Come on, Doctor, show me the stars.
6. There’s so much I want to say to you
{Ten/Rose – Doomsday}.
Se solo fosse possibile quantificare il dolore, forse potrebbe somigliare ad
una crepa apertasi nel tessuto temporale: così la pensa il Dottore, almeno quel
giorno, sforzandosi di reagire con estrema ironia. Eppure, senza volerlo
davvero, ha scosso il capo troppo frettolosamente e le lacrime hanno preso
forma sul suo volto, sciogliendosi sugli zigomi come tante parole mancate.
Non è la prima volta che il Dottore dice addio, non sarà certo l’ultima: ormai,
in più di Novecento anni nel tempo e nello spazio, quella parola dovrebbe
essergli diventata familiare. Ma, no, rinnega tra sé e sé qualche attimo
dopo, al dolore non si fa mai l’abitudine. Non davvero o, almeno, non stavolta.
Il TARDIS continua a distanziarsi dalla Terra, credendo ingenuamente di
allontanarlo da quel cruccio; ma le parole che avrebbe dovuto dire suonano e
risuonano nella sua mente come un’eco e, né le notti né tantomeno i giorni,
potranno porvi rimedio.
___________________________________________
Vabeh, non credo di dover spiegare quali sono le famose parole (“Rose Tyler,
I…”. E i miei feelings fecero “kaboom”. L).
Prossima: Donna Noble: “Things you need to forget”.
Tanto per la cronaca: sarà una introspezione, ho deciso di scrivere alcuni
“POV” sui singoli personaggi e lei è uno dei miei preferiti. E poi il prompt
calzava a pennello *more feelings*.