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Autore: LilyEv    14/02/2014    1 recensioni
Non so quanto rimasi lì, in quello stato di stallo e di inferno, ma da un momento all'altro sentii un dolore acceso e scalpitante pervadermi. Non avevo mai più sentito il mio corpo, ero come un ombra da chissà quanto tempo, ma quello strazio, così reale e vivido mi fecero sentire VIVA. Nella mia mente urlavo. E poi...quella voce. Delle parole, dapprima incomprensibili, divennero più nitide pian piano che ogni fibra del mio essere sentiva finalmente una sensazione, anche se di dolore.
Reversa est ad vitam! Reversa est ad vitam!”
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Jacqueline...oh, mia sposa! Non mi lasciare!”

 

“Non possiamo più fare nulla per lei, George. Preghiamo per la sua anima, che raggiunga il Signore e che ci protegga da lassù.”

 

“Jackie...”

 

Queste sono state le ultime parole che le mie orecchie hanno sentito poco prima di morire. Poi... il vuoto, come una coperta calda quando si è infreddoliti dal forte vento del Massachussets, mi ha avvolto con sé: il nulla mi attendeva. Tutta la vita ad immaginarti che ci sia qualcosa di meglio “dopo”, quando invece il buio ti assale senza lasciarti via d'uscita. Pensieri tristi e incolmabili mi pervadevano la mente. La mia vita, ormai lasciata alle spalle, la mia famiglia, il mio George...

Non riuscivo neanche a ricordare il suo volto. Il buio aveva cancellato tutto e per me non era rimasto più nulla su cui sperare.

Non so quanto rimasi lì, in quello stato di stallo e di inferno, ma da un momento all'altro sentii un dolore acceso e scalpitante pervadermi. Non avevo mai più sentito il mio corpo, ero come un ombra da chissà quanto tempo, ma quello strazio, così reale e vivido mi fecero sentire VIVA. Nella mia mente urlavo. E poi...quella voce. Delle parole, dapprima incomprensibili, divennero più nitide pian piano che ogni fibra del mio essere sentiva finalmente una sensazione, anche se di dolore.

 

“Reversa est ad vitam! Reversa est ad vitam!”

 

E all'improvviso quel male si spense e potei sentire la forza vitale in me. Mi ricopriva dalla testa ai piedi e una mano mi accarezzò il viso.

Avevo un viso! Lo sentivo! Aprii gli occhi e mi ritrovai in una stanza dalla luce tenue, che non mi faceva scorgere appieno chi mi aveva riportato alla vita.

 

“Madre!”, sentì. “Madre! Ha funzionato!”.

Una voce maschile e calda ricoprì l'ambiente mentre sentivo che dei passi veloci e leggeri ci venivano incontro.

Feci per alzarmi ma non ne fui capace da sola: al primo tentativo non riuscì a muovere la schiena. Subito dopo, l'uomo mi aiutò e dentro di me potei sentirei un calore quasi pari alle fiamme.

 

“È ancora debole...”, mi spiegò con un sorriso. Era la prima volta che lo vedevo in volto e la prima cosa che mi venne in mente è che...che lo conoscevo! Ma non ricordavo minimamente perché lo conoscessi.

Intanto una donna era entrata nella stanza. E lei mi era ancora più familiare.

 

“Oh, signorina Jackie! Quanto tempo!”, e mi abbracciò. Quando strinse le braccia intorno alle mie spalle, non risentii la stessa sensazione di poco prima ma il suo gesto mi fece sentire decisamente meglio.

 

Staccatasi da me, la donna riprese a guardarmi negli occhi, prendendomi le mani.

“Ah, ha sofferto molto laggiù. La sua anima è intrinseca di orrori, signorina Cole. Vede questo segno sul suo palmo ind...”

 

“Come? Come mi ha chiamata?” , la interruppi bruscamente.

Il mio cuore non soleva più stare nel mio petto talmente scalpitava.

 

“Signorina Jackie, è tornata indietro! Era solo intrappolata! L'avevano solo fermata, ma i suoi potevi l'hanno salvata! Questo loro non lo sapevano...come avrebbero potuto.”, disse lei orgogliosamente.

 

“Come? Cosa avrei io, mi scusi?”, dissi confusa.

 

“I poteri! Sai, la telecinesi, la divinazione...cose così.”, mi rispose l'uomo porgendomi un abito.

 

In quel momento realizzai che avevo solo qualche foglia di alloro addosso e il problema dei miei così detti “poteri” passo in secondo piano per un momento.

 

“Benjamin, fuori! Ora!”, urlò verso di lui la donna e la porta dietro di noi si spalancò.

 

“Ah avete della servitù! Bene, mi riporteranno loro a casa.”, dissi con sicurezza.

 

La donna rise della mia affermazione e quella risata mi fece capire finalmente chi era.

 

“Tata Hope?”, domandai.

“In carne ed ossa , signorina Cole.”, fece inchinandosi dinanzi a me.

 

“Tata, ma che fai! Ti inchini ora? E poi perchè mi hai chiamata signorina Cole? Price, il mio nome è Price.”, dissi con orgoglio alzandomi dal tavolo di legno da cui ero appena risorta.

 

“Signorina, lei è appena tornata da un mondo oscuro e tetro. Perchè non cerca di capirne il motivo.”, mi disse prendendomi per mano per dirigermi verso un piccolo sofà consunto.

“Sa in che anno e città ci troviamo ?”, mi chiese.

 

“Salem, 1876.”, risposi.

 

“Mia cara, hai dormito per quasi un decennio. Eri intrappolata in un regno buio e sinistro, dominato dal nulla e dalle tenebre. Ti ci hanno portata. Ma noi ti abbiamo riportata indietro. Sapevo che eri un'eletta della congrega e sapevo che non saresti morta davvero.”

La mia vecchia tata ora mi guardava con felicità e speranza e mentre io riflettevo sulle sue parole, lei mi porse un libro.

“Ecco, signorina. Salem è stata dimora per innumerevoli anni di donne ,e alle volte uomini, di grande valore e potenza. Sarah Cole, la nostra amata guida, finse e depistò la corte per proteggere tutte noi dal fuoco che cercava di devastare la nostra gente, ma..”

 

“MA NON CAPISCO! CHI SEI TU DAVVERO? E PERCHÈ MI DICI CERTE COSE?”, le urlai contro.

 

Lei sollevò gli occhi e rispose serena: “ Ovviamente perchè sei una strega come noi, mia cara.”

 

E il mio cuore si fermò.

 

   
 
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