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Autore: DaughterOfAthena    13/02/2014    1 recensioni
Kendall Knight ha tutto: amici, successo, fama, ragazze. Tutto quello che chiunque vorrebbe. Tutto tranne la normalità. E se un giorno avesse la possibilità di essere un ragazzo normale? E se non fosse quella grande idea che aveva pensato?
Genere: Commedia, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlos, James, Kendall, Logan, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Kendall! Svegliati! Farai tardi!”
La voce di mia mamma come sveglia è una delle cose migliori. Non è quel freddo DRIIIN di un arnese infernale fatto di ingranaggi, ma è calda e dolce.
Senza neanche aprire gli occhi vado in cucina, guidato dall’odore dei pancakes di mia madre.
“Gli altri sono già svegli?” domando assonnato.
“Tua sorella è già in bagno come ogni mattina” risponde lei dandomi il bacio del buongiorno.
“Carlos, James e Logan dormono ancora?” le chiedo sedendomi e stiracchiandomi.
“Chi?”
“Lo sai chi, i raga... woah, che ci facciamo a casa?!” esclamo accorgendomi di essere nella cucina della nostra casa in Minnesota e non nell’appartamento 2J del Palm Woods.
“Ci viviamo tesoro” risponde lei tranquilla versandomi dello sciroppo d’acero sulle frittelle e della spremuta d’arancia nel bicchiere.
“Sbagliato, ci vivevamo, tre anni fa. Ora viviamo al Palm Woods”
“Non so che posto sia o di cosa tu stia parlando, ma sbrigati a mangiare o farai tardi a scuola”
“Scuola? Mamma, ti ricordo che io non vado a scuola da un anno. Sono una popstar” ribatto prendendo un sorso di succo d’arancia e divorando due pancakes.
“Devi aver di nuovo sognato di essere un cantante di fama mondiale. Ma ora sei a casa e questa è la realtà” replica mamma carezzandomi la testa.
“No mamma, questa non... aspetta ho capito. Dove sono loro? E le telecamere?”
“Loro chi? E quali telecamere?”
“I ragazzi e le telecamere per registrare la mia reazione allo scherzo”
“Quale scherzo? Ma di cosa parli tesoro?”
“Di tutto questo. Di te che fai finta di non conoscere James, Carlos e Logan. Di noi qua invece che a Los Angeles. Della scuola invece dello studio di registrazione”
“Deve essere stato un sogno stupendo e molto realistico, ma pur sempre un sogno, nient’altro”
“No, era la realtà e te lo dimostrerò”
“Come?”
“Ma certo!”
Sarà anche uno scherzo ben progettato ma  non possono cancellare i Big Time Rush da Internet! Prendo il cellulare e digito il nostro nome su Google e... non è possibile! Secondo Internet non esiste alcuna band con quel nome.
“Non è possibile” mi dico sottovoce.
Come posso essermi immaginato tutto? Come posso in una notte essermi inventato tre anni di una band inesistente? Come posso aver sognato i Big Time Rush, Gustavo; Kelly, Griffin, Bob, Bitters, Camille... Jo. Non posso essermi immaginato anche lei. Scrivo velocemente Jo Taylor su Google e tutto quello che esce su di lei sono foto su foto insieme a Jett Stetson e articoli sulla sua carriera e sul suo fidanzato. Non ci credo ho sognato di stare con una giovane stella del cinema che probabilmente ho visto in tv o in una rivista in edicola. Provo a digitare Gustavo Rocque ed escono varie pagine su di lui e sulla sua vita. Ne apro una e trovo fra le ultime notizie “Il produttore di numerose band, tra cui i Boys In The Attic e le Angel Angel, è ormai fuori gioco da nove anni ed ha ancora una volta sprecato l’opportunità di tornare in vetta cacciando ogni singolo pretendente a diventare la nuova star della sua casa discografica”. Allora forse ho sentito del discografico e ho sognato tutto questo. Forse davvero era solo un sogno. Forse sto diventando matto.
Finisco la colazione e mi precipito a scuola. Continuo a rimuginare sul fatto della band. Non ho così tanta immaginazione. Non posso averlo sognato in una notte sola. No, deve essere solo uno scherzo. Forse Logan ha semplicemente modificato il mio cellulare di modo che io non pensi sia uno scherzo...ma non in una notte. Allora davvero non conosco quei ragazzi. Davvero non ho mai avuto successo. Davvero ho solo sognato tutto.
Entro nell’enorme edificio bianco. Ogni parete è tappezzata da colorati cartelloni che invitano alle svariate attività scolastiche, che ricordano che manca solo un mese al ballo scolastico e che cercano una band che canti tutta la sera. Se i ragazzi esistessero, potrei cercarli per cantare insieme. Sospiro e mi dirigo al mio solito armadietto rosso.
“Bella partita capitano!” esulta un ragazzo di un paio di anni più piccolo di me dandomi una pacca sulla spalla.
“Grazie” rispondo io confuso non ricordando minimamente di quale partita stia parlando. Per quanto ne so il capitano a hockey è sempre stato... giusto, Carlos non esiste, è solo frutto della mia immaginazione.
Chiudo l’armadietto e a pochi passi da me quello che dovrebbe essere un frutto della mia immaginazione: Logan Mitchell. E’ alle prese con troppi quaderni per entrare nell’armadietto. Allora forse non mi sono immaginato tutto, ho solo trasformato alcuni ragazzi di scuola mia in popstar.
“Ehi amico!”
Lui sobbalza facendosi cadere addosso una montagna di libri e quaderni.
“Io?”
“Sì, tu”
“Ciao” risponde rialzandosi e sistemandosi gli occhiali mentre raccoglie i libri. Che strano. Come ho fatto a immaginarlo senza occhiali se sembra tenerli così stretti?
“Come mai così tanti quaderni e libri, amico?”
“Sono i compiti per la squadra di basket, di football e ovviamente per quella di hockey”
“Perché fai i compiti per tutti?”
“Perché devo farli, me lo chiedono, ma non preoccuparti, la tua squadra e soprattutto tu siete i primi” risponde abbassando lo sguardo.
“Io? Amico, è dalla prima superiore che ti chiedo una mano solo con i compiti di chimica” rispondo sicuro di quello che dico. So che dalla prima superiore ho sempre fatto i miei compiti, quello che dice Logan non mi torna.
“No, ti ho sempre fatto tutti i compiti dalla prima media” risponde guardandomi stranito mentre suona la campanella “Ecco qua il tuo quaderno con la ricerca per Storia sulla Guerra Civile Americana. Nel cambio dell’ora ti do il resto” continua chiudendo l’armadietto e scappando letteralmente in classe.
Come è possibile? Ricordo di aver tormentato Logan per i compiti, ma una volta alle superiori sono sicuro di non avergli quasi mai chiesto aiuto se non per qualche esercizio di chimica. Ancora con mille domande in testa entro in classe e mi siedo al solito posto, solo che non riconosco la ragazza mora che mi sta accanto. Ho come la sensazione che al suo posto dovrebbe esserci un altro membro della mia band immaginaria: James.
Non faccio in tempo a pensare a lui che lo vedo entrare in classe lasciando decine di ragazze adoranti sulla porta. Lui si gira, lancia un bacio volante e va a sedersi all’ultimo banca accanto ad una bionda che gli fa gli occhi dolci.
Sospiro e scivolo sulla mia sedia. A quanto pare neanche con lui sono in amicizia, dato che non mi ha minimamente salutato. Eppure sono sicuro, ho come il presentimento che accanto a me, invece della mora ci debba essere lui. Ma come diamine ho fatto a sognare di essere suo amico e suo compagno di band? E poi perché proprio lui? Se sono davvero il capitano della squadra di hockey, perché non ho immaginato una band con i miei compagni di squadra ma con ragazzi a cui non sembro stare simpatico?
L’ora del professor Evans passa velocemente e così decido di andare da Logan per il resto dei compiti, dato che non sono sicuro di voler entrare in classe senza libri, e per domandargli qualcos’altro su James. Ho l’impressione di conoscerlo ma se non mi rivolge la parola forse non so nulla di lui...
Trovo il moro alle prese con il distribuire fogli, libri e quaderni a tre armadi con le divise di hockey, basket e football. Non appena finisce i tre se ne vanno e quello con la maglia da hockey mi da una spallata accompagnata da un complimento al capitano per la partita.
“Mi hai detto di passare al cambio dell’ora per il resto, ma sembra tu abbia dato tutto quello che avevi a loro” esclamo scherzosamente.
“No, tranquillo” si affretta a prendere vari libri e quaderni col mio nome sopra e a consegnarmeli “Come mi hai chiesto tu, te li consegno personalmente ogni giorno”
“Davvero ti ho chiesto questo?”
“Sì, non ricordi?”
“No... comunque, posso farti una domanda?”
“Sì....”
“Conosci James Diamond?”
“Tutti lo conoscono”
“Dimmi tutto quello che sai su di lui”
“Ehm... è nato il 4 settembre, alto 1,85 m, sua madre Brooke è una spietata donna d’affari. E’ il più popolare della scuola e le ragazze lo definiscono il più bello. Ha superato ogni singolo atleta per notorietà. Da quando è qua è sempre stato nominato re del ballo anche se non era un vero e proprio candidato. E’ uscito quasi con tutte la parte femminile della scuola, spezzandone la maggior parte dei cuori. Ma tu tutto questo lo sai, perché me lo domandi? Se posso saperlo...”
“Curiosità. Ha mai giocato a hockey?” domando quasi sicuro di averlo già visto con la divisa della squadra.
“No, reputa gli sport di squadra stupidi”
“E tu?”
“Io? No, penso gli sport siano magnifici” risponde poco convinto e tossendo. Chi sa perché sono convinto che quel colpo di tosse sia il simbolo di una bugia.
“Intendevo se hai mai giocato a hockey” ribatto sorridente sicuro di un sì.
“Mi hai cacciato dai provini al secondo anno, non ricordi?”
“Cosa?!”
“Sì, mi hai cacciato dicendo che non ero minimamente portato”
“Ah si, ricordo” rispondo mentendo spudoratamente.
La campanella suona, il che significa che adesso ho letteratura. Spero di incontrare il membro mancante, Carlos, e magari scoprire che non è così diverso dal mio sogno.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Hola chicossss!
Ecco qua il secondo capitolo di questa ff. Ho aggiornato presto dato che questo e il prossimo mi sono usciti fuori di getto, ma non abituatevici, non è detto che aggiorni così velocemente xD
In ogni caso, ringrazio marshmaslow1 e Rusherina_Girl per le recensioni e ogni singolo lettore silenzioso (anche se vi avverto, farete maglio a recensire miei cari).
Un bacione
DaughterOfAthena 
   
 
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