello che è successo?” “Mi toglieranno Ann?” “No, non ha fatto nulla, non è vero?” “Io… non ne sono stato capace, sul treno c’era una bambina dell’età di Ann, ha chiacchierato per tutto il viaggio, quando sono arrivato qui non sono riuscito a muovermi, sono un codardo, non sono riuscito a vendicare sua madre!” Strinse forte i pugni e portò la mano verso la tasca della giacca, Lilly alzò la testa e vide Scotty che estraeva l’arma allora parlò velocemente “Non faccia una stupidaggine, Victor è innocente, allontani la mano dall’arma!” Peter si bloccò, poi allontanò la mano dalla tasca “Non volevo farle del male…” “Lo so…” guardò verso Scotty aveva abbassato l’arma, ma era chiaramente pronto ad agire, Peter ora teneva le mani sulle ginocchia “Cosa vuol dire che Victor non è colpevole, è stato lui ad ucciderla…” “No, gli ho appena parlato, non sapeva neanche della sua morte…” a quelle parole Peter iniziò a piangere, poi disse tra le lacrime “Stavo per uccidere un uomo innocente, lasciavo mia figlia per uccidere un uomo che non c’entra niente!” “Ma non ha fatto niente, si è fermato in tempo!” “Cosa cambia? Non ho trovato ancora l’assassino, non posso saperlo da qualche parte tranquillo, mentre io ogni mattina mi sveglio sperando di vederla accanto a me!” Le lacrime gli scendevano sulle guance Lilly aveva gli occhi colmi di lacrime “Faremo il possibile per trovarlo, abbiamo riaperto l’indagine, questa volta potremmo farcela… ma lei deve venire con noi a Philadelphia, dobbiamo sapere tutto e poi ho promesso a sua figlia di portarle una sorpresa…” Peter sorrise tra le lacrime, alzò gli occhi e li fisso in quelli di Lilly “Lo sa, lei ha gli stessi capelli di Ann, lei li ha presi dalla madre…” “Gli occhi li ha presi da lei non ci sono dubbi!”, infatti Lilly non aveva potuto fare a meno di notare quanto quegli occhi fossero simili a quelli della figlia anche se nella piccola non c’era quella disperazione, che invece si leggeva nei suoi. Fece un cenno ai due detective che attendevano, Scotty si avvicinò, sollevato, recuperò la pistola di Peter e fece per prendere le manette ma un cenno negativo di Lilly gliele fece riporre, si fidava del giudizio di Lilly, anche se la considerava troppo incurante della propria salute. Kat chiamò il tenente e lo informò sulla situazione, poi chiamò la centrale di Providence e chiese loro di ritirare l’agente di guardia alla casa di Victor, non era più necessario. Presero la macchina e tornarono all’elicottero che intanto li attendeva per riportarli a casa. Per tutto il tragitto Peter non disse una parola, Scotty fece altrettanto, era insolito per lui, Lilly lo osservava, temeva che ci fosse qualcosa che lo turbava, probabilmente il ricordo di Elisa, Lilly sapeva quanto lui gli aveva voluto bene, probabilmente la situazione di Peter gli aveva fatto riemergere ricordi sopiti. Rifletté su ciò che provava per lui, mentre interrogava Victor aveva capito che era più di amicizia, la sera prima aveva solo reso evidente la cosa, ma si rendeva anche conto che lui la considerava solo un amica e lei avrebbe dovuto mettere a tacere i sentimenti, in fondo era sempre stata capace, a proprio discapito, di tenere per sé ciò che provava, avrebbe continuato ad essere sua amica, solo quello, niente di più, non voleva perderlo.

Quando arrivarono a Philadelphia, trovarono ad attenderli Stillman. Il tenente riferì loro che Vera e Jeffries erano tornati da Sandy e l’avevano portata a Philadelphia, per essere interrogata, ora era lei l’ultima ad aver visto Marie viva.

Ann era nell’ufficio di Stillman intenta a lucidare le medaglie che il tenente teneva appese alla parete. Lilly che accompagnava Peter la vide e si diresse da lei, Peter era rimasto indietro, tra Scotty e Kat, la bambina appena vide entrare Lilly lasciò le medaglie per andare ad abbracciarla, Lilly le sorrise “Ti ho portato la sorpresa, vuoi vederla?” “Sì, cos’è?” “Vedrai, vieni, è qui fuori” uscirono, quando Ann vide suo padre gli corse in contro, lui la prese in braccio, la baciò e la strinse forte, appena fu a terra Ann iniziò a raccontare al padre tutto quello che aveva fatto, gli presentò tutti i detective, il padre sorrideva, contento di vederla così felice, poi il suo sguardo si fece serio si inginocchiò, le prese le mani e le disse piano guardandola negli occhi “Non ti lascerò mai più da sola, promesso!” la piccola gli sorrise “Lo so papà e poi non ero sola, c’era Lilly e tutti loro!”, Peter la strinse ancora, alla fine Stillman intervenne “Ann, il tuo papà deve parlare con Lilly, ti dispiace?” Peter lasciò andare Ann e si alzò, la bambina rispose “Va bene, io devo finire le medaglie!” così dicendo si diresse si nuovo nell’ufficio del tenente saltellando. Lilly accompagnò Peter nella sala interrogatori, doveva ancora chiarire diversi punti, nel frattempo Jeffries e Vera avrebbero interrogato Sandy.

Peter: “Grazie…”

Lilly: “E’stato un piacere…, perché non mi racconta cosa le ha fatto pensare che sua moglie era stata uccisa da Victor?”

Peter: “Il giorno in cui è morta mi aveva parlato di un vecchio spasimante che voleva vederla, me l’aveva detto come battuta, non ci ho più pensato fino a qualche giorno fa, quando mi è venuto in mente ho pensato che non doveva essere stato un caso, allora ho ricercato tra le sue cose e ho trovato l’indirizzo di Sandy, lei mi ha parlato di Victor e io mi sono precipitato, come un deficiente, a Providence”

Lilly: “Bene, le dispiace aspettare qui un attimo…”

Si alzò e entrò nella stanza accanto, Scotty la stava aspettando “Il capo ha chiamato i servizi sociali, non so cosa gli ha detto, comunque non verranno a prendere Ann… l’ho visto strappare il foglio che avevi firmato…” Lilly annuì, stava per ritornare da Peter per rassicurarlo sulla sua situazione quando Scotty la richiamò “Lil… perché non ci hai chiamato prima di interrogare Peter?” Lilly si voltò, non si era aspettata una simile domanda “Non era una minaccia…” “Lilly, era armato! Avrebbe potuto colpirti!” Scosse la testa arrabbiato “Scotty, non è successo niente, sapevo che non mi avrebbe fatto del male, era…” “Non dire che era inoffensivo! Avevamo un accordo, avresti dovuto chiamarci prima di avvicinarti! Sono quasi morto di…” si interruppe bruscamente, Lilly lo guardò, stupita dalla sua reazione “Hai ragione, mi spiace, non succederà più…” entrambi abbassarono gli occhi imbarazzati, dopo un momento di silenzio Lilly disse che doveva tornare da Peter ed uscì. Appena fuori prese un grosso respiro, Scotty si preoccupava per lei, si disse che era normale, era suo amico, però Kat non aveva detto assolutamente niente ed anche se il rapporto tra loro era diverso certo Scotty aveva avuto una reazione esagerata, forse… Scosse la testa non doveva mettersi strane idee in testa, lui era semplicemente stato un po’ apprensivo, si rese conto che Scotty stava aspettando che lei rientrasse nella sala interrogatori allora si mosse, riferì a Peter la buona notizia.

 

  
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