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Autore: lety_beatle    17/02/2014    1 recensioni
Kevin è un ragazzo da poco quattordicenne, ama la lettura ma non adora andare a scuola. Perché? E' continuamente preso in giro dai suoi coetanei per il fatto che è omosessuale. Ogni giorno ha il terrore di andare a scuola finché non incontra l'amore
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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-CAPITOLO 14-
Le giornate sembravano interminabili. La routine si stava facendo sempre più pesante da sopportare e gestire. A scuola, Kevin, vedeva Robert che si allontanava sempre di più da lui e dall’idea di far sapere al mondo il suo “piccolo” segreto.
Robert usava circondarsi da ragazze che, a Kevin, sembravano delle mosche che gironzolavano intorno alla spazzatura. Robert, a volte, lanciavadegli sguardi a Kevin sperando che lui li ricambiasse anche se non succedeva.
Kevin, pur essendo consapevole del fatto di essere ancora innamorato di quel bullo, era deciso più che mai ad andare avanti, senza pentirsi delle sue scelte, giuste o sbagliate che fossero.
Kevin doveva, però, ammettere che gli mancavano quei lunghi abbracci seguiti da quei baci che gli facevano svolazzare le farfalle nello stomaco, gli mancava quell’odore di fumo e menta che caratterizzava Robert e che lo inebriavano ogni volta che lo sentiva, gli mancavano quelle possenti braccia che gli percorrevano la schiena tracciando il percorso della colonna vertebrale. Insomma, gli mancava Robert.
Nonostante ciò era deciso che la sua decisone fosse quella più giusta e che andare avanti era l’unica soluzione plausibile. Gli atti di bullismo a scuola erano diminuiti vertiginosamente e Kevin si sentiva rincuorato per questo, almeno qualcosa di buono lo stava facendo Robert.
Era ormai giunta la primavera, gli alberi stavano fiorendo e gli uccellini iniziavano i loro canti che avrebbero dovuto rallegrare la giornata. Kevin si sentiva particolarmente felice in quella mattinata calda, era domenica. Per quell’unico giorno avrebbe potuto staccare la spina da tutto, concedere del tempo solo per sé stesso senza dover rendere conto a nessuno.
Si era alzato per colpa di un raggio di sole che si era intrufolato dalla tapparella andando a colpirgli il volto pallido. Non fece neppure in tempo a finire di mettere a posto il tavolo che il campanello suonò.
Kevin aveva perfettamente idea di chi potesse essere, infatti, prima di aprire la porta, guardò dallo spioncino chi aveva suonato e non ne rimase particolarmente stupito.
Robert.
-Che ci fai qui?- gli chiese Kevin senza neanche aprire la porta, in tono secco. –Volevo solo salutarti, sono passate diverse settimane dall’ultima volta che ci siamo rivolti la parola e volevo dirti che mi manchi molto, tutte quelle ragazze che mi girano intorno sai che non possono essere alla pari di te. Per favore, possiamo parlarci una volta per tutte e chiarire questa situazione?- il tono di Robert era implorante e si poteva facilmente distinguere una nota di tristezza mischiata alla malinconia nella sua voce.
Mi manchi molto anche tu” avrebbe voluto dire Kevin, ma quello che gli uscì dalla bocca fu solo:-Vattene, non c’è nulla da chiarire. Sei un codardo che non ha il coraggio di mostrarsi al mondo per quello che è realmente.-. Ma che stava dicendo? Perché non voleva chiarirsi e tornare alla normalità? Forse si aspettava la vera normalità, quella in cui Robert sgattaiolava di nascosto da Kevin per passare nascosti dal mondo i loro pomeriggi all’insegna del romanticismo. No, Kevin non voleva trovarsi ancora una volta costretto a lottare affinché quello rimanesse un segreto. Se questo voleva dire stare lontano da Robert, lo avrebbe fatto.
Dall’altra parte della porta non si sentì ribattere ma solo un rumore sempre più soffuso di passi. Kevin si ritrovò col volto bagnato dalle lacrime, quell’incontro così inaspettato lo aveva fatto tornare a quella sera d’inverno quando aveva cacciato fuori di casa Robert e lo aveva fatto uscire definitivamente dalla sua vita.
Passò la domenica a letto a pensare alla voce di Robert che gli chiedeva di parlare, che gli chiedeva di potersi giustificare. Il crepuscolo si affrettò a scendere ed i colori vivaci che emanava rischiaravano quella giornata fin troppo buia per Kevin.
Era lunedì, un’altra settimana sarebbe iniziata, monotona come sempre. Kevin indossò una maglietta viola abbinata ad un paio di jeans neri, il tutto completato da un paio di scarpe anch’esse nere. Fece la sua colazione e si avviò verso la scuola.
La campanella suonò e Kevin si avviò verso il suo armadietto. Da dietro sentì un rumore di passi che si avvicinavano piano, quasi fossero insicuri di quello che stavano facendo.
Kevin si girò di scatto, quasi automaticamente, quando sentì che quei passi si erano interrotti proprio in corrispondenza di lui. Robert.
-E la tua combriccola dove l’hai lasciata?! Non fa figo picchiare se non c’è nessuno che ti incoraggia e fa il tifo per te,sai?- Kevin rivolse un intenso sguardo a Robert che restava fermo davanti a lui.
Con un gesto dolce scompigliò i capelli di Kevin:- Non me ne frega più niente della mia combriccola. Ieri quando mi hai detto quelle parole mi hai fatto riflettere e ho capito che io ti amo, io voglio passare il maggior tempo possibile accanto a te, voglio parlarti quando voglio e baciarti con altrettanta semplicità. Io… io voglio dire al mondo di essere gay e di aver trovato in te la mia anima gemella. Kevin… io ti amo-
Kevin rimase impietrito, non sapeva cosa dire. Come si suol dire, lo aveva spiazzato. Quasi come se Robert potesse leggergli nella mente gli si avvicinò ulteriormente, dicendogli:- So che non sai che rispondere dopo una dichiarazione così- sorrise –ma almeno rispondere con un “anche io ti amo Robert”, no?-
Kevin lo baciò esprimendo tutto ciò che non era riuscito a dirgli a parole. Sentì di nuovo l’odore di menta e fumo che tanto amava, sentì ancora il suo Robert lì, vicino a lui. Di colpo si staccò guardando le persone che si erano fermate per guardarli:- Oh cazzo.. scusa, non volevo baciarti qui davanti a tutte queste persone. Scusa davvero.. forse è meglio che vada in classe-.
Non riuscì ad allontanarsi che Robert lo trattenne:-Hei, non ti ho mica detto nulla. Senti voglio iniziare una nuova vita con te. Insieme. Non me ne frega più niente degli sguardi della gente che fa pregiudizi. Lo dicevi anche tu “noi contro il mondo” e così sarà.-. Detto questo lo afferrò per baciarlo ancora, senza più quella paura che indossava nei giorni precedenti, senza preoccuparsi del giudizio altrui. Ora voleva solo stare con il ragazzo che lo aveva portato ad una svolta nella sua esistenza, che lo aveva fatto sembrare più forte di come potesse sentirsi a fare il bullo. Quel ragazzo che gli aveva fatto scoprire l’amore.
 
Note dell’autrice: ciao a tutti :D ! Questa è la conclusione della mia storia che spero vi sia piaciuta. Ho deciso di cimentarmi in quest’esperienza di scrivere fan fiction grazie alla mia amica Sara. Questa è la prima volta che provo a scrivere qualcosa di serio e, essendo alle ‘prime armi’, sono consapevole di aver commesso errori nel lessico o nella forma.
Spero che questa non sia l’ultima, un saluto a tutti quelli che hanno seguito questa storia e (speriamo) alla prossima! :)
   
 
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