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Autore: ielma    16/02/2014    2 recensioni
«So benissimo di cosa parlo, Remus. So che sei migliore di quello che pensi, che sei pieno di un amore che non si è mai preso nessuno. Lo sai in quanti tra quelli come te vorrebbero essere al tuo posto? Tu non sei cattivo, non faresti del male a una mosca. Non lasciare che la tua condizione intacchi la tua felicità, non farlo perché tu hai modo di riuscirci. Noi abbiamo modo di riuscirci, insieme. E io ti amo, dal giorno in cui ho scoperto i tuoi occhi nei miei. E allora amiamoci, si vive meglio in due»
Questa storia partecipa al contest "All you need is love" di S.Elric_
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Tutto ciò che l'amore osa è lecito all'amore

Londra, 24 Dicembre 1995
Sirius aveva trascorso i giorni prima di Natale a pulire e decorare senza sosta, con l'aiuto di tutti, il numero 12 di Grimmauld Place cosicché la sera della vigilia la casa era a stento riconoscibile. I lampadari anneriti non erano più carichi di ragnatele ma di ghirlande di agrifoglio e festoni d'oro e d'argento. Mucchi di neve magica scintillavano sui tappeti lisi. Un grande albero di natale, procurato da Mundungus, nascondeva l'albero genealogico dei Black, e perfino le teste d'elfo imbalsamate sulle pareti portavano barbe e cappelli da Babbo Natale. Erano tutti riuniti attorno al tavolo a festeggiare. Fred e George ascoltavano con entusiasmo una delle ultime avventure di Mundungus con un sottofondo di mormorii di disapprovazione da parte della signora Weasley. Ginny scherniva sottovoce con Hermione il nuovo taglio di capelli di Fleur. Harry stava dando una mano a Sirius nel portare le pietanze a tavola. Un'atmosfera carica di allegria aleggiava nella casa, persino l'occhio magico di Moody aveva assunto un'insolita posizione stabile. L'elfo domestico comparve sulla soglia; sembrava stesse per dire qualcosa ma subito Sirius lo interruppe:
«Kreacher, va' a rinchiuderti in soffitta»
L'elfo sogghignò e fece un inchino fin troppo profondo.
«Ai suoi ordini padrone, Kreacher vive per servire la nobile e antica casata dei Black»
Ma, nel mentre era con il naso premuto contro il pavimento, sussurrò quasi tra sé e sé:
«Se la padrona sapesse la feccia che lasciano entrare nella sua casa! Sudici mezzosangue, traditori, lupi mannari»
«Basta!» Sirius con un gesto secco lo afferrò per la veste sudicia e lo scagliò fuori dalla porta «Rinchiuditi in soffitta e non uscirne più finché non ti verrò a prendere»
L'elfo sogghignò ancora una volta e se ne andò lentamente strusciando i piedi scalzi. Moody si avvicinò a Sirius e gli posò una mano sulla spalla.
«Cosa ti salta in mente, ragazzo? Non ti ricordi quello che ha detto Silente?»
«Quando è troppo è troppo, Alastor»
«Non eri tu che dicesti: se vuoi sapere com’è un uomo, guarda bene come tratta i suoi inferiori, non i suoi pari? Sta' attento Sirius, quell'elfo sa troppe cose»
Lui si scrollò dalle spalle la sua mano e tornò a sedersi accanto al figlioccio. Come stavo dicendo, aleggiava un'atmosfera di pura allegria in quella casa... Sì, è quello che avevo detto ma temo di dovermi correggere. Vi era un uomo seduto a un capo del tavolo che sembrava tutto meno che allegro, aveva le labbra serrate in una linea sottile e la fronte corrugata, come se fosse immerso in un pensiero profondo. Continuava ad agitarsi sulla sedia in cerca di una posizione comoda e l'arrosto nel suo piatto era ancora intatto.
«Non mangi, Lunastorta?» gli domandò Sirius.
Remus si discostò dai suoi pensieri e annuì, forse con troppa veemenza. Allungò il braccio per afferrare la saliera ma al suo posto incontrò una mano femminile che si ritrasse in fretta e prese a tremare.
«Prendilo tu, io posso farne a meno»
Tonks con le gote infiammate annuì, tenendo lo sguardo basso.
«Domani andiamo a trovare papà al San Mungo, venite anche voi?» domandò Fred a Lupin, che si sforzò per non dar peso alla reazione della ragazza.
«No, io e Tonks stasera abbiamo il turno di guardia. Andremo domani sera da Arthur»
«Turno di guardia a cosa?»
«Sono faccende dell'ordine» ribatté Remus con un tono che non ammetteva repliche. Il gemello sbuffò e torno ad occuparsi della sua porzione di patate al forno. La faccenda dei turni di guardia all'Ufficio Misteri innervosivano Lupin, ma non perché c'era il rischio che qualcuno piombasse lì nel bel mezzo della notte per rubare la profezia. Lo innervosivano solo i turni che dova svolgere con Ninfadora.
Finalmente arrivò il momento di uscire dal quartier generale. Lungo il tragitto entrambi si mantennero in silenzio, guardavano verso l'alto, verso il basso, guardavano ovunque tranne che guardarsi l'un l'altro. Ma non potevano continuare ad ignorarsi ancora per molto, infatti giunsero di fronte all'ingresso per visitatori del Ministero. Entrarono nell'angusto spazio quale era la cabina telefonica e dovettero stringersi contro le pareti per entrarci entrambi. Remus allungò la mano verso il ricevitore e compose il numero: sei due quattro quattro due. Mentre il disco del telefono tornava a posto ronzando, nella cabina risuonò la solita fredda voce femminile.
«Benvenuti al Ministero della Magia. Per favore dichiarate il vostro nome e il motivo della visita»
«Remus Lupin, Ninfadora Tonks» elencò rapido lui con la voce che gli si spezzò nel pronunciare il nome della ragazza. «Siamo gli addetti alle pulizie notturne» Era questo che Silente gli aveva imposto di dire.
«Grazie» disse la fredda voce «il visitatore è pregato di raccogliere la targhetta e assicurarla sul vestito»
Due spille rotolarono fuori dalla fessura di metallo che di solito sputava le monete di resto. Lupin fece per afferrare la sua ma Tonks lo batté sul tempo e le prese entrambe. Ne appuntò una sul petto dell'uomo, appena sotto il taschino della sua giacca sgualcita, poi fece scorrere le mani sul suo corpo prima di appuntarsi la sua. Lui venne percorso da un brivido in tutte le fibre ma non smise di guardare altrove. Il pavimento della cabina vibrò e il marciapiede scivolò al di sopra delle pareti di vetro; le tenebre si chiusero sopra le loro teste mentre con un sordo rumore raschiante calavano nelle viscere del Ministero della Magia. Una fessura di soffusa luce dorata toccò i loro piedi e si allargò, alzandosi fino a illuminarli completamente. L'Atrium era deserto, la luce era più tenue che di giorno e i camini incassati nei muri erano spenti.
«Il Ministero della Magia vi augura una piacevole serata» disse la voce femminile.
La porta della cabina si spalancò e loro uscirono, diretti verso l'Ufficio Misteri. Quando furono lì, Tonks si appoggiò con le spalle al muro e scivolò fino a terra, stringendosi le ginocchia contro il petto. Lupin rimase dritto in piedi con lo sguardo fisso davanti a lui, impassibile.
«Remus?»
Distaccato.
«Remus?»
Imperterrito.
«Per quanto ancora continuerai a ignorarmi?»
«Non ti sto ignorando» ribatté lui voltandosi verso la ragazza. Lei lo guardò in tono accusatorio e lui distolse lo sguardo. Tonks, allora, si alzò e lentamente si avvicinò a lui.
«Sì, mi stai ignorando»
«Penso solo che abbiamo divorato troppo in fretta la distanza che c'era tra noi qualche mese fa, ecco»
«Non troverai mai nessuno che ti amerà come ti amo io, Remus»
Lui sussultò, senza preoccuparsi di non darlo a vedere.
«Tu non capisci»
«Sei tu a non capire!»
«Potrei ridurre il tuo corpo a brandelli senza nemmeno accorgermene, questo non basta per farti cambiare idea?»
«Io non ho paura»
«Dovresti averne»
«Mi fido di te»
«Tu non sai cosa potrei farti»
«Tu non sai cosa potrei farti io» avvicinò il palmo della mano al viso di lui e lo carezzò fino ad arrivare alle labbra, lui la respinse con forza.
«Non sai di cosa parli, Ninfadora»
«No, Remus, so benissimo di cosa parlo. So che sei migliore di quello che pensi, che sei pieno di un amore che non si è mai preso nessuno. Lo sai in quanti tra quelli come te vorrebbero essere al tuo posto? Tu non sei cattivo, non faresti del male a una mosca. Non lasciare che la tua condizione intacchi la tua felicità, non farlo perché tu hai modo di riuscirci. Noi abbiamo modo di riuscirci, insieme. E io ti amo, dal giorno in cui ho scoperto i tuoi occhi nei miei. E allora amiamoci, si vive meglio in due»
Remus incontrò il suo sguardo, era sul punto di cedere, glielo si leggeva in viso, dopotutto anche lui ne era innamorato di quella ragazza. Ma provò ad allontanarla ancora una volta, spingendo la propria mano contro il suo petto.
«Rimane che sono troppo vecchio, troppo povero, per te. Sono un lupo mannaro, sai che non potrò mai avere un lavoro»
«Ti ho detto che non ho paura di essere ridotta a brandelli, pensi che io abbia paura di due spiccioli?» rise. «E poi sono un Auror, non ho bisogno di altri soldi»
«Tu meriti di meglio, meriti qualcuno di gran lunga migliore di me, Tonks»
«Se esistesse» gli disse, in un bisbiglio, senza fiato.
Remus, allora, non poté far altro che stringerla a sé e sussurrarle un «ti amo» prima di travolgerla in un bacio. Un bacio che segnò l'inizio di un amore intenso, senza limiti, il più sincero, il loro.
  
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