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Autore: Ambros    17/02/2014    7 recensioni
[AU!Klaine]
Quando Kurt torna dalla NYADA a Lima per fare una sorpresa al proprio fidanzato, l'ultima cosa che si aspetta è che David l'abbia tradito. Sconvolto, decide di allontanarsi da tutto e da tutti; parte per Firenze, ma l'ultima cosa che si aspetta è di incontrare lì qualcuno che lo farà sentire di nuovo bene: Blaine.
Dal testo:
-Poi il treno si ferma, lui si allunga per prendere la valigia – miracolosamente non la tira in testa a nessuno - scende quei pochi gradini sorridendo educatamente alla ragazza che è stata seduta accanto a lui, ed è lì.
Sul marciapiede grigio scuro attraversato da una linea gialla, il marmo rosso e bianco a qualche passo da lui che risplende per la luce che entra prepotentemente dalle vetrate sul soffitto.
C’è.
Firenze.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Love doesn't care about odds.
Capitolo IV




 

Quando Kurt si riscuote dalla piacevole chiacchierata con Blaine, si accorge che è stato nella libreria per un’ora e mezza.
E sta parlando col commesso carino da un’ora e mezza.
Non solo carino; è anche simpatico. Gentile. Solare. Intelligente. Lo ha ascoltato davvero persino mentre raccontava di tutti gli intrecci amorosi e non delle New Directions. È rimasto lì con il suo sorriso adorabile e i suoi ricci adorabili e i suoi occhi adorabili e le sue fossette adorabili e quel filo di barba che magari è un po’ più che adorabile e … Va bene, basta. Comincia a sembrare una poesia di D’Annunzio.
Approfitta di un momento di silenzio per sospirare e rivolgere a Blaine un sorriso di scuse “Io … Adesso dovrei andare.”
“Oh, certo!” si riscuote Blaine, alzandosi.
Improvvisamente, non sanno esattamente cosa dire.
“Io, ehm …”
“Ti va bene se torno anche domani?” Kurt non sa dove abbia trovato il coraggio di chiederglielo, e arrossisce immediatamente; è chiaro che intende solo come amici, insomma, Blaine è l’unica persona lì che parli una lingua comprensibile. La maggior parte delle volte.
Ma Blaine non sembra trovare strana la domanda, perché gli rivolge un sorriso enorme – l’ennesimo – e i suoi occhi brillano un po’ di più “Sì, certo.” Risponde, entusiasta.
E Kurt lo sa che si è appena fregato con le proprie mani.


*


Torna in albergo con un’espressione vagamente sognante di cui non è completamente consapevole, ma quando arriva in bagno e si lancia un’occhiata distratta dallo specchio si impone di smetterla.
Insomma, non ha imparato proprio niente dalla storia con David? E come gli viene in mente di mettersi a fantasticare su un ragazzo, probabilmente etero, che vive a Firenze? Firenze. Italia. Nove ore di aereo di distanza.
Ignora con un certo fastidio la voce che gli fa notare che Blaine tornerà sicuramente in America nel giro di qualche mese, perché non è quello il punto.
Insomma, è ancora tutto troppo confuso, troppo recente, troppo … troppo. Non può, semplicemente.
Prende un respiro profondo vagamente più deciso, portandosi le mani sui fianchi.
Ha bisogno di parlare con Rachel.


“Mi devi raccontare tutto!”
“Non c’è niente da raccontare, Rachel, sul serio. È solo un ragazzo carino che ho conosciuto e con cui ho parlato per un paio d’ore.”
Un paio d’ore?! Come fai a dire che non c’è niente da raccontare?!”
“Ma non è che abbiamo parlato di chissà cosa. Non so nemmeno se sia gay o no, davvero ..:”
Ti ha lanciato occhiate ammiccanti, sorrisini insensati? Ti ha fatto qualche complimento quasi per caso, ti ha sfiorato accidentalmente?”
“Oh, uhm … Forse, un paio di volte.”
Rachel sbuffa “Possibile che il mio gay radar funzioni meglio del tuo persino a migliaia di chilometri di distanza?”
“Non è colpa mia. Sono solo prudente.”
Rimangono in silenzio per qualche secondo, prima che Kurt parli della cosa che gli sta effettivamente più a cuore “David.” Si limita a sospirare, lasciandosi cadere sul letto.
Lo so, quel grandissimo pezzo di me—”
“Rachel.” La ammonisce lui debolmente.
Lo stavo solo descrivendo.” Riflette per qualche secondo, prima di parlare di nuovo “Tesoro … Lo sai che quel ragazzo non mi è mai piaciuto. A tutti noi è dispiaciuto vederlo lottare per accettarsi, e tu sei stato magnifico per come l’hai aiutato, soprattutto dopo tutto quello che ti aveva fatto. Però …” Si interrompe per un momento, probabilmente chiedendosi se sia il caso continuare “Sei sempre stato tu a trascinare quella relazione, Kurt.” Dice alla fine, con un piccolo sospiro “Lui si è solo lasciato trascinare. Probabilmente aveva paura, onestamente non saprei; forse aveva bisogno di qualcuno a cui aggrapparsi.”
Kurt prende un respiro profondo, cercando di assimilare tutte quelle informazioni, prima che una domanda gli sfugga dalle labbra, facendolo rabbrividire leggermente “Pensi che lui mi abbia mai amato?”
Io … Non lo so, tesoro. Magari pensava di essere innamorato di te. Magari voleva esserlo.”
Kurt si passa una mano sul viso con un leggero sbuffo “Merda” borbotta alla fine, lasciandosi cadere sul materasso.
Quale parte?” gli chiede Rachel con delicatezza.
“Tutto, direi” ridacchia nervosamente, coprendosi il viso con un braccio mentre alcune lacrime cominciano a pungergli gli occhi; tira brevemente su col naso, e Rachel sospira “Tesoro” gli dice dolcemente “Non pensarci adesso,va bene? Siamo ancora giovani, David è stato solo un idiota che non si è reso conto di quanto era stato fortunato a trovarti. Ora non pensarci più. Sei in Italia, hai conosciuto un ragazzo carino, simpatico e decisamente gay, niente lacrime! Coraggio.”
Kurt prende un respiro profondo e tremante dal naso “Sì.” Dice alla fine, chiudendo gli occhi mentre le ultime lacrime gli scorrono lentamente sulle guance “Sì, ce la posso fare.”
Bravo ragazzo. Ora vai ad imbottirti di pasta e fai il turista anche per me.”
“Grazie” le sussurra Kurt, con un piccolo sorriso.
Quando vuoi, dolcezza. Lo sai.”


*


Aspetta pazientemente l’ora di cena sfogliando la guida, e riesce persino ad annotarsi tutti i posti che vorrebbe visitare; grazie a Google Maps, riesce anche ad organizzarsi una specie di piano per il giorno seguente – grazie al cielo Firenze è una città piccola e potrà spostarsi a piedi.
Cena con calma, optando per qualcosa di vagamente più sano della pasta – o non riuscirà nemmeno a camminare, per quanto possa essere piccola quella città.
Torna in camera con altrettanta calma, e chiama suo padre; parla anche un po’ con Carole e con Finn, che sembrano piuttosto entusiasti del suo viaggio, e lo pregano di portare in America qualcosa di buono da mangiare.
Dopo aver riattaccato, si ritrova seduto sul letto, a pensare.
C’è un pensiero che non fa altro che tormentarlo, e non riesce a venirne a capo.
Rachel ha detto che, forse, David non l’ha mai amato davvero. Ma non vuole soffermarsi su questo punto, perché è ancora troppo presto e la ferita brucia ancora un po’ troppo.
Ma lui, Kurt, ha mai amato davvero David?
E se avesse ragione suo padre? Se, in realtà, fosse stato solo innamorato dell’idea di poterlo aiutare? Di avere il potere di aiutarlo.
Non sa per quanto continua a pensarci, ma non riesce comunque a trovare una risposta soddisfacente: non ha metri di paragone.
Non che non abbia avuto altre relazioni, prima di quella con David.
Prima c’è stato Chandler, ma non è durata molto; lo trovava un po’ troppo asfissiante, e l’aveva lasciato usando tutta la delicatezza di cui era capace.
Poi c’è stato Sebastian. L’ha conosciuto un pomeriggio assurdamente piovoso di Marzo al Lima Bean, ed è stato lui a renderlo un po’ meno rigido riguardo a tutta la questione del sesso; ma la verità è che non si potevano sopportare. Rischiavano di azzannarsi tutte le volte che si trovavano nella stessa stanza, e si erano lasciati di comune accordo.
E poi … Be’, poi c’è stato David. Che l’ha travolto come un uragano. In un certo senso, è riuscito a dargli uno scopo: aiutare un ragazzino solo e spaventato che non sapeva cosa farne di se stesso. E per quei confusi mesi estivi, accesi dall’eccitazione per la fine del liceo, ha anche funzionato, come relazione. Certo, David è sempre stato schivo nei suoi confronti, come se sentisse il bisogno di nascondersi. È capitato poche volte che si sia confidato con lui, ma Kurt l’ha sempre attribuito ad un’insicurezza più che giustificata, non all’ipotesi che Dave potesse, effettivamente, non amarlo.
E se fosse stato davvero così?
Si prende la testa tra le mani, lasciandosi cadere sul materasso con un gemito sofferente.
Lui non ha idea di come sia, davvero, innamorarsi. Come potrebbe sapere se sia innamorato di Dave o meno?
La solita vocina petulante e fastidiosa, gli fa notare che, comunque, David non è chiaramente innamorato di lui, o non l’avrebbe tradito. E, improvvisamente, si sente di nuovo estremamente piccolo e inutile.
Si trascina in bagno con passo pesante, prendendo il pigiama e lo spazzolino di malavoglia. Si prepara velocemente, prima di infilarsi sotto le coperte senza neanche guardare che ore siano.
Nel momento esatto in cui una lacrima gli rotola lungo la guancia e viene di nuovo oppresso dalla sensazione di non essere mai abbastanza, decide che, la sera prima di andare a dormire, non deve assolutamente pensare a niente.
Si rannicchia un po’ di più sul materasso, al caldo; tira su col naso.
Non ci vuole molto perché si addormenti.


*


Si sveglia stiracchiandosi indolentemente, accorgendosi con un mormorio di approvazione di essere piuttosto riposato.
Lancia un’occhiata al cellulare che ha lasciato acceso sul comodino: ci sono tre messaggi e due chiamate perse. Tutti di David.

2.09
Dobbiamo parlare, rispondimi.


2.10
Che fine hai fatto?

2.11
Non puoi continuare a scappare, fammi spiegare!


Elimina i messaggi con una buona dose di fastidio, prima di alzarsi con uno sbuffo; non sono nemmeno le otto, e già gli è precipitato l’umore sotto i piedi.
Si fa una doccia veloce prima di andare a fare colazione, rinchiudendo David e i suoi messaggi in un angolo nascosto della propria mente; quando torna in camera, afferra velocemente la tracolla e la guida che ha comprato il giorno prima in libreria; ed è in quel momento che lo folgora il ricordo di Blaine.
Blaine, il ragazzo carino che è riuscito a fargli dimenticare David.
Blaine, a cui ha chiesto se si sarebbero potuti rivedere il giorno dopo – oggi, quindi.
Sente l’improvviso bisogno di tornare in bagno a controllare l’acconciatura prima di uscire nell’aria pungente della mattina; nota con una certa dose di soddisfazione che la libreria è di strada per arrivare in Piazza del Duomo – che ha scelto come prima meta la sera precedente – e si avvia con passo baldanzoso.
Tutta l’eccitazione si spegne nel momento esatto in cui vede le saracinesche abbassate sulla vetrina della libreria; si avvicina con espressione delusa, e si mordicchia il labbro inferiore con disappunto quando legge che aprirà solo alle 9.30.
Non può certo stare lì ad aspettare un’ora, sarebbe ridicolo.
E cosa dovrebbe aspettare, poi?
Il ragazzo carino. Inutile che provi a negare.
Arriccia il naso in una smorfia infastidita, chiedendosi quando, esattamente, la sua mente abbia cominciato a remargli contro.
Be’, com’è che si dice? Se non puoi batterli, unisciti a loro.
Raggiunge un compromesso che gli pare accettabile: passerà in libreria la sera, al ritorno dal giro turistico. Così eviterà di sembrare troppo disperato.
Credo che tu ti sia bruciato la possibilità di non sembrare troppo disperato quando gli hai chiesto una guida di Firenze in inglese.
Grazie tante.

Si sforza di ignorare la propria mente – si sente anche un caso clinico da ricovero, nel farlo – e si rimette in marcia, seguendo di buona lena le indicazioni del fido Google Maps.


*



Non ci mette molto ad arrivare in Piazza del Duomo, e l’unica cosa che può fare una volta lì, è spalancare gli occhi e imporsi di non fare lo stesso con la bocca.
Si guarda attorno con meraviglia, cercando di non sembrare troppo stupido: si ricrede immediatamente su qualsiasi cosa abbia pensato di Firenze fino a quel momento, perché ora gli sembra di tutto fuorché piccola. È vero, quella piazza sembra contenere a malapena l’imponente Cattedrale e l’altro edificio – Battistero di San Giovanni, lo informa la guida che ha cominciato a sfogliare freneticamente per cercare di capire seriamente come sia possibile una costruzione così maestosa, fiera – ma mentre li osserva, mentre segue con gli occhi i disegni intricati di marmo verde, bianco e rosso, si ritrova assurdamente a pensare che tutta la grandezza di Firenze sia stipata nel Duomo.
I suoi piedi lo trascinano in avanti, e si ritrova a circumnavigare la Cattedrale con gli occhi incollati alle strutture più alte, alla cupola, al Campanile di Giotto, alla Lanterna, e si sente piccolo, piccolo come non mai, ma in modo curiosamente piacevole. Gli ci vuole una mezz’ora abbondante prima di concludere il giro, e si mette immediatamente in fila per entrare.
Quando finalmente oltrepassa la soglia, non può fare a meno di incollare lo sguardo al soffitto e perdersi nei meandri di quella bellezza.



*


Dopo il Duomo è la volta del Battistero, e si incanta per almeno dieci minuti ad osservare le porte dorate; vorrebbe allungare le dita e sfiorarle, ma non osa.
Una volta entrato, si arrende alla consapevolezza che passerà quei giorni a Firenze col naso per aria: il soffitto del Battistero è decorato interamente da un mosaico a sfondo dorato, e sembra quasi illuminare tutto l’ambiente.
Un sorriso estasiato gli arriccia inconsapevolmente le labbra, e non può fare altro che guardarsi lentamente attorno, quasi girando su se stesso; davanti a cose del genere, è semplice credere che ci sia ancora qualcosa di decente nel genere umano.


*



La giornata scorre via molto più velocemente di quanto non vorrebbe; visita anche Piazza della Repubblica, Piazza della Signoria – gli ci vogliono davvero almeno quindici minuti prima di allontanarsi dalla copia del David che è lì esposta, perché non riesce a smettere di chiedersi come sia possibile che si vedano i tendini delle mani ad una statua – e Piazza Santa croce – si sente un po’ intimidito nel trovarsi davanti la statua di Dante, e la osserva con una sorta di rispetto che gli sembra dovuto –, e l’omonima Basilica in stile gotico che gli toglie piacevolmente il fiato.


*


Quando si ritrova in Piazza del Duomo e si fa praticamente violenza fisica per non tornare a visitare la Cattedrale, si accorge che, nonostante siano da poco passate le cinque del pomeriggio, il sole è già calato quasi completamente.
Ma soprattutto, si rende conto con un pizzico di sgomento di non aver pranzato.
Certo, ha fatto una colazione piuttosto abbondante, ma adesso comincia ad avere decisamente fame.
E poi si ricorda di Blaine, e dell’accordo che è riuscito a raggiungere con se stesso quella mattina; non che se ne sia mai completamente scordato, ma è stato capace di accantonarlo piuttosto efficacemente.
Ora che hai fatto il bravo turista, torna dal ragazzo carino.
E quella voce imperiosa dovrebbe proprio smetterla.
Si rassegna ad obbedire con un sospiro, perché in fondo è quello che vuole anche lui; in maniera assurdamente confusa, astratta, inconcepibile e folle. Ma ha voglia di parlare con Blaine.
Si avvia verso la libreria con calma, guardandosi attorno placidamente; è una cosa che i fiorentini non fanno, ha notato.
I turisti si riconoscono subito: passano tutto il tempo con lo sguardo verso l’alto, esattamente come ha fatto lui; i fiorentini, invece, preferiscono camminare di corsa col naso incollato all’asfalto. Insomma, come fanno a non accorgersi di tutto quello che li circonda?
Ci riflette un attimo, e arriva alla conclusione che, molto probabilmente, nemmeno lui a New York fa più caso a tutte le meraviglie che lo circondano; si ripromette con decisione che, d’ora in poi, ci farà più attenzione, prima di spingere la porta della libreria.
Il calore lo avvolge immediatamente in maniera piacevole, ma sale immediatamente al piano superiore senza farci caso, dove si trova il bar.
Il cuore comincia a battergli un po’ più velocemente nel momento in cui scorge una massa di ricci che volteggia tra i tavolini non troppo affollati, e si sente un po’ stupido prima di imporsi di non starci a pensare troppo.
Sta ancora decidendo se sia il caso o meno di avvicinarsi per salutarlo, quando gli occhi dorati di Blaine lo scorgono con uno scintillio entusiasta.
“Kurt!” esclama, raggiungendolo immediatamente.
“Ehi” risponde lui, un po’ meno convinto.
“Quando non ti ho visto, stamattina, ho seriamente pensato che ti fossi perso da qualche parte.” Blaine gli rivolge una smorfia giocosa, a cui Kurt risponde fingendosi offeso “Firenze non è abbastanza grande da potercisi perdere” ribatte convinto.
“Vero” ridacchia Blaine “Ma non farti sentire dai fiorentini” aggiunge, in tono cospiratorio “Tendono ad essere molto suscettibili.” Annuisce con aria saggia.
“Se lo possono permettere” sospira Kurt, sedendosi al tavolino libero più vicino “Con una città del genere!”
Blaine gli sorride con dolcezza “Sei arrivato solo da due giorni, e già ti ha conquistato?”
“Certo!” esclama Kurt con convinzione “Voglio dire, il David ha i tendini, Blaine, i tendini! Ed è una statua. E vogliamo parlare della Cupola del Duomo? Ho smesso di guardarla solo perché cominciava a girarmi la testa!”
Quando abbassa lo sguardo, arrossisce nel notare il sorriso dolce con cui Blaine lo sta scrutando, divertito “Ma come, non vuoi continuare a parlarmi delle mattonelle di Palazzo Vecchio?” gli chiede sarcastico, con una linguaccia.
Kurt alza gli occhi al cielo “Non sei simpatico” borbotta, fingendosi offeso.
Blaine si stringe nelle spalle “Be’, non posso essere bello, talentuoso e simpatico.” Sospira, con finta drammaticità.
“Giusto” annuisce Kurt con una punta di divertimento, prima di accorgersi di avergli implicitamente dato di bello. Non che non lo sia, ma forse non è il caso di sbandierare la cosa così ai quattro venti.  “Dunque, cameriere” continua velocemente, cercando di stemperare la tensione “Vuole continuare a fare conversazione o ha intenzione di cominciare a guadagnarsi lo stipendio?” gli chiede, con una finta aria di rimprovero.
Blaine si mette scherzosamente sull’attenti “Ai suoi ordini!”
Kurt si gratta il mento con aria pensosa “Dunque … Non ho pranzato” specifica, scrutando il soffitto “Cosa mi consiglia la casa?”
Blaine finge di pensarci “Panini. Abbiamo un sacco di panini.” Dice alla fine, annuendo con aria saggia.
“Vada per un panino, allora.” Risponde Kurt, con la stessa aria grave.
Blaine si morde il labbro cercando di nascondere un sorriso, prima di annuire e allontanarsi velocemente; quando torna, poco più di un minuto dopo, gli tende fieramente un piccolo piatto su cui sono adagiati due toast.
“Specialità fiorentina, eh?” lo prende in giro Kurt, addentando uno dei panini.
“Puoi scommetterci” ammicca Blaine, lanciandosi velocemente un’occhiata alle spalle “Finisco di occuparmi dei clienti. Tu … Resti qui?” per la prima volta sembra vagamente insicuro, e Kurt non può fare a meno di esultare interiormente; perché, poi, non lo sa nemmeno lui.
“Be’, se me lo chiedi così …” si stringe nelle spalle, e Blaine gli lancia un’occhiata allegra “Torno subito.”
Kurt non può fare a meno di osservarlo, tutto sorridente mentre serve i clienti della libreria; non pensa a Dave, non pensa a niente. Sente solo che gli si sta sciogliendo un nodo nello stomaco che non si è mai accorto di avere.
Sciocco romantico. Canticchia allegramente una vocina nella sua testa.
Per la seconda volta, ha la netta sensazione di essersi fregato con le proprie mani.



****



Note:
E' l'ottantesima volta che provo a pubblicare; vediamo se ce la faccio °-°
Dunque; spero che il rapporto Kurt/Dave sia diventato un po' più chiaro grazie all'aiuto della nostra fidata Rachel, perché è importante per lo sviluppo della storia :)
Ovviamente, grazie a Locked (andate a leggere le sue storie, meritano davvero!) e a tutte le personcine adorabili che hanno recensito lo scorso capitolo **
Seriamente, non so come dirvi che vi adoro. Profondamente *w*
Tante caramelle per tutti!
(Scusate, sono isterica; domani ho la simulazione di seconda prova [aka, 4 ore di versione di greco, yay!]; è anche per questo che ho pubblicato, direi. Ho bisogno di sostegno morale ç_ç)
Bene, basta; queste note sono troppo lunghe.
Vado a rintanarmi nel mio angolino, fatemi sapere, per favore! 
Un bacione a tutti!



 


 

 

  
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