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Autore: Clown    17/06/2008    20 recensioni
Nessuna parola, solo pensieri. Oppure un sospiro. L'ultimo, rivolto a lei. Rivolto all'amore. Rivolto al suo futuro che si perderà nell'Atlantico, sul ponte del Titanic... (JackxRose)
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack Dawson, Rosalinda Dewitt Bukater | Coppie: Jack Dawson/Rosalinda Dewitt Bukater
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ultimo sospiro


Il freddo è intenso. L’acqua: nera come la notte, come la tragedia che ha colpito la nave; impenetrabile, come il futuro, o per meglio dire, il passato di ghiaccio che li aveva accolti; gelida, come la speranza che le scialuppe possano, e vogliano, tornare indietro.

Rose, devi vivere…

La nave è sparita, inghiottita dai flutti oscuri dell’oceano Atlantico. L’immensa distesa liquida che avrebbe dovuto riportarlo a casa.

Raggiungerai l’America. Ti rifarai una vita. Una famiglia…

Il freddo è sempre più doloroso, lo ferisce come lama di coltello. È difficile pensare, nuotare, semplicemente respirare, immersi in quello specchio di gelo puro.

Non desidero altro. Solo rimanere qui, accanto a te. Non sento freddo se ti vedo…

È una menzogna, e ne è perfettamente consapevole. È impossibile sfuggire al destino, quando questo ha già deciso . E sa anche cosa lo aspetta. Inevitabile come il fato.

Ma tu no, Rose. Io non lo permetterò…

Ricorda ancora come si sono incontrati. Sul ponte inesistente. Che presto raggiungerà. Lui l’aveva salvata, le aveva impedito di suicidarsi. La sua anima era stretta in una morsa dorata, circondata dal lusso, dalla ricchezza. Dalle regole e dalle convenzioni. Le aveva impedito di morire assiderata in quelle acque. E ora non vuole che accada. Non dopo essere riuscito a strapparla alla sua prigione.

Mi stai guardando. Vorrei poter rispondere. Avere la forza di alzare lo sguardo…

Ha perso tutte le forze. Anche quelle che sorreggono la speranza di salvarsi. Anche se le scialuppe giungessero in quel preciso istante, forse per lui sarebbe troppo tardi. Forse. No, non forse, sarebbe già qualcosa, forse. È più giusto dire: sicuramente.

Fa freddo…

L’ha ammesso finalmente; non può più negarlo. Le sue membra, dopo essersi intorpidite, stanno perdendo ogni sensibilità. Se non si trovasse aggrappato alla mano di Rose, non riuscirebbe a tenersi a galla. Non senza salvagente e con le manette ai polsi. L’ombra di un sorriso appare sul suo volto. Oppure la immagina: ricorda il salvataggio compiuto da Rose. L’ascia. Un piccolo miracolo. Una speranza inattesa.

Non avrei mai pensato, che potessi amarmi veramente…

Quando Rose l’aveva respinto, affermando di voler sposare Carl. Di voler continuare la sua solita vita. In quel momento, e in nessun altro, aveva desiderato veramente la morte, sparire in mezzo ai flutti. La ama, teneramente, sinceramente. E vederla cedere, abbandonare le speranze di salvezza gli aveva straziato l’animo. E il re del mondo era diventato un uomo qualunque, preda delle proprie debolezze.

Quando mi hai preso la mano. Il momento più limpido. Meraviglioso…

Malgrado il gelo gli sia penetrato nelle ossa, paralizzandolo e intorpidendo i suoi sensi, sente la sua mano nella propria. Vorrebbe stringergliela con forza. Farle capire che è ancora lì con lei. Ma non riesce. E Rose non si volta. Non lo guarda più. Adesso i suoi occhi si perdono nel cielo. Stellato, senza luna.

Come, my Josephine. Come on my flying machine…

La canzone sorge nella sua mente. Come un eco lontano, un sogno sbiadito. Un ricordo destinato a svanire. Non raggiungerà mai le stelle insieme a Rose. Lui le ha regalato un sogno. Ma non potrà accompagnarla.

Ti amo, Rose…

Sente un tepore improvviso. Una sensazione di calore insolita. Terribile. E meravigliosa. Comprende. Nella frazione di un secondo comprende. Guarda Rose. Rimpiange di non poter vedere i suoi occhi. Lentamente, la vista gli si oscura. Calano le tenebre. Ma non la speranza.

Vivi…


***************************************************


Rose si salvò. Venne recuperata da una scialuppa, assieme ad altri cinque sopravvissuti. La tragedia del Titanic fece il giro del mondo. L’Inaffondabile giaceva sul fondo marino ad oltre 3500 metri di distanza. E con lei le speranze degli uomini e delle donne, dei padri, delle madri, dei figli che si erano imbarcati col sogno di raggiungere le Americhe. Di ricominciare a vivere.
Rose non dimenticò mai il giuramento. Mantenne la promessa. E dentro al proprio cuore mantenne sempre vivo il ricordo di Jack, il ragazzo che l’aveva salvata.
Un ragazzo che era riuscito ad andare oltre alle apparenze, a cambiare con la dolcezza, la costanza, l’amore il carattere di una giovane aristocratica. A strapparla alle catene che la tenevano legata alla ricchezza, all’etichetta. A Carl, con la sua arroganza. Alla madre, con i suoi toni da alta nobildonna. Alle convenzioni del suo ceto sociale, così cieco, sordo, muto di fronte alla miseria della terza classe.

E alla terza classe apparteneva il ragazzo scomparso quella crudele notte.
Goccia, nell’oceano delle 1500 vittime del naufragio.

Una goccia sconosciuta
Ma non per questo
Dimenticata




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