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Autore: alix katlice    14/02/2014    2 recensioni
{ Hook♥Emma / What if..? / Mini-Long }
Una maledizione ha catapultato tutti nel mondo reale.
E se Hook ed Emma si incontrassero, ma senza ricordare realmente chi essi siano?
[“Ci conosciamo?” chiede Emma, voltando il capo verso l’uomo e sollevando un sopracciglio.
“No” dice lui, bevendo prima un sorso di qualsiasi cosa abbia nel bicchiere e riprendendo a parlare poi “ma penso che potrebbe essere una piacevole esperienza.”]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa fan fiction non è stata scritta a scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono *sfortunatamente per me e fortunatamente per loro*.
 
 
Titolo: ~ do I know you?
Ratingarancione
Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Captain Hook
Pairing: Emma♥Hook
Avvertimenti: What if…?
Genere: Mini-Long 3/4


 


 
~ do I know you?





III
Capitolo

 
 





“Visto che tu dichiari fermamente di non avermi mai visto prima, che ne dici di conoscerci un po’ meglio?”
Emma sta per dirgli che è una più che pessima idea, ma quello la interrompe prima che possa solo iniziare a controbattere.
“Colore preferito?” domanda, mentre continuano a passeggiare per i marciapiedi semi-deserti.
Emma valuta la possibilità di non rispondere, e poi dire che è l’azzurro dei suoi occhi sembrerebbe tanto da ragazzina in calore, e non è questa la situazione.
“Grigio” spara a caso, tanto non pensa che si farà domande
“Quanta vivacità. Come mai il grigio, amore?” chiede lui, al contrario delle sue aspettative e delle sue speranze.
“Mi piace quando il cielo è coperto da nuvole e piove” dice lei, anche se non è assolutamente vero perché lei la pioggia la odia.
“Il mio è il verde” dichiara Killian, ed Emma per un momento pensa di dirgli qualcosa come non te l’ho chiesto, però poi si accorge che è il colore dei suoi occhi, e si volta a guardarlo, confusa.
“È il colore della speranza” dice a mo’ di spiegazione, alzando le spalle.
Dio mio che stupida.
“E il tuo genere preferito?”
Adesso Emma pensa che sia meglio rispondere con la verità.
“Le favole. Biancaneve e i sette nani, Cenerentola, La Bella Addormentata nel bosco… e il tuo?” domanda, perché parlare con lui le piace e non deve per forza fare la scontrosa.
“Io adoro i pirati. Jack Sparrow, Captain Hook… sono i miei preferiti. E Peter Pan mi sta altamente sulle palle.”
La cosa la fa ridere, non sa perché: e la sua risata coinvolge anche Killian, ed è semplice poi continuare a parlare così, ridendo e scherzando.
Si sentono bene.
 
“Genere musicale?”
“Adoro l’hard rock.”
“Anch’io! La musica pop non mi trasmette niente.”
“Neanche a me! Quante volte alla settimana fai la doccia?”
“Ma che domanda è? Comunque tre, di solito, massimo quattro.”
“Io adoro fare il bagno. Nella vasca da bagno ci si sta comodamente in due, mentre nella doccia…”
“Killian, perché devi inserire battute sconce ovunque?”
“Sono fatto così, amore.”
 
Senza che neanche se ne rendano conto, sono già arrivati davanti a casa di Emma.
Lei per un momento pensa che gli dispiace che debba lasciarlo, perché in realtà si sta divertendo parecchio, e poi cosa potrebbe esserci di male nell’invitarlo a prendere un caffè?
Insomma, è solo un caffè.
“Siamo arrivati a casa mia” mormora, fissando il portone.
“Ti va di salire per un caffè?” domanda poi, voltandosi verso Killian.
Il sorriso che gli compare in volto è una delle cose più belle che Emma abbia mai visto.
 
 
“Mi piace la tua casa” afferma Killian dopo un rapido sopralluogo.
Emma intanto sta facendo il caffè, come si era promessa di fare. Lo osserva di soppiatto mentre lui si muove per il salone, osservando oggetti e sfiorandoli con le dita della mano sana, e pensa che non è normale la sensazione di malinconia che la sta avvolgendo pian piano al pensiero che presto Killian se ne andrà.
Prima la rendeva nervosa, ma da quando hanno iniziato a parlare… sì, pensa che dopotutto lui non sia così male.
“Il caffè è pronto” dichiara, sedendosi al tavolo della cucina e appoggiando le tazzine sulla superfice.
Quando anche Killian si siede e inizia a sorseggiare il caffè, Emma si concede di osservarlo ancora una volta: e lo vede con occhi diversi, perché l’ha conosciuto un po’ di più ed è bellissimo, perché non le era mai capitato di conoscere così una persona.
Con Margot ci sono volute settimane per riuscire ad invitarla a cena da lei.
Con Killian? Poche ore. E le sembra di conoscerlo mille volte meglio di quanto conosca Margot.
Bevono il caffè in silenzio, finché non è ora d’andare.
 
“Dio, sono già le sei” mormora Emma, gli occhi sgranati che fissano l’orologio della cucina.
“Che succede alle sei?” domanda Killian.
“Fra un quarto d’ora torna mio figlio” risponde lei.
Quando Killian la fissa con quello sguardo confuso, si sente obbligata a dargli spiegazioni.
“Non ho mai portato un uomo a casa… non so come reagirebbe.”
Emma tutto si aspetta tranne che quell’espressione compiaciuta sul viso dell’uomo.
“Sono il primo uomo che porti a casa?” domanda, come se l’unica cosa  che avesse afferrato dalla frase fosse quella.
“Dio, sì, sei il primo.”
“E ancora sei convinta che fra di noi non ci sia una sorta di attrazione magica, uhm?”
“Già proprio così.”
 
 

 

 
 
Emma non sa come sia potuto succedere.
Perché ora si trova così vicina a Killian Jones che la cosa è diventata ingestibile, e se lui non si allontana subito potrebbe succedere qualcosa di spiacevole.
Oddio, nemmeno più di tanto…
Cavolo. Riprenditi, Emma, riprenditi!
La cosa era successa molto velocemente, lei gli aveva aperto la porta e quando si era voltata se l’era ritrovato così vicino da non riuscire a respirare.
Ed ora la situazione è ferma, si fissano, in silenzio, ed Emma vede chiaramente negli occhi di Killian la voglia di baciarla… vorrebbe farlo, sente il bisogno di farlo, ma fra un quarto d’ora arriverà Henry e non possono farsi trovare in queste condizioni.
Non sarebbe giusto.
No. Proprio no.
“Ho passato una bella giornata” mormora, a pochi centimetri di distanza dal viso di Killian.
“Allora dovresti ringraziarmi, amore.”
E improvvisamente tutti i problemi che in precedenza si è fatta svaniscono, portati via dalle parole di Killian, una folata di vento particolarmente violenta, e rimane solamente la sensazione d’allegria che si è portata avanti per tutto il pomeriggio, e pensa che dopotutto Killian abbia ragione.
Non l’ha ringraziato.
Ad Emma riesce difficile non baciarlo: ed infatti non ci riesce.
Lo afferra per il colletto e lo attira a sé, e lui schiude immediatamente le labbra. Lo bacia, lo bacia come avrebbe voluto fare dall’inizio, attirandolo a sé.
Killian passa la mano sana fra i capelli di Emma e con l’altra chiude la porta: la schiena di Emma va a finire, irrimediabilmente, contro il pannello di legno.
Non è scomodo, pensa Emma, mentre Killian continua a baciarla e lei risponde con passione al bacio.
Sinceramente non se lo aspettava, però non ha nemmeno mai pomiciato contro quella porta, perciò…
Ommioddio.
Quella cosa che Killian fa con la lingua è incredibilmente piacevole, così come la sua mano che si sta infilando lentamente sotto la maglietta.
Emma pensa di poter prendere fuoco da un momento all’altro quando lui le sfiora la pelle nuda, e decide che la cosa finirà piuttosto male se non prende in mano la situazione.
Allora, senza mai smettere di baciarlo, inizia a spingerlo verso il divano: la cosa però non migliora, anzi, le sfugge completamente di mano.
Le sue intenzioni erano smettere di baciarlo, non voleva che quello sembrasse un invito a… ecco, ad andare avanti e a esplorare zone più intime del loro rapporto.
Eppure è lei che, quando Killian si stende sul divano e lei è seduta a cavalcioni sopra di lui, smette di baciarlo e con poca fatica si sfila la maglietta, rimanendo in reggiseno.
Che cosa sto facendo?
Eppure, anche se la sua mente continua a ordinargli di smettere, di non andare avanti, le lo fa lo stesso: semplicemente perché si sente bene, a suo agio.
Dopo pochi secondi anche la maglietta di Killian finisce a terra, ed Emma può soffermare lo sguardo sulle sue spalle ben piazzate, sui muscoli tonici delle braccia, sul suo petto… le sue labbra si spostano dalla sua bocca, passano alla sua gola, lasciando dei baci appena accennati sulla sua pelle.
Le sue mani sfiorano il petto di Killian, carezze che man mano si fanno più passionali, ma sempre molto delicate: quando gli morde il collo, per giocare, farlo ridere, in risposta non viene una risata ma un gemito mal trattenuto.
Dio, aiutami a smettere.
Torna a baciarlo, e lui fa per sganciarle il gancetto del reggiseno quando il campanello suona.
Emma scatta in piedi, Killian che è ancora sdraiato sul divano, confuso, non sa cosa stia succedendo.
“Merda!” esclama Emma, infilandosi la maglietta gettata a terra e afferrando quella di Killian, porgendogliela dolcemente e amorevolmente. La versione reale è che gliela tira con tanta forza che Killian fa fatica ad afferrarla.
“È arrivato Henry, oggi tornava con la signorina Smith. Oh, cavolo, sbrigati dai!” sussurra, improvvisamente rossa in viso.
Killian si veste alla bell’è meglio ed Emma lo caccia fuori da casa sua poco prima di aprire il portone ad Henry.
Quando Henry sale le scale, non si sorprende più di tanto nel vedere un uomo dell’età di sua madre che fissa la porta di casa sua, quasi in trance, con i capelli scompigliati e un segno rosso sul collo.
“Non dire a tua madre che mi hai incontrato, ragazzino, potrebbe uccidermi” supplica l’uomo.
“Ricevuto. Operazione non-dire-alla-mamma-di-averla-colta-in-flagrante attiva.”
Quando entra in casa e trova Emma che rifà i divani, la saluta come se niente fosse e si dirige in camera sua fischiettando.








Note autrice:
Oggi è San Valentino.
Muah ah ah.
Inizialmente pensavo di aggiornare Domenica, ma poi mi sono ricordata che oggi era il 14 e perciò... è il mio modo di festeggiare il san valentino, diciamo xD
Bene, il prossimo capitolo è l'ultimo e a me questa fanfiction già manca ç___ç
Me ne vado prima di sparare qualcosa di grosso, meglio xD baci a tutti :*

p.s: messaggio in codice per gli zii: le risposte alle vostre domande vi saranno date presto. Molto presto. Non demordete.
Presto.
muahhahha.
o meglio, come dite voi: (hi hi hi risata malefica)
  
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