Renée, diciassette anni, capelli rossi, occhi verdi e una risata argentina che risuonava ovunque andasse.Prima di vederla, la sentivi ridere. Si muoveva sempre circondata da persone incantate dalla sua allegria, dai suoi modi esuberanti, dalla sua bocca a cuore sempre sorridente. A scuola era la piú bella, la piů desiderata e quando qualcuno glielo faceva notare lei rideva ancora piú forte. E poi ci scherzava su con qualche amica fino a che non si separavano per tornare a casa. Ah, se solo avessero potuto vederla entrare, chiudersi la porta alle spalle, lasciare scivolare lo zaino a terra e spegnersi a poco a poco, come una candela che si consuma... Il suo sorriso poteva anche essere una maschera perfetta, incantevole, ma aveva una crepa: i suoi occhi avevano una fissitá innaturale, non partecipavano mai all'allegria del suo volto.Oh era stancante... Stare lí tutto il giorno a ridere e scherzare e ammiccare e flirtare e sembrare felice...E dunque eccola lí, finalmente nel silenzio piú totale, immersa nell'oscuritŕ. Nessuna luce, nessuna fiamma; persino i suoi capelli ora sembravano neri.Un veleno le era entrato nel sangue, tanto tempo prima, e aveva spento le fiamme. Ma lei era rimasta Renée: occhi da gatta, pelle chiara ed efelidi, capelli color del fuoco. The show must go on. Nessuno doveva sapere, nessuno avrebbe capito. D'altronde gli esseri umani vedono solo quello che vogliono vedere, é facile ingannarli: basta coprire l'oscuritá con una risata, distogliere lo sguardo, evitare gli occhi degli altri e parlare, parlare, parlare. E ridere.E forse un giorno avrebbe chiuso gli occhi e tutto sarebbe finito, niente piú finzioni, niente sorrisi, niente silenzi, niente di niente.