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Autore: Mystixa    19/06/2008    11 recensioni
Tenten non ha un cognome. Neji avrà una soluzione a questo problema?
Questa fanfiction è arrivata prima al contest indetto dal NejiTen Fan Forum
Traduzione by Celiane4ever
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Finding a name

 

“Hai sentito Neji?” Rock Lee saltellava su e giù, le fiamme bruciavano nei suoi profondi occhi rotondi. “Dobbiamo fare qualcosa! Dov’è Gai-sensei? Dov’è Gai-sensei?!?”

Neji continuo a camminare, ignorando il suo compagno d’un tempo, quando erano genin. Erano passati diversi anni da allora e mentre alcuni ninja erano maturati… altri, come Lee, no. Purtroppo, aveva bisogno di un compagno d’allenamento e Lee, col suo repertorio di tecniche taijutsu, poteva forse essere una sfida decente per l’annoiato Jounin dagli occhi bianchi.

“Oh, spero che non abbia fatto male a qualcuno di loro. Ma sai, sarebbe anche una cosa buona se lo facesse… potrebbe spaventarli tutti e così lei potrebbe sbocciare…”

“Lee,” lo interruppe Neji “di cosa stai parlando?”

Gli occhi di Lee si allargarono, se era possibile. La sua bocca si spalancò in una O e sembrava che stesse provando ad urlare. “Non lo sai? Non posso credere che tu non lo sappia. Povera Tenten. Un bellissimo fiore come lei in questo grande villaggio della foglia, e tu non sai cosa le sta succedendo?”

Neji attivò il Byakugan e fissò la seconda bestia verde di Konoha. “Lee, taglia e vai al punto. Cos’è successo a Tenten?”

Lee sobbalzò e cominciò ad annuire furiosamente con la testa. “È diventata maggiorenne.”

“E…?”

“I clan provenienti dagli altri villaggi possono,” Lee fece le virgolette con le dita, “ ‘adottarla’ dato che non appartiene a nessun clan”.

Neji spostò lo sguardo da Lee, e lo focalizzò su una singola foglia che cadeva leggera al suolo “Bene, dovrebbe essere felice. Avrà un clan. Avrà delle radici. È per questo che non può allenarsi con me questa settimana?”

Rock Lee, scandalizzato, saltò davanti a Neji bloccando la sua vista degli alberi. Scosse forte l’erede degli Hyuuga e cominciò ad urlare, non realizzando o non curandosi che quello che stava facendo era in verità molto pericoloso. A Neji non piaceva essere toccato. Punto.

“Neji, Tenten si sposerà- dovrà lasciare Konoha! Nessun clan del villaggio della foglia le ha chiesto di adottarla. Adottare significa sposarsi con qualcuno del clan quando si è maggiorenni. Molti shinobi del villaggio dell Nebbia, del villaggio del Fulmine, del villaggio della Sabbia le hanno chiesto di entrare a far parte del loro clan.” Lee lasciò andare Neji e sospirò “Voglio dire, si, qualcuno del nostro villaggio voleva chiederglielo ma…”

“…” Neji rimase in silenzio e incrociò le braccia.

“…beh, hanno tutti pensato che tu… tu avessi la priorità su di lei. Avevano paura di incorrere nell’ira del genio degli Hyuuga.” Lee annuì quando notò un’espressione leggermente sorpresa percorrere il viso di Neji. “Quindi, visto che nessuno gliel’ha chiesto, gli altri villaggi possono provare a… farle la corte. Non sei preoccupato Neji?”

“Lei dirà di no.” Affermò l’altro riprendendo a camminare verso l’area di allenamento.

“Come puoi esserne sicuro?” agitando spasmodicamente le braccia, Lee saltellò dietro a Neji. “potrebbe sognare di fare parte di un clan e…”

“Lee, stai zitto.” Neji si fermò quando raggiunsero il campo da combattimento. Aveva attivato il Byakugan mentre camminava e si girò abbastanza brutalmente per colpire con il palmo il centro del petto di Lee. Il maestro di taijutsu volò indietro e colpì quasi un albero, ma fortunatamente, riprese il controllo e spinse sé stesso dritto verso il genio degli Hyuuga. Tolse velocemente i pesi sulle gambe per accrescere la velocità di un centinaio di volte. Ma Neji era ancora capace di seguirlo col suo Byakugan e bloccare i suoi attacchi. Agli occhi di uno spettatore qualunque, i due erano solo un’immagine confusa, che si scioglieva nell’aria per i movimenti estremamente rapidi, e l’unico momento in cui i due corpi erano visibili era quando si scontravano.

Circa due ore dopo, Neji sollevò una mano. Lee bloccò il suo calcio a mezz’aria e rilassò la gamba. Lo Hyuuga stava immobile, come sé stesse ascoltando i suoni attorno alla foresta. Voltò la testa in una certa direzione; Lee corse al suo fianco. Sentì il terrore crescere nel suo cuore quando realizzò che Neji stava guardando in direzione della casa di Tenten. Neji annuì con la testa, disattivando il Byakugan, e saltò in avanti. Lee lo seguì senza un rumore; in un momento furono davanti alla casa della loro compagna.

All’inizio tutto era silenzioso, ma Lee e Neji sentirono diverse cose cadere al suolo. Avendo fatto parte del team Gai con Tenten, la specialista d’armi, sapevano riconoscere il suono dei vari tipi di proiettili. Uno shuriken, cinque senbon, e due kunai vennero lanciati successivamente.

Gli occhi di Lee si allargarono a dismisura quando avvertì l’inconfondibile soffio della katana di Tenten mentre veniva estratta dal fodero. La tira fuori solo quando è furiosa. Anche Neji alzò le sopracciglia sconcertato al suono che seguì, quello di un kodaichi. Una katana e un kodaichi separati sono mortali nelle mani di Tenten, ma quando sono assieme… è impossibile scappare senza tortura o morte. Doveva davvero essere occupata.

Silenzio di tomba. Nessun suono, eccetto il loro respire leggero. In seguito, la vibrazione di un kodaichi e una katana che colpiscono il suolo… ma il suono mancava di forza, ciò significava che Tenten doveva averli lasciati volontariamente. Neji attivò il Byakugan e guardò attraverso la porta. Quello che vide lo rese furioso, ma dato che apparteneva al clan Hyuuga, aveva imparato come controllare le espressioni di sentimento. Rock Lee, comunque,  aveva notato l’ombra sul viso di Neji e il suo contrarre i pugni. Non poté controllare sé stesso e, con un comico urlo, buttò giù la porta di Tenten.

Lei ignorò i due intrusi e continuò solo a fissare lo shinobi arruffato di fronte a lei: una delle sue orecchie stava sanguinando per il kunai che lei aveva lanciato. Cinque tagli segnavano il suo viso per i cinque senbon. Aveva anche uno sfregio da kunai sul collo e uno da shuriken sul braccio.

“Pensavo che non sbagliassi mai.” La prese in giro l’uomo. “Fortunatamente per me l’hai fatto vedere, altrimenti avrei portato una kunoichi ‘difettosa’ nel mio clan. Credo che le tue abilità siano state ampiamente ingrandite. 100% di precisione ‘sto cazzo!” la osservò bene dall’alto verso il basso e sorrise compiaciuto. “Ma le tue abilità non contano se vorrai solo essere la mia amante. Sai…”

“Lei non manca mai l’obbiettivo.” Lo interruppe Lee furiosamente. “Dovresti andare all’ospedale e farti esamininare. Oppure, scoprirai che non sarai capace di tornare a casa vivo.”

L’uomo ringhiò “Ma di cosa state parlando? Sto perfettamente bene. Non ha colpito nessun organo, mi ha a mala pena graffiato la pelle!”

“Le sue armi sono fuorvianti.” La voce atona di Neji ruppe la tensione. “Vorrei poter dire che l’effetto è irreversibile, visto dove le ha puntate. Cinque sulla faccia paralizzerebbero i muscoli del naso e della bocca, impedendoti di urlare aiuto. Uno sul braccio, quello dominante, per renderlo inutile in combattimento. Uno sul collo per rallentare i movimenti del tuo corpo, rendendo più facile colpirti il cuore e i polmoni con un altro set di armi. E uno sull’orecchio, per danneggiarti l’udito da un lato in modo che tu non possa avvertire ed evitare i proiettili, anche se non ci riusciresti comunque vista la sua precisione.”

Tenten annuì stancamente col capo.

“Più o meno cinque minuti e sarà irreversibile. Faresti meglio a sbrigarti.”

Neji inclinò la testa e si parò davanti a Tenten, bloccando le braccia dello shinobi dal colpirla con la sua stessa katana. Era veloce, ma non quanto Neji o Lee. Poi, prima che qualcuno potesse anche solo sbattere le ciglia, lo shinobi dagli occhi bianchi eseguì le 64 chiusure sul suo avversario. Lanciò il corpo svenuto dell’uomo al maestro di taijutsu, che lo afferrò senza sforzo. “Portalo all’ospedale prima che sia troppo tardi. Se muore, potrebbe cominciare una nuova guerra.”

Lee annuì entusiasticamente e uscì in fretta. Neji disattivò il Byakugan e chiuse gli occhi. Si tolse la sua giacca da Jounin e la porse a Tenten. Lei la prese senza dire una parola e se la mise per coprire meglio le sue indecenze.

Neji non poteva credere quanta rabbia avesse ancora dentro. Ma la vista di Tenten quando aveva guardato attraverso la porta non l’avrebbe mai potuta dimenticare. Il suo viso era leggermente ammaccato da un lato e i suoi capelli, che sembravano essere stati raccolti con degli ornamenti, erano semi-sciolti sulle spalle. Il suo vestito rosso cinese era strappato davanti, le spalle scoperte, e solo un piccolo pezzo di stoffa vicino al collo teneva unito precariamente il tutto. Il suo seno minacciava di uscire e il suo stomaco era mostrato da un pezzo di vestito mancante. Il bordo sembrava essere stato rovinato da un kunai, e Neji pensava essere non opera di Tenten. Ma lei, essendo lei, aveva un paio di shorts sotto, che non avevano segni di danneggiamento. Sembrava che Tenten fosse stata capace di raggiungere le sue armi prima che l’intimo fosse toccato in alcun modo. Solo pensando a quello che lo shinobi doveva averle fatto per ridurla così gli fece bollire il sangue per la rabbia.

“Quanti ancora?” domandò con gli occhi ancora chiusi. La sentì strascicare al suolo mentre raccoglieva le armi sparse ovunque.

“L’Hokage non sa quanto durerà.” Sospirò e guardò sconsolata il suo tavolo rotto. “Per questa settimana, devo apparire civile e cortese. Altrimenti, manderò il messaggio sbagliato.”

“Messaggio?”

Tenten annuì “Apparentemente, gli impegni politici sembrano molto complicati. L’Hokage capisce che non voglio avere a che farci. Ma finché gli shinobi degli altri villaggi sono interessati a me come… un ‘attrezzo da matrimonio’, devo apparire come minimo un po’ accogliente o potrebbero prenderlo come un rifiuto, un’altezzosità, una mancanza di rispetto, e potrebbero tradurlo come una mancanza di rispetto di Konoha verso di loro.” Impugnò delicatamente la katana prima di infilarla nel fodero e lasciarla nuovamente cadere sul pavimento. “Quindi devo indossare un bel vestito e dire gentilmente no. Ma… ha forzato sé stesso, Neji” fissò con rabbia il suo compagno di squadra “Non posso essere civile se strappa il mio vestito in questo modo!” asciugandosi le lacrime velocemente, Tenten emise una piccola risata. “non avevo preso le armi con me perché pensavo che avrebbero potuto dare un’impressione sbagliata, facendogli pensare che non mi fido di loro, anche se in realtà non mi fido davvero…”

 “Tenten…”

Improvvisamente l’esperta d’armi sentì due mani risalirle la schiena e stringerla in un abbraccio. Lasciò andare le sue lacrime represse e avvolse le braccia intorno al collo del suo migliore amico e compagno di squadra. Voleva essere forte, non voleva piangere davanti a lui… ma era troppo difficile. E ancora, molte lacrime scesero- per l’imbarazzo della situazione, per la vergogna del suo poco controllo, per la rabbia del fatto che ora lui avrebbe pensato di lei una debole, e più di tutto, per come si era sentita senza speranza nell’intervallo tra cui il suo corteggiatore si era scagliato contro di lei e prima che lei raggiungesse le sue armi. Iniziò a singhiozzare mentre provava a fermare le lacrime dall’inumidire la maglietta leggera di Neji. Sconfinando nell’isteria, stava quasi per staccarsi da lui quando lo sentì accarezzarle i capelli per calmarla. I singhiozzi rallentarono, le lacrime si fermarono, e il suo pianto diventò un sospiro, poco più profondo di un respiro.

“Forse dovrei solo dire di sì, e sarei a posto con tutte queste cose senza senso…” sospirò lei.

Neji la allontanò da sé per guardarla meglio. Con il suo Byakugan poteva vedere tutto. Lei si strinse di più nel suo giubbotto da Jounin, come per usarlo da scudo contro i suoi occhi.

“Tenten…”

“Se avessi un clan, non dovrei andare incontro a queste cose. Dovrei davvero solamente dire di si…”

“È così importante per te trovare un clan?”

“Io…Io…” Tenten diede le spalle a Neji “A volte non mi importa davvero… ma altre volte… inizio a pensarci. Io sono solo Tenten. Non ho un cognome da portare- che mi opprime… ma questo significa anche che non ho un cognome da cui dipendere. E alla fine, sono solo Tenten. Sola. E questo è il perché gli shinobi degli altri villaggi mi considerano la sposa perfetta. Una moglie che non ha limiti di sangue per contaminare i loro stessi limiti di sangue. Una moglie che non ha radici, e che quindi non ha un clan che possa vendicarla se viene trattata male- nessuno che difenda il suo onore e la riprenda indietro se loro trovano qualcuno di meglio con cui rimpiazzarla.”

Tenten sentì una leggera carezza sul viso e alzò rapidamente lo sguardo per incontrare le perle bianche di Neji. I suoi occhi scuri sbattevano contro quelli di lui, color della luna. La guardava con disapprovazione. Lo aveva forse deluso? Stava pensando che lei fosse una debole? L’avrebbe infine abbandonata per seguire la sua strada?

“Tenten.” Di nuovo il suo nome sulle labbra di lui. Quante volte ancora aveva intenzione di pronunciarlo? Se aveva qualcosa da dire, doveva solo farlo dannazione.

“Tenten”

“Cosa, Neji?”

“Il tuo nome. Tenten. È perfetto.” Sorrise e si avvicinò in modo da far toccare le loro labbra lievemente.

“Tenten. Tu sei Tenten.” La strinse in un abbraccio. “Tu sei Tenten e io sono Neji”.

“Questo lo so!” urlò lei.

“Io non sono uno Hyuuga quando sono con te,” confessò Neji. “sono solo io e tu sei solo tu. Tu apri la porta della mia gabbia e io sono libero di volare dove voglio, ma scelgo di volare con te. E ogni singola volta scelgo di tornare nella mia gabbia solo perché tu possa aprirla per me.”

Appoggiò le labbra tiepide sulla fronte di lei, le mani le accarezzavano i capelli, sciogliendo i nodi e sfilando gli ornamenti. “Tu proteggi il mio punto cieco. Ti alleni con me ogni giorno anche quando sei malata. Tu credi in me.”

“E se,” aggiunse allontanandola da sè solo per poterla guardare profondamente negli occhi “dovessi mai sentire che non hai nulla su cui contare – nessun cognome – allora pensa a me. Io conto su di te così tanto… che cesso di essere uno Hyuuga e comincio ad essere solo il tuo Neji.”

 “Tenten,” sussurrò Neji e di nuovo la avvicinò a sé e la baciò delicatamente sulle labbra. “Tu non hai un cognome che ti opprima ma mi aiuti a portare sulle spalle il mio peso di essere uno Hyuuga. Non hai un cognome su cui contare ma puoi contare sui tuoi amici, e Lee, e specialmente me. Io difenderò il tuo onore se qualcuno oserà infangarti di nuovo. Sarò qui per te come tu ci sei stata per me tutti questi anni.”

“Neji, cosa stai dicendo…?”

“Tenten… non volevo fare questo perché… perché non volevo portarti all’interno della casata cadetta del clan Hyuuga. Ti meriti molto di più. Ma se dirai di si per… per trovare un nome… allora potresti ugualmente dire di si a me.” Neji fece scendere le mani sulla schiena di lei e la strinse a sé. Si appoggiò a lei e respirò il suo profumo unico.

“Tornerò nella mia gabbia solo perché tu possa aprirla di nuovo. Sto lavorando con Hinata per cambiare il clan Hyuuga così che mia moglie possa essere fiera del nome che dividerà con me. Avrei voluto chiedertelo fra molto tempo… ma se dirai di si…”

“Neji…” Tenten lo fissò scioccata. Il genio degli Hyuuga si inginocchiò davanti a lei.

“Ti prego, porta la vergogna di essere una Hyuuga con me, per sempre. Sono solo un membro della Casata Cadetta, ma lavorerò sodo in modo che la vergogna diventi orgoglio. Io…”

“Neji, ti prego,” Tenten si inginocchiò e alzò il viso di lui con le mani. Guardò con amore nei suoi occhi bianchi e gli sorrise, prima di chiudere la distanza fra le loro labbra e rendergli il bacio che lui in precedenza le aveva rubato, più qualche altro. Tutta la passione che sentiva per lui e che aveva nascosto per essere una miglior kunoichi si intensificò di dieci volte e lei la riversò tutta fuori in quell’unico bacio, cercando di dire, senza parole, senza segni, quello che provava. Dopo qualche minuto, si separò dolcemente da lui, e sorrise nel notare l’espressione confusa sul suo viso.

“Ho cambiato idea. Non ho più bisogno di trovare un cognome. Io sono la Tua Tenten. E se me ne servirà uno, allora userò il tuo – ma non sarà affatto una fonte di vergogna per me perché sarà il nostro nome- il nostro peso assieme”.

Neji lentamente le sorrise, facendo fondere di nuovo le loro labbra insieme in una lenta e sensuale danza.

Grazie Tenten… il mio nome non è più un peso… perché ti ha condotta da me.

 

--- Celiane4ever’s space ---

Quanto sono stata felice di tradurre questa one shot ^o^

Appena l’ho letta ho pensato “questa fan fiction deve partecipare al contest, assolutamente!”

E infatti ha vinto! L’autrice è stata davvero felicissima!

Non ho altro da dire, se non che amo questa bellissima coppia!

Ecco il link originale:

http://www.fanfiction.net/s/2273944/1/Finding_a_Name

Alla prossima!

Celiane4ever

  
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