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Autore: _Naira    16/02/2014    2 recensioni
buongiorno o buonasera a tutti, che dire della mia storia, parla di una ragazza con una personalità da scoprire e una vita incasinata, spero vi piaccia, è la prima storia che scrivo!
isy_94
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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 Passerà il tempo, ma non sbiadirà il dolore. Passerà l'inverno, ma non cancellerà il tuo nome. Passerà la nostalgia, ma non il desiderio, di aver voluto anche solo un'ultima volta, poter prendere la tua mano e stringerla dentro la mia. Passerà il tempo, e con lui le stagioni ma non annullerà mai questi tipi di amori.
-- Laila Andreoni
 
 
 
 
Pov Enrico
Lei se n'è andata, mi ha guardato negli occhi e mi ha dato le spalle per non voltarsi indietro. È passata una settimana e sono ancora qui, sdraiato nel suo profumo, non mangio, non bevo, fumo e aspetto, lei non arriva. Chissà dov'è, come sta, cosa fa, mentre sono perso in questi pensieri mio padre e Tomas sbucano dalla scala, mi si avvicinano cauti, mi sollevano di peso e mi trascinano via, no! Voglio stare qui! Voglio aspettarla all'infinito se necessario! Tuttavia non ho la forza di ribellarmi, li lascio fare, non sento niente, le mie emozioni se ne sono andate con lei, coi suoi occhi vuoti, arrossati. Non dimenticherò mai quello sguardo, carico di delusione e tristezza, amarezza, lacrime e... e amore. 
 
 
Pov Naira
"Mi puoi ospitare qualche giorno?" Chiedo a Lexy che mi guarda sorpresa.
"Tesoro che succede?" Domanda lei.
"È una lunga storia. Hai tempo? "
"Si dai entra." Le spiego tutto nei minimi dettagli e qualche lacrima sfugge al mio controllo.
"Mi dispiace tesoro, posso fare qualcosa per farti stare meglio?" 
"No Lexy." 
Ormai è una settimana che dormo da lei, ci sto bene, ma preferirei dormire a casa mia, Enrico ogni giorno mi chiama, non gli rispondo. È mattina presto e Lexy accende la luce che punta fastidiosa nella mia pupilla e mi sveglia, inizia a saltellare sul letto chiamandomi e scuotendomi più volte. 
"Tesoro, tesoro, tesoro ho trovato un lavoro!!!! E hanno assunto anche te!!" A quelle parole mi alzo di scatto. 
"Cosa?!" Chiedo esaltata. 
"Ti ricordi che avevamo mandato il curriculum a quell'allevamento dove cercavano una segretaria e una che si occupasse di mucche e cavalli?" 
"Sì."
"Mi hanno chiamato poco fa dicendo che fra un'ora iniziavamo a lavorare." Sorrido e mi alzo per cambiarmi, partiamo e andiamo in quella struttura gigante, appena messo piede nel cortile una ragazza tutta in tiro ci informa che il capo ci sta aspettando e ci conduce da lui.
"Buongiorno signorine, allora da voi mi aspetto grandi cose, tu Naira sarai con gli animali giusto?" Annuisco e l'uomo riprende a parlare "siete in prova, vi osserverò o lo faranno i miei figli e quando mi accorgerò se siete in grado di gestire le cose bene vi darò il contratto." Rimaniamo in attesa che ci congedi e ci dica da cosa iniziare, l'uomo davanti a me ha un'aria benevola, ha i capelli biondi e gli occhi verdi, un metro e 90 di stazza gli conferiscono però un'aria che mi intimorisce. La nostra attesa è finita, Lexy deve fare l'ordine del mangime e io devo pulire i cavalli, l'uomo che ci ha detto di chiamarlo Maurizio o Mauri ci fa da guida verso le nostre postazioni. 
"Bene Naira, pulisci i box, dagli cibo e acqua e quelli con il fiocco verde vicino al nome portali in quel recinto là, poi se finisci entro due ore puoi montarne uno così vedo come cavalchi." Inizio a fare tutto e sento lo sguardo di Mauri addosso. 
Ho finito di dare da mangiare a tutti e li sto piano piano portando fuori, mentre arrivo all'ultimo box noto che ce n'è un altro un po distaccato dagli altri, mi ci avvicino e dentro c'è un bellissimo Shire* nero con una lista bianca e i 4 calzini sempre dello stesso colore, se ne sta nell'angolo più lontano con le orecchie basse e i denti scoperti, mi hanno sempre affascinato questi bestioni alti 2 metri. Mi avvicino di più, apro la porta e non appena metto un piede nel box sudicio una mano mi trascina via.
"Ma sei impazzita?" Un ragazzo moro con gli occhi verdi mi guarda allibito. 
"Cosa?! E poi chi sei scusa?" Chiedo irritata.
"Sono Christian, il figlio del tuo capo e in quel box non ci entra nessuno da almeno 1 anno."
"Perché?"
"Quello è un cavallo pazzo!"
"E il suo nome di battesimo qual'è?"
"Amos. Ma non entrare ti ammazza di calci!" Lo guardo stranita e non lo ascolto. Gli chiedo di rimanere un secondo fuori pronto a tirarmi via se succede qualcosa ed apro di nuovo il box. L'odore è insopportabile e lo strato di escrementi mi costringe ad alzare il piede per entrare, faccio un passo verso il cavallo che in risposta sbuffa e ne fa uno indietro, mi acquatto in un angolo e inizio a parlargli. 
" Hey ragazzone, hai paura eh? Ma stai tranquillo, non ti faccio niente, oggi c'è un bel sole e sono convinta che vorresti fare una galoppata nel prato..." Amos mi ascolta guardandomi da lontano, piano piano drizza le orecchie e fa un passo avanti, continuo ignorando i commenti di Christian che mi sta dando della pazza.
"Ma guarda come sei gigante! Come puoi aver paura di qualcosa? È il mondo che ha paura di te! Vieni qui, puoi fidarti di me." L'animale mi guarda per mezz'ora buona e poi fa un passo verso di me, mi fissa qualche minuto, poi ne fa un altro e un altro ancora, mi arriva a un metro di distanza e si ferma abbassando la testa al mio livello. Provo ad accarezzarlo ma la rialza, tolgo la mano e lui torna con la testa bassa. Aspetto ancora un po e ci riprovo, stavolta gli tendo solo la mano sotto il muso enorme, lui l'annusa e poi ci poggia le labbra sopra, mi alzo lentamente tenendo la mano in quella posizione e gli accarezzo il muso con quella libera, posso sentire una grossa cicatrice sulla parte sinistra e mi impedisco subito di toccarla ancora. 
"Passami la sua capezza, voglio vederlo alla luce del sole." Dico al ragazzo.
"Tu sei pazza! Non esiste la sua capezza e non ti consiglio di portarlo fuori ci ammazza a tutti!" Mi rivolgo ad Amos. 
"Hey ragazzone, vieni fuori con me? Però promettimi di non fare casini, se starai bravo ti farò togliere da questo box schifoso." In risposta lui agita la testa come per annuire, mi affaccio e trovo una corda, gliela passo intorno al collo legando le due estremità, poi faccio un passo verso l'esterno e lui mi segue soffiando impaurito, ne faccio un altro accarezzandogli il collo e si tranquillizza un po, usciamo e la luce del sole lo acceca fermandolo, il ragazzo si allontana velocemente e il cavallo abituatosi alla luce mi segue fino a metà corridoio. Lo lego alle catene che sono ancorate alle due estremità di esso e lo esamino, ha un grosso squarcio sulla parte sinistra del muso, un taglio sulle costole che a vista d'occhio ha fatto infezione e un altro più piccolo sulla zampa posteriore destra, è magro e trasandato, se lo mettessi controluce gli farei le radiografie tanto è magro, mi si stringe il cuore a vederlo così, dato che si è tranquillizzato ne approfitto per prendere la cassetta di pronto soccorso e iniziare a disinfettare i tagli.
"Ragazzone brucerà un po ma starai meglio." Nel frattempo Mauri arriva insieme al figlio e mi fissa incredulo, continuo a occuparmi di Amos e quando ho finito gli metto una generosa porzione di fieno davanti. 
"Adesso mangia, io sarò dietro di te a pulirti il box, ci stai tranquillo qui?!" Gli parlo ancora e mi sento pazza.
Finiamo di lavorare e scopro di essere assunta, Lexy mi obbliga ad andare al pub per festeggiare. Sono appoggiata ad una sua spalla con il bicchiere vuoto di un shottino tra le mani quando vedo entrare Malika, le mie dita iniziano a stringere il vetro, il mio ex capo mi poggia una mano sulla mia per cercare di calmarmi, ma il mio nervoso è quasi palpabile, ha quasi preso forma reale, continuo a stringere il bicchiere e i denti, ad un certo punto uno schiocco e un dolore lancinante mi obbligano ad allentare la presa, abbasso lo sguardo e aprendo la mano il bicchiere è frantumato,  i suoi pezzi si sono conficcati nella mia carne e fanno uscire rivoli di sangue che colora la mia mano, senza dire una parola mi alzo e mentre sto uscendo per andare alla fontana situata poco lontano, una voce femminile che odio mi blocca. 
"Vuoi una mano?" Sogghigna. 
"Piuttosto muoio dissanguata." Le dico tagliente, non replica, si volta a parlare con uno. Mi sciacquo le ferite e accompagnata a casa del mio ex capo le fascio.
 
 
Pov Enrico
È ormai più di due settimane che non la vedo, non la sento, non la sfioro, potrei impazzire, forse lo sono già, dato che ogni volta che mi guardo intorno mi sembra di vederla di nuovo qui. Sono due settimane che non tocco praticamente cibo,mio padre tenta di obbligarmi a farlo, ma ottiene scarsi risultati, adesso sta cercando di aprire un varco in questo muro di silenzio che ho messo tra me e il mondo.
"Figliolo, vieni con me da Mauri a prendere i vitelli?" Mimo un si con la testa e lo seguo.
Siamo appena arrivati dall'uomo, ho lo sguardo fisso nel vuoto, ma una cosa attira la mia attenzione. 
"Ciao Silvio!"
"Ciao Mauri, allora hai trovato personale?"
"Si! Sono strabiliato dalla ragazza che si occupa degli animali! È riuscita a creare un contatto con Amos! In tre giorni è riuscita a montarlo! Incredibile! Sembra il cavallo di un anno fa!" Quelle parole mi risvegliano una sensazione strana, i ricordi di come Naira è riuscita a "domare" Gordon mi invadono con prepotenza ogni cellula del corpo, mi volto a fissare l'uomo con gli occhi sgranati, lui in risposta mi lancia uno sguardo confuso.
"Davvero?! Wow! Non credevo che esistesse qualcuno in grado di farlo, eccetto..."Mio padre si interrompe prima di nominare la ragazza, lo fa sempre da quando se n'è andata. 
"Eccetto?" Lo incalza Mauri, Silvio lo prende per un braccio e lo allontana da me.
"Vedi, mio figlio stava con una ragazza, lei aveva qualcosa che le permetteva di avvicinarsi agli animali più difficili, era impressionante come loro la ascoltassero."
"Come si chiama?" Chiede.
"Naira." Risponde sottovoce. 
" È lei." Conclude Mauri, quelle due parole mi fanno scattare giù dalla macchina, mi avvicino a passo svelto verso di loro.
"Dov'è?" Chiedo all'uomo che continua a fissarmi confuso.
"Dov'è?" Ripeto stringendo i denti.
"È nel recinto a nord con Amos." Mio padre guarda alternativamente me e poi l'uomo per poi abbassare lo sguardo rassegnato. Non perdo un secondo e raggiungo il recinto, la vedo in sella a quel bestione mentre parla con Christian che la ascolta imbambolato, la chiamo, lei si blocca sgranando gli occhi e poi si volta a guardarmi, due lacrime sfuggono al suo controllo e le rigano le guance. 
"Naira." La chiamo di nuovo, ma il tono della  mia voce fa risultare il suo nome una supplica, mi osserva in silenzio con gli occhi colmi di lacrime e tristezza. 
" Naira, ho bisogno di te." La supplico ancora. 
"Ti prego, ascoltami." E ancora. 
"Che ti è successo?" Mi chiede. 
"In che senso?" Ho capito cosa intende, ma voglio aggrapparmi alle sue parole il più possibile, ho bisogno di lei, della sua voce. 
"Non ti riconosco più, sei... sei... sembri distrutto." Dice rimanendo a cavallo.
"Lo sono. Ho bisogno di averti con me." Mi avvicino allo steccato e lei spinge il cavallo a fare un passo indietro. 
"Ti prego biondina, ti amo. Non sono niente senza te. Tu sei la mia vita." Dico sentendo gli occhi pizzicare.  
"Non mi fido di te. Non ce la faccio." Lo pronuncia con incertezza e questo mi basta a farmi capire che non è vero. 
"Posso venire vicino a te?" Mima un sì con la testa e in pochi secondi sono vicino a lei, Amos mi osserva sospettoso. 
"Biondina per favore, credimi. Guardami negli occhi e capirai che non ti mento." 
 
 
Pov Naira
Quelle parole, quel tono, quegli occhi, mi hanno fatto capire che l'ho già perdonato, non posso avercela con lui, non posso provare niente oltre l'amore, non posso stare lontano da lui, lui è la mia vita, la mia casa, la cosa migliore che abbia mai avuto, non posso pensare a come sia riuscita a stare due settimane senza la sua voce, il suo tocco, il suo profumo, i suoi baci, i suoi occhi. 
"No, non ce la faccio." Rispondo tuttavia. 
"Ti prego biondina, non sono mai stato bravo con le scuse, lo sai, ma sai anche che in fondo in fondo non ce l'hai con me." Il suo tono supplichevole non aiuta quel poco orgoglio che mi impedisce di saltare giù da cavallo e correre fra le sue braccia. 
"No!" Dico alzando la voce. "Smettila!" Continuo.
"Come vuoi." Abbassa lo sguardo ferito e si volta per tornare alla macchina. 
"Aspetta!" Grido prima di riuscire a trattenermi. Lui torna sui suoi passi e mi guarda con una luce di speranza. Solo ora mi rendo conto che non ho niente da dirgli. 
"Dimmi." Mi incita.
"Volevo dirti di andare avanti con la tua vita, senza di me. Mi dispiace, non riesco a fidarmi di te." Sputo queste parole abbassando la testa per nascondergli le mie lacrime, lui per l'ennesima volta torna sui suoi passi per non voltarsi indietro. Il dolore mi attanaglia il cuore, capisco di averlo perso per sempre, dopo tutto quello che ho fatto per averlo, finisco di lavorare e torno a casa mia, ho detto a Lexy di non preoccuparsi per me, che sarei stata bene.
 
 
Pov Enrico
L'ho persa per sempre. Ormai lo so, non tornerà mai indietro, mi ha lasciato andare, ha raggiunto il livello massimo di dolore per poterci passare sopra. I minuti, le ore, i giorni passano mentre aspetto che mi scriva, niente di niente. Sono diventato un robot ormai, non provo più emozioni se non il dolore che mi distrugge piano piano, non pensavo di poter stare mai così male per una ragazza, mi ero sbagliato, ho causato io tutto questo, è colpa mia se ora sto così. Solo e soltanto mia. Compongo il suo numero per la milionesima volta e la chiamo, non mi risponde. Le invio un ultimo messaggio prima di cancellare il suo numero. 
'Biondina perdonami, credimi, amami ancora una volta, ho bisogno di te, del tuo amore, non vivo senza.' 
 
 
 
Spazio autrice
*shire:razza inglese da tiro alta 1 metro e 90 al garrese, il cavallo più grande del mondo. 
Volevo scrivere ancora ma è troppo lungo e ho dovuto dividerlo in due. Spero vi sia piaciuto :) siamo quasi alla fine della storia :) un bacio isy_94
  
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