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Autore: KlauriciaShipper    16/02/2014    0 recensioni
[Jelsa] [Frozen - Le 5 leggende]
Il pensiero del giovane dai capelli chiari raffrescò la stanza, un fiocco di neve, singolo e solo come colui che lo aveva creato cadde sul naso della regina mentre la leggenda baciava la fronte della bambina come la donna aveva fatto pochi secondi prima.
Il quel momento, la piccola schiuse impercettibilmente gli occhi, erano chiari quasi come quelli del giovane di fronte a lei.
Erano occhi di ghiaccio.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jack Frost
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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What did I do to you?


La stanza del castello era addobbata di azzurro quella fredda notte di gennaio in cui la regina avrebbe presto dato alla luce l'erede al trono.

Il re era al suo fianco, una delle esili mani della donna era nascosta in quella molto più forte del marito, mentre il miracolo della vita prendeva luogo; di fianco a loro un dottore di fama, che si diceva potesse curare ogni disagio e far venire alla luce ogni bambino nascosto nel ventre materno, aiutava la donna ad affrontare il parto nel meno doloroso dei modi.

Nessuno pareva notare però, un giovane che se ne stava fermo in piedi di fronte a loro: aveva i capelli così biondi da sembrare del colore della neve, gli occhi di un blu intenso, un sorriso a fior di labbra che avrebbe ammaliato chiunque. Delle leggende che erano state create Jack Frost era sicuramente quella meno era conosciuta nel mondo umano, quasi nessuno credeva in lui, quasi nessuno riusciva a vederlo, e la solitudine era diventata ormai una delle migliori amiche del giovane, nonostante fosse segretamente desiderato da ognuna delle leggende femminili per il suo bell'aspetto. Ma al giovane non importava, stava bene in solitudine, ci era abituato, e ben presto le altre presenze lo annoiavano, o lo scacciavano per la sua indole maliziosa e confusionaria.

Del resto, Jack era sempre stato ammaliato più dal mondo umano che da qualsiasi altra realtà esistente, il desiderio di essere notato, di non essere più solo, di entrare in contatto con quegli esseri complicati ed imprescindibilmente temporanei lo aveva sempre dilaniato dall'interno anche se quasi mai lasciava trasparire i suoi veri problemi. Ogni umano era un orologio che un giorno avrebbe smesso di ticchettare, il tempo sarebbe arrivato, per ognuno di loro mentre lui sarebbe sempre rimasto lì ad osservare, come ormai faceva da trecento anni abbondanti. Era giovane per essere una leggenda, e non sapeva come fosse diventato una di esse. Spesso aveva parlato all'uomo della luna -la leggenda più anziana che potesse esistere- ma non aveva mai ottenuto una risposta sul perché fosse diventato una leggenda, su cosa lo avesse creato.

Sapeva solo il proprio nome, niente di più. E forse era proprio quel mistero che portava Jack a presenziare ad una nascita di nuova vita umana, era il desiderio di conoscere la verità.

“E' una bambina.”

Disse all'improvviso una voce profonda quando il primo vagito di una neonata, bionda anche lei come quel giovane che la osservava in silenzio, riempì la stanza di suoni infantili che alle orecchie di ognuno dei presenti sembrarono bellissimi, nuovi e preziosi. L'uomo -il re- strinse a sé la donna che aveva scelto di sposare anni prima, quando in un giorno freddo proprio come quello aveva deciso di donare una regina all'impero ed aveva conosciuto per caso quella bella popolana ad un ballo organizzato nel castello.

“Sarà una regina bellissima.” le sussurrò all'orecchio mentre il medico poneva quella piccola figurina avvolta in un panno azzurro e bianco tra le braccia di sua madre. Niente era stato preparato per una femmina, tutti confidavano nel sesso maschile dell'erede nonostante nessuno potesse saperlo con certezza. Ed il destino, come del resto spesso faceva, aveva deciso di scombinare le carte in tavola, con un abile gioco di imprevisti.

Gli occhi chiari di Jack Frost si allargarono mentre avvicinava il viso con curiosità a quella piccola ma agitata scintilla di nuova esistenza. Le sorrise, sorrise a quegli occhi chiusi e ciechi, come gli altri nella stanza la guardava ammaliato ed affascinato.

“Ciao, piccola. Ti chiamerai Elsa” sussurrò la regina all'orecchio della bambina baciandole poi la fronte con tutto l'amore che una madre può donare alla figlia primogenita. “Benvenuta al mondo.”

Elsa.
Ciao, Elsa; sei appena nata e già sei morta a causa della tua umanità.
Sei bellissima, Elsa, ed ancora non sai nemmeno cosa “Bellissima” voglia dire.
Forse non lo so nemmeno io.

I pensieri e le emozioni del giovane dai capelli chiari raffrescarono la stanza, un fiocco di neve singolo e solo come colui che lo aveva creato, cadde sul naso della regina mentre la leggenda baciava la fronte della bambina proprio come la donna aveva fatto pochi secondi prima.

Il quel momento, la piccola schiuse impercettibilmente gli occhi: erano chiari quasi come quelli del giovane di fronte a lei.

Erano occhi di ghiaccio.

E di ghiaccio divenne quel fiocco di neve quando la bambina si mosse appena, un lieve rivolo azzurro scaturì dalle sue dita incoscienti ma nessuno, se non il giovane dai capelli chiarissimi lo notò.

Jack comprese d'improvviso e non appena comprese, si allontanò.

Non avrebbe dovuto interferire con una vita così piccola, non avrebbe dovuto baciarla in quel modo innocente, non avrebbe dovuto toccarla.

Ma del resto come avrebbe potuto sapere? Qualunque umano che fosse nato con i poteri era stato sfiorato da una Leggenda appena venuto al mondo. Ogni singola traccia di magia era nata in quel modo, tramite l'azione consapevole o meno di qualcosa di tutt'altro che umano. La Leggenda scappò da quel castello, cosciente di aver combinato uno dei suoi tanti guai ma inconsapevole del fatto che adesso quella piccola sarebbe stata per sempre legata a lui, per tutta la sua fragile ed acerba vita.

Il giovane scappò, come tante volte scappava, non codardo ma spaventato e turbato come mai era stato in tutti gli anni che aveva passato sulla terra, sfruttò le correnti d'aria fuori dalla grande ed imponente finestra della sala, in pochi secondi si ritrovò in Antartide e si nascose contro un complesso di ghiaccio: freddo come lui, solo come lui.

Cosa ti ho fatto, Elsa?

  
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