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Autore: Kyla    17/06/2008    2 recensioni
Questa storia è stata scritta in un momento di follia...sembra più una favola per bambini...commentate,anche se in maniera negativa.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Green Faery

Green as the Life


C'era una volta,in un posto lontano lontano che si trovava sul pendio di una montagna,un piccolo Fior-di-Luna piantato alle radici di un albero. Questo albero scuro si trovava al centro di una radura,cosparsa da fili di fresca erbetta verde tutto l'anno e con un spuntone di roccia grigio alto appena qualche piede. Al limitare di questa radura c'era un piccolo boschetto sempre in ombra,abitato da creature fatate.

In una notte illuminata da un cielo pieno di stelle lontane,un piccolo raggio di luna toccò il fiore. Ai piedi della pianta,comparve un neonato che agitava i piccoli pugnetti e vagiva prepotentemente alla luna piena,che lo guardava ammaliata.

La sorte volle,che proprio in quel momento,e proprio in quella radura passassero tre fate:la Fata Scura,la Fata Grassa e la Fata Vecchia. Appena sentirono quell'insolito rumore si precipitarono a vedere di che cosa si trattasse.

<<Oh cielo,è una bambina!>>

<<Ma guardatela!Povera piccola,starà morendo dal freddo. Ma chi...>>

<<E' figlia della luna>>

Le altre due fate si voltarono verso quella che aveva parlato.

La Fata Scura continuò.<<Non vedete?Ha la pelle bianca,la peluria sulla testa è bianca e anche l'iride>>

<<Il fatto che sia albina non vuol dire nulla>>

<<E invece si. E per di più,se la tenete in braccio per un tempo sufficientemente lungo,vi accorgerete anche voi che lei è...come dire...diversa>>.

Dopo che scese il silenzio,le tre fate si guardarono negli occhi.<<Cosa dobbiamo fare con lei?>>

La Fata Vecchia abbozzò un sorriso.<<Io,la renderò una fata>>

Le altre due fate sgranarono gli occhi,ma alla fine acconsentirono.

La Fata Grassa agitò la bacchetta.<<Che tu sia sempre assetata di conoscenza e desiderosa di apprendere nuove cose>>.

La Fata Scura,che non era molto convinta della decisione presa,disse solo:<<Che tu abbia sempre fame d'amore>>.Detto questo,le tre fate sparirono.

La bambina,dopo aver ricevuto i suoi tre doni,si assopì fino al mattino. Non si accorse che tutte le creature del bosco,magiche e non,l'avevano circondata. Erano colpiti e inquietati da quella creatura piccola e completamente bianca. Un saggio gnomo si avvicinò alla piccola insieme alla sua consorte,che le diede un buffetto sulla guancia.<<Povera piccina>>.

Un folletto prese un ciuffo di peli dalla coda di uno scoiattolo bruno,delle piume dal petto di un pettirosso,e dei pezzi di corteccia dall'albero alle cui radici vi era piantato il piccolo Fior-di Luna. Posò i peli sulla testa della bimba,le piume dell'uccello canterino sulle sue guance,e i pezzi di legno sulle palpebre chiuse dal suo primo sonno. Una ninfa soffiò sulla piccola delle bolle d'acqua,mentre un altra,vedendola nuda afferrò una manciata di fili d'erba a ne ricavò una tunichetta.<<Che cresca con te,in modo da essere sempre della tua misura,e ti tenga caldo quando avrai freddo,e fresco quando ci sarà caldo>>.

Tutte le creature,appena i raggi del sole cominciarono ad accarezzare il mare d'erba,si ritirarono nell'oscurità ombrosa del bosco

La neonata che si svegliò sotto quella luce rosata aveva ancora la pelle bianca come la luna,ma aveva anche un ciuffetto di capelli castani sulla testa,le guanciotte paffute rosse e gli occhi color ebano.

Gli anni passarono,e poco a poco la piccola Fatina Verde crebbe,diventando una bambina sempre curiosa e attenta,piena di amore nei confronti dei suoi amici che vivevano nel bosco,e nei confronti di tutto:

amava i carezzevoli raggi solari...

amava la brillantezza della luna...

il verde del prato...

gli strani disegni che i rami degli alberi facevano e l'ombra puntinata di luce che si veniva a creare quando le loro foglie erano investite dalla piena luce solare...

amava l'azzurro del cielo e i soffici disegni delle nuvole...

amava le profondità del mare,mai viste e tanto sognate...

amava tutto e tutti,ed era felice così.

A proposito del mare,un giorno,Madre Natura le diede una casupola sulla spiaggia in cui vivere. Era una piccola costruzione molto modesta,ma appena uno ne varcava la soglia,aveva l'impressione di trovarsi dentro uno spazio immenso. Quello non era che uno dei tanti regali che Madre Natura le aveva fatto,ma in cambio aveva preteso sempre una certa ubbidienza,e le affidava spesso qualche compito da fare,o la obbligava ad ascoltare qualche discorso degli gnomi. In realtà,non si era resa conto che le stava facendo ulteriori doni,perché la sete di conoscenza della Fatina Verde era incolmabile. Voleva sapere tutto di tutto e da tutti. Capitava spesso di vederla passeggiare per la spiaggia e chiedere ai pescatori come pescavano,o nel bosco mentre si arrampicava su qualche albero per osservare le uova di un tipo di uccello che non aveva mai visto prima.

Una mattina,Madre Natura si trovava a passeggiare proprio sotto uno di questi alberi del bosco,quando la piccola Fatina Verde le cadde addosso. A nulla servirono le scuse e le promesse della piccola,che diceva di non averlo fatto apposta. Madre Natura era arrabbiatissima.<<Da domani,te ne andrai a conoscere gli umani>>

<<Vedrò nuove cose?>>

<<Si>>

<<E potrò anche parlare con questi...umani>>

<<Potrai perfino giocare con i loro piccoli>>

<<Che bello!>>

La mattina dopo,la Fatina Verde andò nella Piazza Principale della Città e si avvicinò ad un gruppo di bambini che erano lì.<<Posso giocare con voi?>>

<<No>>

La risposta secca la sorprese e la incuriosì.<<Perché no?>>

Uno dei bambini,sporco,lacero e senza un dente la guardò con disprezzo.<<Perché sei brutta>>

La bambina aveva l'aria contrita.<<Sei proprio sicuro che non posso giocare con voi?>>.Era convinta che,se avesse sorriso e si fosse mostrata carina,il bimbo avrebbe cambiato idea.

<<Si,sono sicuro. Vattene>>.E detto questo la spintonò via.

La Fatina Verde finì con il sedere per terra. Si rialzò,dolorante e confusa,con le lacrime agli occhi,e se ne andò. Più ci pensava e più non capiva. Che motivo aveva quel bambino di trattarla così male?E poi c'era una cosa che non le era ben chiara:tutte le creature del bosco le avevano sempre detto che lei era una bella bimba,quindi come poteva essere brutta?E anche se fosse,questo cosa c'entrava?La bruttezza era un criterio per scegliere con chi essere amico?A quanto pare si. E allora perché i pescatori,i marinai,le fate,le ninfe,i folletti e tutte le altre creature parlavano e giocavano con lei come se niente fosse?No,c'era qualcosa che non andava. Decise di tornare dal bambino. Sicuramente lui si era confuso e aveva capito male,o lei non aveva capito qualcosa e così lo aveva fatto arrabbiare. Si,probabilmente era andata proprio così.

Si asciugò le lacrime e si diresse di nuovo verso i bambini che ridevano e giocavano.

Appena la rivide il bambino di prima sbuffò in modo molto rumoroso e disse:<<E questa,qua,che cosa vuole ancora?>>

La Fatina Verde non si lasciò scoraggiare.<<Senti,vedi che secondo me tu non hai capito>>

<<Cooooooooosa?>>

<<Vedi che io voglio solo giocare con te. Magari,se mi dici quello che stai facendo,lo faccio anch'io,così stiamo insieme. Sei d'accordo?>>

<<Questa qui,per me,è tutta scema>>.Detto questo le allungò un altro spintone,molto più forte del precedente. Quando la piccola Fatina Verde cadde,stavolta,strusciò un poco per terra,sbucciandosi entrambe le ginocchia e un gomito. Cominciò a piangere,senza sapere quanto questo avrebbe aumentato il divertimento degli altri bambini.

<<Ma guardatela,piange...>>

<<Poverina,forse vuole la sua mamma...>>

<<Si ma la sua mamma non c'è e l'ha lasciata qui,sola soletta...>>

<<E' talmente brutta che nemmeno la sua mamma la vuole...>>

<<Le nostre ci vogliono,invece. Lo vedi dove sono?Sono là che ci salutano con la mano mentre giochiamo>>

La Fatina Verde allora si accorse che c'erano altre persone,e andò da loro per farsi consolare. Queste,però,non la vedevano,oppure le dicevano:<<Smettila di piangere e vai a giocare con gli altri bambini,su>>.

Solo una vecchina sembrò avere pietà di lei. Le buttò una coperta sulle spalle per cercare di confortarla,ma il tessuto era vecchio,di un arancione talmente stinto da sembrare color del vomito,puzzava e aveva qualche insettino nero che salterellava qua e là. La bambina si ritrasse,con un'espressione nauseata.

Quello,comunque,non fu l'unico tentativo che fece. Ci provò ancora e ancora,e qualche volta andò bene,qualche altra male. Una volta,dopo che i bambini avevano cominciato a spingerla,le bambine le avevano chiesto chi fosse,secondo lei,la più bella tra loro. Quando non sentirono alcuna risposta,le bambine le chiesero se lei per caso si ritenesse più bella,superiore. Il fatto che non gli aveva dato una risposta per l'ennesima volta,evidentemente non fu di loro gradimento,visto che cominciarono a chiamarla “bruttona”.Lei aveva cominciato a balbettare a bassa voce qualcosa sul fatto che non era vero che era brutta.

I bambini,allora,si erano toccati la tempia con l'indice,indicando che era pazza e avevano scoperto un nuovo gioco:spingerla per terra ogni qual volta lei si rialzava.

Dopo innumerevoli volte in cui si era alzata ed era caduta,aveva deciso di lasciar perdere. Dei grossi goccioloni erano scesi dagli angoli dei suoi occhi. Era stato a quel punto che uno dei bimbi aveva raccolto un sassolino non più grande dell'unghia dell'indice e glielo aveva tirato. Ben presto anche un secondo e un terzo sassolino volarono in direzione della Fatina Verde .Sempre piccolini,pungenti come le spine delle rose. Gli altri bambini invece la circondavano,squadrandola dall'alto in basso,deridendola.

La Fatina Verde aveva imparato una nuova lezione,e cioè che gli umani sapevano essere crudeli.

Si diresse in lacrime,come ogni volta verso il bosco,e poi verso la radura dove c'era il grande albero ai cui piedi era piantato il Fior-di-Luna e lo spuntone di roccia baciato dalla debole luce lunare. Lì,compì la sua prima magia:guardò la luna e,dopo aver urlato e ululato,chiese di non essere più vittima della crudeltà umana. Un odore di bruciato invase l'aria. Madre Natura comparì dietro di lei. Aveva un'espressione triste.<<Sta attenta a quello che chiedi,perché potresti ottenerlo>>.

La piccola non comprese la frase che le era stata detta finché non conobbe nuove persone. Effettivamente,non la trattavano male,né le dicevano qualcosa di brutto. Semplicemente non le parlavano. La Fatina Verde stava apprendendo un'ulteriore lezione:anche l'indifferenza faceva male.<<Basta. Questo è stato il risultato del mio maldestro tentativo di fare magia>>

Però la situazione in realtà non era così brutta come sembrava. Quando era più piccola aveva incontrato bambini che non l'avevano trattata male,e anche allora incontrò due buone creature:la Fata Viola e la Fata Azzurra. La Fata Verde era affascinata dal mondo colorato rappresentato nei disegni della Fata Azzurra,e dalla parlantina libera e sciolta della Fata Viola. Aveva trovato delle amiche,stava imparando nuove cose ed era contenta così.

Ma Madre Natura aveva deciso che c'era ancora una lezione da apprendere. Decise di farle conoscere nuove persone,e tra queste,ce n'erano due a cui la Fata Verde si affezionò:il Cavaliere Rosso ed il Cavaliere Nero. Erano molto diversi tra loro,eppure lei voleva bene a entrambi in egual misura. O almeno così credeva,fin quando Madre Natura non aveva deciso di dirle cos'è che doveva imparare.<<Ormai sei grande,e non puoi più essere trattata come una bambina>>.Fece una pausa per sottolineare l'importanza di quanto aveva appena detto.<<Devi amare>>

<<Ma io amo già tutte le creature e tutte le persone che conosco!>>

<<Non mi basta. Devi amare non come si amano gli animali,ma come si amano le persone,uomini e donne,con quell'amore che va oltre il semplice voler bene. Credi di esserne capace?>>

<<Vedrò>>

Andò sulla cima dell'albero più alto dell'intero bosco,urlò di sconforto e frustrazione,ululò e chiese di poter “Vedere”.Era convinta che la visione creata da quell'incantesimo le avrebbe mostrato cosa avrebbe dovuto fare,ma,come al solito,non aveva fatto i conti con la sua magia pasticciona. Fu in quella maniera che “vide” il Cavaliere Rosso. Gli si avvicinò con aria confusa e gli chiese:<<E tu da dove vieni?>>

<<Io sono il Cavaliere Rosso,poiché rosso è il colore delle passioni e del loro fuoco che ti brucia da dentro e ti corrode senza mai quietarsi. Il rosso è il colore delle emozioni forti,del sentimento>>.

Fu così che la Fata Verde amò,riscaldata da quella nuova fonte di calore. Ma,a lungo andare,la Fata sentiva che le mancava qualcosa per essere completa. Pensò e ripensò a tutto quello che faceva o aveva fatto,e all'improvviso capì:il Cavaliere Rosso l'aveva amata nell'amicizia,ma non provava nulla per lei nell'amore. Se la Fata Verde avesse continuato per quella strada,forse,avrebbe rischiato di perdere qualcosa di prezioso,tipo l'amicizia del Cavaliere Rosso. Eppure,poiché era ancora inesperta,era convinta che il suo amore sarebbe stato ricambiato. Non aveva fatto i conti con la Principessa Rosella,una tipa molto attenta al modo in cui tutti si vestivano,e che aveva sempre guardato con aria di sufficienza la sua vecchia tunica verde. Da lei la Fata Verde imparò quanto per gli umani fosse importante apparire.

Ben presto,fu chiaro a tutti che il Cavaliere Rosso era innamorato della Principessa Rosella,ma la Fata Verde non smise mai di sperare che la situazione potesse cambiare. Arrivò però,il giorno in cui il suo amico colore del sangue capì che era giunto il momento di parlare. Fu una cosa lunga e molto dolorosa,ma che si concluse senza che una lacrima fosse versata. Il ragazzo sentiva il dolore che lei provava e ne era molto dispiaciuto.<<Veramente,se tu sapessi...>>

<<Oh,taci almeno>>

<<Lo so che non mi credi,ma ti assicuro che fa male anche a me...>>

<<E allora sappi che sono tanto dispiaciuta per te,perché ti assicuro che io sto benissimo>>

Il Cavaliere Rosso le si avvicinò e l'abbracciò.<<Oh,mia piccola creatura...mio piccolo fiore...mio piccolo cucciolo...piccolina mia...bambolina mia...>>.Gli dispiaceva molto dare un dolore a lei che,ai suoi occhi era fragile come il vetro.

<<Stai tranquillo,Vecchio mio. Ti ho detto che sto bene>>

Fu così che imparò cos'era l'orgoglio,e quanto un cuore spezzato facesse male.

Contrariamente a quanto aveva detto,la Fata Verde cadde malata:si svegliava nel cuore della notte con forti fitte al petto,incubi e tremori provocati da un freddo inesistente. La luna,vedendola così triste e sconfortata,decise di regalarle una stellina,la piccola Syria,che brillava sempre per lei con la sua forte luce giallo-arancio.

Anche Madre Natura non si sentiva molto tranquilla,così,decise di chiedere aiuto al Tempo. Ecco perché un giorno,alla porta della casetta in riva al mare bussò un vecchio magrissimo con una barba bianca lunghissima.<<Aprimi,Fata Verde,sono il Tempo. Mi ha mandato Madre Natura,che è molto preoccupata per te. Ho con me la medicina per curarti>>

<<Vattene. Io non sto male,e quindi non ho bisogno di nessuna stupidissima medicina>>.Appena si accorse che il Tempo se n'era andato decise di fare una passeggiata sulla spiaggia. L'occhio le cadde su una barchetta in mezzo al mare,dalla quale un pescatore stava gettando le reti per prendere il pesce. Rimase colpita dalla solidità di quel pezzo di lego continuamente colpito dalle onde. Si diresse verso la cima di una scogliera,urlò e ululò,e poi chiese di poter “Vedere” ancora una volta. Cercò qualcosa che fosse la sua ancora a cui aggrapparsi,una scialuppa di salvataggio in quel mare di emozioni. A quel punto “vide” il Cavaliere Nero. Si diresse verso lui con aria supplichevole.<<Tu,mio buon amico,da dove vieni?>>

<<Io sono il Cavaliere Nero,poiché nero è il colore della tenebre che abbraccia tutto nel suo silenzio. Il mio è il colore del manto del lupo,che ha il suo massimo compimento nella solitudine e nella quiete,poiché la vita è troppo travagliata perché non si desideri la calma. In me tutto si perde e si confonde,anche il rosso delle passioni>>

La Fata Verde si aggrappò a lui con tutte le sue forze,perché la proteggesse. Fu in quel periodo che conobbe due nuove persone:un Folletto silenzioso,che apriva bocca solo per dire sempre la sua (anche quando nessuno glielo aveva chiesto),e una Principessa Arancione.

Era rimasta molto affascinata dalla brillantezza della Principessa Arancione,così diversa dalla sua luce lunare. Ma l'arancione,sebbene fosse il colore della luce di cui brillava la sua piccola Syria,era anche il colore della coperta della vecchina,e quindi la Fata Verde guardava la Principessa Arancione con un pò di sospetto,senza che ce ne fosse reale motivo. Comunque,era troppo impegnata a cercare la protezione del Cavaliere Nero per preoccuparsi di quelle “sciocchezze”.

Un giorno,mentre camminava insieme alle creature del bosco per imparare cose nuove,vide però che il Cavaliere Nero preferiva dare il suo conforto al Folletto piuttosto che a lei,e prediligeva la compagnia silenziosa di quella piccola creatura alla sua. La nuova marea e i venti le riferirono che il Cavaliere Nero l'aveva lasciata sola,senza quiete o protezione,per stare con il suo nuovo amore.<<Bene,sia come deve essere. Ma ascoltate le mie parole:che tu possa immergerti nelle tue amate Tenebre insieme al tuo insopportabile Folletto,Cavaliere Nero. Che il vostro amore sia sempre così compatto,da non permettervi di uscire dal vostro amato ambiente. Così ho parlato>>

<<E così sia>> le risposero in coro le fiamme,le rocce,le correnti e le maree. Il Cavaliere Rosso la guardò scuotendo il capo,con aria affranta:la sua piccola amica,quel giorno,aveva imparato la rabbia.

La Fata Verde salì sullo scoglio più alto del mare,urlando e ululando,e chiedendo di poter “Vedere” la causa che l'aveva condotta a quel punto per la seconda volta di fila. Questa volta non riuscì a scorgere nessuna visione,così scese dalla scogliera e si incamminò verso la sua casetta. Quando il Tempo,quella volta bussò alla sua porta chiedendo di entrare,la Fata Verde lo fece accomodare in casa.<<Dimmi,mio vecchio amico. Per quale motivo hai bussato alla mia porta?>>

Il Tempo si lisciò la sua lunga barba.<<Lo sai benissimo il perché io mi trovo qua. Sei sparita dalla circolazione,e Madre Natura si è molto preoccupata per te,quindi ti ho portato la cura al tuo male>>

<<Puoi davvero curarmi?E come?>>

<<Sono io la tua cura:il Tempo>>

<<No,non voglio aspettare di stare bene. Dimmi che cosa contiene la fiala che hai in mano?>>

<<Visto che ti piace così tanto imparare,dovresti prendere in seria considerazione l'idea di imparare la pazienza!Comunque,tornando a noi,ti informo che nella fialetta che ho in mano è contenuto l'Oblio>>

<<Dammelo!>>

<<Non dire sciocchezze. Questa medicina è molto potente. Se tu sapessi che effetti devastanti ha sugli esseri umani...>>

<<Ma io sono diversa. Non sono mai stata umana,e non ho mai desiderato esserlo. E poi,non vedi come sto male?Dammi la medicina!>>

<<Va bene,ma ricorda che...No,cos'hai fatto!?!Sei forse pazza!?!>>.La Fata Verde,infatti,aveva strappato la fiala dalle mani del Tempo,e ne aveva bevuto quasi tutto il suo contenuto.

Il Tempo si porta le mani alla testa,disperandosi.<<Sciocca!Questa medicina andava presa a piccoli sorsi>>

<<Pensi che mi accadrà qualcosa di brutto?>>

<<Adesso ti sentirai come un pesce in una boccia:boccheggerai e ti muoverai con lentezza,senza che niente riesca a raggiungerti!>>

<<Semplicemente perfetto. Era proprio questo quello che volevo. Adesso scusami,ma ho molto sonno e devo andare a dormire>>

E fu così che la Fata Verde si abbandonò all'oblio,sebbene molte persone,come la Fata Azzurra,la Fata Viola e la Principessa Arancione,con tutte le sue dame,cercassero di aiutarla. Purtroppo nessuno riusciva ad ottenere più di qualche annoiato sbadiglio.

Ma un giorno,due amici della Fata Verde cominciarono a parlarle. Lei li guardò incuriosita,ma non troppo,perché era ancora immersa nel suo sonno.<<E voi chi siete?>>

<<Io sono il Cavaliere Blu,e lui è un mago>>

La Fata Verde guardò il mago attraverso i suoi occhiali da studioso.<<Che cos'è un mago?>>

Il Cavaliere Blu rispose per lui.<<Un mago è qualcuno che è convinto di sapere le cose>>

<<Non mi sembra una gran cosa>>

Quello che era stato presentato come mago sbuffò.<<E infatti un mago non è convinto di sapere le cose. Le sa. Cioè...con questo non voglio assolutamente dire che io sappia...sono un Mago Mediocre>>

Il Cavaliere Blu scoppiò a ridere.<<Fidati di me,amico mio. Avresti fatto una figura migliore,dicendo che eri il Cavaliere Verde>>

<<Infatti. Secondo me,“Cavaliere Verde è molto meglio di “Mago Mediocre”>>

<<Umpf. Ma guarda...francamente non saprei...ma si,credo che essenzialmente si possa fare>>

E fu così che la Fata Verde cominciò a liberarsi degli ultimi effetti della medicina dell'Oblio. Adesso era tranquilla.

Le capitò anche di incontrare un altra persona.<<Tu chi sei?>>

<<Sono Grigio>>

<<Sei il Cavaliere Grigio?>>

<<No,sono solo Grigio,senza titoli ne altro>>

<<Ma perché proprio il Grigio?>>

<<Perché la Vita è strana:continua a regalarci e portarci via qualcosa,senza che noi possiamo avere il tempo di accettarlo. Essa ci riserva sempre nuove sorprese,ma non è detto che siano sempre belle,perciò,tra bianco e nero,tra un estremo e un altro,scelgo la neutralità finché non ho chiara la posizione da prendere>>

<<Ma il Grigio è un colore tristissimo. Non ti piacerebbe cambiare?Magari un colore più simpatico...ho trovato!Ti piacerebbe essere il mio Cavaliere Marrone?>>

<<Perché Marrone?>>

<<Perché il marrone è il colore del pelo dei simpatici orsacchiotti. Ti piace?>>

<<Mmh...ok>>

Era una bella sensazione avere il Cavaliere Marrone intorno,perché il suo volerle bene era qualcosa di percepibile quasi con tutti i cinque sensi. Desiderosa di liberarsi definitivamente dei resti della medicina dell'Oblio,la Fata Verde pensò bene di andare sulla cima della montagna,dove urlò e ululò,e poi chiese di poter “Vedere”,sicura che,questa volta la visione,vista la sua voglia di cambiamento e il suo ottimismo,non avrebbe potuto essere sbagliata. Ed ecco che,alla Fata Verde apparve il Cavaliere Verde. Andò da lui,timorosa di aver sbagliato nuovamente,e gli chiese:<<E tu,Cavaliere Verde,da dove vieni?>>

E lui,la guardò fissa negli occhi e,a differenza degli altri due cavalieri,senza troppi giri di parole disse solo:<<Io sono il Cavaliere Verde,perché verde è il colore della speranza>>

Per la terza volta,la Fata Verde si era innamorata,ma,ricordandosi quanto aveva sofferto le prime due volte,decise di ricorrere ad una piccola magia per scoprire quali cambiamenti avrebbe apportato quella novità alla sua vita.

Si procurò una bacinella non molto larga forgiata dai nani della montagna,e la riempì con l'acqua pura di una sorgente,poi vi mise a macerare delle erbe secche che aveva pestato e mischiato in un pestello. Una sera,la luna piena vide sua figlia al centro della radura,seduta sullo spuntone di roccia,con le gambe incrociate e la bacinella posata su di esse. Appena il riflesso della luna raggiunse il centro della bacinella,la Fata Verde lasciò cadere due petali di rosa bianca,che,toccando la superficie,si tinsero immediatamente di viola. Ne lasciò cadere anche un terzo,che prese a colorarsi,ma molto più lentamente. Sul terzo petalo erano ancora presenti delle macchie bianche,quando i due petali sprofondarono sul fondo della bacinella. La Fata Verde si chiese se avesse dovuto aspettare a lungo per veder sprofondare anche l'ultimo petalo. Perché l'esito fosse stato positivo,questo non sarebbe dovuto accadere finché la bacinella fosse stata illuminata dalla luna. Attese,e attese per ore,divorata dall'ansia e dall'angoscia. Alla fine si alzò e se ne andò,convinta che il riflesso lunare fosse scomparso dalla superficie del liquido. In realtà era ancora presente una piccola falce di luna,quando il petalo ritornò immediatamente bianco,e l'acqua limpida diventò torbida e color rosso scuro. Nessuno,nemmeno la luna piena,che ormai stava tramontando,o le stelle riuscirono a vedere se il petalo era rimasto lì o era affondato.

Da quel momento,la Fata Verde si buttò a capofitto nel compito che Madre Natura le aveva affidato,senza però fare i conti con le lezioni che ancora non aveva imparato. Infatti,una sera il Cavaliere Verde le disse che si era innamorato di una Maga Bravissima,la Maga Rosa.

La Fata Verde si sentì molto male,tanto che perfino il Cavaliere Rosso venne in suo aiuto.<<Io,al posto tuo,starei tranquilla. Questa cosa tra loro due non mi sembra fattibile>>

<<Ma tu che ne sai?Non li vedi insieme>>

<<No,ma lo sai che ho un sesto senso per queste cose,e ti assicuro che quando lui riceverà un due di picche,starete male in due>>

<<Dici?>>

<<Si,tu sei fatta così. Ah,a proposito...vedi che questa cosa tra te e il tuo “amore”,non la vedo molto bene>>

<<Ma perché?>>

<<Perché tu vuoi solo qualcuno che ti ami,indipendentemente dalla persona. Secondo me tu non ami veramente il Cavaliere Verde. Semplicemente,ti sei convinta che lui è uno che potrebbe contraccambiare i tuoi sentimenti>>

<<Ma,allora,perché fa così male?>>

<<Ascoltami,bambolina mia:amare tanto una persona non prevede che lei,automaticamente,ti ami tanto a sua volta. So che è un discorso che tu puoi capire,perché è logico,ma è incomprensibile per il tuo cuore,vero?>>

<<Non hai ancora risposto alla mia domanda...perché fa così male?>>

<<Secondo me,non è corretto dire che “fa male”.Innamorarsi è una sensazione molto simile al mal di pancia. E il cuore è un muscolo,proprio come tutti gli altri. Tu non eri quella che correva velocemente,con le braccia spalancate,perché era curiosa di scoprire cosa si provasse a volare?>>

Le guance le si tinsero di rosso.<<Si>>

<<E dopo non ti fanno forse male le gambe?>>

<<Un pò>>

<<Bene. Il tuo cuore è nella stessa situazione. E' stato sotto sforzo>>

<<Mmmh,non credo che sia solo questo...>>

<<E' solo questo,fidati. Col tempo passerà. Col tempo mi darai ragione>>


La Fata Verde,per non stare a rimuginare sui suoi problemi,decise di dedicarsi,anima e corpo, agli altri compiti che Madre Natura le aveva affidato. Un giorno,mentre controllava che non ci fosse qualcosa che disturbasse la quiete degli scoiattoli in letargo,e che tutte le provviste per l'inverno fossero al loro posto,arrivò il Cavaliere Marrone.

<<Cuore mio,che stai facendo di bello?>>

<<Sto svolgendo uno dei compiti che Madre Natura mi ha affidato>>

<<Sempre che lavori...ma non potresti rilassarti,una volta ogni tanto?>>

<<Se si lavora non si pensa>>

<<Sarà come dici tu,però non ne sono tanto convinto. Ma comunque,non sai che cosa ho appena saputo>>

<<Dimmi>>

<<Hai presente il Troll?>>

<<Quello che puzza come un facocero e con la personalità e la simpatia di una medusa?>>

<<Proprio lui>>

Un crampo allo stomaco le fece uscire quasi tutta l'aria dal petto.<<Che è successo?>>

<<Lui e la Maga Rosa si sono innamorati e ora stanno insieme>>

<<Non ci credo>>

<<E' verissimo>>

<<Non ci voglio credere>>

<<Cuore,ma secondo te,potrei mai raccontarti una cosa non vera?>>

<<Ma sei sicuro?>>

<<Sicurissimissimo. E' stata la stessa Maga Rosa a dirmelo>>

Un altro crampo alla bocca dello stomaco...<<Ma il Cavaliere Verde lo sa?>>

<<Non credo,anche se non è uno stupido,quindi penso che se ne sarà accorto>>

L'ennesima fitta alla pancia la piegò in due e la costrinse a sedersi.

<<Vita mia,che hai?Stai male?>>

<<N-non è nulla. Mi è solo girata un po' la testa...Lui come l'ha presa?>>

<<Chi?Ah,tu dici il Cavaliere Verde?Bhò,in verità non saprei dirti. Comunque,nel caso in cui non sapesse niente,ti pregherei di stare zitta>>

<<Ti giuro su Madre Natura che dalla mia bocca non uscirà una sola parola>>

La Fata Verde era a dir poco sconvolta. Come era possibile che la Maga Rosa,dovendo scegliere tra il Cavaliere Verde e il Troll,avesse preferito quest'ultimo. Lei,al suo posto,non ci avrebbe pensato neanche due volte e avrebbe scelto il suo amico. Dato che aveva già imparato quanto facesse male una situazione del genere,decise di andare a consolare il Cavaliere Verde.

Si lavò la faccia,e dopo che si fu asciugata il viso,ebbe la netta impressione che l'immagine che l'acqua della bacinella le rimandava non fosse il suo riflesso. Si avvicinò per guardare meglio e “vide” il volto del Cavaliere Rosso.

<<Tu?>>

<<Si,io>>.Sembrava molto seccato.

<<Che cos'è successo?>>

<<Stai sbagliando,e lo sai benissimo. Non dovresti andare a consolare il Cavaliere Verde>>

<<Non ci sto andando infatti. E poi non ce ne sarebbe nemmeno bisogno>>

<<Bugiarda. Menti sapendo di mentire. Sai benissimo che ne è uscito abbastanza afflitto. Non sei una stupida>>

<<E' vero:sono una bugiarda. Non credo che andare a consolarlo sarebbe un modo per fargli capire che io sono sua amica e che sono sempre vicina a lui?>>.Poi,parlò ancora a bassa voce.<<A me avrebbe fatto molto piacere se io fossi stata al suo posto>>

<<Cucciolo,apri bene le orecchie:tu non sei lui. Ma come te lo devo fare capire che mettersi nei panni delle persone va bene solo fino ad un certo punto. Tu non sei umana e non sai ancora perfettamente come ragionano gli umani. Forse non conosco il Cavaliere Verde bene quanto te,ma ti posso dire che,se io fossi al tuo posto,aspetterei che fosse lui ad aprire il discorso>>

<<Ma se non me ne parla,che faccio?>>

<<Pazienza. Credo che potrai sopravvivere lo stesso,no?>>

<<No>>

<<Va bhè. Fai quello che vuoi. Almeno non posso dire di non aver provato a convincerti del contrario>>

Detto questo,l'immagine del Cavaliere Rosso sparì dall'acqua. La Fata Verde si chiese se,magari,non si fosse sognata tutto.

Passò quasi tutto l'inverno,un periodo dell'anno che la Fata Verde odiava,perché il freddo penetrava nelle sue ossa come in quelle dei marinai,e i colori venivano smorzati proprio come il suo buonumore. Durante l'ultimo mese,le era parso che il Cavaliere Verde si fosse rianimato,pervaso da una nuova contentezza. La Fata Verde fu molto lieta per lui,anche se le correnti e le nubi,nelle notti di temporale,le suggerivano di stare molto attenta a questo cambiamento. Infatti,in una serata senza luna,una nube,tramite il vento,le disse di girarsi. Quelle che vide,per poco non la fece diventare un blocco di pietra.

Dei filamenti di un torbido rosso sanguigno partivano dal Cavaliere Verde e si protendevano verso la Principessa Arancione,avvolgendola nelle loro spire. Gli stessi filamenti che lei avrebbe voluto vedere attorno al proprio corpo. Le strisce che partono da chi è appena stato acceso dalle emozioni,e avvolgono chi le ha destate.

Il freddo penetrò ulteriormente nelle sue ossa,con i suoi aghi che la pungolavano da tutte le parti.

Quella notte,e le altre tre a seguire,la Fata Verde non riuscì a dormire e pianse tutte le sue lacrime. Si immergeva continuamente nell'acqua e si lavava talmente forte da staccarsi la pelle in alcuni punti del suo corpo.

Qualche sera dopo,il Cavaliere Rosso bussò alla sua porta.<<Piccolina,come va?>>

La Fata Verde non gli rispose. Era seduta sul letto,che fissava il mare in tempesta dalla finestra davanti a lei.

Il Cavaliere Rosso sbarrò gli occhi.<<Ma che diamine...>>

<<Il Cavaliere Verde si è innamorato della Principessa Arancione>>

<<Ahahahah. Assurdo!Certo che sei proprio sfortunata!>>

<<Certo che da parte tua,un minimo di consolazione…>>

<<Che cosa potrei dirti?>>

<<Cavaliere Rosso,fa una bella cosa:non dirmi nulla>>

<<Comunque,se ti ricordi,te l’avevo detto>>

<<Ecco perché non volevo che tu mi dicessi qualcosa!>>.La Fata Verde sembrava molto seccata

Il Cavaliere Rosso,alla fine se ne accorse. Cercò di rimediare.<<Bambolina mia,mi dispiace un casino. Davvero>>

<<Non voglio compassione>>

<<Non è compassione. Voglio solo farti sapere che ti sono vicino>>

<<“Vicino”?Vedi che non è morto nessuno. E’ solo successa questa cosa. E’ un dato di fatto,e siccome era una cosa che mi riguardava,volevo fartelo sapere>>

<<Cucciolo,ti conosco troppo bene e da troppo tempo per abboccare. Tu,in questo momento stai malissimo>>

<<Che cosa ho fatto di male?>>.Non lo disse in maniera triste o arrabbiata. Il suo tono di voce era estremamente tranquillo.

<<Lo vuoi davvero sapere?Non mi hai dato retta,ecco che cosa hai sbagliato. Se tu mi avessi ascoltato...>>

<<Sono stanca...>>

<<Io te lo avevo detto,ma come al solito tu hai fatto di testa tua>>

<<...di avere gente “vissuta” che mi circonda e che mi “illumina” con le sue esperienze e i suoi consigli>>

Il silenzio scese nella stanza. Il Cavaliere Rosso sospirò pesantemente.<<Questa è la realtà,Fata Verde,e non puoi nascondere la testolina sotto il cuscino e fare finta di nulla. Mi dispiace che tu sia cresciuta solo ora,e che l'abbia scoperto in questa maniera. E mi dispiace anche che tu vada in giro con un sorriso ebete stampato sul viso,e dica a tutti che va tutto bene>>.Detto questo,il Cavaliere Rosso uscì.

La Fata Verde scattò in piedi come una furia.<<Dimmi cos'altro posso fare!Che dovrei fare!?!Strapparmi i capelli e graffiarmi a faccia?Oppure impazzire,proprio come fanno certi animali?Avanti Cavaliere Rosso,ti ho fatto una domanda!Rispondimi!>>

Ma il Cavaliere Rosso era già uscito dalla porta. La Fata Verde era sola.


Toc. Toc. Qualcuno bussava alla porta della Fata Verde. La fata alzò la testa dal letto su cui si era andata a coricare qualche giorno prima,dopo che aveva litigato con il suo amico.<<Cavaliere Rosso,se sei tu,sappi che non ti voglio vedere>>

I colpi alla porta cessarono.

La Fata Verde si alzò dal letto con il cuore che le batteva velocissimo.<<Scusami,Cavaliere Rosso,non dicevo sul serio. Sono contenta che tu sia tornato>>

Finalmente qualcuno le rispose da dietro la porta.<<Fata Verde,sono il Tempo. Apri questa porta>>

Quando la porta venne aperta,il Tempo entrò.<<Benvenuto Tempo. La mia porta sarà sempre aperta per te>>

<<Ho visto>>.L'uomo dalla lunga barba si guardò intorno. Questa casa sembra totalmente disabitata: i piatti sono nel lavello,senza che qualcuno li abbia puliti,e la polvere si è depositata a strati in tutta la casa,come se qualcuno non passasse la scopa e non sistemasse da parecchio. E che cos'è tutto questo disordine?>>

<<Tu hai ragione,Tempo,ma devi cercare di capirmi. Sono stata molto malata>>

<<Lo so. Infatti sono venuto a portarti la cura>>

<<Tu hai davvero la cura per...no,non posso accettarla>>

<<Perché?>>

<<Se si tratta della stessa dell'altra volta,non la voglio. Non voglio vivere al di fuori del mondo>>

<<No?>>

<<No. E' troppo brutto. L'ho già fatto una volta e mi è bastato per tutta la vita>>

<<Va bene,faremo come dici tu. A questo punto,l'unica altra cura alternativa che posso offrirti è la Lontananza>>

<<La che cosa?>>

<<Lontananza. Dovrai andartene>>

<<Ti ho appena detto che non voglio vivere al di fuori del mondo e tu mi proponi di andarmene?>>

<<La Lontananza non ha solo questo senso. La si può vedere sotto diverse prospettive>>

<<Del tipo?>>

<<Del tipo “viaggio d'istruzione”,cioè partire per andare a conoscere nuove cose>>

<<Conoscere nuove cose?>>

<<Già>>

<<E quante?>>

<<Tutte quelle che vuoi. Il Viaggio finisce solo per nostra scelta>>

<<Voglio partire subito>>

<<Non puoi. Il Viaggio richiede preparazione, e tempo a sufficienza per potersi preparare al meglio>>

<<Non mi interessa. Partirò subito lo stesso>>

Proprio in quel preciso istante,la porta della casupola in riva al mare si spalancò. Il Tempo sparì nel nulla,mentre il Cavaliere Marrone,il Cavaliere Blu e il Cavaliere Verde entravano.

<<Ciao cuore mio. Ma quanto tempo è che non ti fai sentire. Cominciavamo a preoccuparci>>.Il Cavaliere Marrone alzò un sopracciglio alla vista dello stato della casa.

Il Cavaliere Blu si sedette su una cassapanca di legno.<<E' vero Fata Verde. E' una vita che non ti becchiamo più in giro. Ma che fine avevi fatto?>>

<<Diciamo che ho avuto da fare>>

Il Cavaliere Verde le diede una pacca sulla spalla.<<Certo,come no. Dì la verità:volevi passare tutta la settimana a casa a poltrire,così Madre Natura non avrebbe potuto assegnarti altre cose da fare>>.La sua espressione cambiò radicalmente,però,quando notò che la Fata Verde si era scostata come se la mano che lui le aveva poggiato sulla spalla fosse ustionante.<<E' successo qualcosa?>>

<<No,assolutamente nulla. Solo che non mi aspettavo questa pacca “affettuosa” sulla spalla. Mi hai colto un po' alla sprovvista>>.

<<Sarà come dici tu>>

Il Cavaliere Blu spostò lo sguardo dall'uno all'altra.<<Oh,ragazzi,ma chi è morto?>>

Il Cavaliere Marrone gli fece eco.<<E' vero. Io così mi annoio>>

La Fata Verde si stampò un sorriso sulla faccia.<<Se volete,vi preparo qualcosa di commestibile>>

Il Cavaliere Verde si esibì in un piccolo colpo di tosse.<<Poveri noi,adesso ci avvelena. Ma siamo sicuri che la dobbiamo lasciare cucinare?>>

<<Sei un coso ingrato,oltre che inutile. Questo vuol dire che la prossima volta che faccio i biscotti bianchi,a te non te ne toccano>>

Le ore volarono via,tra una chiacchiera e l'altra. La Fata Verde si girò verso i suoi amici.<<Se volete restare qua,devo andare a prendere la legna per il fuoco dal mucchietto che c'è dietro la casa>>

Il Cavaliere Marrone la guardò a lungo.<<Ma poi torni,vero?>>

Il Cavaliere Blu sospirò,come si fa davanti a un bambino che non riesce a capire una lezione.<<Cavaliere Marrone,cavolo,sta andando dietro la casa,non sta partendo per la guerra. Certo che torna>>

La Fata Verde scoppiò a ridere.<<Oh,se eventualmente non dovessi tornare la casa vedi che la lascio a te,Cavaliere Marrone. Le cose invece le lascio al Cavaliere Blu>>

Il Cavaliere Verde assunse un'aria afflitta.<<E a me non lasci nulla?>>

<<No,perché tu sei una cosa inutile. Ahah>>,poi,con un'espressione da tragedia aggiunse <<Comunque,sappiate che vi ho voluto bene.Se dovesse capitare qualcosa,vi prego di ricordarmi in questa maniera>>

Il Cavaliere Blu la guardò male,poi,fece finta di asciugarsi una lacrima.<<Occhio che di questo passo mi commuovo. Vai a prendere la legna che tra poco ci sarà freddo. Spicciati>>

<<Agli ordini capo>>.La Fata Verde uscì fuori,ma anziché dirigersi verso il retro della casa,camminò lungo la spiaggia. I raggi lunari ne illuminavano la tunica verde,circondandola con una luminescenza argentata che si intensificava in prossimità del volto,dove splendeva un sorriso.

Era contenta che i suoi amici fossero venuti a trovarla. Anzi,contenta era dire poco. Ora poteva andarsene con il cuore più leggero verso un mondo tutto da conoscere.

Ah, e se vi state chiedendo chi sia la Fata Verde,non vi resta che domandarglielo. Vedrete che vi risponderà:

<<Io sono la Fata Verde,perché verde è il colore della Natura,che è l'essenza di tutte le cose. Verde è il colore della Vita>>

  
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