Shall we dance?

Maledetto Sanji-kun.
Nami non faceva altro che ripeterlo stretto stretto nella sua mente, almeno da un’ora.
Erano sbarcati quella mattina su un’isola meravigliosa dove, guarda caso, la sera stessa si sarebbe tenuta una festa danzante. E fin lì, tutto bene; la cosa non le avrebbe dato il minimo fastidio, se non fosse stato proprio il 14 febbraio...San Valentino. Il giorno dell’anno in cui Sanji-kun diventava ancora più imbecille del solito, in cui tutte le sue smancerie erano amplificate peggio di un allarme antincendio.
“Vuoi questo, Nami-san?”
“Vuoi quello, amore mio?”
“Usciresti con me, luce del Grande Blu?”.
Non che la cosa le dispiacesse, anzi: doveva ammettere che le piaceva quando Sanji la ricopriva di attenzioni, la faceva sentire protetta. Le circostanze, però, cambiavano radicalmente quando il bel cuoco decideva di riversare tutte le sue dolcezze su altri orizzonti. Quello proprio non poteva sopportarlo!
Era per quello che si era rintanata in un angolo, da sola, col suo bel vestitino rosso ancora perfettamente intatto e per nulla stropicciato. Aveva rifiutato ogni singolo invito dei ragazzi che l’avevano notata e si era messa a sedere, lanciando occhiate infuocate a Sanji e al gruppetto di ragazze che stava corteggiando senza alcun ritegno.
Buttò giù una sorsata di sakè in modo decisamente poco signorile e ribadì a sé stessa quando odiasse alla follia San Valentino, quando una voce gentile la distrasse dai suoi pensieri.
“Come mai sei qui da sola, Nami-san?”, le domandò uno scheletro con la capigliatura afro di sua conoscenza.
“Se speri che ti mostri le mie mutandine puoi anche scordartelo, Brook!”, si mise subito sulla difensiva lei, sorridendo divertita.
“Yohohoh, quel grazioso vestitino lascia ben poco all’immaginazione, Nami-san!”, commentò lui, guadagnandosi un sonoro pugno in testa.
“Non sei divertente!”, commentò la navigatrice, gonfiando le guance.
“Cosa ti turba?”, le chiese il musicista, massaggiandosi il bernoccolo spuntato in fronte.
“Non mi turba niente!”.
“Yohohoh! Alla mia veneranda età, Nami-san, non puoi ingannarmi su certe cose. E’ per Sanji-san, per caso?”.
“Figuriamoci se mi interessa quello che fa quel cretino!”, rispose lei, forse con troppa veemenza per dimostrare disinteresse.
“Se vuoi ballare con lui dovresti invitarlo. Non aspetta altro”.
Nami sbarrò gli occhi: “Ma stiamo scherzando?! Non lo inviterò mai io! E poi, non ho nessuna voglia di ballare con lui”.
Rimasero per qualche minuto in silenzio, guardando il centro della piazza colmo di coppie immerse nelle danze. Lo sguardo di entrambi si soffermò su Robin che tentava invana di guidare un impacciato Zoro in un semplicissimo ballo; quando l’archeologa gli afferrò la mano e la posò con decisione sul suo fianco, facendolo arrossire all’inverosimile, Brook e Nami scoppiarono a ridere all’unisono.
“Yoho...E’ proprio la festa degli innamorati!”, commentò lo scheletro.
“Già...”, sospirò Nami, guardando di sottecchi Sanji mentre sorrideva a una signorina poco più avanti.
“Sai, Nami-san...A volte siamo solo spaventati di agire se questa azione riguarda qualcosa o qualcuno a cui teniamo davvero...Qualcuno che amiamo”.Brook si alzò, spolverandosi velocemente i pantaloni. “Però un semplice sguardo può bastare a darci coraggio. Solo uno”.
Nami lo fissò allibita mentre guardava lei, poi Sanji, e infine si allontanava mentre le strizzava l’occhio (anche se lui gli occhi non li aveva! Yohohoh!).
Perché aveva l’impressone che Brook la sapesse lunga a riguardo?
Puntò Sanji con lo sguardo e lo fissò intensamente, finché finalmente lui non incrociò i suoi occhi; rimase immobile e la guardò per qualche attimo, lasciando poi andare un sorriso così dolce che le fece saltare qualche battito.
Lo vide congedarsi in fretta dalla signorina con cui stava chiacchierando e avvicinarsi a lei, con un sorriso aperto e del rossore sulle gote. Era bello con addosso quella camicia morbida e il gilet nero, libero dalle solite giacche eleganti e le sue cravatte.
“Ehi, Nami-san”, la chiamò, non appena fu di fronte a lei.
“Mh?”, mugugnò lei in risposta, guardandolo di traverso.
“Sei bellissima”, le disse, arrossendo ancora di più.
“E’ un vestito come un altro”, decise di fare la difficile lei.
“Che ne diresti se noi due...Ecco...”, balbettò lui, abbassando lo sguardo.
Nami si lasciò scappare un sorriso: a volte lo avrebbe davvero fatto fuori! Perché con le altre era così disinvolto, mentre con lei esitava sempre?
“Sì, Sanji-kun”, lo precedette. “Mi va di ballare con te”.
Lui le mostrò un sorriso radioso, porgendole la mano che l’avrebbe guidata in pista. Le cinse la vita ed iniziarono a volteggiare leggeri, guidati da una musica travolgente che le invadeva piacevolmente le orecchie.
E, quando Sanji la abbracciò stretta e lei posò la testa sul suo petto, sentendo il cuore del cuoco battere forte, si dimenticò di tutto il resto.
Dopotutto, San Valentino era davvero la festa degli innamorati.

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*Note dell'autrice*: Eccomi qui di nuovo! ^^ Buongiorno a tutte le lettrici che seguono il mio account e a quelle che lo seguiranno in futuro! :D Riemergo dalla mia lunga assenza dovuta al periodo di esami con questa one-shot zuccherosa...Senza pretese, giusto perchè oggi era San Valentino e mi andava che anche Sanji e Nami festeggiassero! xD Spero sia di vostro gradimento ;) 

NB. unica precisazione: l'ambientazione è in un qualsiasi momento del post-timeskip ;)

Pubblicità occultissima: a breve pubblicherò una raccolta SaNamosa simile al progetto che sto portando avanti sul mio canale youtube (=i SaNami moments per ogni saga), quindi per chi fosse interessato...Stay tuned! ;D

Un bacione a tutti! :*