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Autore: kamy    15/02/2014    0 recensioni
E se Johnny Storm in realtà fosse figlio di Steven Rogers?
[Stony].
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Cap.2 Ferite al braccio

Steve si grattò il collo pallido sotto il laccio del fazzoletto con cui teneva fermo il braccio ricoperto di scottature.

"Quindi, se lo ricordi, deve avere fiducia in se stesso. Si ricordi, se ha fiducia nella sua identità in maniera stabile non cercherà più il suo modello ideale negli altri. Noi siamo il nostro corpo, ricordi" disse lo psicologo. Sorrise e socchiuse gli occhi. Steve si morse il labbro e abbassò il capo, gli occhi erano arrossati.

"Sono un uomo che si ama e così può imparare ad amare le altre" sussurrò con voce roca.

"Cos'era il Vangelo di Giovanni?" domandò una voce maschile. Steve si sentì dare una pacca sulle spalle, Tony sporse il capo e sogghignò porgendo la mano. "È un piacere rivederla, Capitano".

Steve sgranò gli occhi, impallidì e rizzò la schiena irrigidendosi.

"Mr. Stark" disse con voce roca.

Lo psicologo socchiuse gli occhi, guardò Tony e scosse il capo.

"Lei scommetto che è quello che gli ha fatto sapere della gender teory" ringhiò.

Tony abbassò la mano, si voltò e sogghignò sfilandosi gli occhiali da sole scuri. "Gli ho fatto sapere della Fury teory, secondo cui il Direttore macchina per fregarci tutti in ogni momento". Si appese gli occhiali alla maglia, strinse le labbra piegando il capo di lato. "Purtroppo non sono aggiornato su la gender teory, ma può darmi delucidazioni lei, se vuole".

Lo psicologo si voltò, oltrepassò la porta metallica e se la chiuse alle spalle con un tonfo.

"Niente di importante Stark. E' una teoria che riguarda gli orientamenti sessuali secondo cui una donna può sentirsi dentro di sé uomo e viceversa. Il corpo in quel modo diventa un ostacolo e si smette di essere il proprio corpo" spiegò Steve. La sua voce possente risuonò nel corridoio.

Tony sogghignò, scrollò le spalle. "Suppongo fosse un no" disse, con tono sarcastico. Si girò, piegò il capo addolcendo il sorriso beffardo. "Ma davvero? Deve prendere un caffè con me e parlarmene, perché delle stranezze che ho sentito questa è la più stupida in assoluto".

Steve avvampò, si voltò e si allontanò a passo di marcia.

Tony aggrottò le sopracciglia, lo superò e gli si mise davanti. "Visto che nessuno dei due vuole essere scambiato per un prepotente maleducato ..." disse, la voce calcò sulle ultime due parole. "... Che ne dice di accettare almeno di farsi fasciare per bene quel braccio?".

"Mi perdoni se l'ho offesa, ma anche il dottore mi ha specificato sia una sciocchezza. Siamo ciò che siamo" rispose atono Steve. Tolse il braccio dalla fascia e lo porse ad Ironman.

Tony gli afferrò la mano, lo tirò fino ad una stanza dalla porta aperta e lo trascinò dentro; la porta automatica si chiuse con un sibilo e lui lasciò andare Steve. Sogghignò, si diresse verso un armadietto accanto ad un letto. "È stupido. È come dire che devi sentirti donna per farti piacere un uomo. Come dire che bisogna essere nero per giocare a basket o idiozie simili" disse. Aprì un cassetto, prese una cassetta del pronto soccorso. "Siediti sul letto. Come ti sei bruciato?".

"Ho litigato con un esponente dei fantastici quattro" spiegò Steve. Raggiunse il letto e vi si sedette. Abbassò il capo e si osservò gli stivaletti rossi.

"Lo stress post-traumatico e l'eccessivo periodo con quelle ballerine preoccupano il dottore" borbottò.

Tony posò la cassetta del pronto soccorso sul comodino, la aprì e prese del cotone. Aprì il disinfettante, lo versò sul cotone e si voltò piegandosi in avanti. "Viste le bruciature, suppongo con Johnny" disse. Tamponò il braccio di Steve, inarcò un sopracciglio. "Che gli hai fatto?".

Steve strinse il pugno sano, digrignò i denti e corrugò la fronte.

"Non sono affari vostri, Mr. Stark" sibilò.

Tony tamponò più volte, osservò la pelle arrossata leggermente pulsante e strinse le labbra rizzandosi. "È solo che lo conosco da una vita e l'ho visto ultimamente" spiegò. Scrollò le spalle, tornò alla cassetta posando il cotone. Prese delle garze, torno dal capitano e le avvolse intorno al braccio. "La sorella mi ha chiesto dei soldi, perché ultimamente i Fantastici Idioti non vanno molto di moda e Johnny era finito in prigione per aver detto qualcosa che non ho mai saputo" disse. Sogghignò, alzò il capo e le iridi castano scuro brillarono. "Tu non ne sai niente, suppongo".

Steve sgranò gli occhi, le guance divennero più pallide e si voltò. Il battito divenne irregolare e chiuse gli occhi.

"In prigione?" domandò.

Tony strinse la fasciatura, scrollò le spalle e gli si sedette accanto. "Già. Forse ha visto un militare e ha pensato volessero farlo rientrare". Poggiò le mani sul materasso, piegò il capo si lato sogghignando. "O ha pensato tu volessi copiargli il look".

"Hai ... hai qualche sua foto?" domandò Steve rendendo più bassa la sua voce. Strofinò il piede per terra, arcuando la schiena ed espirò dalle narici.

Tony sporse le labbra aggrottando la fronte, inspirò. < Quant'è faticoso fare finta di niente con certa gente > pensò. Scrollò le spalle, si alzò e chiuse la cassetta del pronto soccorso rimettendola nel cassetto. "Ne ho a decine. Lo conosco da quasi tredici anni. Era entrato a lavorare in un'industria dove passavo parecchio tempo per affari". Si morse il labbro, la mano gli tremò e lui strinse il pugno voltandosi; sorrise in maniera forzata. "Dovrei averle a Malibu. Sì, credo di avere a Malibu tutte le foto, sicuramente Pepper le ha messe lì; da qualche parte dove non posso buttarle, anche se di solito non lo faccio, tranne per le pulizie, s'intende" disse, con tono concitato.

Steve si alzò in piedi, raddrizzò la schiena e deglutì a vuoto un paio di volte.

"Mi trovi su Facebook. Se me le carichi lì mi fai un favore, ma ... ora devo andare" sussurrò.

Tony aprì la bocca battendo le palpebre, socchiuse un occhio sgranando l'altro. "Facebook? E come ti trovo tra tutti i fake che ci sono?".

"Sono l'unico Lolly Stark" boffonchiò Steve. Si morse l'interno della guancia e deglutì a vuoto.

Tony sgranò gli occhi sbiancando, si sedette sul letto sentendo i muscoli tremare e annuì più volte. "Okay ... Me ne farò una ragione" sussurrò.

Steve si voltò, avanzò allargando al massimo le gambe con una serie di larghi passi cadenzati, aprì la porta e uscì sentendola chiudere l'uscio alle spalle. Si voltò e si mise a correre.

  
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