Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Cassandra_01    16/02/2014    2 recensioni
"I bambini giocavano sugli scivoli, quelli più grandi si dondolavano sull’altalena facendo le gare a chi arrivava più in alto, le mamme preoccupate rincorrevano i neonati, che a gattoni, si dirigevano verso giostre azzardate per loro, ed infine, c’erano Azzurra e Luke."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Goccia d'acqua salata.

Luke guardava insistentemente Azzurra, seduta davanti a lui a consumare un panino affamata.
La osservava da tempo ormai, ma lui era certo di essere un fantasma davanti ai suoi occhi, trasparente e attraversabile senza che se ne accorgesse.
Lo divertiva osservarla mentre con le braccia aperte girava nel prato e poi cadeva sfinita a terra con la mano sulla fronte per i troppi giri.
Gli sembrava di avere una morsa al cuore, che gli impediva di toccarle, o anche solo sfiorarle i capelli rossi che lasciava sciolti o raccolti in una coda laterale, gli faceva male immaginarla triste tra le braccia di un altro, si sentiva impotente di fronte a lei.
Si era innamorato di lei e del suo sorriso lucente, della sua pelle rosea e delicata, perfino delle sue lacrime che scendevano copiose sul viso quando si sbucciava un ginocchio o si tagliava con la spina di un’ortica.
Ed ora la guardava di nascosto per non farsi scoprire, un amico, lo aveva definito così Azzurra, ma Luke sapeva di non essere nemmeno quello per lei, quante volte aveva sperato nell’indomani per ricevere anche un piccolo sorriso dalla sua amata, aveva atteso paziente, senza però ottenere niente, perché la ragazza non aveva alcuna intenzione di parlargli.
Luke le aveva dimostrato i suoi sentimenti, non solo a parole, le aveva regalato per il suo diciottesimo compleanno una collanina con un ciondolo a forma di cuore, su cui vi erano incise le loro iniziali in corsivo.
Non aveva avuto grande significato per la fanciulla, che aveva interpretato la scritta come “Lucente Azzurra”, non aveva molto senso e suonava anche male, ma Azzurra la portava comunque, unica gioia di Luke, che però, in cuor suo, sapeva il vero significato di quel ciondolo.
Assorto nei suoi pensieri non sentì neanche la domanda rivoltagli da Azzurra, si ridestò da quelle meditazioni scuotendo il capo.
-Come scusa? Stavi parlando con me?- chiese stupito.
-Sì certo! Allora?- domandò un po’scocciata.
-Perdonami, ma non ho capito la domanda, puoi ripetere?-
-Sei proprio un’idiota! Ma quanto sei stupido?!- disse ridendo beffarda.
Luke era infastidito da quella frase, era rimasto stupito da tanta schiettezza e maleducazione, ora lo irritava essere preso in giro in quel modo, la ragazza lo aveva già fatto con i suoi sentimenti, non le avrebbe mai permesso di giocare anche con il suo orgoglio.
-Senti, non ho capito la domanda, non mi sembra un grave peccato, quindi o me la ripeti o io me ne posso anche andare, i tuoi insulti non sono graditi- disse tutto d’un fiato, si era stancato di quella situazione, lo rendeva nervoso e finalmente se ne era liberato, o almeno in parte.
Aspettò per cinque minuti buoni, o almeno gli sembrò così.
Sì alzo bruscamente dalla sedia, andò alla cassa a pagare il panino e l’acqua di Azzurra ed uscì dal negozio esasperato.
La ragazza, intanto, era rimasta inebetita, da quello che aveva appena detto Luke,
da tempo nessuno l’aveva mai trattata così, ma non era adirata, al contrario, era felice perché si sentiva sempre circondata da persone che sapevano solo fare complimenti e lodare la sua bellezza.
Lasciò cadere il panino sul tavolino di marmo e iniziò a correre per raggiungere colui che era riuscito a immobilizzarla con le sue parole.
-Luke, Luke, aspetta per favore! Ho il fiato corto!- urlò ansimando.
Il ragazzo si fermò, incrociò le braccia al petto e aspettò che Azzurra continuasse.
-Scusa, non volevo essere scortese, ti ho fatto una domanda e tu non mi hai risposto, eh, bhè, pensavo che non volessi farlo perché non desideravi parlare con me, e…ci sono rimasta male, ecco.- disse con una nota d’imbarazzo.
Luke inarcò un sopracciglio, scettico. Non aveva capito a cosa la fanciulla si riferisse e non riusciva a comprendere le guance arrossate di lei.
-La domanda?- domandò curioso.
-Possiamo andare in un altro posto? Magari in un giardino vicino, qui mi vergogno- ammise abbassando lo sguardo.
Il ragazzo era adirato per come era stato trattato, ma anche sorpreso da Azzurra, ora iniziava a sudare freddo, e l’ira ormai era svanita del tutto.
Si limitò ad annuire alla domanda fattagli ed iniziarono a incamminarsi verso una panchina in un parco di dimensioni molto piccole.
I bambini giocavano sugli scivoli, quelli più grandi si dondolavano sull’altalena facendo le gare a chi arrivava più in alto, le mamme preoccupate rincorrevano i neonati, che a gattoni, si dirigevano verso giostre azzardate per loro, ed infine, c’erano Azzurra e Luke, che da lontano potevano essere scambiati come una coppietta giovane ma che da vicino si poteva intuire fossero due ragazzi venuti a trascorre la giornata calda all’aria aperta.
Si erano seduti, un po’ distanti per evitare situazioni imbarazzanti, anche se nell’aria intorno a loro ce n’era comunque.
Luke, ormai stanco di quel silenzio fastidioso, si schiarì la voce per incitare la compagna a parlare, ma questa non sembrava intenzionata a farlo, non presto almeno.
Le passò una mano davanti al viso, Azzurra si girò infastidita da quel gesto.
-La domanda….- la ragazza non riusciva più a parlare, si era bloccata senza riuscire più ad emettere suoni.
-Si?- la incitò Luke.
-Io ti ho chiesto se, se, t-ti pia-pia-piaccio- balbettò.
Il ragazzo, sorpreso da quella inaspettata domanda, arrossì dalla punta dei piedi a quella dei capelli.
-Come?- subito pensò di aver capito male, così glielo domandò.
-Dai, non farmelo ripetere, rispondi e basta-
-Io, no no. Cosa dici!- rispose accompagnato da una risatina isterica.
Azzurra chinò il capo dispiaciuta, da tempo ormai provava qualcosa di diverso per quel ragazzo, e se n’ era pentita subito di avergli domandato se sentisse lo stesso per lei. Sapeva di aver reagito male al bar, ma pensava che lui non volesse ferirla evitando di risponderle e accampando scuse per non averlo fatto.
Aveva fatto brutta figura, provocandogli imbarazzo ed ora sapeva che non le avrebbe mai più rivolto la parola, e ne era dispiaciuta, veramente, perché si era abituata a guardarlo di nascosto mentre rideva con gli amici, a criticarlo con le amiche per non far capire che si era innamorata di lui.
Si alzò dalla panchina, mandando giù un fiotto di saliva che prevedeva l’inizio di un pianto per essere stata solamente un’illusa. Doveva aspettarselo no? Chi era innamorato di Azzurra, una ragazza petulante che sapeva solo rispondere male e darsi arie quando invece non era nessuno? O almeno, pensava questo di lei, parecchi le facevano complimenti lusingandola per la sua estrema grazia e bellezza, ma non la davano a bere a nessuno, lo aveva capito quando sua madre aveva avuto un incidente e aveva ricevuto come consolazione un “mi spiace”, da parte della sua migliore amica, o quello che fingeva di essere.
Inspirò profondamente, doveva solo dimenticare quel pomeriggio e far finta di niente, far finta di non conoscere Luke, far finta di essere come al solito una bambina capricciosa e prevedibile in ogni sua mossa.
Stava per iniziare a correre, voleva allontanarsi da quel posto, in cui tutti erano felici e spensierati, perché quel luogo non le apparteneva, non per ora, ma si senti prendere la mano e cadere con un tonfo sulla sua postazione di prima.
-Scusa- riuscì solo a dire, in un sibilo.
-Sì- disse invece Luke. Azzurra storse il naso non riuscendo a capire.
-Sì cosa?- chiese.
-Sì, mi piaci Azzurra, adoro ogni cosa di te, ho provato qualcosa di nuovo appena ti ho vista, sei diversa, nel senso positivo della parola, ho incontrato qualcuno che mi ha fatto battere il cuore troppo veloce, che mi ha fatto sudare freddo quando le ero vicino, che mi ha rapito fin da subito- disse tutto d’un fiato, liberandosi da quel grande peso che ormai gli apparteneva da tempo.
Azzurra sbatté le palpebre incredula, mai nessuno si era confidato a lei così apertamente, si sentiva libera, come una leggera farfalla, libera da falsità ed ipocrisia.
Non sapeva come dire che anche lei pensava lo stesso, così lo abbracciò d’impeto, sentendosi la pelle d’oca al contatto della pelle di Luke sulla sua.
Si asciugò una lacrima, sfuggita al suo controllo, una goccia d’acqua salata che in quel momento esprimeva gioia e letizia per aver trovato quello che da tempo cercava.
Il ragazzo la strinse subito a sé, poi l’allontanò di poco dal suo viso per poterle osservare gli occhi, due pozze azzurre che in quel momento lo scrutavano curiose e fece un gesto non paragonabile a un abbraccio o ad una carezza, le prese il viso tra le mani e l’attirò a sé, in un bacio caldo e lento, che divenne presto passionale.
Le loro mani si incrociarono, calde per l’emozione e i loro nasi sfregarono tra di loro, e per il “ti amo”, bhè, quella è un’altra storia, una storia che viene subito dopo di questa ma che dovete immaginarvela voi.
E se incontrate qualcuno che porta una maschera, perché è sommerso da problemi, voi cercate di togliergliela, piano, con cautela, per non perdevi niente e per scoprire la sua vera identità a poco a poco.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Cassandra_01