Qualche anno fa questa Fan Fiction ha partecipato ad un contest indetto dal Forum HPGDR di forumcommunity sul tema “Se solo quella notte...” classificandosi al primo posto (grazie al voto degli utenti). Ve la ripropongo riveduta e corretta, sperando che vi piaccia :)
Se solo, quella notte...
La moto
sfrecciava nel buio della notte.
I fari illuminavano il sentiero
sterrato.
Il rumore del motore squarciava il silenzio di quelle
rade strade di campagna.
Avrebbe potuto fare in modo di viaggiare
molto più silenziosamente... Ma poi che gusto ci sarebbe
stato?
Adorava sentire il rombo del suo gioiellino. Non c’era
cosa al mondo alla quale tenesse di più.
Beh c’era
James, certo. Ma quello era un discorso a parte.
I fratelli di
solito non si contano nell’elenco delle “cose”.
Si
era fatto quel regalino per i suoi vent’anni.
Un modo più
che decoroso per ricordare la morte dello zio con conseguente
eredità. Viva zio Alphard!
Correva a velocità folle,
i contorni della campagna intorno a lui erano sfocati… Non che
potesse vedere molto, in ogni caso, visto che non c’era neanche
la luna a illuminare l’ambiente circostante.
Poi…
Accadde.
Un singhiozzo nel carburatore. Un sobbalzo anomalo. I
fari si spensero.
“Ma che…”
La voce
del centauro sovrastò il rumore sempre più flebile del
motore.
Gli occhi volarono immediatamente al quadrante della
moto.
“Oh no…”
Il motore si spense
del tutto… Ma la moto continuava la sua folle corsa.
Era
entrato in azione il sistema antifurto che lui stesso aveva
installato. E che entrava in funzione non appena la moto si spegneva.
Come in quel caso.
“Oh… No…”
Provò
a premere il freno sul manubrio, ma già sapeva quanto fosse
del tutto inutile.
Il sistema antifurto bloccava totalmente
qualsiasi funzione della moto, dai freni all’acceleratore alla
frizione.
Ma non le ruote. Eh no, le ruote erano totalmente
libere… E a quella velocità…
“Oh,
nononononono….”
Il manubrio non ebbe sorte
migliore.
Pietrificato.
“No... Ti Prego…
Andiamo, bella…”
La mano insisteva sul pulsante
di accensione. Nulla da fare.
Poi, la staccionata.
Non la vide.
Come avrebbe potuto?
La notte era nera come la pece.
E i fari
lo avevano abbandonato da almeno due minuti.
L’urto
polverizzò la staccionata e la moto si inclinò su un
fianco.
Sirius fece appena in tempo ad estrarre la bacchetta e a
lanciarsi di lato prima che la sua moto, la sua adorata bambina,
finisse sotto un trattore.
Minimizzò l’impatto con il
terreno con un incantesimo scudo, ma la bacchetta gli scivolò
di mano durante il volo. Cozzò in malo modo la testa contro
qualcosa di decisamente duro.
Inutile dire che perse i sensi.
Un
classico.
“Mmm... Dove sono?”
Si sentiva
la voce impastata e mille motociclette rombanti gli ronzavano nelle
orecchie martellandogli la testa dolorante.
Si sentiva come quando
era stato quasi massacrato dal platano picchiatore al secondo
anno...
La campagna intorno a lui riluceva delle prime luci del
mattino, i grilli avevano smesso di cantare solo per lasciare campo
agli uccellini che annunciavano un nuovo giorno.
“Che
spettacolo idilliaco del cazzo…”
La finezza non
rientrava nelle qualità di Sirius Black. Decisamente.
Si
rialzò massaggiandosi la testa… Ricordava che cosa era
successo, oh sì che lo ricordava…
La moto lo aveva
piantato in asso nel bel mezzo di un rettilineo.
Barcollò
verso la sua bella tastandosi le tasche: la bacchetta gli era volata
chissà dove.
“Fantastico...”
Tirò
fuori la moto a forza di braccia. La fiancata era completamente
rovinata e la ruota anteriore era fuori asse. Per non parlare del
fanalino completamente andato. Uno spettacolo meraviglioso.
La
mise sul cavalletto, mettendosi le mani sui fianchi e osservandola
sconsolato.
Oh beh, inutile
piangersi addosso. Aveva un problema più urgente.
Prese lo
specchietto dalla tasca posteriore. Per lo meno quello non si era
rotto….
“Jam… Ehi Jam…”
Nessuna
risposta.
“Prongs, datti un mossa, muovi il culo e prendi
immediatamente questo maledetto specchio prima che mi
incazzi…”
Dall’altro lato non si sentiva
nulla. Dovevano aver messo lo specchio sottosopra, riusciva persino a
scorgere le imperfezioni di un comodino di casa Potter, molto
probabilmente quello di James. Il posto abituale dello specchio.
Dopo
qualche minuto apparve proprio James, evidentemente un po’
seccato. Si sentivano leggeri mugolii poco distanti. Lo schiocco di
morbidi baci sulla schiena dell’amico. Confermati dallo sguardo
un po’ perso del malandrino.
“Pad… Ma ti
rendi conto di che ore sono?”
L’altro non ebbe
pietà.
“Come se il problema fosse l’orario…
Ascolta, trombaiolo ambulante, non mi interessano le notti brave con
la tua donna - anche se un pensierino l’ho fatto, te lo
confesso. Vienimi a riprendere, la bimba mi ha lasciato a
piedi…”
“Pad… Meglio che non ti
dica dove ti infilo questo specchio la prossima volta che mi chiami a
quest’ora del mattino…”
“Almeno
non sarà costretto a vedere le porcate che fate voi due…”
– rispose il moro con un sorrisetto.
James alzò gli
occhi al cielo e chiuse lo specchio nel cassetto del comodino.
Non
ci avrebbe messo più di un quarto d’ora, lo sapeva. E
Lily gliela avrebbe fatta pagare il giorno dopo, senza alcun
dubbio.
Poco male, mica poteva restare lì!
Si sedette...
O almeno provò a farlo...
Esattamente sopra un chiodo
arrugginito che spuntava dalla staccionata che lui stesso aveva
sfondato...
Scattò in piedi con un salto olimpico.
Dalla
bocca carnosa del bel moretto uscì qualcosa a metà tra
un grido e un ululato...
Che la metamorfosi da Animagus avesse
qualche effetto collaterale?
Già diverse volte si era
ritrovato ad annusare le donne che ogni sera si portava a letto...
Certo, annusava il collo, mica altro, ma non era propriamente
normale!
Ancora pensieri maliziosi, mentre si massaggiava
distrattamente la zona destra dell'avvenente posteriore..
Dio, ma
quanto ci metteva quell'idiota??
Ma si ritrovò costretto ad
ammettere che l'idiota questa volta era stato lui... Un po' come
tutte le altre volte...
Esattamente dopo un quarto d’ora
James arrivò.
Si vedeva bene attraverso i pantaloni che la
dolce e cara Lily gli aveva dato un ottimo pretesto per tornare a
casa il prima possibile.
Prongs notò lo sguardo dell'amico
e lo additò guardandolo minacciosamente: "Non dire una
parola".
Padfoot si limitò ad osservarlo con un
sopracciglio inarcato, le braccia incrociate e un sorrisetto
malizioso.
"Ringraziami fratello: ti ho fatto uscire di
casa lasciando una micetta in calore e tornerai trovando una leonessa
affamata..."
James soffocò un francesismo da
manuale, ma non poté fare a meno di sorridere....
Richiamò
la bacchetta dell'amico e lo aiutò a rimettere in sesto la
"bimba".
James lo guardò e scosse la testa.
"La
prossima volta ti chiamo io mentre sei occupato con le gemelle..."
"E
io col cavolo che ti rispondo, Micetto..."
"Sirius..."
"Ok,
ok..."
Un attimo di silenzio mentre rimettevano in asse
la ruota anteriore.
"Avanti, fammi sentire come fai le
fusa..."
"Black..."
"Ve bene..."
Un'altra
pausa, mentre riparavano il fanale anteriore che si era completamente
staccato dal manubrio.
"Quando mi fai fare un giro con la
leoncina?"
"Ok... Te la sei cercata..."
James
lo disarmò con velocità stupefacente e si smaterializzò
con tutta la moto.
"Ehi! Ehi, stavo scherzando! Avanti
fratello, non puoi farmi questo..."
Si inginocchiò
nell'erba rada.
"Tipregotipregotiprego... Sarò
buono e dolce e..."
James riapparve in quel preciso
istante.
Sirius quasi gli saltò al collo.
"Ah!
Lo sapevo che non potevi lasciarmi qui!"
L'espressione
sul volto di James era indecifrabile. Gli si avvicinò
lentamente, lo sguardo serio.
"Ehm... Jam? Tutto... A
posto? Era solo uno scherzo, eh!"
Appena fu
sufficientemente vicino la mano dell'altro saettò
immediatamente alla tasca posteriore del moro e con gesto da manuale
gli sfilò lo specchietto.
"Questo lo prendo io
Paddy..."
Un sorrisetto di trionfo e soddisfazione di
dipinse immediatamente sul volto del leader dei Malandrini. Poi si
Smaterializzò di nuovo.
Cavoli... Lo aveva
fregato...
"Jaaaaaaaaaaaaaaaaamesssssssssssss!!!!!"
Inutile.
Sarebbe dovuto restare lì almeno finché non avesse
finito con la rossa.
Il che poteva voler dire anche tutto il
giorno. La conosceva bene, la "santarellina".
Se
solo quella notte si fosse ricordato di mettere la benzina prima di
partire...