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Autore: DarkDream_    17/02/2014    2 recensioni
Non c’è differenza tra la morte e l’amore. Entrambe fanno bene. Entrambe fanno male.
Niall e Brooke. Un amore mortale
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One Shot scritta a quattro mani con Derrie, un'amica perfetta.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non c’è differenza tra la morte e l’amore. Entrambe fanno bene. Entrambe fanno male.

 



Per l’ennesima volta Brooke era in ritardo per la scuola, ma poco le importava. Era una sua caratteristica non essere puntuale, anche se fosse in macchina, la quale era in riparazione. Dire che Brooke fosse prudente alla guida è una grossa bugia, infatti, la scorsa settimana perse il controllo della sua auto scontrandosi contro un palo della luce. Ormai per lei erano normali gli incidenti, forse fin troppo.
Non le dispiaceva affatto camminare, soprattutto durante il periodo primaverile, quasi estivo, le piaceva sentire il vento caldo sul viso come mille carezze; il profumo dei fiori la tranquillizzava portandola a ritardare ad ogni impegno.
Camminava lenta e quando arrivò davanti al cancello dell’edificio tentennò prima di entrare, attratta dall’idea di proseguire la sua passeggiata chiudendosi nel suo mondo, ma sapeva che il suo dovere era quello di studiare. Così, sbuffò prima di raggiungere l’entrata della scuola. Ormai le lezioni erano iniziate, quindi non aveva senso interrompere la noiosissima professoressa di letteratura. Attese appoggiata al proprio armadietto il suono della campanella.
L’ora, però, sembrava non passare mai così prese l’ipod e fece partire la playlist con le canzoni che più amava, e sulle note di “You Need Me I Don’t Need You” di Ed Sheeran, sparata a tutto volume iniziò a camminare per i corridoi di quella scuola. Era completamente immersa nei suoi pensieri quando si scontrò contro qualcosa. Con lo sguardo cercò di capire cosa l’aveva bloccata. Vide delle converse bianche, quasi gialle a causa del tempo, dei jeans scuri fasciare delle gambe perfette, passò a una T-shirt bianca con un quadrifoglio verde stampato sopra, e arrivò ad un viso a dir poco angelico: due labbra sottili e rosee sembravano chiamarla, un naso dritto, delle guance leggermente rosse, così dolci; ma la cosa che la colpì maggiormente furono gli occhi così azzurri, come il ghiaccio, due perle in grado di ipnotizzare chiunque, due pozzi così belli ma così dannati. Alla fine notò dei capelli biondi palesemente tinti tirati in alto, che contornavano quel viso perfetto.
Brooke rimase senza parole da quanto bello era.

-M-­mi  dis­piace…- fece una fatica enorme a tirare fuori le parole.
-Oh, non ti preoccupare, in realtà è colpa mia- anche la voce di quell’angelo era perfetta, così soave e melodica –comunque io sono Niall, Niall Horan- le tese la mano aprendosi in un largo sorriso che fece arrossire la povera ragazza di fronte a lui.
-S­-sono Brooke, B-­brooke Johnson- gli strinse la mano tremando.
Il ragazzo aprì la bocca per dire qualcosa ma il suono della campanella lo interruppe.
-Uh, devo andare, spero di rivederti- le si avvicinò posandole un dolce bacio sulla guancia la quale assunse il color porpora quando le labbra di Niall si allontanarono, il ragazzo superò Brooke lasciandola inerme e tremante in mezzo al corridoio mentre gli studenti le passavano accanto, ma per lei non esistevano in quel momento, era concentrata solo su quell’angelo e sulle emozioni che stava provando.

 

 

 

Il resto della giornata passò molto lentamente e sempre molto svogliatamente Brooke tornò a casa per pranzare. Dopo aver finito la montagna di compiti che aveva decise di fare ciò che più amava: passeggiare.
Il parco che tanto amava era, stranamente, poco popolato quel pomeriggio. Camminava lenta lungo il vialetto contornato di alberi in fiore. Guardava le sue converse nere così malridotte e vecchie di cui, però, non poteva rinunciare, le piacevano così tanto, avevano un’aria di vissuto che la affascinava particolarmente; forse altre persone guardando quel paio di scarpe avrebbero pensato subito a buttarle ma per Brooke non era ancora giunto il momento. I capelli lunghi e castani le scendevano lungo le spalle facendo da barriera ai lati della sua testa leggermente abbassata verso il basso. Continuò imperterrita ad avanzare senza alzare mai lo sguardo, ormai conosceva quella stradina perfettamente da riuscire a percorrerla ad occhi chiusi. Brooke, fu costretta a guardare dritto davanti a sé, guardo andò a sbattere contro qualcosa cadendo dolorosamente a terra.

-Ouch- si massaggiò il fondoschiena socchiudendo gli occhi a causa del dolore.
-Oh dio, che sbadato- a Brooke sembrava di aver già sentivo quella voce, così soave, dolce, così perfetta. Alzò gli occhi incontrandone due azzurro ghiaccio. Niall.
-Mi dispiace, non volevo farti del male- le porse la mano e quando questa venne a contatto con quella della ragazza, quest’ultima sentì una scarica partirle da quel contatto, attraversarle e propagarsi lungo la spina dorsale. Guardò meglio il ragazzo davanti a sé, che la sovrastava e intorno a sé aveva un alone di luce che lo rendeva ancora più angelico.
-N-­non ti preoccupare- si alzò con l’aiuto di Niall, pulendosi, poi, i pantaloni. Si schiarì la voce, che appariva tremolante e timida –è colpa mia, non guardo mai dove vado- abbozzò un sorriso contraccambiato dal ragazzo.
-Noi due ci incontriamo sempre così, eh?- Niall ridacchiò dopo aver pronunciato questa frase grattandosi il capo leggermente in imbarazzo.
-Forse è destino- Brooke si maledì subito per quello che aveva detto, sperava che Niall non le fosse scoppiato a ridere in faccia.
-Forse sì, è così- la ragazza sospirò tranquilla mentre guardava ammaliata il biondo.
-Sai, mi stavo chiedendo se questo venerdì sera eri libera- era diventato rosso in viso aspettando con ansia la risposta della ragazza che si sentì smarrita. Non riusciva a capire il perché di quella domanda indiretta.
-Si, ma perché?- chiese curiosa.
-Ci sarebbe una festa organizzata da me e dai miei amici, e volevo invitarti a parteciparci- le sue guance non potevano diventare più fiammanti di quanto lo erano già e la ragazza non era da meno. Due anime così simili, legate da un destino, purtroppo, già segnato.
-Mi farebbe molto piacere che tu ci fossi-
-O-­oh, credo di esserci-
Niall a quella frase cominciò a sorridere come un ebete, ormai si capacitava del fatto che, anche se aveva visto quella ragazza solo due volte, ne era già innamorato.
-Davvero ci sarai?- la ragazza annuii timidamente mentre lui dentro la sua testa festeggiava come se avesse visto al Lotto.
-Ne sono contento- Niall si avvicinò a lei e con un bacio sulla guancia la salutò lasciandola lì proprio come la mattina, ferma come un’idiota.

 

 

 

E fu così che la settimana passò velocemente fino ad arrivare al fatidico giorno.
Venerdì.

Brooke non la smetteva di tormentarsi su come comportarsi, come vestirsi, truccarsi.
Era la prima volta che i ragazzi gli interessavano davvero, non essendogli mai piaciuti non si poneva tanti problemi.

-Ti rendi conto che Niall Horan ti ha invitata alla sua festa?! Io ancora non ci credo!- Abby la migliore amica di Brooke era alquanto elettrizzata quasi asfissiante. Era una ragazza abbastanza eccentrica e allegra, tutto il contrario di Brooke che sarebbe rimasta a casa al posto di andare a quella festa, ma era dannatamente attratta dal ragazzo angelo.
-Come pensi di vestirti?- le chiese l’amica, mentre maneggiava al cellulare.
-Come?- Brooke si risvegliò dai suoi pensieri.
-Ti ho chiesto come pensi di vestirti e non aspetto neanche la risposta, perché, tesoro, scusa se te lo dico, ma hai una pessimo senso della moda- Abby cominciò a gettare tutti i vestiti di Brooke per aria mentre cercava qualcosa di “decente” come lo chiamava la ragazza.

Alla fine indossò un leggero top bianco e un paio di jeans skinny per poi finire il tutto con un filo di trucco e le sue amatissime converse. Brooke s'avviò a piedi verso la festa, insieme all’amica stretta in un tubino rosa corto, con un paio di tacchi vertiginosi e un viso impregnato di trucco.

Non sentiva Niall da quando l'aveva incontrato al parco, tranne quando le scrisse un bigliettino che trovò nel suo armadietto con l'indirizzo.

Arrivate alla festa, troppi pensieri, troppa musica, le riempirono la mente.

Purtroppo.

La musica rimbombava nell’aria così Brooke decise di prendere un po’ d’aria e uscì nel giardino della villa in cui si svolgeva la festa.
Aveva sperato di trovare Niall tra le persone in quell’enorme salone, ma non aveva visto nessuno angelo. Si chiese se avesse fatto male ad andare a quella festa quando una voce, che ormai conosceva alla perfezione, interruppe i suoi pensieri.


-Brooke, allora sei venuta- la ragazza si girò verso il ragazzo e vide quel splendido sorriso, quell’angelo in piedi di fronte a lei.
-Come ti sembra la festa?- Niall le pose la domanda mentre con lo sguardo percorreva velocemente il corpo di Brooke, arrossendo leggermente.
-C­-carina, n-­non sono fatta per queste cose- il ragazzo le sorrise dolcemente e le prese la mano trascinandola verso una parte più lontana e nascosta del giardino dove la musica si sentiva appena.
-S-­sei bellissima stasera- Niall prese ad accarezzarle lentamente il dorso di una mano -c-­cioè, sei sempre bella, ma stasera lo sei lo stesso, cioè… emm, io volevo dire che, che sei bella oggi e anche ieri, insomma sempre e…- il suo colorito divenne di un color porpora così acceso che fece ridacchiare Brooke, era così dolce e carino con lei. Il ragazzo si grattò la parte dietro del collo mentre sorrideva imbarazzato.
-Insomma, volevo dirti una cosa importante-
La suspance uccise Brooke. Non vedeva l’ora di sentire la voce di Niall, era emozionata, sentiva una strana sensazione dentro di sé. Il ragazzo si avvicinò a lei e le cinse i fianchi con le braccia appoggiando le mani sulla schiena, percorsa da brividi, della ragazza. Il loro occhi si incontrarono e si fusero insieme come se fossero stati creati solo per fare questo, non distaccarono mai i loro sguardi , anche quando Niall avvicinò il viso a quello di Brooke. Lei socchiuse gli occhi sentendo le labbra del ragazzo posarsi sulle sue screpolate. Quel momento così perfetto, così dolce, così magico, sembrava non voler finire mai, ed era ciò che desideravano i due ragazzi. Per la mancanza di ossigeno si staccarono lasciando che le loro labbra e le loro fronti si sfiorassero.
-Brooke- il nome pronunciato dalla voce roca di Niall era per Brooke qualcosa di paradisiaco –Brooke, tu mi piaci, e… credo di essermi innamorato di te, è dalla prima volta che ti ho vista che provo qualcosa di indescrivibile. In realtà ti conosco da un po’, ti ho spesso osservata di nascosto a scuola perché c’era qualcosa di te che mi attraeva. Sei sempre nei miei pensieri e voglio così tanto conoscerti meglio, solo, ho il terrore di non essere ricambiato e… ti prego di qualcosa- Niall non si era mai sentito così agitato come lo era in quel momento, era un tipo silenzioso e timido, e quando l’imbarazzo aveva la meglio su di lui le parole svanivano sempre. Con Brooke no. Con lei tutto era più bello e si sentiva sè stesso.
Niall cominciava a sentirsi sempre più nervoso, la vedeva lì ferma immobile distante da lui pochi centimetri, aveva un piccolo sorriso sulle labbra ma gli occhi erano inespressivi. Lui non sapeva che emozioni stavano investendo Brooke, era senza parole, lei era completamente cotta di Niall dal primo momento in qui aveva incontrato i suoi occhi. Non riusciva ad aprire bocca così decise di fare la cosa migliore. Prese tra le sue piccole e soffici mani il viso di Niall e dopo avergli mostrato un dolce sorriso posò le sue labbra su quelle del biondo. Questa volta le emozioni presero il sopravvento rendendo il bacio più passionale. Ma a Brooke questo non bastava, sentiva il fuoco dentro di sé e doveva fare qualcosa. La sua mano cercò  di passare sotto la maglietta bianca di Niall sfiorandogli gli addominali appena accennati. Niall del resto di sentiva in paradiso e cominciò ad accarezzare la schiena di Brooke arrivando fino alla fine senza spingersi troppo oltre.
Slegarono il legame delle loro labbra e arrivò il momento delle parole.
-Oh Niall, io…io provo le stesse cose, so che può sembrare pazzo perché ci conosciamo da poco ma sò per certo di amarti- appena Niall sentì le parole della ragazza che amava sorrise ampiamente abbracciandola forte fino ad alzarla da terra e facendole fare un giro in aria, beandosi della sua risata così cristallina.
-Quindi, possiamo provarci?- chiese speranzoso a Brooke, la quale stampandogli un casto bacio sulle labbra annuii felice.
-Ho sempre sognato questo momento, nessuna ragazza mi fa battere il cuore come fai tu, piccola-

Continuarono a baciarsi e abbracciarsi fino a quando una voce li interruppe.
-Hei Niall, è successo un casino in cucina, ti prego vieni subito- un ragazzo moro si era sporto da una porta-finestra e guardava i due ragazzi aspettando l’amico.
Niall sospirò.
-Mi dispiace, devo andare, sai com’è, io sono uno degli organizzatori e..-
-Tranquillo-
Brooke lo interruppe lasciandogli un bacio –vai pure, ci vediamo dopo- lui annuì e dopo unì le loro labbra baciandola come se fosse l’ultima volta.
-T-­ti amo- lo disse in modo insicuro e lieve ma Brooke lo sentì perfettamente.
-Ti amo, a­-anche i­-io- Niall le accarezzò i capelli e la guancia leggermente arrossata prima di dirigersi verso l’amico entrando in casa.
Brooke sospirò. E decise di entrare in casa per bere qualcosa e aspettare Niall.

Con il suo bicchiere di Vodka alla fragola si fece spazio tra la gente accalcata e cercò la porta della cucina, quando la trovò la aprì piano.
-Niall…- la voce le si bloccò in gola. Sentì il suo cuore spezzarsi e farle male come se mille lame lo trafiggessero. Era lì. Il ragazzo al quale aveva rivelato i propri sentimenti era lì, ma non da solo. Le labbra che poco prima aveva baciato Brooke, ora erano poggiate su quelle di un’altra ragazza, vestita in modo provocante. I suoi occhi vennero inondati da lacrime salate e cominciò a tremare. La presa della sua mano sul bicchiere del drink divenne più leggera facendo, così, scivolare l’oggetto che si frantumò a terra. Il suono risvegliò i due e Niall si girò di scatto spalancando gli occhi alla vista di Brooke.

-Brooke, aspetta!- le parole di Niall le sentirono tutti, tranne lei che ora stava già correndo fuori dalla porta.

Si sentiva così tradita, così umiliata, non riusciva più a stare nella stessa stanza dove c’era anche lui. Aveva bisogno di aria, doveva ricominciare a respirare.

Niall la cercò per tutta la casa e nei dintorni ma non la trovò, si insultò mentalmente per averla ferita, voleva ritornare indietro nel tempo o non lasciare che la biondina ubriaca lo baciasse, perché lui non voleva le sue labbra ma quelle di Brooke, quella ragazza che stava cercando disperatamente. Stava uscendo fuori di testa mentre pensieri orribili si creavano nella sua mente. Fuori era buio pesto e non era di certo l’ora adatta per una ragazza girovagare da sola.

Prese le chiavi dell’auto e si precipitò fuori dal vialetto della villa con l’intenzione di ritrovare la ragazza che amava.

Brooke intanto correva senza ragionare, correva senza una meta, voleva solo scappare da quella villa sperando di scappare anche dal dolore che le attanagliava il petto. Le sue gambe sembravano non volersi fermare come se volessero aiutare la ragazza che stava scappando da tutto e da tutti. Aveva sempre sperato di trovare l’amore, quel ragazzo giusto che le rivelasse in modo romantico i propri sentimenti e pensava di averlo trovato, ma Niall si era rivelato un bugiardo anche se mentre la baciava, mentre la guardava e apriva il suo cuore sembrava sincero. Si diede della stupida per essersi aperta con quel ragazzo che l’aveva fatta sentire in paradiso e un attimo dopo tra le fiamme dell’inferno. Brooke voleva solo correre via dalle sue paure che ormai erano diventate realtà.

Niall guidava spostando lo sguardo cercando la ragazza, sperava con tutto il cuore di trovarla e di abbracciarla dicendole la verità, che non voleva baciare Alison ma che lo aveva costretto. Voleva dirle quanto l’amava anche dopo poco che si conoscevano, voleva baciarla fino a farsi sanguinare le labbra, voleva farla sua, facendola sentire bene. La velocità dell’auto stava aumentando a dismisura come il suo dolore. Non si accorse delle lacrime che rigavano le sue guance fino a quando una di queste non cadde sul dorso di una delle sue mani strette intorno a volante.

Brooke respirava affannosamente mentre continuava a correre, le lacrime le appannavano gli occhi impedendole di vedere con nitidezza dove stava andando, riconobbe, però, un parco giochi al di là della strada, un luogo che lei amava fin da piccola e che forse l’avrebbe ospitata. Mise un piede sulla strada cominciando ad attraversarla, quando un rumore attirò la sua attenzione. Era il rombo di un auto che si faceva sempre più forte, voltò la testa verso sinistra e vide due fari allargarsi sempre di più. Spalancò gli occhi incredula di fronte a quella vista.

Niall alzò gli occhi dal cerchio bagnato che la lacrima aveva fatto sulla sua mano e lo posò sulla strada. Vide un ombra proprio in mezzo alla sua carreggiata e mano a mano che si avvicinava con riuscì a riconoscerla. Era l’ombra della ragazza che cercava.

 

Dopo pochi secondi si udirono gli striduli delle gomme sull’asfalto. Un forte rumore e le urla strazianti di un ragazzo. Alcune persone accorsero a vedere cosa fosse successo e la scena che si presentò loro davanti fu una delle più orribili. Un auto, con il cofano leggermente ammaccato e poco distante una chiazza di sangue enorme a terra che ospitava il corpo di una ragazza privo di vita che veniva abbracciato da un ragazzo in lacrime. Tremava come una foglia durante la tempesta, mentre si dondolava con il capo della giovane contro il petto. 
Urlava, urlava come nessuno aveva mai fatto.
Urlava come se sperasse che ciò avesse fatto rinascere la piccola creatura tra le sue braccia.
Urlava contro se stesso per essere stato così stupido.
Urlava perché voleva esserci lui al posto della ragazza, perché l’amava con tutto sé stesso.
Urlava perché aveva ucciso la donna di cui si era innamorato.
Urlava perché sapeva che non poteva tornare indietro.
Intorno a lui non c’era la macchina, non c’erano le persone, non c’era nessuno, c’erano solo loro, due innamorati troppo sfortunati, con un amore appena sbocciato. Un amore mortale.

 

 

 

 

 
















SPAZIO AUTRICE
Questa One Shot l'ho scritta insieme ad una mia amica che ha come soprannome Derrie.
Amo davvero molto questa storia perchè mi ha preso fin da subito. E' triste, lo so, ma il genere mi piace.
Ringrazio Sara_Scrive per il bellissimo banner.
Recensite, fatemi sapere.
Vi ringraziamo.



 

Only_dream99 e Derrie.



 

 

 

  
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