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Autore: Andreatorinista    17/06/2008    5 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato usare il doppio tag br, e non è possibile usare il suddetto tag all'inizio e/o alla fine dell'introduzione.
Rinoa81, assistente amministratrice.

il vento, il giardino e una bambina. questi sono i protagonisti principali del sogno di Neji Hyuga, che sta per riscoprire una parte del suo passato rimasta troppo a lungo sopita nei meandri della sua memoria
(Questa fic si è classificata quarta nel contest NejiTen indetto da RAGAZZA_INNAMORATA E V@LE)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LDD “mi raccomando, cercate di non sporcarvi bambini”
“ih ih”
era un giorno d’inverno…i rami degli alberi di villa Hyuga erano ormai spogli, privi di foglie, e già si sentiva il venticello fresco che preannunciava l’inizio dell’ultima stagione dell’anno.
Due piccoli bambini di due anni, stavano giocando in giardino, mentre dalla porta della villa, Hiashi e Hizashi, rispettivamente lo zio e il padre del bambino, li tenevano d’occhio, felici di vederli così allegri e pimpanti
Il bambino aveva addosso una tutina blu scura, che metteva in risalto i suoi occhi bianchi, mentre la bambina indossava una tutina rossa, abbinata perfettamente con i suoi capelli, castani e corti.
“ehi guarda” disse Hiashi
“vuole mettersi in piedi?” chiese Hizashi al fratello, curioso di vedere che cosa sarebbe successo.
La bambina provò forse troppo presto a mettersi per la prima volta in piedi sulle sue gambe, finendo così con il sedere per terra.
Per fortuna non si era fatta niente, però era triste e delusa del fatto di non essere riuscita a reggersi da sola…fu per questo motivo che cominciò a piangere a dirotto.
Il bambino, Neji Hyuga, si accorse del pianto della sua amichetta, e gattonando si avvicinò a lei, dandole un leggero bacio sulla fronte.
La bimba smise di piangere, riuscendo a contenere qualche singhiozzo di troppo, per poi alzare lo sguardo verso Neji, che in quel momento stava sorridendo.
Lei era ipnotizzata dai suoi occhi, occhi di un colore bianco, quasi artificiale
Lui incantato dal volto meravigliato della bambina.
In qualche modo…sembrava che quei due bambini fossero legati dal destino
Che si fossero innamorati già da piccoli
E che non si sarebbero mai lasciati

mai

Legati Dal Destino

“ah”
Neji si svegliò di colpo nel letto della sua stanza, mentre dalla finestra, lasciata aperta, passava un piccolo venticello, che smuoveva le tende bianche e trasparenti.
“era…un sogno?”
Rimase immobile per qualche minuto, continuando a pensare a quello che aveva sognato…qualcosa che a lui sembrava…così reale.
TOC TOC
“avanti”
La porta si aprì delicatamente, lasciando comparire il viso dolce di Hinata, venuta a svegliare il cugino.
“buongiorno Neji, è pronta la colazione”
“si arrivo subito” disse cominciando a vestirsi, e continuando a pensare a quel sogno.

Qualche minuto dopo, il ragazzo era già uscito di casa per incontrarsi con il resto del team Gai…sarebbero dovuti partire oggi stesso per una missione di livello A.
Correndo a perdifiato, raggiunse il team, che si era riunito sotto casa di Rock Lee
“CIAO NEJI”
“ben arrivato ragazzo”
“ciao Lee, salve maestro Gai…Ten Ten” disse alla compagna sorridendo.
“ah c-ciao” rispose in modo un po’ impacciato la ragazza, abbassando lo sguardo e arrossendo lievemente.
Era da un po’ che si comportava in quel modo, e Neji se ne era accorto.
Ten Ten parlava sempre liberamente e senza difficoltà con tutti gli altri, ma quando doveva parlare con lui…niente, o balbettava, o si limitava ad un piccolo saluto per poi dileguarsi…a volte le donne per Neji erano un vero mistero
“siamo pronti a partire maestro Gai” disse Rock Lee, finendo di chiudere il suo zaino, e mettendoselo in spalla.
“molto bene…uh?”
Prima che il maestro diede il via per l’inizio della missione, un piccione si poggiò sulla sua spalla
“no…ditemi che non è vero” disse prendendo il messaggio riposto nella piccola custodia attaccata alla zampa del volatile.
“AAAAAAARGH…LO SAPEVO”
“che cosa è successo maestro?” chiese preoccupato il pupillo del jonin
“Tsunade ha annullato la missione che dovevamo svolgere oggi…qui c’è scritto che il furfante si è costituito da solo al corpo di polizia del suo villaggio…” disse facendo vedere il messaggio ai suoi allievi
“che sfiga…” disse Rock Lee
“non importa, comunque per adesso possiamo rompere le righe…Lee, che ne dici di fare un po’ di allenamento? Giusto per passare la giornata”
“OSSU SENSEI”
“bene…ANDIAMOOOOOOOOOOOOO” urlò correndo insieme al suo allievo verso la foresta, cioè il luogo in cui si allenavano.
Neji e Ten Ten rimasero immobili e allibiti nel constatare che non c’era davvero limite all’idiozia umana.
“aah…non cambieranno mai quei due”
“già…”
L’atmosfera tra i due era molto tesa, entrambi non sapevano di cosa parlare, ne che cosa fare in quel momento.
“beh io me ne torno a casa…ci vedia…”
“aspetta” disse Ten Ten al compagno, che si fermò, per poi girarsi verso di lei e guardandola negli occhi.
La ragazza si sentiva come ipnotizzata dal suo sguardo, e per non diventare rossa come un peperone, decise di scostarlo da quello dell’affascinante shinobi.
“senti…ehm…Neji”
“si?”
“ecco…t-ti va di farmi compagnia oggi? Sai non ho niente da fare e…mi annoio da sola”
“come vuoi” rispose lo Hyuga, cominciando a camminare di fianco a lei verso il centro della città.
Oggi è un giorno speciale per gli abitanti di konoha.
Infatti come ogni anno, si celebrava l’inizio della primavera con una festa che coinvolgeva grandi e piccini di tutto il paese della foglia, un ottima occasione per Ten Ten di divertirsi e di rimanere insieme almeno per un giorno con quello che lei considerava come il suo principe azzurro.
Al contrario, Neji voleva soltanto accontentare la richiesta della ragazza, dimostrandosi molto distaccato in certi casi, e quasi sempre con la testa tra le nuvole…
“Neji…Neji”
“ah si?”
“ma che hai? Oggi sei particolarmente diatratto” le fece notare la kunoichi
“si scusami…è che stavo pensando ad una cosa…” disse ricominciando a fissare il terreno
“cosa?” chiese curiosa la ragazza
ma Neji non aveva intenzione di parlare con lei del sogno che aveva fatto ieri notte, forse erano cose troppo private per lui per essere raccontate, fatto sta che decise di cambiare discorso, indicando a Ten Ten una bancarella ambulante di kimono
“che ne dici…ne vogliamo provare qualcuno?” disse il jonin poco convinto…a lui non interessavano affatto i kimono, però era l’unica bancarella che c’era nel raggio di cinquanta metri.
Ten Ten fissò prima il ragazzo, poi la bancarella…ci rifletté sopra, per poi sorridere…aveva detto di si insomma.
Poco dopo i due ragazzi si ritrovarono in giro con indosso due kimono…quello di Neji era nero, senza decorazioni…l’unico che gli piaceva, mentre quello di Ten Ten era completamente rosso, con dei fiori ricamati su tutta la superficie…a lei piacevano i fiori.
In più, per l’occasione, decise di sciogliere i suoi capelli, lasciandoli cadere sulle sue spalle.
Il cuore di Neji perse un battito.
Era…davvero bella.
Era la prima volta che la vedeva così…e per la prima volta, il ghiacciolo hyuga arrossì lievemente.
“mh? cos’hai?”
Ten Ten si era accorta che Neji aveva qualcosa che non andava, ma il ragazzo cercava in tutti i modi di non farglielo notare.
“ah niente non ti preoccupare” disse continuando a guardare avanti, con il suo solito sguardo freddo, usato come copertura per non far notare alla ragazza di essere arrossito nel vederla vestita in quel modo.
“mmmh…aaah ma quello…”
La ragazza indicò un ponticello posto su di un piccolo fiume alla loro destra
“vieni un attimo con me” disse prendendo Neji per il braccio
“ehi, ma che fai? Lasciami andare”
per Neji fu tutto inutile…dopo pochi secondi si ritrovò da solo con Ten Ten su quel piccolo ponte, mentre la ragazza prendeva un foglio di carta e si accingeva a fare un origami a forma di barchetta.
“che diavolo stai…”
“quando ero piccola, mia madre mi portava sempre qui…mi diceva che se facevi una barchetta con la carta e la lasciavi navigare nel fiume, il tuo più grande sogno si sarebbe avverato, a patto però che la barchetta fosse arrivata integra nel lago dove questo piccolo fiume si immette” disse indicando il laghetto che si trovava davanti a loro
“ma davvero?”
“certo…beh diciamo che le barchette che creavo io non erano mai riuscite ad arrivare fin laggiù perché affondavano prima…però era sempre divertente venire qui, stare a contatto con la natura…a me non è mai piaciuto stare chiusa in casa, ero sempre in giro, anche da piccola”
“in che senso da piccola?” chiese lo Hyuga all’amica
“mia madre mi diceva sempre che quando ero piccola, andavo spesso a casa di un bambino, e rimanevo con lui tutto il pomeriggio a giocare…lei non c’era mai per via dei suoi impegni, però quando veniva a prendermi, si faceva raccontare dai genitori del bambino quello che avevamo fatto…gli rimase impresso nella mente un giorno in particolare”
“ah si? e quale?”
“era un giorno d’inverno…lei mi disse che stavo giocando con questo bambino, di cui non mi ricordo assolutamente niente…ad un tratto provai ad alzarmi in piedi per la prima volta, finendo però con il cadere per terra come una pera cotta, e cominciando a piangere”
“(non ci credo…come nel mio sogno…ma allora è successo veramente…e se lei se lo ricorda vuol dire che…)…”
“ad un tratto quel bambino si avvicinò a me e…”
Senza darle il tempo di finire, il ragazzo si avvicinò a lei, dandogli un bacio sulla fronte.
Ten Ten era rimasta stupita dal gesto dello Hyuga, e solo poco dopo si rese conto di che cosa volesse significare quel gesto
“ti ha dato un bacio sulla fronte, facendoti ritornare il buonumore non è vero?” disse lo Hyuga
“N-Neji…ma allora quel bambino…”
Lui non rispose, si limitò soltanto a sorridere, ma il suo non era un sorriso normale…era un sorriso infantile…lo stesso sorriso di tanto tempo fa.
“i-io…da quel giorno…mi presi una bella cotta per quel bambino e…con questa barchetta…”
a Neji gli fu tutto più chiaro.
Ten Ten voleva esprimere il desiderio di rivedere di nuovo quel bambino di cui si era innamorata, ma quel desiderio ormai andava avanti da tanto tempo, e con il passare degli anni, lei si era rassegnata all’idea di ritrovarlo, cominciando a frequentare altri ragazzi, e altre cotte…fino a quella sera, dove rivedendo quel ponte, gli ritornò in mente quel desiderio nascosto nel suo cassetto, e che incredibilmente, si era realizzato.
Gli occhi di lui si rispecchiavano in quelli di lei, mentre le loro labbra si avvicinavano sempre di più tra di loro, per poi unirli nel loro primo e romantico bacio.
Ten Ten lasciò scivolare la barchetta di carta dalle sue mani, facendola così cadere nel fiume. L’esile struttura di carta cominciò a navigare trasportata dalla delicata corrente del fiumiciattolo, fino ad arrivare all’interno del laghetto, dove continuò a galleggiare per tutta la notte, in segno di quell’amore appena sbocciato, e che mai sarebbe appassito.

Fine

Ecco a voi la One-Shot che si è classificata 4° al contest NejiTen

l'ho corretta in vari punti perchè uno dei motivi per cui si è classificata ultima è stata la grammatica...in effetti sono un tipo che scrive molto veloce...anche troppo XD
e quindi capita di fare degli errori.
prossima tappa 'Contest Last Day Of School' in tutti i sensi...per me XD
domani affronterò la prima prova degli esami di maturità...ODDIO NON SO UNA BEATA CEPPAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
scherzo XP
vabbè, fatemi sapere come vi sembra, ci vediamo ;^) bella
  
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