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Autore: tenna96    16/02/2014    0 recensioni
Questa fanfiction viene dopo "Le persone non sono sempre quelle che sembrano"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Se solo avessi più coraggio...


Pov. LALI
Siamo ormai giunti a fine luglio, io e Oliver siamo andati al cinema per quel film horror che tanto desiderava vedere, e che io ho accettato nonostante il mio terrore per quel genere di film; nonostante questo, ho passato una bella ora e mezza abbracciata a lui che, a ogni mossa sospetta o di possibile terrore, sorrideva appena mi stringevo al suo petto.
Una volta tornati alla Tana, abbiamo deciso di fare una passeggiata intorno alla casa e siamo arrivati al posto dove, da sempre, io e Ginny ci nascondevamo.
Mi incanto osservando la luna piena e mi sento stringere sempre di più da Oliver.
Noto che mi osserva come rapito , come se fossi una dea scesa in terra.
- Se continui ad osservarmi così finirò per diventare rossa come i capelli! -
- Beh, saresti ancora più bella - e adesso si che mi sento avvampare sotto il suo sguardo.
Si avvicina al mio volto e poggia le sue labbra sulle mie per suggellare un bacio che pian piano passa dal dolce al passionale.
Mi avvicina sempre più a lui abbracciandomi e accarezzandomi i capelli, è sempre così come me, protettivo come se dovesse difendermi da tutto il mondo.
Mi perdo tra le sue braccia e mi accorgo di trovarmi seduta a cavalcioni su di lui solo quando sento una protuberanza sul basso ventre che mi fa sorridere.
Lui si stacca e mi guarda come per chiedermi scusa, ma non c'è niente di cui chiedere perdono, anzi.
- Tranquillo, va tutto bene, e poi credo che sia un segno positivo questo, no? - gli chiedo innocentemente.
Sorride come sperando di ricevere una risposta del genere e mi bacia di nuovo, e ancora e ancora, fino a quando non sento le sua braccia abbassarsi fino all'orlo della maglietta per poi andare sotto per accarezzarmi la schiena.
Sento un brivido che mi percorre tutta la spina dorsale per questo contatto caldo e affondo le mani tra i suoi capelli.
Sposta le sue labbra dalle mie per andare a posarsi sul mio collo, sa che è il mio punto debole, e ne approfitta.
Inizio ad ansimare, mi aggrappo al suo collo e inspirò il suo odore che da sempre mi manda su di giri.
Sento le sue mani abbassarsi sempre si più, finché non giunge all'orlo dei miei jeans, per poi giungere sino al fondoschiena e stringerlo piano facendomi sussultare dalla sorpresa.
Oliver mi guarda e si assicura di non aver avanzato troppo, gli rispondo baciando e stringendolo di più.
Piano piano mi stende sul prato e mi si sdraia sopra reggendosi con l'avambraccio per non pesarmi.
Alterna i baci con morsi sulle labbra e sul collo, arriva sino alla spalla e mi toglie il golfino baciandomi ogni parte di pelle che viene scoperta dalla maglia che indosso.
Con le mani mi sfiora come se avesse paura di rompermi, io dal canto mio gli apro la cerniera della felpa e gliela sfilo, mentre accarezzo quelle braccia che mi fanno sentire protetta.
- Ti amo - due semplici parole che mi sciolgono ogni volta.
- Mi piace quando me lo dici, ti amo anch'io - e mi rituffo sulle sue labbra.
Lui muove le mani su e giù dalle spalle fino al ventre, posandosi più volte sul mio seno, non troppo prosperoso, arrivando appena sopra la chiusura dei pantaloni.
La situazione si fa sempre più calda, quando mi accarezza le cosce.
Mi inizia a sfilare la maglia in un modo un po' rude, e a quel punto mi blocco: mi tornano in mente le immagini di Flint, che mentre mi dirigevo verso il castello, una volta ritornata dal cimitero dove Voldemort è risorto, mi ha bloccato contro una parete a ha cominciato qa strapparmi di dosso i vestiti, per poi...
A quel punto spigò via violentemente Oliver e mi allontano da lui dirigendomi verso un albero circostante, terrorizzata da quelle immagini che ancora mi tormentano.


Pov. OLIVER
Mi stacca violentemente e si allontana: solo allora capisco di aver esagerato, non mi sono reso conto che comportandomi così le ricordo quel bastardo di Flint.
Prendo la mia felpa, mi avvicino a lei e gliela poggio sulle spalle.
- M-mi dispiace... non avrei dovuto... -
- Non hai fatto niente di sbagliato, Oliver, sono io che... per qualunque cosa mi spavento e mi tiro indietro - abbassa il volto fissando le mani - ... sono una stupida -
- Non lo dire neanche per scherzo! - la faccio voltare e le alzo il viso con due dita fino a che i miei occhi non incontrano i suoi.
Vedo che cerca con tutte le sue forze di trattenere le lacrime.
- Non tenermi fuori Lali, sono qui per sostenerti e appoggiarti, non per giudicarti. -
Detto ciò si tuffa tra le mie braccia e scoppia in un pianto, che anche io seguo a ruota, ma le lacrime che mi scendono non sono di tristezza, bensì di rabbia.
- Sono un idiota! Non mi sono reso conto di quello che facevo. -
Alza lo sguardo e mi sento uno schifo: mi sono comportato come un animale.
Vado prendere i vestiti mancanti all'appello e poi prendo Lali in braccio, passandole un braccio dietro la schiena e l'altro sotto le gambe, e mi dirigo verso la casa.
Una volta entrato la poggio a terra e lei mi chiede scusa: come se fosse colpa sua.
- Lali, non dire mai più una cosa del genere, ok? Tu non hai colpa, sono io che mi sono precipitato senza pensare. -
Mi guarda e mi abbraccia: odio quando la faccio soffrire, mi si spezza sempre il cuore, quel cuore che lei dice che è tanto grande, anche se a volte mi viene il dubbio che sia vero.
Lali riesce sempre a trovare il lato positivo nelle cose e anche nelle persone.
La saluto dandole il bacio della buona notte e mi avvio verso la camera che condividevo con i gemelli.
- Oliver... - lei mi richiama
- Si, dimmi? -
- Ti amo - e mi sorride, un sorriso sincero nonostante quello che è successo prima.
- Anche io, Lali... tanto - aspetto che si volti per andare in camera da Ginny, per poi imitarla dirigendomi nella mia.
  
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