Eppure lei era la cosa più meravigliosa che abbia mai visto.
Autobus numero 25. Quello che portava da casa mia, si fermava in città e poi diretto a scuola.
Su quel’autobus c’era lei, pelle chiarissima, treccia che le cadeva sulle spalle, apparecchio ai denti e occhi marroni scuri.
Perchè non riuscivo a smetterla di guardarla?! Non potevo dirlo ai miei amici, mi avrebbero preso sicuramente in giro. Lei era sempre sola, non so se avesse amici, ma era quella che chiamavano “sfigata”.
E io? non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.
Cinque ore a scuole a pensare a questa cosa. NO! dovevo sapere qualcosa di lei, e mi sarei fregato di ogni cosa. Il suo nome era ginevra, strano e affascinante quanto lei.
La mattina dopo in autobus mi alzo e vado da lei. Momento strano. Tutti a guardarmi e per 20 secondi silenzio totale.
"Ti chiami ginevra?" lei non risponde.
"Beh magari non vuoi parlare con nessuno ma ogni giorno te lo chiederò" lei mi fissava e non parlava.
Passano 20 giorni e stessa identica scena ogni volta. Forse ero diventato lo zimbello della scuola o altro. Ma non mi interessava. Proprio niente.
Il giorno dopo lei non c’era, una ragazza che non conoscevo mi portò una lettera e senza dirmi niente se ne andò.
"Io non so cosa tu abbia mai visto in me. Ma è meglio che tu non mi abbia mai conosciuto, sono una delusione per tutti. La mia vita?! uno schifo, e tra un po sarò attaccata ad una corda lasciando andare ogni cosa , tu sarai comunque il mio ultimo pensiero prima di andarmene.
Ah sì, mi chiamo ginevra”
6 MARZO:
"Ragazza di 17 anni si suicida lasciando un biglietto di scuse"