14 febbraio 2013
 
 
“Mi ha detto così e…ti giuro ho sentito il cuore fare track.”,dissi alla mia migliore amica,mangiucchiando delle gommose.
“Lascialo perdere. Non ti merita.”,mi consigliò lei,rubandone una dal mio sacchetto.
“Me lo hai già detto. E non rubare le mie gommose. Devo consolarmi.”,dissi inguritandone tre contemporaneamente.
“Non vorrai mica ingrassare!”,esclamò.
Mi girai verso di lei,lanciandole un’occhiata di fuoco.
“Pensavo mi amasse…”
“E invece no. Te lo avevo detto,io.”
Sospirai. Mi sentivo una merda. Presa in giro. E il giorno di San Valentino,poi.
 
Fantastico…
 
“Lo so.”
“Ma non mi hai ascoltata. Quello voleva far ingelosire quella.”
Sospirai di nuovo. Usata. E io illusa.
“Lo so.”
“Eh,tu sai tutto,ma poi rimani fottuta!”,mi sgridò,allargando le braccia.
Sbuffai.
“Lo s..”  “Dì di nuovo lo so e giuro che ti ficco le gommose nel naso.”
Sbuffai. Stavo portarmi alla bocca un’altra gommosa,ma il cellulare mi squillò.
Lo tirai fuori dalla tasca e vidi il nome sullo schermo.
“Chi è?”,disse lei masticando.
La guardai e le diedi il cellulare in mano.
Sbarrò gli occhi,appena lesse il nome.
“Non rispondere.”,disse solo.
“Ma…”  
“Ma niente! Cos’è,oggi non gliel’ha data la sua fidanzatina? No,Ross.”
Guardai di nuovo lo schermo lampeggiare. Aveva ragione.
Lo riportai nella tasca,ancora che squillava.
“Anzi no! Rispondo io.”,affermò prendendomi il telefono e accettando la chiamata.
“Pronto?”,sentii che diceva,perché poi si allontanò.
Rimasi lì,ferma. Da sola a fissare le auto che correvano sulla strada.
C’erano le persone che portavano in mano mazzi di fiori e cioccolatini.
Mi rattristii. Vedevo le coppiette per mano.
 
Di bene in meglio!
 
Mi guardai attorno,ancora.
Tutte quelle vetrine addobbate.
San Valentino è solo una festa commerciale. Solo per vendere più baci perugina.
Se tieni a una persona, “ti amo” glielo dici ogni giorno,non il 14 febbraio.
È solo una presa in giro. Solo un modo per mettergliela in quel posto ai single.
Mi avvicinai alla vetrina della pasticceria.
Tante torte con scritto “Ti Amo”, “Sei Mia”, “Buon San Valentino”.
Poi una torta.
“Single is better”,c’era scritto.
Molto meglio.
Mi girai sentendo i passi di Darcy dietro di me.
“L’ho sistemato.”,disse ridandomi il telefono.
“Che gli hai detto?”,chiesi ridendo appena.
“Nulla…l’ho solo minacciato.”
Risi alla sua faccia assassina.
Dopo qualche secondo di silenzio,decisi di parlare.
“Grazie,comunque.”
“Di nulla. Siamo amiche. E ti voglio bene.”,mi sorrise,dandomi delle pacche sulla spalla.
Sorrisi. Ero fortunata ad averla trovata.
“Ragazze!”,sentimmo una voce richiamarci da dietro.
Ci girammo e il mio sguardo incontrò quello di Louis,il mio migliore amico.
“Lou!”,gli corsi contro saltandogli addosso.
Rise.
“Lo so che sono irresistibile,ma non pensavo così tanto.”,esclamò,stringendomi a sé.
“Cretino.”,risi dandogli uno schiaffo sul braccio.
“Ciao Louis. C’è Harry?”,chiese Darcy curiosa.
“Si ti sta aspettando alla fontana,lì.”,le indicò con il dito il posto e lei corse dal suo amato.
“Bé? Che mi dici,ragazzo?”,chiesi una volta soli.
“Io nulla. Piuttosto,tu?”,mi chiese,sedendosi sulla panchina,seguito da me.
Sospirai e fissai la coppietta che si sbaciucchiava,davanti a noi.
“Sapevi che è uno stronzo?”,parlai,non distogliendo lo sguardo dai fidanzatini.
“Te lo avevo detto. Ovvio che lo sapevo.”,disse,sorridendomi.
Mi girai verso di lui,notando che mi fissava.
Distolsi subito lo sguardo,non riuscendo a vedere i suoi occhi cielo.
Cadde un silenzio imbarazzante. Mi sentivo a disagio e cominciarono a sudarmi le mani.
“E allora…”,cominciò lui,guardandosi intorno.
“Oggi è san Valentino,eh!”,esclamai. “Cosa hai regalato alla tua ragazza?”
Rise.
“Divertente,davvero Ross.”,e poi si fece serio.
“Che ho detto di male?”,chiesi,aggrottando la fronte.
“Lo sai che ci siamo lasciati.”
Mi pentii subito di aver parlato. Era meglio se me ne stavo zitta.
E poi me n’ero completamente scordata. Me lo disse,ma forse non ci diedi molta importanza. Forse in quel momento pensavo a quello stronzo del mio ex.
 
E poi la stronza sono pure io.
 
“Scusami.”
“Non ti preoccupare.”,mi sorrise,accarezzandomi la schiena.
Una scarica elettrica mi attraversò tutto il corpo al suo tocco. Mi agitai.
Poi mi abbracciò forte.
“Mi dispiace. Lui non ti meritava.”,soffiò sulla mia spalla.
“Già.”,sorrisi,stringendolo a me.
Poi ci staccammo e lui si alzò trascinandomi con sé.
“Che stai facendo?”,risi correndogli dietro.
“Vieni con me.”,urlò correndo verso una strada illuminata.
Ci fermammo in questo posto fatato.
Era addobbato di luci bianche da tutte le parti e,se alzavi lo sguardo,si notava la luna piena in cielo.
“E’ bellissimo.”,sussurrai,vagando attorno.
Sentii la sua risatina.
“L’ho scoperto l’altro giorno. Camminavo e ho visto queste luci.”,mi sorrise.
Sorrisi di rimando,camminando verso la pista da ballo,completamente vuota.
“Mi concede un ballo,mio signore?”,chiesi usando un accento nobile.
“Con molto piacere,signorina.”
Mi prese per mano,appoggiò l’altra sul mio fianco e mi avvicinò a sé.
Portai le mie mani dietro al suo collo.
Cominciammo a muoverci a tempo di musica che proveniva dal locale poco lontano da noi.
“Lo senti questo?”,mi chiese.
“Cosa?”
“Lo senti? Ciò che sta succedendo ora.”,disse sorridendomi dolcemente.
Mi guardava con gli occhi allegri e dolci.
“E che sta succedendo,ora?”
“Questo.”,disse,avvicinandosi al mio viso,piano.
Mi accarezzò il viso con le sue enormi e calde mani.
Gli sorrisi e,guardandolo negli occhi,che non sarei mai riuscita a guardare,mi baciò.
Fu uno di quei baci dolci,innocenti.
Poi ci staccammo.
“Lo hai sentito?”,chiese a bassa voce.
“Forte e chiaro.”,affermai,baciandolo di nuovo.