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Autore: libeccio24    17/02/2014    0 recensioni
Una giovane fanciulla raggiunge la dimora del Visconte di Villers per chiedere aiuto. La sua carrozza si è rovesciata nella neve e i suoi zii all'interno sono rimasti intrappolati. Andrè ordina immediatamente di soccorrere i viaggiatori, e la fanciulla sviene tra le sue braccia. L'inizio di una storia d'amore che varcherà i confini del tempo e dello spazio.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Storico
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Ancora pochi passi…La neve era entrata fin dentro le scarpette, e gli orli dell’abito erano completamente inzuppati…Quei piccoli fiocchi continuavano a caderle sul naso, sulle guance congelate, e i denti avevano cominciato a battere sempre più velocemente. Avanti…avanti…
Era quasi giunta al termine del sentiero, ma era troppo buio perché riuscisse ad identificare la casa. Soltanto quella fioca luce alla finestra le aveva dato speranza. Un passo dietro l’altro, la vista arrossata dalla neve gelata sul volto, e tutt’intorno l’incessante tormenta.
Un tocco, due, tre. Ancora un momento. “Desidera?” Il vecchio, alto e allampanato, sostava sul gradino dell’ingresso in una livrea scura.
“Aiutatemi, ve ne prego! La mia carrozza si è rovesciata sul ghiaccio non lontano da qui, e i miei zii sono ancora lì dentro! Aiutatemi!” Un caldo tepore la invitava  verso l’interno. L’uomo si mise immediatamente in allarme e si recò nel vicino corridoio. “Attendete qui, prego.”
Un minuto dopo il padrone di casa in persona era sulla soglia. Una lunga vestaglia di broccato rosso e oro lo cingeva. Con due leste falcate le fu innanzi. Era giovane, non avrà avuto trent’anni, gli occhi chiari grandi, attenti e sinceramente preoccupati ora la fissavano con premura “Dove si trova la carrozza? Grouvier, fate preparare il mio cavallo, e svegliate cinque palafrenieri! Che mi seguano immediatamente! Avevate bagagli?”
Ora stava parlando con lei. Avrebbe voluto rispondergli, ma i denti continuavano a batterle, la vista cominciava ad offuscarsi…”So….lo …baule…” . Le gambe cedevano, doveva cercare un appoggio…
“Non temete, siete al sicuro, penserò io a tutto”. Alzò lo sguardo per ringraziare il suo soccorritore, ma il buio ritornò senza preavviso, e cadde in avanti.
“Mademoiselle…” Andrè de Beufort scattò in avanti, ed una massa di riccioli scuri gli ricadde sul petto. Restò un momento immobile, in muta, attonita contemplazione dell’evento straordinario di quella notte, come per fissar bene nella propria mente l’attimo in cui il maggiordomo era accorso nel salotto dove lui, come abitualmente faceva, si era attardato a leggere un libro presso le fiamme del caminetto.
“C’è una gentildonna alla porta! La sua carrozza si è rovesciata qui vicino e cerca aiuto! Ci sono ancora delle persone all’interno!” Grouvier era già pronto ad eseguire gli ordini che avrebbe ricevuto, ed Andrè era il tipo d’uomo che sapeva come prendere in mano le redini della situazione. Ed ora questa apparizione notturna era stretta contro il suo corpo, respirando silenziosamente, la bocca premuta contro il suo cuore. “E’ gelata…” un sussurro preoccupato. Poi, volgendosi alla donna accorsa alle sue spalle: “Madame Francine, fate avvicinare la chaise lounge al caminetto, e portate delle coperte, presto!”
Prese la giovane donna tra le sue braccia e si diresse a passo deciso verso il salotto. La adagiò sul divano, accanto alle fiamme ancora vive e scoppiettanti. Si inginocchiò accanto a lei. Raccolse il libro che, nella fretta, gli era caduto dal grembo, e lo appoggiò al vicino tavolino.
Poi rivolse ancora una volta lo sguardo alla fanciulla. Le sciolse i nastri del cappello, completamente bagnati, sfilò il cappello e lo poggiò a terra, poi le scarpine. Che piedini piccoli e delicati, erano gelati! Le tolse la mantella.
Le asciugò con discrezione la neve bagnata sul viso, sulle palpebre, lo passò sulle labbra, gelate. Com’era bella…Le prese una mano per sfilarle il guanto, poi le sfilò l’altro, e strinse tra le sue quelle gelide manine.
Improvvisamente, si ridestò da quella immobile contemplazione, e la sua mente perfezionò il piano d’azione.
Il suo valletto era sceso con una giacca pesante e il tabarro, e Andrè si tolse la calda vestaglia per porgergliela. Poi, d’istinto, si voltò verso la giovane addormentata e, sollevandola delicatamente, le infilò le maniche e la annodò sui fianchi.
Madame Francine giunse con alcune coperte e le spiegò sul corpo della fanciulla, Groupier apparve per annunciare che erano pronti ad uscire.
“Mandate anche un carro a ritirare i bagagli. Non voglio che restino alla mercè dei briganti.” Ordinò mentre infilava rapidamente gli indumenti.
Pochi minuti dopo era completamente avvolto dalla tormenta, dirigendo il suo forte stallone verso la carrozza a pochi metri di distanza. Dalla portiera uscì  una testa calva. Due occhietti minuti lo fissarono per pochi attimi, poi agitò un braccio tentando di attirare l’attenzione.
Andrè smontò da cavallo e in pochi minuti riuscirono a tirare l’uomo e sua moglie fuori dall’abitacolo. Altri due uomini stavano soccorrendo il cocchiere, che sembrava gravemente ferito ed era in stato di incoscienza. A breve furono raggiunti da un grosso carro coperto, e i servitori si affrettarono a trasportare i due grossi bauli e alcuni capienti cesti. I cavalli furono sciolti ed affidati alle cure del capo stalliere, che li condusse al riparo.
Il corteo giunse a Villette Beaufort, e Madame Francine osservò l’arrivo dietro la finestra del salotto, dove la ragazza stava ancora riposando.
La porta si aprì e, mentre tutti si affaccendavano intorno al padrone, questi si inchinò davanti ai nuovi venuti. “Sono Andrè de Beaufort, Visconte di Villiers. Vi prego di accettare ospitalità per questa notte. Vostra nipote è in salvo, e già riposa. Potete ritirarvi nelle stanze che fo fatto preparare per voi, con un caldo focolare e tè bollente a ristorarvi. Domattina, con più calma e lucidità, discuteremo dell’accaduto. Buonanotte Signore. Buonanotte Madame.”
Adolf ed Elizabeth Sinclair fissarono a bocca aperta il giovane Visconte, poi Adolf fece un passo avanti “A nome di tutta la famiglia Sinclair, Monsieur, non potremo mai ringraziarvi abbastanza per averci salvato da una morte certa da assideramento. Dio vi benedica. Buona notte.”
I coniugi si allontanarono, e Andrè si rivolse a Madame Francine. “Come sta la ragazza?”
“Riposa in salotto, Sua Grazia.”
Diamantine si ridestò al suono di una voce scura e profonda nella stanza accanto. Poi sentì intorno a sé un forte, caratteristico profumo di pipa, e un penetrante odore maschile. Aprì gli occhi, e la sua mano cadde sul morbido broccato rosso che la avvolgeva. Una vestaglia…La vestaglia dell’uomo che l’aveva soccorsa. Alcuni passi si avvicinavano. Volse lo sguardo verso la porta socchiusa, e ricomparve il giovane uomo, questa volta con una giacca blu scuro.
“Siete sveglia.” In tre passi fu al suo fianco, inginocchiato accanto a lei. I suoi occhi interrogativi non riuscivano a trasmettere il pensiero alle labbra, che si aprirono e si richiusero.
“I vostri zii sono al sicuro, riposano al piano superiore, entro domani avranno ripreso tutte le forze. Come vi sentite?”
“…gra…zie…” Tese una mano per ringraziarlo. Di nuovo quella piccola mano era tra le sue.
“Riposate ora. Veglierò al vostro fianco.” Avvicinò l’altra mano al suo volto, le carezzò la fronte. Le lasciò la mano solo un istante, quando nel camino non erano rimaste che poche braci, per spostare una poltrona accanto a lei.
Riprese la manina tra le sue e continuò a vegliare il suo sonno.
“Non so neppure il suo nome…”.
 
  
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