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Autore: StellaBieber98    17/02/2014    6 recensioni
Justin: "Quando io ti amo e tu mi ami, siamo l'uno come lo specchio dell'altro,
e riflettendoci l'uno nello specchio dell'altro, vediamo l'infinito."
Honey: "La disse Buscaglia questa frase!"
Justin: "Lo so, ma mi fa pensare a noi! Tu sei il mio infinito!"
Disse, con la consapevolezza che quel sentimento sarebbe durato per sempre e ne ebbe la conferma quando Honey posò le sue labbra sulle sue e le loro lingue iniziarono a danzare su una sinfonia di dolci baci...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8 “Cosa vuoi per colazione tesoro?”

 

POV HONEY'S MOTHER

 

“Prego, faccio da sola!”

“Oh no signora, mi permetta di accompagnarla fino a casa! Non vorrà mica affaticarsi con tutte queste valigie?! Saranno come minimo...”

“Sette! Grazie per la sua gentilezza!”

“Sette?!”

“Non credo che ci siano problemi per un uomo forte e vigoroso come lei!”- gli dissi facendo gli occhioni dolci. Avevo imparato a farli da Honey, che me li sfoggiava quando era piccola, ogni volta che voleva un gioco che io non le volevo comprare! Il tassista si tirò indietro le maniche della giacca; poi aprì il portabagagli ed iniziò a tirare fuori le valige, una dietro l'altra. Erano così tante che occupavano anche i sedili anteriori. Era solo per questo motivo che avevo fatto il tragitto dall'aeroporto fino a casa seduta sul sedile del passeggero, altrimenti no lo avrei mai fatto! Io NON siedo nella maniera più assoluta dalla parte del passeggero per evitare qualsiasi contatto fisico o aereo con l'autista! Mi sistemai gli occhiali sul nasino all'insù e il velo rosa carne che si poggiava sul mio capo, alla maniera delle donne anni 80. Poi presi la mia porchette che si abbinava perfettamente alle mie scarpe e al mio vestito e passai oltre il cancello con il tassista che mi seguiva tutto affaticato! Il peso della bellezza si sentiva e lui lo stava provando in quel preciso momento: doveva sentirsi fortunato! In quelle valige c'erano gli ultimi modelli che avevo presentato alla mia recentissima sfilata che, modestamente, valevano più di lui. Il giardiniere mi salutò mentre io gli sorrisi vedendo che aveva seguito perfettamente i miei ordini: la siepe era stata potata, le rose innaffiate ed anche le mie margherite rosa. Mi aveva detto che era raro trovarle, ma io gli avevo risposto che non mi interessava, e che avrebbe dovuto comprarle a costo di prendere quelle bianche e dipingerle tutte!

Arrivai al portone d'entrata e mi fermai. Chiamai Cedric con un particolare Wouche Toki che serviva proprio per radunare la servitù. Lui dopo circa 5 minuti arrivò.

“Ben tornata signora!”

“Grazie Cedric... il braccio per favore!”- gli dissi con aria di superiorità.

Lui guardò in alto come per invocare qualche santo che lo proteggesse da me, ma nessuno lo avrebbe aiutato. Si era soli in questo mondo! Mi porse il braccio ed io mi ci appoggiai togliendomi le scarpe. Il mio parquet era di legno di ciliegio, estremamente pregiato e specialmente delicato. Non potevo sporcarlo con tutti i germi che avevano raccolto le scarpe per la strada. Entrai a piedi nudi in casa, mentre il tassista mi stava ancora seguendo.

“Si fermi!”- gli gridai mentre stava entrando...

“Che succede signora?!”

“Si tolga le scarpe se vuole entrare!”- gli dissi continuando a camminare e, senza degnarlo più neanche di uno sguardo, entrai in salotto.

“Ascolta amico, scappa finchè sei in tempo!”

“E lei chi è?”

“Il maggiordomo!”
Cedric e quel tassista stavano parlottando qualcosa e si scambiavano strane occhiatine. Okay, adesso basta.

“Cedric, dai la mancia al signore e poi preparami un bicchiere di Martini, ghiacciato!”

“Subito signora!”

Mi sedetti sul divano ma... la mia attenzione fu catturata da alcune macchie di sangue... sul MIO PARQUET!

“Cedric, Cedric corri, vieni subito qui!”- gridai in preda al panico.

“Signora, si sente male?”

“Cedric, le vedi anche tu quelle macchie di sangue?!”

“Em... si, signora. Ecco sua figlia...”

“Mia figlia?! Honey?! Che le è successo? Sta bene? Oh mio dio! Honey, Honey, dove sei tesoro?!”- dissi chiamando mia figlia.

“Signora si calmi, non è di sua figlia quel sangue, ma del suo nuovo fidanzato! Lo hanno picchiato e...”

“Oh menomale! Aspetta un attimo... Honey si è fidanzata con uno che è stato picchiato?!

“Si, signora e...”

“Cedric bando alle ciance! Dov'è mia figlia?”

“E' di sopra!”

“Bene!”- dissi io iniziando a salire le scale completamente infuriata con Honey. Ma come le veniva in mente di frequentare certa gente?! Ah, l'avevo cresciuta in modo troppo permissivo ed adesso era diventata una ribelle. Povera me...

 

POV HONEY

 

Quella notte non ero riuscita a dormire, anche perchè non c'erano state troppe ore per farlo, visto che Justin non smetteva di contorcersi dal dolore e fui costretta a chiamare il medico di famiglia, che mi aveva detto che Justin aveva una costola leggermente inclinata e che gli aveva dato un sedativo per non fargli sentire il dolore e farlo riposare un po'. Quando finì di spiegarmi la sua diagnosi, non potei fare a meno che provare una fitta al cuore e andare a stendermi vicino a lui per ascoltare i battiti del suo cuore, mentre lui dormiva profondamente, stordito dai medicinali. Presto fu l'alba ed io non potei smettere di pensare a noi. Eravamo così diversi eppure così simili... non avrei mai pensato di dirlo, ma quando ero con lui mi sembrava di toccare il cielo con le dita e poi quel bacio... fu l'esperienza più bella della mia vita. In realtà non avevo mai pensato all'amore, non ci avevo mai creduto. Pensavo che fosse soltanto un sentimento che illudeva gli uomini e che li conduceva al dolore. Per mia madre era stato così e anche per me, infatti entrambe ci eravamo costruite una corazza di cattiveria e superiorità proprio per non soffrire di nuovo. Eravamo diventate crudeli per non lasciar entrare i sentimenti e non rimanerne bruciate. Avevo sempre avuto una concezione distorta della vita, pessimistica direi, ma con Justin, tutto era cambiato... lo avevo baciato da poche ore, ne ero consapevole, ma era come se lui fosse stato l'unico guerriero ad essere riuscito ad espugnare la fortezza del mio cuore.

Ero immersa nei miei pensieri, quando mi accorsi che il petto di Justin iniziò a muoversi con un ritmo diverso; mi girai e vidi che mi stava guardando, con un dolcissimo sorriso sulle labbra. Il livido violaceo era ancora ben visibile, ma stava meglio. Aveva i muscoli facciali distesi e non contratti per il dolore e questo mi portò a sorridergli. Restammo per circa cinque minuti senza parlare... molti pensavano che il silenzio sia un vuoto da riempire a tutti i costi, anche con parole stupide o senza senso, ma ancora non sapevano che era più loquace di mille parole. Ci guardammo dritti negli occhi, poi io lo baciai dolcemente e lui ricambiò il mio bacio, poggiandomi le mani sulle guance e, quando ci staccammo, mi accarezzò il viso con le nocche.

“Come stai?”

“Meglio grazie. Hai dormito un po'?”

“Non molto a dire la verità!”

“Honey, mi dispiace... io non voglio accollarti anche i miei problemi!”

“Justin lo hai già fatto!”

“Lo so e ti chiedo scusa...”

“No, tu non ti devi scusare di nulla! Io dovrei scusarmi con te! Ho... distrutto la tua rosa, ti ho mandato quel messaggio orribile. Ho reagito d'impulso e non avrei dovuto...”- gli dissi prendendo le sue mani tra le mie e iniziando a piangere.

“Ti prego, non odiarmi!”- continuai, chiudendo gli occhi.

Justin mi accarezzò ancora la faccia e poi mi prese il volto tra le mani; mi fece chinare verso la suo faccia: eravamo così vicini che le punte dei nostri nasi si toccavano.

“Io ti amo Honey, non potrei mai odiarti.”- mi disse guardandomi negli occhi, ma poi fu costretto dal dolore a stendersi di nuovo. Io mi chinai di più e lo baciai nuovamente sulle labbra.

“Anche io ti amo!”- gli sussurrai a fior di labbra continuandolo a guardarlo negli occhi.

“Okay, bel giovane, cosa vuoi per colazione?”- dissi allegramente sedendomi accanto a lui per cercare di tirarlo un po' su di morale. Aveva gli occhi stanchi, povero amore mio!

“Non so, che offre la casa?”

“Allora posso prepararti... fette biscottate e marmellata, marmellata e fette biscottate oppure... no, oppure niente, non sono una gran cuoca! Che prendi?”

“Vediamo, mi piacerebbe mangiare: fette biscottate e marmellata!”

“Ottima scelta tesoro!”- dissi sorridente.

Mi alzai per scendere giù in cucina, quando ad un tratto sentii la voce di mia madre che mi chiamava dal piano di sotto. Lei salì velocemente le scale e poi entrò nella stanza dove eravamo io e Justin. Guardò prima me, poi lui...

“Honey...”

“Mamma posso spiegarti tutto!”

“Va bene ti ascolto, inizia a parlare e non omettere nulla!”- mi disse seccata e sfinita contemporaneamente....

 

MI LEGGI? <3

Allora ragazzi questo è il capitolo, ho cercato di seguire il più possibile i consigli che mi avete dispensato nelle recensioni. Spero tanto che vi piaccia! Volevo solo dirvi che in questa settimana sono piena di interrogazioni però molto probabilmente il prossimo capitolo lo metterò o venerdì o sabato... spero che troviate la lettura piacevole e che la storia vi stia piacendo. Mi raccomando, lasciate tante recensioni, ci tengo a sapere che ne pensate! ;-) Un bacione, Stella :-*

  
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