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Autore: SvnnyDay    17/02/2014    2 recensioni
"Youngwoon, smetti di guardare in alto quando cammini! Un giorno o l'altro cadrai in una buca!"
"Sì Umma. Scusa Umma."
[...] A volte gli era capitato di inciampare e trovarsi a fissare l'asfalto piuttosto che il cielo, così come gli era capitato di urtare qualche passante per strada, che lo offendeva e spariva così velocemente da non dargli il tempo di scusarsi. Ma non aveva mai veramente pensato che la sua abitudine potesse cambiargli la vita.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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×× Penultimo capitolo. Sì. SI. NON L'HO UFFICIALIZZATO, MA SEUNGHYUN E DAESUNG SONO UNA COPPIA. IO SHIPPO TODAE. VIOLENTEMENTE. Comunque. Siamo quasi alla fine, quindi ci tengo a ringraziare ancora una volta Luna_Pazza_, Wonnie_hugs_sanity, e Callmeanchovy, che mi fanno sempre tanto tanto tanto taaaaanto contenta con le loro stupende recensioni ^^
DragonTopsThePanda ××




Jungsu appoggiò le mani al lavandino, poggiando poi la fronte contro la superficie fredda dello specchio. Si era svegliato con un tremendo mal di testa ed una nausea che sembrava non volergli dare pace. Quel giorno aveva il colloquio con il dottore che avrebbe dovuto tecnicamente sistemare la sua vista e sentiva di non essere affatto convinto di quello che faceva. Non era sicuro di voler andare, voleva solo.. Tirarsi indietro. Ne avevano parlato più volte con Youngwoon in quegli ultimi giorni, ma niente era riuscito a risollevare il suo morale a terra, la sua paura, la sua insicurezza. Era felice di avere una seconda occasione, ovviamente. Era sicuro che non avrebbe mai più avuto una simile occasione, un'opportunità simile. Non molti avevano la fortuna di poter recuperare la vista dopo averla persa, era come recuperare l'uso di un arto che era stato tagliato. Solo, aveva paura, una paura invalidante che scorreva nelle sue vene come un veleno, facendo sentire fredda e insensibile ogni parte del suo corpo. Segretamente, per quanto avesse accettato la sua condizione, non aveva mai smesso di sperare che un giorno sarebbe stato in grado di uscirne. Che un giorno la medicina avrebbe fatto passi avanti tali da permettergli di tornare a vedere il mondo. Adesso quel giorno era arrivato. Adesso, se tutto fosse andato come doveva, lui avrebbe potuto di nuovo vedere tutte quelle cose che in quegli anni gli erano mancate. Se. Quel "se", circolava nella sua mente da mesi ormai, non gli dava pace. Lo rendeva nervoso e inquieto, gli rendeva impossibile dormire nel suo letto senza scalciare e girarsi e girarsi ancora, non lo faceva mangiare senza dargli una snervante sensazione di dolore alla bocca dello stomaco. In quella piccola parola, in quelle due misere lettere, risiedevano tutte le sue peggiori paure. Sperava che tutto sarebbe andato bene, ma se ci fossero state complicazioni? Cosa avrebbe fatto allora? Cosa avrebbe fatto, una volta sveglio nel suo letto d'ospedale, mentre il suo dottore gli diceva che l'operazione non era riuscita e che sarebbe rimasto cieco? Che tutte le sue speranze erano state vane? Non voleva trovarsi in una situazione simile. Non voleva affrontare la delusione che ne sarebbe conseguita. Strinse gli occhi, respirando profondamente e sentendo con la punta del naso, il vetro che si appannava. La notizia che Youngwoon gli aveva dato quel giorno, era stata allo stesso tempo meravigliosa e terrificante. Poteva tornare a vedere, se tutto fosse andato bene. Se, se, se, se. Troppi se in quell'opportunità, troppi dubbi, troppe cose che potevano potenzialmente andare storte. Buttarsi dal tetto di un palazzo non era per forza mortale, ma quanti "se" c'erano fra la vita e la morte? Troppi. Si passò una mano sul viso, soffermandosi sulla bocca. Sapeva che Youngwoon gli avrebbe dato l'opportunità di tirarsi indietro se lui avesse voluto, ma solo con una buona motivazione. Jungsu si era inventato mille scuse con l'avvicinarsi del colloquio, una più credibile dell'altra, ma nessuna sembrava convincerlo. Era recentemente giunto alla conclusione che non era Youngwoon il problema, ma lui. Lui stesso, non voleva farlo, ma allo stesso tempo sapeva che gettare via la sua opportunità, sarebbe una cosa di cui si sarebbe pentito per tutta la vita. Sembrava non avere una via d'uscita da quella situazione. Voleva soltanto trovare da qualche parte un qualsiasi tipo di medicina o cura per la paura, ma sapeva benissimo che non esisteva niente del genere. La paura c'era, e restava lì, pesante sul suo petto, soffocandolo. Sentì bussare alla porta del bagno, ma non rispose. Non perchè volesse restare da solo, ma perchè in quel momento temeva che la sua voce avrebbe tradito il suo stato d'animo. Non voleva che Youngwoon sapesse come si sentiva in realtà. In quegli ultimi mesi, Youngwoon aveva lavorato come non mai per lui. Dal momento in cui Jungsu era tornato, Youngwoon aveva passato quasi ogni giorno nello studio di Heechul, oppure a fare esercizi di vario tipo sdraiato sul pavimento del salotto. Lo aveva fatto per lui. Adesso poteva di nuovo camminare con le sue gambe, guidare, perfino correre, fare qualsiasi cosa esattamente come la faceva prima. Tutto per la promessa che gli aveva fatto.

 

"Ti porterò da quel dottore, e ti ci porterò camminando sulle mie gambe."

 

Jungsu si era dimostrato coraggioso fino a quel momento, perchè non voleva dargli una delusione. Si lasciò sfuggire un breve, amaro sorriso, realizzando che adesso era lui a trovarsi nella situazione in cui Youngwoon si era trovato solo pochi mesi prima. Adesso realizzava quanto fosse dura, temere di non poter fare una cosa, ma volerla fare per la persona che ti è stata accanto fino a quel momento. Non aveva mai tradito le sue vere emozioni fino a quel giorno. Aveva sorriso, aveva stretto le mani in grembo per trattenersi dal mordersi le unghie come faceva sempre quando era nervoso, aveva cercato di mantenere il sangue freddo. Aveva il sospetto che Youngwoon avesse capito comunque, dal momento che non aveva fatto altro che chiedergli se era davvero sicuro di volerlo fare, ma se non altro era riuscito a mantenere una certa dose di autocontrollo. In questo modo, magari era sembrato nervoso, ma chi non lo sarebbe stato? Si trattava di un intervento chirurgico agli occhi. Chiunque si sarebbe sentito nervoso, come minimo.

 

Pochi secondi dopo, la porta si aprì comunque. Sentì Youngwoon entrare in bagno e chiamarlo. Ancora una volta, Jungsu non rispose, e rimase immobile nella sua posizione. Poco dopo, Youngwoon, avvolse le braccia attorno alla sua vita e poggiò il mento sulla sua spalla, baciandola solo un secondo prima.

 

"Stai bene?" Gli chiese Youngwoon con tono dolce. Jungsu si sentì tremare da capo a piedi e sperò che fosse solo una sua impressione. Non lo era. Youngwoon strinse le braccia attorno alla sua vita, portandolo più vicino al suo corpo. Era senza maglietta, e la sensazione del suo petto contro la schiena nuda di Jungsu, trasmise un'incredibile sensazione di calore a tutto il suo corpo, facendolo sentire meglio per qualche attimo. Jungsu annuì.

 

"Sì." Youngwoon gli pizzicò gentilmente un fianco.

 

"Bugia~.. Dimmi la verità. Cosa non va?" Jungsu sentì la verità premere contro le sue labbra serrate, sentì il bisogno fisico di dirgli cosa non andava. Chi meglio di Youngwoon poteva capire? Chi se non lui poteva comprenderlo e sostenerlo? Il fatto è che la verità era troppo umiliante. Ammettere di avere paura, era troppo umiliante. Non era solo umiliante, era ipocrita. Era ipocrita da parte sua dirgli di voler rinunciare perchè aveva paura di fallire. Non poteva dirgli la verità. Quindi disse la prima cosa che gli veniva in mente, girandosi fino a trovarsi faccia a faccia con Youngwoon.

 

"Io non capisco perchè vuoi farmi fare questo intervento." Bisbigliò a labbra strette. "Tu non mi accetti per quello che sono. Tu vuoi cambiarmi."

 

Passò un secondo, o forse due, prima che Jungsu si pentisse in ogni senso di quello che aveva detto. Un dolore bruciante divampò sulla sua guancia. Ci mise diversi secondi a realizzare che Youngwoon non era più vicino a lui, e che gli aveva appena dato uno schiaffo. Si toccò la guancia, sentendo le lacrime che iniziavano già a inumidirgli gli occhi. Un attimo dopo, Youngwoon lo aveva tirato con forza a sé, stringendolo in un abbraccio che era quasi soffocante.


"Io ti amerei anche se tu fossi senza braccia e gambe, ma voglio che tu sia felice. E se questo può essere un modo, perchè no? Perchè fare finta di non aver mai visto quell'articolo?" Jungsu ricambiò l'abbraccio con forza, aggrappandosi a lui come se ne dipendesse la sua vita, il suo futuro, la sua intera esistenza.

 

"Non lo capisci che ho paura? Non lo capisci che fino ad ora ho potuto sperare? E che se questo fallisse, sarebbe la fine di ogni speranza?" Mormorò, piangendo quasi disperatamente contro di lui, cercando di scacciare la paura. Youngwoon lo strinse per qualche momento, senza dire niente, per poi iniziare ad accarezzargli i capelli.

 

"Vivere nel dubbio sarebbe peggio. Lo sai. Come ti sentiresti fra due, tre anni? Chiedendoti come sarebbe andata se tu avessi deciso di fare questo colloquio? Vivresti nel rimorso Jungsu, io non voglio questo e nemmeno tu lo vuoi. Io voglio solo il meglio per te." Jungsu annuì, non sapendo cosa rispondere. Sapeva che Youngwoon aveva ragione, anche se quella consapevolezza non attenuava la sua paura. Era stato comunque troppo tardi per tirarsi indietro dal momento in cui Youngwoon aveva visto quell'articolo di giornale. Sapeva che anche senza Youngwoon a spingerlo, lui lo avrebbe fatto comunque. Per quanto avesse paura, vivere nel rimorso sarebbe stato sicuramente peggio di qualsiasi altra opzione. Aveva bisogno di sapere come sarebbe andata, e poteva scoprirlo soltanto affrontando le sue paure.

 

 

Il viaggio fino alla clinica era durato poco più di un'ora, ma sembrava essere durato un'eternità. Per tutto il viaggio, Jungsu non aveva fatto altro che muoversi ed agitarsi sul sedile, mentre Youngwoon gli parlava di tutto e niente, per distrarlo. Al momento gli stava raccontando della scelta di Siwon ed Heechul di andare a vivere insieme. Non poteva dire che stesse funzionando al 100%, ma se non altro lo teneva occupato. Aveva passato gli ultimi cinque minuti a cercare di immaginarsi i due alle prese con faccende di tutti i giorni, come lavare i piatti o fare la lavatrice, piuttosto che arrovellarsi su come sarebbe andata la visita, e doveva ammettere che almeno era riuscito a farsi passare quella nausea che era aumentata dal momento in cui erano saliti in macchina. Trattenne il respiro quando sentì Youngwoon rallentare, per poi fermarsi e spegnere del tutto la macchina. La nausea tornò all'improvviso, facendolo impallidire.


"Ci siamo." Gli disse poi Youngwoon, poggiando la mano sulla sua. Jungsu annuì, mettendosi la mano libera sulla fronte.

 

"Non so se ce la faccio." Mormorò, più per paura che per reale convinzione. Sentì Youngwoon avvicinarsi e dargli un lieve bacio sulla tempia.

 

"Non preoccuparti. Il colloquio non è tanto complicato. Ho parlato con il segretario del dottore che ti visiterà, e mi ha detto che ti controllerà soltanto gli occhi e ti farà qualche domanda. Quindi stai tranquillo, okay? Non è niente di che." Jungsu annuì, anche se non era d'accordo con lui. Più si avvicinavano al momento della visita, più si rendeva conto che non era l'intervento a preoccuparlo, bensì la visita stessa. Cosa avrebbe fatto se gli avessero detto che la sua vista non era recuperabile in alcun modo? Se ne sarebbe andato a testa bassa, con la coda fra le gambe, ed avrebbe passato i mesi seguenti a piangere e odiare la sua vita. Aspettò seduto sul sedile che Youngwoon facesse il giro ed aprisse lo sportello per lui, per poi aggrapparsi al suo braccio ed uscire dalla macchina. Quel giorno non aveva portato il suo bastone, perchè sapeva che avrebbe passato la giornata aggrappato a Youngwoon, quindi sarebbe stato comunque solo d'intralcio. Non lo faceva spesso, perchè temeva di essere fisicamente fastidioso standogli sempre appiccicato a quel modo, ma sapere che Youngwoon lo guidava, che in un certo senso lui era i suoi occhi, lo faceva sentire molto più sicuro. Quel giorno non avrebbe probabilmente avuto abbastanza sicurezza e concentrazione per utilizzare il suo bastone senza cadere o urtare qualcosa. Aveva ben altro a cui pensare in quel momento. Youngwoon non sembrava essere disturbato dal suo comportamento, ad ogni modo. Gli mise il braccio attorno alla vita, tenendo poi entrambe le sue mani strette nella sua, iniziando a camminare, guidandolo gentilmente. Dopo qualche metro, Jungsu sentì il rumore delle porte scorrevoli che si aprivano e sentì la sua gola che si chiudeva, impedendogli di respirare normalmente. Sentiva il suo labbro inferiore tremare, dal momento che aveva una gran voglia di scoppiare a piangere. Odiava sentirsi spaventato.

 

"Attento allo scalino." La voce di Youngwoon lo avvertì, e Jungsu superò lo scalino senza inciampare, per poi piegare la testa indietro e respirare profondamente, cercando di ristabilire un controllo. Era un adulto, dannazione. Non era un ragazzino che sta per affrontare un esame scolastico, era un adulto. Aveva la sua vita che conduceva tranquillamente, aveva le sue abitudini, era abbastanza forte da sostenere il peso di una visita medica che avrebbe potuto potenzialmente cambiare il suo futuro. Cedere alla paura non lo avrebbe portato da nessuna parte. Tutto ciò che la paura aveva fatto fino a quel momento, era stato farlo stare male.

 

"Siamo nella sala d'aspetto. Siediti qui." Gli disse Youngwoon, accompagnandolo, finchè le gambe di Jungsu non vennero a contatto con la sedia in plastica. Si sedette, senza lasciare la mano di Youngwoon. Appena si fu seduto accanto a lui, appoggiò la testa sulla sua spalla, respirando lentamente e cercando di tenere a freno quella fastidiosa sensazione di nausea che continuava a stringergli la gola.

 

"Youngwoon?" Chiamò l'altro a voce bassa, anche se sentiva che erano da soli nella sala. Era piuttosto presto dopotutto.

 

"Sì?" Jungsu prese un respiro profondo.

 

"Cosa farò se mi diranno che non posso essere operato?" Mormorò mordicchiandosi il labbro inferiore, mangiandosi alcune parole. Youngwoon carezzò dolcemente il dorso della sua mano, e Jungsu si lasciò sfuggire un breve sorriso alla sensazione. Era grato che Youngwoon fosse lì con lui. Oltre a dargli sicurezza, lui sapeva sempre cosa dire.

 

"Se dovessero dirti una cosa del genere, andrai avanti con la tua vita di tutti i giorni." Era la risposta più logica che potesse dargli, per quanto sentirla fu come ricevere una secchiata d'acqua fredda. Quando Jungsu non rispose, Youngwoon riprese a parlare.

 

"Se succederà, ti farò dimenticare tutto. Farò quello che mi sono ripromesso di fare." Sentì Youngwoon che si voltava verso di lui, quindi alzò la testa dalla sua spalla. Prima che potesse aprire la bocca per chiedergli cosa intendeva dire, Youngwoon lo baciò, delicatamente, a lungo. "Se starai male, io ti farò stare bene." Subito dopo, lo baciò di nuovo, sciogliendo il doloroso nodo che si era formato nel petto di Jungsu. L'unico pensiero che gli dava pace era proprio quello. Che Youngwoon sarebbe rimasto con lui in ogni caso, avrebbe comunque avuto tutto ciò di cui aveva bisogno. Il pensiero di non essere in grado di tornare a vedere faceva male lo stesso, ma lo faceva stare meglio sapere che a prescindere dall'esito dell'esame, la sua vita sarebbe continuata come aveva fatto per tutti quegli anni.

 

"Park Jungsu?" Una voce gentile lo chiamò, e Jungsu saltò letteralmente sulla sedia, sentendo il cuore salirgli in gola.

 

"Sono io." Mormorò in risposta.

 

 

Youngwoon sospirò vedendo l'espressione di Jungsu. Non era sicuro di poter immaginare il dibattito interiore che stava avendo in quel momento. Forse poteva capirlo, ma solo in minima parte. In alcuni momenti si chiedeva perfino se fosse stata una scelta saggia dirgli di quell'articolo. Forse sarebbe stato meglio per Jungsu se non gli avesse detto niente, se si fosse tenuto la cosa per sé. Non aveva idea di come sarebbe stato meglio per lui tenere la bocca chiusa, ma vederlo stare male, vederlo nervoso e disorientato era una cosa che lo faceva soffrire. Erano soltanto momenti però. Subito dopo si rendeva conto di quanto importante fosse per Jungsu poter tornare a vedere, sapeva che viveva la sua condizione con tranquillità, ma la tranquillità di una cosa a cui ormai si era abituato non attenuava di certo il rimorso di aver perso una cosa così importante come la vista. Lo vedeva ogni volta che prendeva in mano il suo bastone bianco quanto gli pesasse essere come era. Per quello non aveva mai temuto che Jungsu potesse dirgli di non volerlo fare perchè ormai si era abituato a non vedere, perchè accettava quello che era. Era incredibilmente raro che una persona accettasse quello che era senza avere un qualsiasi tipo di risentimento. Tutti desideravano di essere migliori o di aver fatto scelte diverse nella vita, e sapeva che per quanto Jungsu ci tenesse a non farlo pesare a coloro che sapevano, lui si pentiva di non essersi messo la cintura appena salito in macchina quel giorno. Ad ogni modo, aspettare che li chiamassero per la seduta, in quella sterile sala d'aspetto, era snervante anche per lui. Ci teneva che tutto andasse bene, ci teneva davvero. Per una volta, voleva che tutto andasse per il verso giusto.

 

"Park Jungsu?" Youngwoon alzò gli occhi immediatamente sul ragazzo che li aveva chiamati. Aveva i capelli castani, gli occhi dolci ed un viso quasi rotondo, come quello di un cherubino. Era vestito da infermiere e li guardava con un sorriso sul volto.

 

"Sono io." Scattò immediatamente Jungsu al suo fianco. Youngwoon gli prese la mano e la strinse forte, cercando di dargli tutto il conforto che poteva. L'infermiere si avvicinò a loro e fece un breve ed appena accennato inchino.

 

"Io sono Kang Daesung. Sono l'assistente personale del dottor Choi Seunghyun." Disse poi il ragazzo invitando Youngwoon con un cenno della testa ad alzarsi in piedi. Si alzò velocemente, tirando Jungsu per la mano in modo che facesse lo stesso.

 

"Salve." Dissero poi all'unisono. Daesung li guardò, diede una breve occhiata alle loro mani unite, per poi sorridere.

 

"Il dottore si è assentato per un paio di minuti per compilare alcuni documenti alla reception, ma mi ha chiesto di portarvi nel suo studio e preparare tutto il necessario per la visita." Gli disse accennando con la testa alla porta. Jungsu si morse con forza il labbro inferiore, mossa che sia Youngwoon che l'infermiere notarono subito. Youngwoon voleva dire qualcosa per tranquillizzarlo, ma non sapeva davvero cos'altro potesse dire. Aveva già provato tutto e niente era abbastanza rassicurante. Fortunatamente il giovane infermiere ci pensò al posto suo.

 

"Non preoccuparti Jungsu. La visita non è dolorosa, e dalla tua cartella clinica, siamo molto ottimisti." Gli disse con voce dolce. Quel ragazzo doveva possedere qualche tipo di super potere, perchè anche Youngwoon si sentì subito più tranquillo e rilassato. Anche Jungsu subì l'effetto quasi magico dell'infermiere, perchè la sua stretta sulla mano di Youngwoon si allentò e smise immediatamente di mordersi il labbro, per poi annuire con l'accenno di un sorriso sul volto. Era la prima volta da settimane che Youngwoon lo vedeva sorridere sul serio, senza quell'ombra di paura e preoccupazione ad oscurare la sua espressione.

 

"Allora, andiamo?" Daesung si avviò per il corridoio, ed i due si affrettarono a seguirlo. Il corridoio era lungo e molto largo, con svariate stanze ai lati, un cartello su ognuna di loro. Daesung si diresse senza esitazioni verso una stanza alla fine del corridoio, sulla loro sinistra, per poi tenergli la porta aperta ed invitarli ad entrare. Lo studio sembrava quasi quello di un'oculista. Gli strumenti erano più o meno li stessi e la scrivania era tremendamente disordinata, come se un uragano si fosse concentrato unicamente su quella parte della stanza. Daesung sbuffò e dopo averli fatti accomodare, si diresse verso la scrivania, iniziando a sistemarla con uno sguardo che raccontava parola per parola come fosse già stato costretto a farlo un centinaio di volte prima di quella.

 

"Scusate il disordine, il dottor Choi ha un gran numero di pazienti e non ha molto tempo per tenere in ordine la sua scrivania." Borbottò con un sorriso, ed un tono pungente e sarcastico che strappò una risatina sia a Youngwoon che a Jungsu. Appena ebbe finito di riordinare, Daesung iniziò a sfogliare la cartella di Jungsu, già poggiata al centro della scrivania.

 

"Qui c'è scritto che hai perso la vista in seguito ad un incidente d'auto." Disse poi l'infermiere alzando lo sguardo su Jungsu, che annuì immediatamente.

 

"Bene, lascia che ti spieghi brevemente come funziona mentre aspettiamo." Disse con un sorriso per poi posare la cartella. "La cartella dice che hai avuto un danneggiamento irreparabile alle cornee ed un distacco di entrambe le retine in seguito all'impatto con il cruscotto della macchina." Jungsu annuì ancora. "Le cornee dovranno essere sostituite. Come sai, questa clinica è privata, inolte tu hai prenotato da svariati mesi, quindi le cornee da trapiantare sono già pronte. L'operazione sarà suddivisa in due parti. Il trapianto delle cornee ed il riattaccamento della retina. Per i danni alla pupilla e al resto dell'occhio faremo dei trattamenti laser, ma questa è la parte meno importante. Dopo l'operazione, dovrai evitare traumi diretti agli occhi, per evitare danni alle nuove cornee. Dovrai portare occhiali da sole il giorno ed una protezione in plastica la notte per evitare che ci siano traumi mentre dormi, questo durante i primi mesi. La riabilitazione sarà difficile soltanto per le prime settimane. La luce ti darà quasi sicuramente dolore, ma la vista dovrebbe sistemarsi dopo poco tempo, dal momento che di solito l'occhio umano guarisce abbastanza velocemente dalle operazioni, quindi non ci metterà molto ad abituarsi al cambiamento." Daesung tamburellò con le dita sulla scrivania, alzando gli occhi al soffitto. Jungsu socchiuse la bocca.

 

"Qual'è.. La percentuale di successo dell'operazione?" Daesung sospirò.

 

"Questo è un argomento delicato. Sospettiamo che sia attorno al 45, 50%. So che non ti sembra molto, ma è una percentuale piuttosto alta, se consideriamo tutti i traumi subiti dai tuoi occhi." Gli disse Daesung sorridendo di nuovo. La notizia non era delle migliori, il 50% non era un'alta percentuale, ma il modo in cui Daesung lo disse, diede un lieve senso di sollievo ad entrambi.

 

Pochi minuti dopo, il dottore entrò nella stanza, sistemandosi il polsino della manica destra della camicia, sospirando. Daesung si alzò dalla scrivania su cui si era precedentemente seduto, facendo cenno a Youngwoon di non dire niente. Youngwoon ridacchiò e annuì.

 

"Tu devi essere Park Jungsu. Io sono il dottor Choi Seunghyun." Disse il dottore prendendo con sicurezza la mano di Jungsu e stringendola. Si voltò poi verso Youngwoon.


"Io sono Kim Youngwoon." Gli disse. Subito dopo essersi stretti la mano, Youngwoon si prese qualche attimo per osservare il dottore che ad un primo impatto lo aveva quasi spaventato. Aveva i capelli neri come l'ebano e gli occhi altrettanto scuri. A differenza di Daesung, il suo viso era tagliente e severo, quasi inespressivo, mentre i suoi occhi parlavano abbastanza per compensare la mancanza di espressività. Il suo comportamento severo e rigoroso gli ricordava quello di Siwon, soltanto, meno delicato. Dal modo in cui squadrò Jungsu e si mise immediatamente ad osservare i suoi occhi e la sua cartella, Youngwoon capì che l'uomo prendeva molto seriamente il suo lavoro. Sembrava quasi bilanciare la leggerezza e la tranquillità di Daesung con un comportamento esattamente opposto al suo, anche se sicuramente era in realtà Daesung a bilanciare il comportamento severo del dottore con uno più tranquillizzante per i pazienti.


"Immagino che Daesung vi abbia già spiegato tutto il necessario." Affermò il dottore alzandosi. Jungsu annuì e afferrò la mano di Youngwoon nervosamente. Sicuramente anche lui aveva avvertito la serietà del dottore, un tipo di serietà che avrebbe intimidito chiunque.


"Bene." Si voltò verso l'infermiere, che era improvvisamente diventato più serio, quasi sicuramente per prendersi gioco del dottore. Il sorrisetto appena accennato sulle sue labbra confermò immediatamente la teoria di Youngwoon.

 

"Daesung, hai preparato gli strumenti per la visita?" Chiese il dottore sistemandosi le maniche del camice.

 

"Sì signore!" Rispose Daesung con prontezza, raddrizzando la schiena e mettendosi in posa come avrebbe fatto un militare di fronte al suo sergente. Youngwoon si aspettava un qualche tipo di rimprovero, ma si sbagliava. Il rigido dottore si limitò ad osservare il suo infermiere con aria allo stesso tempo rassegnata e critica, per poi accennare un sorriso sicuramente involontario che gli cambiò completamente i connotati, rendendolo subito meno severo. Durò soltanto un secondo, prima che venisse sostituito di nuovo dall'espressione rigorosa di qualche secondo prima.

 

"Allora possiamo iniziare."

 

 

Alla fine della visita, Jungsu si sedette più vicino a Youngwoon, stringendogli forte la mano. Tutti gli esami che avevano fatto erano durati complessivamente più di un'ora, e molti dei macchinari che avevano usato avevano un nome ed uno scopo che erano un assoluto mistero per Youngwoon. Mentre il dottore e Daesung confabulavano fra loro, indicando vari punti sulla cartella di Jungsu, Youngwoon si voltò verso il suo angelo.

 

"Stai bene?" Jungsu annuì immediatamente, voltandosi verso di lui.

 

"Sto molto meglio adesso.. Spero solo che mi diano delle buone notizie." Mormorò guardandolo con un mezzo sorriso pieno di speranza. Youngwoon si portò la sua mano al viso e ne baciò il dorso.

 

"Andrà tutto bene." Un secondo dopo, vennero interrotti dal dottore, che richiamò la loro attenzione.

 

"La visita è andata bene. Hai tutti i requisiti necessari per affrontare l'operazione." Disse il dottore, Seunghyun, senza troppi giri di parole, accennando un sorriso. Youngwoon sentì quasi come una folata di vento il sollievo che sciolse ogni muscolo teso del corpo di Jungsu, che improvvisamente allentò la presa sulla sua mano. La piega delle sue spalle si abbassò, il suo collo si piegò lievemente indietro mentre un sospiro di sollievo abbandonava le sue labbra socchiuse e tremanti. Daesung si avvicinò a loro unendo le mani con un enorme sorriso sulle labbra.

 

"Te l'avevo detto che la visita sarebbe andata bene!" Disse con giovialità, mentre Seunghyun alle sue spalle alzava gli occhi al cielo. Youngwoon aveva una mezza impressione che dopo quella visita, il dottore e l'infermiere avrebbero avuto una discussione sulla professionalità, cosa che gli ricordava in maniera spaventosa il modo in cui Siwon ed Heechul si comportavano fra loro. Jungsu sorrise ed annuì.

 

"Grazie." Mormorò con tono pieno di riconoscenza. Intuendo che la visita era ormai finita, Youngwoon si alzò, seguito subito dopo da Jungsu. Seunghyun prese la cartella di Jungsu e la ripose in mezzo ad una dozzina di altre cartelle.

 

"Vi chiameremo nel corso del mese per comunicarvi la data dell'operazione."

 

 

Non appena furono fuori dalla clinica, Jungsu scoppiò in lacrime, miste ad una risata liberatoria, per poi saltare in braccio a Youngwoon e baciarlo con forza. Aveva davvero bisogno di sfogare tutto il cumulo di sensazioni ed emozioni che sentiva, altrimenti sarebbe esploso. Youngwoon ricambiò immediatamente il bacio, stringendolo a sé.

 

"Grazie. Grazie per avermi portato qui." Sussurrò Jungsu poggiando la fronte contro la sua, le labbra umide e gonfie per il bacio che si erano scambiati. Youngwoon non rispose e lo strinse più forte.

Jungsu non sapeva come sarebbe andata l'operazione, e non gli importava. O meglio, gli importava, ma in minima parte. La cosa più importante era che lui aveva affrontato le sue paure ed aveva colto la sua occasione. L'esito dell'intervento era una cosa di relativa importanza. Sarebbe potuta succedere qualsiasi cosa, ma l'importante per lui era stato affrontare i suoi fantasmi e sconfiggerli. Non avrebbe passato la vita immerso nel rimorso, a prescindere da come sarebbe andata, sapeva che sarebbe stato comunque felice di avere superato la sua crisi personale, sarebbe stato felice di aver fatto ciò che era meglio per lui. E per questo, poteva ringraziare soltanto Youngwoon.

  
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