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Autore: Zomi    16/02/2014    9 recensioni
Il locale brillava nella notte illuminata e piena di vita.
Le luci stereoscopiche saltavano da una parte all’altra dell’entrata, illuminando la strada trafficata che le scorreva davanti, mentre l’enorme e luminosa insegna invitava i passanti ad entrare.
Ornata di neon fustaia e rosa, l’effige della proprietaria del locale, ammiccava sopra l’entrata del night, ancheggiando e accavallando, una sull’altra, le sue robuste gambe, ornate di una fine calza a rete.
Il tutto accompagnato dal nome del locale, famoso in tutta la città...
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jewelry Bonney, Mugiwara, Nami, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Il locale brillava nella notte illuminata e piena di vita.
Le luci stereoscopiche saltavano da una parte all’altra dell’entrata, illuminando la strada trafficata che le scorreva davanti, mentre l’enorme e luminosa insegna invitava i passanti ad entrare.
Ornata di neon fustaia e rosa, l’effige della proprietaria del locale, ammiccava sopra l’entrata del night, ancheggiando e accavallando, una sull’altra, le sue robuste gambe, ornate di una fine calza a rete.
Il tutto accompagnato dal nome del locale, famoso in tutta la città.
 
 

 

IVANCHAN’S BOYS


 
 
-AHHH!!! Siii!!!! Via tutto!!!!-
Saltellava euforica una ragazza ancheggiando a tempo di musica accanto a un palcoscenico rialzato, su cui, arrampicato su un lato e unto palo di ferro, un ragazzo con un striminzito perizoma si esibiva con tutta la sua mercanzia.
-Si, vai vai: ancheggia, ancheggia Gladius- ululava, sventolando in aria varie banconote da cinquecento Berry –Via il cilindro, via l’impermeabile e via anche quel perizom… ehi!!!-
Una sospirante e frustata ragazza dai capelli lilla prese per la collottola la prima, riportandola al loro tavolo.
-Bonney- la sgridò –Vuoi farti buttare fuori?!? Quanti altri di questi ragazzi vuoi traumatizzare con le tue richieste?!?-
-Io non voglio proprio traumatizzare nessuno Nojiko- le tirò la linguaccia –Cerco solo di divertirti-
-Pagando loro il muto con il tuo stipendio?- alzò un sopracciglio perplesso, trascinandola sulla mouquet violacea del locale.
-Oh andiamo- si liberò della presa, alzandosi.
Si spolverò i corti short verdi e la fine canottiera bianca che indossava, facendo ballonzolare i prosperosi seni, prima di ondeggiare la chioma rosata e rivolgersi, strafottente e sghignazzante, all’amica.
-Siamo in un locale di spogliarellisti- aprì le braccia a indicare le luci soffuse del night e i ballerini arrampicati sui vari trespoli –Non possono andarsene a casa vestiti, ne risentirebbero-
-Si certo- sospirò Nojiko, arrivando al loro tavolo.
Lì, sedute in una poltroncina a forma di ferro di cavallo, immerse nella penombra del locale, altre quattro ragazze chiacchieravano fittamente, alzando di tanto in tanto lo sguardo sui camerieri, semi svestiti, che portavano loro le ordinazioni o che passavano a servire altri tavoli, occupati da decine di ragazze.
-Interessante- borbottò Robin, facendo spazio sulla poltroncina alle due –L’hai staccata a forza dal spogliarellista, o ha finito i soldi?- sorrise a Nojiko.
-Staccata a forza con un piede di porco dal sedere nudo del povero ragazzo: avrà gli incubi per parecchi settimane- sventolò la mano verso la mora, sorseggiando il suo drink rossiccio, e sulla cui cannuccia svettava la sagoma di un ragazzo nudo.
-Umpf, non sono così depravata- sbuffò Bonney, riempiendosi la bocca di stuzzichini, fulminando con lo sguardo le due, che ridacchiavano divertite.
-Permettimi di dissentire- s’intromise Violet, una dolce morettina dalle lunghe ciglia scure.
Cannuccia in bocca, distolse per un attimo gli occhi di dosso al barista, un biondino dal sopracciglio arricciato e che inondava ogni ragazza del night con mille moine, osservando attentamente l’amica, quasi riuscisse a leggerle nel pensiero.
-È tutta la sera che corri dietro a uomini mezzi nudi, implorandoli di togliersi quei pochi centimetri di stoffa che hanno addosso-
-Siamo in uno Strip Club- portò le mani a lato del viso la ragazza dalla chioma rosata cercando di enfatizzare le sue parole –Qui si paga per vedere la gente nuda, e se devo pagare, che almeno mi facciano vedere ciò che voglio io-
-Ma non correndoci dietro come delle disoperate!!!- sibilò Nojiko, passandosi una mano sul viso.
-… e non a tutti soprattutto- aggiunse Robin, sobria anche nel guardare di sfuggita le natiche ancheggianti di un moretto niente male.
–Ma siamo al IVANCHAN’S BOYS, il night più costoso e famoso della città- si agitò –Qui ci sono i più bei ragazzi del mondo: muscolosi, belli, aitanti, dal fascino irresistibili e con un pene grande cos…- la sua grande bocca fu zittita dalle mani di Violet, mentre Nojiko le bloccava le mani, già alzate a indicare una lunghezza normale solo per le tavole da surf.
Ma la vera censura, oltre alla musica a palla del locale, fu il girdolino spaventato della biondina seduta accanto a Robin.
-AHHHH- si coprì il volto bordò Kaya, scuotendo i capelli biondo chiaro -No no no no… non voglio sentire!!!- piagnucolò
La rosa alzò gli occhi al cielo.
-Andiamo Kaya…- sbuffò, facendo tintinnare il pircing sulla gota -… basta coprirti gli occhi: non potrai evitare tutti i membri che svolazzano qui-
-Si invece- ribatté decisa la ragazza, attutendo la sua voce con le mani sul viso –Basta che mi tenga le mani ferme sugli occhi-
Nojiko scrollò il capo disperato, mentre Bonney ghignava rimpinzandosi di stuzzichini.
-Se un solo, piccolo fallo…- pose il pollice e l’indice di una mano, distanziati di poco, davanti a un occhio, sghignazzando maligna -… ti fa questo effetto, che farai la prima notte di nozze?-
La bionda, sconvolta, lasciò cadere le mani dagli occhi, puntandoli nel vuoto del tavolo, pensando a quel prossimo futuro, dato che erano nel locale proprio per festeggiare il suo Addio al Nubilato, una settimana prima della data delle nozze.
 
Kaya arrossì, puntando tra loro gli indici, persa in rosei pensieri di amorose carezze e teneri baci tra lei e il suo fidanzato.
Baci soffusi, carezze morbide, mani che s’intrecciano in abbracci dolci…
-Le vostre ordinazioni ragazze- irruppe una voce maschile nei suoi pensieri.
Alzò gli occhi, fissi sul tavolo, ritrovandosi davanti un cameriere del locale, con indosso solamente degli slip a macchie leopardate, particolarmente aderenti sul davanti del bacino.
Il tenero rossore delle sue gote divenne un bordò impacciato, facendola tornare a gridare imbarazzata.
-Nonononononono!!! Voglio tornare a casa dal mio Usopp!!!!- si divincolò tra le amiche, facendole ridacchiare.
Le ragazze presero i loro bicchiere, ridendo della biondina.
-Mi mette a disagio!!!- gridacchiò ancora Kaya, ancorata al braccio di Robin.
-Non sono poi così tanto nudi- le fece notare la mora.
-Non voglio, non voglio, non voglio- piagnucolò –L’unico uomo nudo che voglio vedere in vita mia è il mio Usopp-
-Puff… contenta tu- sbuffò Bonney.
-Andiamo Kaya- l’abbracciò Nojiko, stringendosela al petto e asciugandole i lacrimoni dondolanti sulle ciglia –Solo una pio d’ore…-
-… qualche spogliarello…- l’abbracciò sghignazzante la rosa.
-… qualche drink o due…- occhieggiò ancora il barista Violet, stringendosi al gruppo.
-… e poi tornerai dal tuo fidanzato- sorrise materna Robin, accarezzandole il capo.
Kaya sollevò lo sguardo su tutte e tre le donne, sorridendo imbarazzata.
-Ma…- borbottò piano -… riporteremo a casa anche Nami, vero?-
Le tre ragazze fissarono stupite la biondina, prima di sospirare pesantemente.
-Non ditemi che è andata a chiamarlo di nuovo…- sbuffò Nojiko, sorella della diretta interessata.
-Si- si rilassò contro il sedile Violet -È nel bagno a chiamarlo da una decina di minuti-
-Per me si fa male da sola…- sbottò Bonney, riempiendosi la bocca di patatine.
-Insomma…- sputacchiò -… è un mese che quell’idiota la ignora totalmente: quand’è che capirà che è finita?-
-È finita quando lo dico io- berciò una rossa tutto pepe e nervi, dietro le spalle della rosa.
Un’aura demoniaca e mortale avvolgeva una figura prosperosa e femminile, mentre alcune lingue di ombra camminavano a terra, arrampicandosi sulle spalle della rosa, che tremava terrorizzata alla vista dell’amica arrabbiata oltre ogni limite.
-Oh si ovvio- balbettò impaurita –E-era solo per dire…-
Nami, sbuffando e inveendo contro il mondo, si sedette pesantemente accanto alle amiche, bevendo avida il contenuto alcolico di cinque bicchieri di fila.
-Stupido- ringhiò, alzando la mano verso un cameriere, ordinando altro alcol.
-Non ti ha risposto?- domandò tenera Kaya, allungando una mano ad accarezzarne una delle sue.
-No- ringhiò la ramata –Come sempre quel deficiente ha il cellulare spento…-
Sua sorella l’abbracciò per le spalle, coccolandola teneramente.
Non disse nulla, ma seppe farla stare meglio, stringendosela maternamente al petto.
Nami sospirò, lasciandosi cullare dalla sorellona, mentre imprecava a denti stretti.
Era ormai un mese che lei e il suo ragazzo, Zoro, un idiota formato armadio dal ghigno suadente e una zazzera scompigliata di capelli verdi, si vedevano sporadicamente.
Una sera a settimana soltanto, e i week end erano diventati tabù in cui né uscire né vedersi.
Dal venerdì sera al lunedì mattina, Zoro scompariva dalla faccia della terra, irraggiungibile per cellulare o piccioni viaggiatori, ricomparendo a inizio settimana senza energie e con bruttissime occhiaie sotto i begli occhi neri e profondi.
-Ma stai bene?- gli chiedeva, nelle rare volte in cui si vedevano.
-Si, si… è solo il lavoro- farfugliava evasivo, per poi cambiare subito argomento.
Ormai però la scusa del lavoro non ingannava più Nami, e le vaghe risposte impacciate del verde non facevano che irritarla maggiormente, obbligandola a chiamarlo, o almeno provarci, ogni quanto poteva, ma trovando sempre la sua odiosissima segreteria telefonica a risponderle.
Il dubbio le era nato dentro senza difficoltà: aveva un'altra?
La evitava temporeggiando, cercando il momento migliore per lasciarla e vivere per sempre felice e contento con la sua nuova fiamma?
Sbuffò, strusciando il capo sulla gola calda e profumata della sorella.
Era stanca.
Stanca di aspettarlo agli appuntamenti che quotidianamente annullava,.
Stanca di aspettare di vederlo per poche fugaci ore in serate in cui Zoro, dopo il lavoro in palestra, era troppo sfinito, e riusciva a mala pena a tener gli occhi aperti.
Stanca di non essere a conoscenza dei fatti e di sentirsi presa in giro.
Lo amava, lo amava sopra ogni altra cosa al mondo, ma non ne poteva veramente più.
Quante altre sere doveva passare, attaccata la telefono, provando a chiamarlo, arroventandosi il fegato ogni volta che sentiva scattare la melliflua voce preregistrata di chissà che compagnia telefonica?!?
Il cuore le si spezzava sempre più, e le lacrime versate non erano più utili ad attenuare il dolore che, il non vederlo e il dubitare, le tormentava il cuore.
Era stanca, stanca, stanca…
Stanca di piangere, stanca di aspettare, stanca di sospettare chissà che, stanca di amare un buzzurro che non pensava a lei e a quello che le stava facendo passare.
-Ma da stasera basta- batté un pugno sul tavolo furiosa, distanziandosi da Nojiko e facendo traballare tutti i bicchierini vuoti.
-Se si è trovata un'altra- ringhiò meditando di vendetta –Lo ammazzo-
-Diplomatica- rise Robin.
-…ma lo farò lunedì, stasera…- si alzò dalla poltroncina, immergendosi nelle fasce di luci al neon e alla musica stetoscopica -… si fa baldoria-
Si portò alle labbra un bicchiere stracolmo di un liquido rosato, buttandolo giù tutto d’un fiato e bagnandosi la gola secca.
-Attenti ragazzi: Nami Cocoyashi è tornata single- alzò un dito nel locale, indicando un punto non ben definito.
-SIIIII!!!- festeggiò Bonney, brindando alla rossa, mentre Kaya arrossiva per le urla delle amiche.
Facendosi servire altri due Bloody Mery iper alcolici da uno stangone dai capelli rossi e il ghigno poco raccomandabile (-Ma di sicuro super dotato- a sentir Bonney) Nami spense il telefonino, preparandosi a dare il peggio di se.
-Allora? Che si fa?- domandò Nojiko, pronta a spalleggiarla solo perché non sopportava che Zoro la ignorasse a quel modo.
-Siamo in uno Stip…- si guardò attorno la rossa, occhiando qualche bel ballerino semi nudo -… ordiniamo uno spogliarello solo per noi-
-Così si ragiona- gridò euforica Bonney, zittendo le proteste di Kaya, rannicchiata tra Robin e Violet.
-Un bel prive per la futura signora Soghep e amiche ...- sghignazzò.
-E chi dovremmo traumatizzare?- s’interessò Robin.
-Oh bhè…- ridacchiò la rosa, estraendo dalla borsetta una brochure dai colori sgargianti e fluorescenti sotto le luci a neon -… la scelta non manca-
Srotolò il deplian, rivelatosi quello del night ovviamente, che si allargò per tutto il tavolo, pendendo leggermente giù per il bordo.
-Dunque vediamo…- si arrampicò sopra il ripiano con le ginocchia Bonney -…questi ve li sconsiglio…- indicò una serie di nomi affiancati alle foto dimostrative dei spogliarellisti -… questi gli ho già visti…- una sfilza infinita di nome erano cancellati con un rossetto rosso -… mentre questi sono mitici-
Puntò, sotto lo sguardo curioso delle amiche, una cerchia ristretta di nomi, raggruppati sotto il nome “Bad sexy Boys”.
-C’è il Chirurgo della Morte- indicò un moretto dagli occhi grigi e provocanti –Capitano Kid- il rosso che le aveva servite prima –Sanji Mr Prince- il barista biondo sorrideva ammiccante nella foto, offrendo una rosa alle lettrici.
-Drake T-Rex, Killer il Massacratore e… e il nostro caro Ace Pugno di Fuoco- sghignazzò puntando il dito sulla foto platinata di un moro lentigginoso ma dal sorriso caldo e provocante.
-Potremmo fare un giro con tutti…- propose, sbavando.
-Si, certo, e che banca vuoi rapinare per pagarli?- sbottò ironica Nojiko.
Con strozzato entusiasmo, le ragazze fissarono i rispettivi listini dei spogliarellisti, sbiancando nome dopo nome.
-Credo che uno dovrà bastarci- sospirò delusa Violet, accarezzando con un dito la foto del biondo barman.
-Oh andiamo… volete che Ace non ci faccia uno sconticino?!?- ghignò Bonney, portandosi le mani ai fianchi.
-Dopo tutto…- prese Robin sotto braccio portandosela vicino -… abbiamo qui la ragazza del suo caro fratellino, e quella del migliore amico di suo fratello-
-Ex, prego- sbuffò Nami, sentendosi tirata in causa.
-Ex, attuale, post…- sbuffò muovendo la mano ad allontanare quelle parole -… l’importante è vedere un uomo nudo-
-Ma io non voglio- piagnucolò Kaya, aggrappandosi alla mora Violet, che la guardò compassionevole.
Quella si voltò a fissare in viso le amiche, incerta.
-È la festeggiata- ricordò –Dovremmo fare quello che vuole lei in teoria-
Robin sorrise annuendo, mentre Bonney inveiva contro la mora per il suo intervento.
-Uhm…- borbottò Nami, puntandosi il mento con due dita -… dovremmo decidere insieme, siamo amiche dopo tutto-
Guardò di sfuggita la brochure piallata sul tavolino, prendendo la sua decisione.
-… alzi la mano chi non vuole vedere uno di questi tipi senza vestiti?- indico il gruppo di ragazzi.
Insieme a lei, altre tre mani si alzarono, ridacchiando contro le lamentele piagnucolose di Kaya, unica a non voler vedere niente di nessuno.
-Nonononono!!!- si agitava.
-Democrazia mia cara- rise Robin.
-Oh andiamo- ridacchiò la rossa, abbracciando Kaya e sbattendo le sue lunghe ciglia innocenti –Fallo per me che sono tanto triste-
-Oh…- balbettò la biondina, incantata da quello sguardo angelico e puro -… bhè, s-se ti senti così triste, io…-
Non riusciva a distogliere i suoi grandi occhi verdi da quelli umidi e alla MyLittelPony della rossa, rimanendone impietosita.
-O-ok Nami…- sorrise buona.
Non si accorse del sorriso malandrino della ramata, né di Bonney, con cui Nami si stava dando il cinque sotto il tavolo.
-Forza Kaya, decidi tu?- le spinse sotto il naso il volantino Violet –Indica quello che ti piace di più…-
La ragazza sbiancò ritrovandosi davanti tutti quei fusti in mutande e poco più, imporporando le gote morbide e chiare.
Alcuni, tra cui il Chirurgo e il Massacratore, mettevano ben in vista il fondo schiena sodo e semi nudo, altri, seppur in pose meno provocanti, sembravano altrettanto sensuali con il solo sorriso largo in viso, o comunque meno esibizionisti di Kid che, braccia allargate e mani aperte, indicava senza tanti giri di parole il suo pube, dove un perizoma rosso non nascondeva di certo le sue esagerate forme.
-Bonney…- borbottò Nojiko alla vista di quest’ultimo -… mi sa che hai ragione su questo rosso…-
-Nonononono!!!- mosse davanti a se le mani Kaya, cercando di allontanare quelle foto –Mi imbarazza toppo!!!!-
Ridacchiante, Bonney le spinse la brochure vicino alle mani, finché, una manata indignata della giovane imbarazzata, s’impiantò a palmo pieno sul sedere sodo e grande di uno dei modelli.
Kaya sbiancò alla vista di cosa la sua mano stava toccando, seppur solo in fot, coprendosi il volto con le mani a nascondere il rossore.
-Abbiamo un vincitore- ridacchiò Nami, alticcia per tutti i suoi drink.
-E che vincitore…- sghignazzò Nojiko -… è il nostro Ace-
Mostrò vittoriosa la foto del moro stropicciata dalla mano della bionda, ma ancora sensuale e accattivante.
-Ace, Ace, Ace- festeggiava ancheggiando Bonney.
-Mi rifiuto di vedere nudo il fratello del mio ragazzo- parlò schietta Robin.
-Sarai costretta a chiudere gli occhi allora- le tirò una linguaccia Nami.
-Ma… ma non si spoglierà del tutto vero?!?!-
-No Kaya- la tranquillizzò Violet –Solo dalla vita in giù-
-AHHHHH!!!!-
-Vado a chiamarlo- scattò rapida Bonney, scomparendo nella calca frenetica del night, facendosi spazio tra i tavoli attorno a loro, sopra cui ancheggianti ragazzi sculettavano a tempo di musica, nascondendo i gioielli di famiglia con appena un triangolino striminzito di stoffa, attaccato chissà per quale miracolo al loro bacino.
“Magari Zoro mi facesse uno spogliarello solo per me” si morse un labbro Nami, fissando un moro, a occhio e croce il sopra citato Chirurgo della Morte, e immaginando il suo ragazzo al suo posto.
Le sue atletiche gambe che si piegavano a ritmo, il sedere sodo ancheggiante davanti ai suoi occhi, le spalle oscillanti mentre portava in aria le braccia e le grandi mani, così calde e perfette, a toccarla…
Scosse il capo, allontanando quei pensieri.
No, era un mese che la evitava, senza un perché valido, non prestandole attenzione e cura. La dava per scontata, nascondendole chissà che mistero, o donna, emarginandola dalla sua vita.
Una fantasia passeggera non l’avrebbe costretta a fare dietro front sulla sua scelta.
Lei non si meritava un trattamento del genere dopo tre anni di fidanzamento e tanti “Ti amo” in cui aveva creduto ciecamente, ritrovandosi infine sola e a parlare con il suo telefono spento, invece che con lui.
-Me la paghi Roronoa- ringhiò fissando di sbieco Kaya dimenarsi tra Nojiko e Violet, disperata per quanto stava per vedere.
-… mi paghi anche tutte le ricariche che ho speso per chiamarti- arricciò il naso, portandosi alle labbra il bicchiere colmo di birra.
-Eccoci- fece ritorno Bonney, emergendo tra due gruppi di ragazze e facendosi sentire sopra la musica al massimo volume.
Dietro di se, con passo lento e sensuale, la seguiva il tanto nominato Ace.
A differenza del fratello minore, era ben scolpito nel fisico, mostrando degli addominali compatti e ben delineati, del tutto nudi durate il turno di lavoro, come pure le gambe atletiche e slanciate e le poderose spalle.
Solo due indumenti lo vestivano: un cappello texano arancione, con due smile opposti, schiacciato sui capelli mossi e neri, e uno striminzito perizoma arancio, stretto sui fianchi grazie a un filo trasparente.
-Ragazze- salutò il tavolo, alzando dagli occhi, neri come l’ebano, il copricapo.
-Ace, devi spogliarti- sbatté le palpebre Bonney, arricciando le labbra dipinte e sventolando in aria diverse banconote.
-Così non me lo avevi mai chiesto…- le sussurrò piano, accarezzandole una guancia.
-Ma non per me scemo- gli schiaffeggiò la mano –Quello semmai dopo- si leccò le labbra.
-Questo è l’addio al nubilato di Kaya- indicò la biondina rannicchiata e col viso coperto dalle sue stesse mani.
-Devi spogliarti per lei…- si alzò sulle punte dei piedi, abbracciando per il collo il moro e sussurrandogli all’orecchio con un tono abbastanza forte -... e per Nami-
Ace aggrottò la fronte.
-E perchè per Nami?- fissò la rossa, alla sua destra.
-Zoro le mette le corna- alzò le spalle la rosa, tornando a sedersi.
-Presunte corna- la corresse Nami, ringhiando.
Solo lei poteva permettersi dei dubbi sul suo buzzurro, le altre no.
-Se nono ti vuole vedere è perché ha un'altra no?- sghignazzò perfida Bonney.
-O forse perchè è imbecille, e di questo già ne ho le prove- sbottò seccata.
-Uhm…- mugugnò pensieroso Ace, fissando l’amica d’infanzia del suo fratellino. -… forse allora non sono il più adatto per voi-
Ghignò divertito per ciò che gli ronzava in mente.
Di sicuro sarebbe stata una serata interessante…
-Oh dai- piagnucolò Bonney –E chi lo sarebbe?-
-Un nuovo arrivato…- sghignazzò, guardandosi attorno per trovarlo -… serve solo ai tavoli, ma accetta volentieri le mance per qualche colpo di natica e poi…- tornò con lo sguardo alle ragazze, facendo l’occhiolino -… ha un fisico marmoreo-
-Bhè, se ci fai lo sconto…- borbottò Nami.
-Non fare l’avara- le diede una spinta col gomito tra le costole Nojiko -… è l’addio al nubilato di Kaya, non badiamo a spese-
-Noto una certa curiosità per questo piatto fuori portata?- ridacchiò Robin, fissando la violetta sprizzare interesse per la proposta del spogliarellista.
-Pura e semplice curiosità…- sghignazzò quella.
-Se allora avete deciso…- si immerse nella calca Ace, andando a rintracciare a qualche tavolo il novellino, sghignazzante.
In pochi minuti, tornò al tavolo delle ragazze, spingendo davanti a se un ragazzo atletico e alto, che si ostinava a impiantare i piedi a terra, facendo ostruzionismo al collega.
-E andiamo…- lo spingeva sulle spalle Ace -… prendilo come un battesimo del fuoco-
-Battesimo del fuoco un paio di balle, Portuguese- ringhiò quello, stringendosi con entrambe le mani i soli boxer che lo vestivano, ringhiando alla vista di tutte le mani femminili che si allungavano per toglierglieli sfruttando la ressa.
-È solo uno spogliarello- sbuffò il moro, a pochi metri dal tavolo.
-Il mio contratto è chiaro: cameriere, niente di più- sbottò, schiacciandosi sul capo la bandana nera che gli copriva i capelli schiacciati per il sudore.
-Soldi extra, pensa che sono soldi extra- lo prese a braccetto, mostrandolo alle sei amiche.
Quelle, più ubriache che sobrie ormai, lo fissarono atone, vedendolo malamente nel penombra del night.
-Sarebbe lui quindi?- lo indicò con dito teso Bonney, rivolgendosi al moro.
-Si…- sghignazzando, lo spinse avanti mettendolo sotto l’occhio attento e indagatore delle ragazze.
-Uhm…- mugugnò Violet -… non sarebbe meglio quel ben biondino al bar…?- lo indicò.
-Ma lui è gratis- batté una mano sulla spalla del ragazzo.
-Che?!?- sbottò quello –Dovrei spogliarmi e pure gratis?!?! Che fine hanno fatti i “soldi extra”?!?-
-I tuoi soldi extra sono alla tua destra- gli bofonchiò all’orecchio, indicando con dito teso la ragazza annoiata lì vicino.
Lentamente, ignorando ciò che avrebbe visto, e il seguente infarto, il ragazzo seguì il dito del moro, posando gli occhi neri e profondo sulla figura seducente e morbida di Nami.
Con le gambe accavallate, le braccia posate sul tavolo e le mani alzate a sorreggere il viso diretto a studiare i due spogliarellisti, la rossa fissava interessata il ragazzo accompagnato da Portuguese.
Alto, muscoloso, profilo netto e duro, sebbene la bandana celasse un po’ i suoi lineamenti.
Belloccio, peccato per quell’aria terrorizzata e gli occhi sgranati fino a sbiadirli, puntati con puro panico su di lei, quasi lo avesse minacciato di staccargli la testa a morsi.
Schioccò la lingua, bevendo un sorso di birra, riportando l’attenzione su di Ace.
-Hai detto gratis, vero Ace?-
-Certo- sghignazzò –Tutto solo per voi e totalmente senza spendere un Berry-
-Io centro Berry glieli darei- ghignò Bonney, incurvandosi a studiare i boxer del ragazzo.
Neri e attillati, mettevano ben in risalto la sua mercanzia, non però mettendo in cattiva luce gli addominali scolpiti e le gambe muscolose.
-Ha delle qualità nascoste, ne sono certa…- borbottò, rialzandosi il viso quando il giovane, ringhiando, si allontanò dal suo sguardo pervertito.
-Perfetto- sorrise Nami, facendolo sussultare –Se è gratis per me è ok-
-No Nami- piagnucolò Kaya, aggrappandosi al suo braccio –Non voglio!!!-
-Suvvia fallo per me…- sbattè nuovamente le ciglia, chetandola.
-Perché per te?!?- sbottò il ragazzo, fulminandola con gli occhi.
-Sarebbe l’addio al Nubilato di Kaya- spiegò Robin, indicando la futura sposa.
–Ma quel deficiente del ragazzo della mia sorellina- continuò Nojiko, indicando Nami con un cenno del capo –L’ha mollata e ha bisogno di essere tirata su di morale-
-COME MOLLATA?!?-  ringhiò battendo i palmi sul tavolino.
Che diamine stava dicendo quella?!?!?
Mollata?!? E quando?!!? Come, perchè?!?
-La evita da un mese- gli spiegò Violet, sussurrando dietro una mano aperta –Praticamente l’ha mollata senza nemmeno dirglielo: un vigliacco-
-Ma ci possono essere milioni di ragioni per le quali non l’ho… l’ha chiamata- aprì le braccia davanti a se.
-A si?- ghignò Ace, addossandosi alle poltroncine –Cioè…?-
-Fatti i cazzi tuoi Portuguese!!!- ringhiò di nuovo, fulminandolo con lo sguardo.
-Mollata o no, ora tu balli e ti spogli- sbottò Bonney –Hai capito… eh.. com’è il tuo nome?-
-Ah?!?- sbottò a disagio -… il mio nome?!?-
-Il tuo nome d’arte…- lo fissò seria Robin.
Aveva un che di familiare quel ragazzo.
-Ahhh…- deglutì incapace di fare di meglio-… ecco… io…-
-Lui è The Beast Devil- gli diede una paca sul sedere Ace, circondandogli il collo con un braccio.
-Perché qui…- con la mano libera gli afferrò saldamente il centro dei boxer, scuotendone il contenuto e facendolo ben notare alle ragazze-… ha una bestia demoniaca-
-PORTUGUESE!!!!!!- azzannò l’aria, mancando di poco la giugulare del moro, che sghignazzante corse via tra la folla di donne presenti nel night, lasciandolo solo al tavolo.
The Beast rimase fermo immobile davanti alle ragazze, maledicendo l’amico e imprecando a denti stretti.
Come di anime era finito in quella situazione?!?
Pochi attimi prima stava servendo delle birre a un tavolo di anzianotte in uscita matrimoniale, e ora si ritrovava a doversi spogliare per un gruppo di ragazze?!?
Perché?
Perché tutte a lui dovevano capitare?!?
-Bhè?- sbottò Nojiko, riportando la sua attenzione a loro –Dobbiamo spogliarti noi col pensiero?-
Il ragazzo trasalì, fissando la violetta.
Incrociando le braccia al petto, grugnì storcendo le labbra.
-Io non mi spoglio- affermò irremovibile.
Per vederlo nudo avrebbero dovuto violentarlo e strappare, dal suo cadavere freddo e duro, i suoi boxer neri, faticando poi per nascondere il suo corpo morto.
-E noi chiamiamo la tua superiore e ci lamentiamo- gli tirò la linguaccia Nami, certa della sua tattica.
Il ragazzo deglutì, ringhiando piano.
Non poteva permettersi un richiamo, né di avere una decurtazione dallo stipendio: aveva bisogno di quei soldi.
-Se ti togli la bandana a me basta e avanza- borbottò imbarazzata Kaya, coprendosi di già gli occhi con le mani.
-Quella nemmeno dopo morto- sbottò rude, facendo scoppiare in lacrime, spaventata, la biondina.
-Ehi- gli sibilò contro Violet, consolando Kaya –Un po’ di educazione-
Strinse i denti, passandosi una mano sul viso.
Tutta colpa di quel dannato di Ace, e del suo fottutissimo senso dell’umorismo, per il quale finiva sempre nei guai.
-Sentite…- si schiarì la voce, guardando di sfuggita Nami -… io sono solo un cameriere e…-
-Saprai ballare no?- lo interruppe Nojiko, sbuffando –È così semplice… sa farlo pure Robin- indicò la moretta al suo fianco.
Gli sguardi del ragazzo e della mora si incrociarono, studiandosi reciprocamente.  Robin lo squadrò da capo a piedi, esaminandolo a labbra immobili e strette, mentre l’altro reggeva il suo sguardo indagatore, restando immobile nel non lasciar trapelare alcun che di se stesso.
La mora lo studiò con attenzione.
Aveva un’aria familiare: il suo tono di voce, l’andatura, il modo di gesticolare cavernoso e rozzo…
Assottigliò lo sguardo ceruleo, studiandolo per bene, prima di sorridere criptica e sornione e parlare.
-Si, balla- sorrise, portandosi alle labbra il su bicchiere –Saprai ballare, no?-
The Beast tremò: e ora?
Restò immobile accanto al tavolo, incapace di rispondere con tutti quegli occhi femminili addosso.
-Senti…- sospirò Nami -… devi solo ballare, non ti chiediamo nemmeno di spogliarti visto che sei già mezzo nudo…- lo guardò con soddisfazione e piacere dall’alto in basso, facendolo arrossire -… basta che balli un po’ mettendo in imbarazzo la nostra Kaya-
-Ehi!!!-
-Su, su…- circondò le spalle della biondina Violet -… è il tuo addio al nubilato: un po’ di imbarazzo ci deve essere-
-Ancora??!?- sospirò quella, facendole ridere divertite.
-Forza bestiolina…- sghignazzò Bonney.
-Beast- grugnì il ragazzo.
-Quello che è… balla e ancheggia per bene che a sedere non sei affatto messo male-
Alzando gli occhi al cielo, e chiedendosi per quale assurdo e fottuto motivo lo stesse facendo, il ragazzo sospirò, mettendosi in ascolto della musica a tutto volume del night, pronto a prenderne il ritmo e a ballarci sopra.
 
When I walk on by, girls be looking like damn he fly
I play to the beat, walking on the street with in my new lafreak, yeah
This is how I roll, animal print, pants out control,
It’s real fool with the big F o
They like bruce lee rock at the club
Girl look at that body
I work out
Girl look at that body
I work out
 
Ringhiò, rosso in viso per le parole della canzone, rivolgendo un’occhiataccia alla console, dove Ace stava rivolgendo il pollice alzato al Dj, in combutta col moro per quella canzone, senza ombra di dubbio, suonata per lui.
-Ti ammazzo Portuguese- latrò, meditando vendetta.
Ma ora come ora, non poteva far altro che sincronizzare i suoi movimenti al ritmo della canzone, ballando per il tavolo delle ragazze, pregando che quell’incubo finisse in fretta.

 
When I walk in the spot, this is what I see
Everybody stops and they staring at me
I got passion in my pants and I ain’t afraid to show it
I’m sexy and I know it
 I’m sexy and I know it
I’m sexy and I know it
 
 
Guardò di sfuggita Nami, ridacchiante alla sua destra e che non gli toglieva gli occhi di dosso, prima di chiudere gli occhi e iniziare a ballare.
A ritmo con le parole, prese ad ancheggiare con i fianchi, distanziando leggermente le braccia dalla vita e cercando di essere il meno goffo possibile, mentre aggiungeva qualche piegamento delle ginocchia alle alzate del bacino, rendendo più fluido il ballo.
-Si, vai così bestiolina- lo incitò euforica Bonney, alzando un pugno in aria.
Rosso in viso, il ragazzo iniziò a muoversi più velocemente, seguendo con maggior facilità il ritmo, mentre piegava le braccia al busto, ancheggiando sensualmente.
-Ahhh!! Non voglio vedere!!!- gridacchiava Kaya, tra le risate delle amiche, coprendosi gli occhi.
Seguendo le movenze del spogliarellista, Robin sorrideva sornione, ormai certa di chi fosse, mentre Violet, scivolata in velocità tra le altre clienti del locale, era sgattaiolata fino al bancone bar, ammaliata dal biondo barista.
-Vai, vai!!!- urlava ancheggiando sulla poltroncina Nojiko, spintonando Nami, divertita.
Con gli occhi colmi di lacrime per le risate, la rossa, tornò a fissare il spogliarellista, ammirandolo mentre alzava le braccia attorno al capo, a ritmo con la musica, tutto sculettante e fluido, con movimenti morbidi e sciolti delle spalle.
Sorrise incantata per ciò che vedeva, dimenticandosi per un attimo i suoi problemi.
Ma solo per un attimo, perché non appena intrecciò il suo sguardo con quello ghignate e suadente del spogliarellista, il suo pessimo umore tornò.
Nessuno la guardava più con quegli occhi pieni di cupidigia da un mese.
Il suo ragazzo non la fissava più con occhi colmi di desidero e amore, e lei rimpiangeva disperatamente lo sguardo diretto e protettivo del suo Zoro.
-Zoro- sospirò, abbassando gli occhi dal viso di The Beast alle sue gambe danzanti.
Le mancava quella testa quadra, col suo bel ghigno strafottente e le lebbra sottili ma perfette da baciare. Le mancava il tono della sua voce, diventato così raro da ascoltare in quelle settimane, le sue carezze, ormai frettolose e stanche, e il calore del suo corpo sul suo, di cui aveva quasi dimenticato il sapore.
Sospirò, persa nei suoi pensieri da non accorgersi nemmeno della fine dello Strip e delle preghiere di Bonney al ragazzo per continuare.
-Ti prego- si era gettata a terra, afferrandolo per una caviglia –Stavolta ti pago-
-No- aveva ringhiato –Ho ballato, punto. Niente bis-
-Fallo per me!!!- si aggrappò a tutta la gamba, facendosi trascinare dal ballerino, irritato dalla presa.
-Ma se nemmeno ti conosco- sbottò secco, dimenando la gamba per liberarsene.
Nami fissava il tutto con passività, indecisa se riaccendere il cellulare e provare a chiamare di nuovo il suo buzzurro, o andare direttamente a casa sua per parlargli.
Non poteva lasciarselo scappare così, come sabbia tra le dita.
-Fammi almeno vedere la tua bestia demoniaca- lo implorò Bonney, aggrappandosi con entrambe le mani ai boxer.
-Ehi, si guarda ma non si tocca- la fulminò con lo sguardo, arretrando da lei di un passo.
Mossa sbagliata perché i boxer, stretti tra le unghie decise della rosa, e le natiche sode del ragazzo, calarono sul bacino, mostrando la pelle meno bronzea e dura del pube, dove un cerchietto violaceo e in via di guarigione fece capolino.
Cerchietto, che rapì immediatamente l’attenzione di Nami, sebbene i suoi occhi l’avessero guardato solo di sfuggita.
Succhiotto che lei stessa aveva fatto sul bacino del suo ragazzo appena due settimane addietro, in una delle loro sporadiche serate assieme, mentre lui dormiva profondamente sul letto.
Lei, dolce e innamorata, l’aveva lasciato dormire, andandosene senza far rumore, dopo avergli lasciato un sensuale ricordo della sua visita.
Gli aveva succhiato con passione la pelle del pube, premendo lussuriosa i denti sulla cute violacea per la pressione della sua bocca, formando così delle piccole orecchiette a lato del livido, marchiando il verde con il suo personale “succhiotto da gatta”, come l’aveva battezzato il ragazzo.
Il bicchiere che Nami reggeva tra le mani cadde a terra, rompendosi fragorosamente.
-RORONOA ZORO!!!!- ruggì idrofoba, alzandosi in piedi e calpestando la moquet del night.
Il ragazzo, ancora tampinato da Bonney, alzò gli occhi sgranati di terrore sulla rossa sentendosi chiamare per nome, deglutendo senza respiro.
-Co-come?- tentò –Io non son…-
Un posacenere lo colpì in piena fronte, stendendolo a terra e facendolo sanguinare dal naso, mentre la presa della rosa veniva meno su di lui.
-Dannato bastardo, mi eviti per venire a spogliarti qui?!?!? Ti odio!!!- urlò Nami, prendendolo per il collo e alzandolo.
-Ma è davvero Zoro?- domandò stupita Bonney, ritornata a sedersi con le amiche, e osservando la rossa scuotere, in mezzo alla sorpresa generale della folla, il povero spogliarellista.
-Si- annuì Robin –L’ho riconosciuto dal suo modo di parlare e muoversi-
-E Nami come l’ha riconosciuto?- sgranò gli occhi Nojiko, vedendo la sorella strangolare il fidanzato.
-Suppongo dal succhiotto violaceo che si intravede sul bacino di Zoro- commentò la mora, osservando la bandana nera del ragazzo scivolare via dal capo e rivelare, inutilmente, la sua tipica zazzera verde.
-Sei un bastardo- ringhiò Nami, prendendo una sedia e alzandola in aria –Io a struggermi per te, e tu qui a dimenarti tra ragazze di ogni tipo-
-No, mocciosa, lasciami spiegare…- la guardò spaventato il verde, strisciando sotto di lei -… io servo solo ai tavoli, non mi spoglio io…-
-Tu sei un maledetto bugiardo: era questo il lavoro che ti stancava tanto?!? Spogliarti?!?- alzò sopra la sua testa fumante di rabbia la sedia, pronta a spaccarla sul cranio del ragazzo –E a fare cos’altro?!? Strusciarti su altre donne e farti palpare da chiunque?!?-
I suoi occhi nocciola erano colmi di lacrime di tristezza, e la sua voce, seppur dura e rabbiosa, era rotta da note acute di dolore.
-Io…- singhiozzò -… io ti…-
-Signorina credo che lei debba togliere il disturbo-
Come se non avesse peso, Nami fu sollevata da terra dal butta fuori del locale, seguito a ruota dalla proprietaria, accorsa per gli schiamazzi della giovane.
Ivankov, o Ivan, un travestito dalla folta chioma violacea e dal pesante trucco in faccia, vestita da un body fucsia aperto sul petto peloso e un paio di calze a reti sulle grossolane gambe, squadrò schioccando le labbra la rossa, scuotendo sconsolata l’enorme testone.
-Yaaa!!! Inazuma caro, accompagna la signorina fuori per favore…- fece l’occhiolino al butta fuori indicando l’uscita -… e tu, Roronoa Boy: quante volte ti ho detto di non agitare troppo la tua mercanzia?!? Lo sai che fai uscire di senno le donne con poco!!!-
Zoro rimase zitto, ancora impietrito dalla scenata della sua fidanzata, mentre questa veniva “accompagnata”, sulla spalla robusta di Inazuma, fuori dal locale.
-Te la faccio pagare Zoro!!!- urlava ancora, dimenandosi sulla spalla del butta fuori, calciandolo sul petto –Non finisce qui!!!!-
La musica riprese il controllo sul locale, riportandolo alla normalità, mentre Ivan invitava le ragazza a tornare a tormentare i suoi adorabili ballerini.
-Dovremmo raggiungerla- sospirò Nojiko, alzandosi dal tavolo e prendendo la borsa.
-Si- annuì Robin, cercando Violet attorno a loro.
-Uhm, non sapevo che Zoro fosse così ben messo sotto all’equatore- mugugnò Bonney, riempiendosi per l’ennesima volta la bocca di patatine, prima di seguire Nojiko verso l’uscita.
Kaya si guardò attorno, abbassando le mani dagli occhi perplessa.
-Quindi il mio addio al nubilato è finito?- domandò sollevata –Meno male…-
 
 



 
-Ne sei proprio certo?-
Zoro si voltò verso Ivan, chiudendo il suo armadietto.
-Si- accennò un sorriso, ancora a disagio a parlare con la sua ambigua datrice di lavoro.
Ex, ormai.
-Ma hai talento: ci sono donne che pagherebbero oro per vedere solo la tua tartaruga- cercò di persuaderlo.
Il verde scosse il capo.
-Avevo bisogno di soldi per finire di pagare una cosa importante…- le mostrò il gruzzoletto che stringeva in pugno, riponendolo poi al sicuro del suo portafogli -… ora che li ho, posso tornare a lavorare solo in palestra-
Il travestito alzò le spalle.
-Fa come ti pare…-
Zoro prese il suo borsone, contenente i vestiti che aveva usato in quel mese di lavoro al IVANCHAN’S BOYS, avviandosi verso l’uscita degli spogliatoi.
-Se cambi idea, sai dove trovarmi biscottino… yaaaaa!!!- la sentì ridacchiare, mentre richiudeva la porta.
Rabbrividendo per la risata della donna, si avviò nel parcheggio sul retro del locale, dove aveva lasciato la sua auto.
Superato l’angolo del night, si coprì gli occhi per i primi raggi dell’alba di quella mattina, venendo per un attimo accecato.
Sbatté un paio di volte le palpebre stanche per il lavoro, prima di riuscire a mettere bene a fuoco ciò che lo circondava, sospirando quando la notò seduta sul cofano della sua auto.
D’altra parte, vista la nottata, dove altro poteva essere?
Si avvicinò, pronto alla verità, a dirgliela con più totale sincerità, ma lei lo anticipò.
-Ti do tre secondi per darmi una spiegazione…- sbottò furiosa Nami -… dopo di che…- alzò da terra una grossa chiave inglese, iniziando a battersela sul palmo della mano -… della tua auto non rimarrà che il ricordo-
Zoro deglutì, certo che non stesse affatto fingendo.
Arrivato a pochi passi da lei, prese un respiro profondo, puntando gli occhi sui suoi, rosi di rabbia.
-Avevo bisogno di soldi…- parlò schietto -… Ace ha sempre detto che guadagna bene qui, e ho pensato che fosse la soluzione giusta-
Nami incrociò le braccia al petto, fissandolo seria.
-Potevi chiederli a me… e non provare a dire che ti avrei chiesto degli interessi orbitanti perché ti rompo qualche osso- sibilò dura, bloccando a metà la bocca già aperta del verde.
Zoro si grattò la nuca, ghignando divertito.
-Non credo che sarebbe stato il massimo del romanticismo…- sghignazzò.
-Perché? Sapere che il proprio ragazzo ti evita per un mese intero perché lavoro come spogliarellista lo è?- irrigidì le braccia lungo i fianchi sbuffando.
-Non quello, mocciosa- le si avvicinò, posando il borsone ai suoi piedi.
Le prese la mano sinistra tra le sue, accarezzandola dolcemente, cosa che non faceva da un sacco di tempo, portandosela alle labbra e baciandola piano.
Il sapore agro dolce di mandarino della pelle di Nami gli era mancato come l’aria, e sentirselo sulle labbra lo inebriava totalmente, facendolo tremare.
Tremore che percepì anche sulla pelle della rossa, di certo succube di quel contatto che tanto le era mancato.
-Non sarebbe stato romantico, né giusto, chiedere a te i soldi per il tuo anello di fidanzamento…- sussurrò piano.
-Il mio che?!?!?-
Zoro estrasse dalla tasca un piccolo cofanetto blu di velluto, rigirandoselo tra le mani mentre si inginocchiava davanti alla rossa, ammutolita e senza fiato.
-Nami…- le prese la mano, portandosela al petto -… vuoi…-
-Si- non lo lasciò nemmeno finire –Si-
Gli si gettò al collo non appena si fu rialzato, baciandolo su ogni centimetro di pelle che riusciva a trovare, sorridendo e accarezzandolo in ogni dove.
-Sei uno scemo- lo baciò sulle labbra, stringendoselo al petto –Sei uno scemo e ti amo- lo baciò ancora, sentendosi all’anulare il dolce peso dell’anello.
-Credevo avessi un'altra- si strinse alle sue spalle.
-Un'altra? E dove la trovo un'altra mocciosa isterica come te…?!?- sghignazzò.
Nami non lo picchiò, tropo felice per prendersela per una battuta così sciocca.
-Andiamo…- gli accarezzò il viso -… vieni a casa mia-
-Una proposta indecente… uhm…- ghignò, fissandola salire sulla sua auto.
-Se non vuoi, non venire…- fece spallucce -… ma ti perderesti il miglior spogliarello del mondo-
In un lampo Zoro salì in auto, ingranando dalla prima alla terza in meno di venti metri, lasciando il parcheggio dell’IVANCHAN’S BOYS diretto alla casa della sua futura moglie.



 


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