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Autore: nuccetta    17/02/2014    8 recensioni
Dal capitolo 1:
“Ti voglio bene anche io, Lena. Però, adesso mi prometti che non piangerai più. Se lo farai, io ti prometto che non ti lascerò mai più sola”.
Elena entra in casa felice e sorridente. Le lacrime di oggi sono solo un vago ricordo. Adesso le importa solo della promessa del suo futuro fidanzato. Perchè lei lo sa che Damon è come i grandi: lui rispetta sempre la parola data.
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Elena sta passando un momento piuttosto delicato della sua vita. il suo fidanzato di sempre l'ha lasciata con una scusa poco valida e lei si ritrova ad affrontare da sola una vacanza che avrebbero dovuto condividere entrambi con i propri amici. solo la forza dell'amicizia potrà salvarla dal suo dolore e solo la presenza di Damon potrà farle godere a fondo questa vacanza. Miami, un gruppo di amici di vecchia data e il desiderio di lasciarsi il dolore alla spalle. Questi sono gli ingredienti principali per un'estate meravigliosa. ma non sempre è tutto semplice come sembra. Il passato spesso bussa alla porta e, a volte, fa più male che mai.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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p>“A volte la realtà ha un modo tutto suo assolutamente inaspettato di presentarsi, e quando la diga cede la sola cosa che si può fare è nuotare”.

Meredith Grey

 

 

 

 

 

Tanta cose non mi sarei aspettata da questa vacanza. Non mi sarei aspettata di ammettere i miei sentimenti per Damon, non mi sarei aspettata di iniziare con lui una nuova vita, una vita perfetta, e non mi sarei aspettata di ritrovarmi nella stessa camera di Stefan, con io sdraiata sul divano tra le braccia di suo fratello e lui seduto su una sedia a cercare un modo per rintracciare Caroline. Ma ciò che davvero non mi sarei aspettata sono tutti questi piccoli dolori che stiamo affrontando giorno dopo giorno, la rottura di Matt e Care, il silenzio che si è creato dopo e, adesso, anche la lite con Bonnie, la mia migliore amica, colei con la quale gli unici disguidi si limitavano alla scelta dello smalto da usare per il ballo della scuola.

Stefan stacca nuovamente il telefono, sbuffando sonoramente ed esibendo tutta la preoccupazione per la sua migliore amica, migliore amica che è uscita questa mattina e, dopo sei ore, ancora non è rintracciabile.

“Non risponde”.

Non rispondo neanche io, lasciandomi coccolare dalle braccia di Damon, l'unica cosa sicura che in questo momento la vita mi ha dato. Non voglio preoccuparmi per Caroline, non voglio rovinare il suo momento di meditazione con chiamate allarmanti e non voglio costringerla a parlare, quando deve fare i conti solo con se stessa. Ma per Stefan è tutta un'altra storia, lui è il suo migliore amico da una vita, l'unica persona in grado di sopportare i suoi malumori, ma l'unica con cui ha condiviso anche tutte le felicità possibili.

“Stefan, calmati, va bene? Caroline non è una sprovveduta, ha solo bisogno di un po' di tempo per pensare e noi dobbiamo concederglielo”.

In realtà Damon non è mai stato meno sicuro di oggi delle sue parole, ma sta cercando solo un modo per non fare impazzire suo fratello e dare un po' di positività a queste giornate terribili che stanno trascorrendo.

Io continuo la mia lotta con il silenzio. I miei pensieri, però, sono rivolti a ciò che starà facendo Caroline in giro per Miami, a Bonnie e alla sua prima notte fuori casa e mio fratello, chiuso in camera da quando la sua ragazza se n'è andata.

Mi stringo ancora un po' di più a Damon, voglio sentire il calore della sua pelle, il cuore che batte forte contro la mia schiena, voglio sentire che almeno lui non andrà via, che mi starà vicino sempre, superando tutte le difficoltà, tenendomi per mano ogni volta che il mondo se la prenderà con me.

“Dovreste parlare con Matt”.

Dico le mie prime parole dopo ore di silenzio assoluto. Damon quasi si sconvolge, o forse è solo felice perchè iniziava a pensare ad un qualche tipo di shock psicotico. Ma io so cosa è meglio per la mia migliore amica e so che, per quanto Stefan conti per lei, l'unica persona che può davvero farla tornare a casa è il suo ex fidanzato, l'uomo che ama da tutta la vita, quello che le ha distrutto il cuore senza trovare il coraggio di urlarglielo in faccia.

“Non risponde neanche lui, ci ho già provato”.

Sospiro, questa storia sta diventando più complessa di quanto mi aspettassi. E ha ragione Bonnie, non avrebbe dovuto andare così. Questa era la nostra vacanza, la prima forma di evasione dopo anni trascorsi a rinchiuderci dentro alle mura del Mystic Grill.

“E se fossero insieme?”.

“Non lo so, ma potremmo sempre provare ad andare nel suo appartamento”.

“Troverete solo Vicky”.

“Beh, potrebbe sapere dove diavolo si nasconde suo fratello”.

Mi metto a sedere sul divano, allontanando furiosa le braccia di Damon dal mio corpo.

“No, Damon. Non posso accettarlo. Non voglio che tu rimanga chiuso in una camera con Vicky per chissà quanto tempo”.

Utilizzo un tono da bambina capricciosa che infastidisce notevolmente il mio fidanzato, ancora incavolato per la mancanza di fiducia che dimostro nei suoi confronti.

“Ma chi se ne frega di Vicky, Elena. Voglio andare lì per spaccare la faccia al mio migliore amico e cercare di trovare dentro quella testa malata ancora un motivo per farlo tornare a casa, da Caroline”.

Incurvo le labbra in un'espressione triste. Mi sento così stupida in questo momento. A fare una scenata di gelosia al mio fidanzato, mentre il nostro gruppo di amici sta letteralmente andando a pezzi.

“Posso venire con voi?”.

“No, devi stare qui, magari Care torna a casa. Non possiamo farla accogliere da Jeremy, non credo che saprebbero farsi grande compagnia”.

Annuisco, questa volta veramente convinta e grata al mio ragazzo per la persona che è. Rivolgo uno sguardo anche a Stefan, mi sorride melanconico, quasi come se riuscisse a comprendere le mie paure.

“Ok, ma state attenti a Vicky! E non appena sapete qualcosa, fatemelo sapere”.

Damon mi stringe in un abbraccio e mi bacia la testa con fare possessivo. Poi richiama l'attenzione di suo fratello ed entrambi si dirigono verso l'uscita.

Rimango sola, per la prima volta senza Damon, per la prima volta pronta a prendermela con me stessa per come sono andate le cose.

Non appena la porta si chiude, mio fratello fa la sua apparizione alle mie spalle. Ha gli occhi rossi, gonfi dalle troppe lacrime che ha versato. Mi ricorda quel bambino indifeso che piangeva a dirotto quando i suoi compagni lo prendevano in giro perchè non aveva una mamma e un papà. Lo stesso bambino che guardava orgoglioso il suo amico Damon, mentre piombava in cortile, difendendolo alla sua maniera. Gli sorrido debolmente, poi scosto la coperta e lo invito a sedersi vicino a me.

Stringo le mie braccia intorno alle sue spalle, penso a tutte le difficoltà che questo ragazzo ha dovuto superare, a tutte le notti in bianco che ho passato, cercando di nascondere a mia nonna il suo dolore. Ricordo le nostri liti furibonde, le lacrime che Damon mi asciugava, ma ricordo anche le risate, quelle che ci rendevano più vicini, quelle che ci rendevano così incredibilmente fratelli.

 

 

Tre anni fa...

 

 

Cammino avanti e indietro, consumando i pavimenti di granito del salotto. Fortunatamente la nonna non c'è più, non sarebbe stato facile farle superare questo nuovo carattere di Jeremy, già non era facile quando lei era qui, quando lui entrava in casa con una canna in mano e la rabbia negli occhi. Figuriamoci oggi, oggi che è completamente devastato, che quelle strisce bianche hanno preso il posto delle marijuana, che l'alcol lo rende più violento, laddove lui non lo è mai stato.

Sento qualcuno aprire la serratura della porta, finalmente Damon è arrivato. Lui è l'unico che riesca a comunicare in qualche modo con mio fratello, è l'unico con cui proprio mio fratello riesca ad avere un rapporto, senza pensare a qualche strano complotto ideato da chi non riesce ad accettarlo così com'è. Io, per l'appunto.

Mi rifugio tra le braccia del mio migliore amico, come faccio spesso da un paio d'anni a questa parte. Sapevo che Jeremy sarebbe diventato un ragazzino difficile, ma mi aspettavo qualche brutto voto a scuola, una macchina perennemente da sistemare e le sue cartine lunghe da far sparire. Nulla di più, questo è ciò che mi ha sempre spaventato di più.

Lo hai rintracciato?”.

Sì, ma mi ha detto di non aspettarlo. Ha preso la mia macchina, Damon”.

Il mio amico si passa stancamente una mano tra i capelli.

Maledetto il giorno in cui gli ho insegnato a guidare”.

Gli sorrido dolcemente, non deve farsi una colpa di questo, ha regalato a Jeremy una delle giornate più felici della sua vita, gli ha strappato sorrisi eccitati quando sentiva il motore della camaro fremere sotto le sue mani, benchè non ne avesse l'età. Perciò no, Damon non deve avercela con se stesso, non se quando lo ha fatto era per dare una distrazione a mio fratello.

Aspettami qua, vado a vedere se è a casa dei Lockwood. Tyler ha organizzato una serata pocker, potrebbe essere andato lì”.

Annuisco, grata a questo ragazzo che si prende cura di noi da sempre, da quando ancora avevo mia nonna al mio fianco, da quando ancora ero una bambina ed i miei genitori non erano morti.

Mi sdraio sul divano, sperando seriamente di crollare in un sonno improvviso, per smettere di aspettare, per smettere di pensare.

Apro gli occhi dopo qualche minuto, o forse qualche ora, non saprei. Damon è seduto vicino a me, mi accarezza il viso e mi sorride con quel suo sorriso bellissimo che riesce a tranquillizzarmi sempre. Mi alzo di scatto, mettendomi a sedere, lui si sposta un po' per non rischiare di cadere.

Jeremy dov'è?”.

Sono qui”.

Mio fratello mi sorride con dolcezza, una dolcezza che avevo quasi dimenticato, se si parla di vederla sul suo viso. Si siede sul tavolino vicino al divano su cui siamo seduti io e Damon e mi accarezza una guancia, come poco fa stava facendo il mio amico.

Ehi, mi hai fatto spaventare. Dov'eri?”.

Non ha importanza, quello che conta e che lui sia qui, adesso”

E' Damon a parlare, vuole chiudere questa storia una volta per tutte ed io non ho voglia di continuare a rivangare sempre le stesse storie.

Trascorriamo una bella serata, io sorrido mentre guardo Jeremy e Damon abbandonarsi ai soliti giochi maschili, mio fratello sembra sereno ed anche io lo sono. Sono consapevole del fatto che questa sia solo la quiete prima della tempesta, ma sono sicura che noi tre insieme supereremo ogni difficoltà. In uno slancio di amore e felicità abbraccio mio fratello da dietro, lui finge ribrezzo, ma se la ride e così fa anche Damon, la mia ancora, il mio punto di riferimento, colui che mai mi abbandonerà. E fino a quando il mio migliore amico sarà presente nella mia vita, sono sicura che riuscirò a superare ogni cosa.

 

 

Dopo tre quarti d'ora di viaggio, io e Stefan arriviamo finalmente a DownTown. E' triste che anche qui a Miami, Matt abbia dovuto accontentarsi di uno dei quartieri più poveri della città, esattamente come a Mystic Falls, nella sua piccola casa sperduta nelle campagne di periferia, ad ammirare da lontano le nostre ville decisamente più centrali e prestigiose.

Suono al campanello di un palazzo malandato, con la speranza che lui sia qui, che sia disposto ad ascoltarci, a prendere in mano lo scooter che ha potuto permettersi di affittare e andare dritto da Caroline, per affrontarla, per dirle con le sue parole che di lei non ne vuole più sapere.

Il portone si apre con un suono metallico, invio l'ultimo messaggio ad Elena, avvertendola del nostro arrivo e intimandole di stare tranquilla.

Alla porta di casa, uno squallido monolocale dall'aria fin troppo trasandato, è già appostata Vicky. Indossa una maglia molto larga che le arriva neanche fino a metà coscia. Ha un sorrisetto soddisfatto dipinto sul volto, ma questo non mi tocca e non sembra toccare neanche mio fratello che, anzi, le dedica uno sguardo piuttosto disgustato.

“Stiamo cercando Matt”.

“Peccato, dovreste accontentarvi solo di me. Mio fratello è andato a lavorare. Sapete, le tragiche conseguenze di chi, per vivere, deve buttare sudore”.

“Già e allora perchè tu sei qui a non fare niente e a vivere alle spalle di tuo fratello?”.

Ricambio la sua occhiata di sfida, Vicky ha sempre avuto un carattere un po' eccentrico, a volte anche molesto, ma la ragazza che ho qui davanti, non mi ricorda neanche lontanamente l'adolescente dall'animo rivoluzionario che fumava le canne con Jeremy.

Vicky si allontana dalla porta e ci lascia entrare.

“Venite, tra qualche minuto dovrebbe arrivare”.

Ci accomodiamo sul divano in silenzio, né io, né Stefan abbiamo molta voglia di dialogare al momento, non dopo aver assaggiato l'aria tesa che dilaga a casa nostra. Già, perchè mio fratello ha ufficialmente deciso di trasferirsi da noi, dice che lo fa per stare più vicino a Caroline, ma so che è anche un modo per dimostrarmi di aver sotterrato l'ascia di guerra.

“Allora, Damon, come sta la cara, Elena? L'ultima volta che l'ho vista, mi sembrava piuttosto agitata”.

Sorride ed io avrei voglia di tirarle qualcosa addosso.

“Credo che dovresti starle lontana, Vick. A meno che tu non voglia vedertela con te”.

Alza le mani in segno di resa, ma i suoi occhi lanciano scintille divertite.

“Oh, riesci a farmi quasi paura. Guai a chi tocca la piccola Elena, giusto? Ma tranquillo, ci sono abituata. Funzionava così anche quando eravamo a Mystic Falls. Tutti a farsi a pezzi per la dolce e fragile Gilbert. Che poi cosa avrà di così speciale, non l'ho mai capito”.

Si guarda le unghie con pieno interesse, io sorrido per questo attimo di gelosia: ha sempre odiato Elena e ha sempre cercato un modo per fargliela pagare.

“Oh, su, non fare la bambina capricciosa, Vicky. Sono sicuro che qualche drogato disperato possa sempre interessarsi a te”.

Ok, lo so, sono crudele, ma al momento non mi importa. In realtà non mi è importato molto della piccola Donovan, l'ho sempre e solo usata a mio piacimento, cercando di non farla troppo soffrire, solo per rispetto al mio migliore amico. Migliore amico che tarda seriamente ad arrivare.

Stefan è piuttosto agitato ed io credo di aver capito che tutta questa situazione lo innervosisca parecchio. Ha sempre avuto un legame speciale con Caroline, ma lui e Matt hanno condiviso molte avventure e questo lo porta a ritrovarsi tra due fuochi: da una parte la sua migliore amica, mollata senza una spiegazione valida, dall'altra il suo compagno di giochi, colpevole solo di non avere avuto abbastanza coraggio.

Istintivamente gli metterei una mano sulla spalla, così per fargli capire che io sono con lui, che anche questa situazione difficile passerà, ma questo gesto è ancora troppo innaturale per noi due. Non è il caso di forzare le cose, non ora che finalmente sembrano aver trovato un modo per filare dritte da sole.

Mentre mi lascio guidare dai miei sentimenti e dai pensieri di queste ultime settimane, Vicky risponde al cellulare.

Inizialmente non ci faccio molto caso, ma dopo qualche secondo mi rendo conto che l'espressione della ragazza è affranta, triste e spaventata. Io e Stefan la osserviamo con interesse, ma anche con preoccupazione: non è facile vedere Vicky in queste condizioni.

E infatti, mentre lascia scivolare il telefono dalle mani, i suoi occhi si riempiono di lacrime e ci lanciano un'allertante richiesta d'aiuto.

“Matt, ha avuto un incidente. Lo stanno operando d'urgenza”.

 

 

 

Preparo un thè caldo per me e per Jeremy. Tutta questa attesa mi sta logorando, Damon non risponde più ai miei messaggi e Caroline non è ancora rientrata a casa, facendomi iniziare a preoccupare.

“Ecco, tieni”.

Mio fratello afferra la tazza che gli sto sporgendo. Non abbiamo parlato molto in queste ore, ma siamo stati sempre insieme, a sorreggerci l'un l'altro, a cercare una risposta al perchè certe cose succedano solo a noi.

“Hai più sentito, Bonnie?”.

Anche questo è un argomento che abbiamo cercato di evitare, ma ho bisogno di sapere qualcosa sulla mia migliore amica, ho bisogno di sapere se c'è una minima speranza che lei ci perdoni.

“No, non risponde ai miei messaggi e neanche alle chiamate. Tu l'hai sentita?”.

“No, non credo di essere tra le sue persone preferite, al momento”.

Mio fratello mi prende la mano e mi osserva con compassione, con uno sguardo di scuse che parla al suo posto.

“Mi dispiace averti messo in questa situazione, Elena”.

“Non preoccuparti, Jer. Non è colpa tua. Potevo fare una scelta e ho scelto di appoggiarti. Quindi mi merito tutto il rancore di Bonnie”.

Lo dico con tristezza, ma anche con un mezzo sorriso, perchè lui resta comunque mio fratello e, per quanto io abbai sbagliato con la mia migliore amica, è giusto che abbia qualcuno al suo fianco.

La porta dell'ingresso sbatte rumorosamente, facendoci sussultare. Di fronte a noi appare Caroline. Ha lo sguardo ferito, gli occhi gonfi per il pianto ed i capelli in disordine di chi ha girato senza meta per una giornata intera. Faccio un lieve sospiro, sono felice che sia tornata e, soprattutto, che sia tutto a posto. Mi alzo dal divano e l'abbraccio con slancio. Lei mi lascia fare, affondando il viso tra i miei capelli e concedendosi un altro pianto liberatorio.

“Vieni, bevi un thè caldo, tesoro”.

Caroline mi segue in silenzio, non ha voglia di parlare ed io non voglio obbligarla a farlo. Le riempio una tazza e gliela passo, per lo meno, in questa atmosfera tesa, si sentirà a suo agio.

Il mio telefono si illumina, mostrandomi il nome di Damon. Lo afferro velocemente e rispondo.

“Ehi, amore, che fine avevi fatto?”.

“Elena, adesso per favore non ti agitare, devi venire in ospedale”.

Spalanco gli occhi per la paura, sentivo che stava succedendo qualcosa, ma mai avrei pensato a nulla del genere.

“Oh mio Dio, che succede? Sei ferito? E' successo qualcosa a Stefan?”.

Il mio tono acceso e preoccupato mi procura le attenzioni di Caroline e Jeremy che si sono alzati e mi stanno venendo accanto, cercando di captare qualcosa del discorso di Damon.

“No, noi stiamo bene. Ma Matt ha avuto un incidente”.

“Lui... lui sta bene?”.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime e il tono duro e triste del mio fidanzato non mi fanno pensare a niente di buono.

“Non lo so, Lena. I medici non si sono sbilanciati. In questo momento lo stanno operando d'urgenza. Ha avuto un incidente con lo scooter e, a quanto pare, ha perso molto sangue dalla testa”.

Mi premo l'addome, per cercare di alleviare quel dolore che mi tormenta lo stomaco. Caroline inizia a piangere con me, non credo che abbia ancora capito di cosa stiamo parlando, ma ha intuito che è qualcosa di molto grave.

“Ok, arrivo”.

“Caroline è tornata a casa?”.

“Sì, è qui con me”.

“Bene, porta anche lei. Dovete mantenere la calma, sono sicuro che Matt ce la farà”.

Annuisco, più a me stessa dato che Damon non mi può vedere e stacco la chiamata, poi mi rivolgo a mio fratello e alla mia migliore amica che fremono per ricevere notizie.

Dopo qualche minuto siamo già in ospedale. I mezzi pubblici sono venuti in nostro aiuto, almeno ci siamo evitati infinite ore di attesa. Quando entro nella sala d'aspetto del pronto soccorso, scorgo le figure di Damon e di Stefan. Sono entrambi seduti su una sedia, con le mani intorno al capo. Li raggiungiamo velocemente, cercando una risposta positiva che, però, sono certa non arriverà.

“Ehi, si sa qualcosa?”.

Caroline sta rischiando una seria crisi isterica e, questa volta, neanche l'abbraccio consolatorio di Stefan sembra poter farci qualcosa. Io mi lascio coccolare dalle braccia del mio fidanzato e lo ascolto mentre racconta a Jeremy della situazione di Matt.

“Lo stavamo aspettando a casa, ma poi Vicky ha ricevuto la chiamata dall'ospedale e siamo corsi qui. Non sappiamo niente, però”.

Vicky. La cerco con lo sguardo e la trovo appoggiata con la schiena alla macchinetta dei caffè. Sembra disperata e mi fa un'infinita tenerezza. Dopo tutto, in quella sala operatorio non c'è solo il nostro migliore amico, c'è soprattutto suo fratello.

Mi allontano da Damon e la raggiungo. Le metto una mano sulla spalla, lei si volta e mi sorride, un sorriso spento, che non sa di rabbia e ironia, il sorriso di una persona che soffre perchè ha paura di perdere l'unica persona che le è rimasta.

“Elena...”.

“Ce la farà, Vicky. Matt è forte, vedrai che si riprenderà”.

Rimango quasi stupita quando questa mi si getta tra le braccia, ma trovo comunque la forza per circondarle le spalle con le braccia e cercare di consolarla nel miglior modo possibile.

La convinco a seguirmi per raggiungere gli altri, un po' sorpresi di questa mia buona azione, ma anche rispettosi nei confronti di questa ragazza problematica che, adesso, ha solo bisogno di supporto e amicizia.

Damon mi sorride e mi accoglie nuovamente tra le sue braccia.

“Sono orgoglioso di te, piccola”.

E questa semplice frase pronunciata dalle sue labbra mi fa stare bene. Sì, perchè è a lui che devo questa parte di me, questa immensa compassione che mi porto dietro da quando ero ancora una ragazzina. È a lui che devo tutto ciò che il mio carattere ha di buono. Lui mi ha cresciuta, mi ha sfidata, mi ha modellata come un vero pigmalione, per questo gli devo tutto, per questo gli devo semplicemente me stessa.

 

 

 

Con l'aiuto di Jeremy, porto qualcosa di caldo alle tre ragazze, ancora sedute in sala d'attesa. Tutte con lo sguardo perso, con la preoccupazione che logora il cuore e mi viene difficile cercare di smorzare questa tensione, cercare le parole che le possano aiutare ad essere più forti. Forse perchè tutto questo preoccupa anche me. Sono ore che siamo chiusi qui dentro, senza una notizia, senza che nessuno esca fuori da quella porta e ci dica come sta procedendo l'operazione.

Penso al mio amico, a quel ragazzo semplice e fragile che sta combattendo con la vita, penso ai momenti vissuti insieme, alle liti epiche, alle risate leggere che venivano subito dopo, penso a quanto abbiamo condiviso e a quanto invece perderemo se lui... non riesco neanche a dirlo.

Mi siedo vicino ad Elena e lascio che appoggi la testa sulla mia spalla. Caroline è ancora attaccata al telefono, cercando di avvisare Bonnie. E' forte, molto più forte di tutti noi messi insieme. E questa volta non ha bisogno dell'aiuto di Stefan, perchè è lei quella più combattiva dei due.

Mio fratello è seduto vicino a Vicky, non parlano, non si guardano, ma rimangono comunque vicini e per una volta noi tutti siamo uniti, agganciati l'uno all'altro da questa tremenda paura che ci sta consumando.

“Non riesco a rintracciarla. Le avrò lasciato cinquecento messaggi, ma ancora non mi risponde”.

Le afferro una mano e la guardo con intensità. Sì, è vero, lei è forte, ma fingere di esserlo ancora di più non l'aiuterà, non questa volta.

“Care, starà dormendo. Lascia perdere e vieni a sederti qui”.

E per la prima volta in tutta la sua tormentata vita da maniaca del controllo, Caroline Forbes mi dà retta. Si siede al fianco di Elena ed intreccia la mano nella sua. Cercano di darsi coraggio a vicenda, di trovare un compromesso contro questo silenzio che sta diventando insopportabile.

Vedo Vicky alzarsi per andare a prendere una bottiglietta d'acqua, non sono abituato a vederla così, ma per una volta i suoi sentimenti sono sinceri. Lei ha perso tutto. Non conosce suo padre, non vede sua madre da anni e vive ogni giorno con la rabbia tipica di chi non ha più niente da perdere e non può permettersi di rimanere sola, di rinunciare alla sola persona che per tutto questo tempo si è occupato di lei. Mi fa un po' pena, ad essere sincero, e so che, una volta superata questa storia, tornerà ad essere la stronza manipolatrice che era, ma fino ad allora noi saremo qui con lei, perchè Matt è un nostro amico, perchè tutti noi abbiamo perso qualcuno e conosciamo il dolore che si prova.

Guardo mio fratello. E' pensieroso, molto più del solito, so che questa fredda sala d'attesa gli ricorda quel gelido mattino d'inverno, quando era in braccio a mio padre e un medico vestito di verde è uscito dicendoci che nostra madre non ce l'aveva fatta, che l'avevamo persa per sempre. Chino la testa su quella di Elena, lei è la mia forza in questo momento, lei, insieme a questi amici che la vita ha scelto per me, è l'unica famiglia che mi resta.

Impiego un attimo ad accorgermi della bottiglietta che Vicky ha lasciato scivolare dalle sue mani, ma assisto attivamente al suo corpo che si piega per poi gettarsi al suolo.

Accorriamo tutti intorno a lei, Stefan le tiene la testa e prova a chiamare il suo nome, ma lei non risponde, restando svenuta tra le sue braccia.

Un'infermiera si avvicina rapidamente, poi due uomini provano a sollevarla per portarla in una stanza vicino a quella in cui c'è Matt. Torna per fare delle domande a Stefan, lui risponde un po' confuso, nessuno di noi conosce Vicky, nessuno può dire quale siano i suoi sentimenti, la sua anamnesi, semplicemente la sua vita.

Torno a sedermi vicino ad Elena, lei sta di nuovo piangendo, io provo a stringerla, ma tutta si sta evolvendo nel peggior modo possibile e neanche io sono poi così tanto forte.

“Quando finirà questa giornata?”.

“Damon, ho paura”.

E' Caroline a parlare, finalmente lo ammette a se stessa, finalmente si spoglia di queste vesti da dura che le fanno ancora più male. Le porgo il braccio libero da Elena e la stringo a me, lei mi lascia fare, bagnando la mia maglia con lacrime amare di un amore che non è mai finito.

Passano altri minuti, altre ore, poi, finalmente qualcuno si decide ad uscire. Ci sono notizie di Vicky a quanto pare. Sta bene, è stato solo un mancamento.

Elena piange più forte, tutto questo dolore è difficile da sopportare.

“Chi è Damon Salvatore?”.

L'infermiera guarda me e Stefan in cerca di una risposta, poi, io alzo lentamente una mano.

“Sono io”.

“Vicky ha chiesto di lei. Quando vuole, può raggiungerla, oltre alla vetrata di fronte a lei”.

Rimango un po' interdetto, non abbiamo mai avuto questo grande rapporto e non capisco il motivo perchè lei voglia vedermi. Anche Elena mi sta osservando, ma non dice nulla, non crede che sia opportuno iniziare una nuova scenata proprio in questo momento così difficile per tutti.

“Credo di dover andare”.

Lei annuisce sorridendomi. La mia Elena è sempre così compassionevole!

Mi alzo e le lascio un leggero bacio sulla testa.

“Se ci sono notizie di Matt, chiamatemi”.

“Certo. Ora vai”.

Seguo le indicazioni dell'infermiera, Vicky è su una barella posta nel corridoio. Indossa un camice azzurro e ascolta un po' interdetta le parole che il medico le rivolge. Mi avvicino a loro, adesso incuriosito dal motivo per cui abbia voluto vedermi, il medico mi guarda e mi sorride sereno, forse pensa che io sia il suo fidanzato o qualcosa del genere.

“Venga pure. Come stavo dicendo alla signorina, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Sta vivendo un momento piuttosto difficile ed è emotivamente molto provata. E' una cosa abbastanza normale se pensiamo alle sue condizioni”.

Il medico si allontana, lasciandomi solo con Vicky e i miei mille interrogativi. Nelle sue condizioni?

“Che sta succedendo qui? Che cosa diceva il medico? Sei malata?”.

Vicky mi osserva silenziosa, sta trattenendo le lacrime e qualcosa mi balena nella mente, ma non riesco comunque a comprendere la mia presenza qui, o forse sì e questo mi lascia più perplesso che mai.

“Si è saputo qualcosa di mio fratello?”.

“Non ancora, ho detto ad Elena di dirmelo in caso qualcuno uscisse a parlare. Allora, Vicky? Mi vuoi dire che cosa succede?”.

Si morde un labbro nervosamente.

“Damon, ho bisogno di parlarti”.

“Sono qui”.

“Ho provato a dirtelo tempo fa, ma non ci sono riuscita. Sono incinta”.

Mi passo una mano sulla nuca, come a cercare di imprimere maggiormente la notizia. Cosa vuol dire che è incinta? E' perchè lo sta dicendo proprio a me? Poi ripenso alle sue parole, a qualche mese fa ed una lampadina si accende infastidita nel mio cervello.

 

 

 

 

 

Salve ragazze!!!!

eccomi qui con un altro capitolo, un capitolo un po' lento e noioso, e mi scuso, ma, come avrete intuito, era davvero molto importante per introdurre un argomento abbastanza delicato. Come molte di voi avevano preannunciato, Vicky è incinta, forse è questo quell'amore diverso di cui parliamo. Adesso bisogna capire perchè non l'abbia detto prima e, anche, vedere come Damon la prenderà. Questo porterà problemi con Elena? Come deciderà di agire dopo aver appreso la notizia?

Altro momento molto importante è l'incidente di Matt. Questo ha messo in seria difficoltà il gruppo che adesso, però, sta cercando di tenere unite le forze per fronteggiare a questo dolore.riuscirà a salvarsi?

 

 

Grazie mille per le recensioni e grazie a tutte voi che seguite la mia storia.

Vi ricordo sempre l'altra mia storia, Se anche gli opposti si attraggono, e vi invito a dare un'occhiata anche lì. Ancora grazie.

Con affetto, Anna

 

 

 

 

Anticipazioni.

 

Sono ferito, arrabbiato, deluso. Deluso da Elena, deluso da mio fratello, dagli errori che ho fatto, che tutti noi abbiamo fatto.

E so che sto sbagliando, che non dovrei essere qui adesso, ma Vicky è l'unica soluzione al mio dolore. Il suo corpo nudo e caldo mi fanno smettere di pensare ed io adesso ho bisogno di questo. Di dimenticare, di andare avanti, di allontanarmi dal pensiero di Elena, dalle sue parole, da questo amore che non può funzionare.

  
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