Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: Marty_99    17/02/2014    2 recensioni
"Bene signor Penniman, cosa desidera mangiare per colazione?" chiesi sorridente con una grossa padella in mano
"Te" rispose socchiudendo gli occhi malignamente. Poi improvvisamente mi si lanciò addosso e mi prese in braccio, mi portò in camera e mi lanciò sul letto, dove si lanciò anche lui ignorando le mie scherzose proteste. Cominciammo a ridere ed io mi coprì i il viso con la padella che ancora reggevo in mano.
"Leva questa cosa!" gridò ridendo
"No! Tu sei cattivo! Va via!" piagnucolai.
Lui afferrò il manico della padella e me lo strappò di mano. Poi si alzò in piedi con la padella sollevata sulla testa urlando
"VITTORIA! SONO IL RE DEL MONDO!". Risi, gli afferrai i boxer arancioni e lo tira i giù, di nuovo su di me.
"Vieni qui, Re del mondo"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Rimanemmo soli. Il suo sguardo passò dalla porta a me, di fuoco, così rovente da farmi sciogliere al momento. Così ghiacciato e distante, da farmi desiderare di accucciarmi a terra e morire lì, in silenzio, lontana dal mondo. Ma dovetti essere forte, e sostenere il suo sguardo, anche se era così strano, così lontano e distaccato... Non ce la feci. Lo abbassai, e mi avviai verso la stanza dove poco prima mika aveva chiamato fortune. Entrai, lo trovai appoggiato al tavolo della cucina, con la testa tra le mani e le lacrime che scendevano silenziose, formando una piccola pozza bagnata proprio sotto la sua testa china. Distolsi lo sguardo, e mi sedetti al tavolo anch' io, aspettando mika. Dopo lunghi, lunghissimi istanti, entrò dalla porta, con lo stesso sguardo di ghiaccio e fuoco. Si sedette di fronte a me e mi guardò con disprezzo e delusione, poi disse "è vero?". Non diede ulteriori spiegazioni, ma entrambi sapevamo a cosa si riferisse. "No" risposi, sinceramente. "E allora, cosa è successo?" chiese, sempre con calma innaturale ma con una nota di amarezza nella voce. In quel momento fortune alzò lentamente la testa, con il viso inondato di lacrime "sono stato io. Lei non ha fatto niente. Mi ha sempre rifiutato, ma io senza di lei non so stare, senza di lei non sono niente. Prenditela con me, Emily davvero non c'entra. Ti prego, arrabbiati con me, picchiami, non opporrò alcuna resistenza, ma ti prego, ri scongiuro, non prendertela con lei." Un momento di calma, prima della tempesta. " e secondo te, io dovrei crederti?" chiese mika. Fortune storse il naso, evidentemente sorpreso ,poi disse "si". "E allora, di chi devo fidarmi se mio fratello mi pugnala alle spalle, se la mia ragazza mi tradisce?". Avrei voluto dire qualcosa, qualcosa per scagionarmi, per difendermi, per fargli capire che non avevo fatto niente, ma le parole mi morirono in gola, bloccate dalla paura. "Allora?" chiese nuovamente Mika, con calma. Nessuno dei due rispose, così ripeté a voce più forte "ALLORA?". Fortune aprì la bocca per parlare, ma la richiuse quasi subito, chinando nuovamente la testa. "Come pensavo" bisbigliò mika "vattene fortune, e non farti vedere mai più". Con le lacrime agli occhi, fortune si alzò ed uscì dalla porta, con passo strascicato. Quando sentii la porta di casa chiudersi mi rivolsi a mika "Amore, io..." "amore un corno" rispose, duramente "non mi aspetta o questo da te. Ridammi l'anello, e ringrazia che non ti caccio di casa, ma solo perche non avresti posto dove andare". A queste parole atroci si girò ed andò in camera da letto, sbattendosi la porta alle spalle. Corsi sul divano, piangendo. Perché a me, che non avevo fatto niente? Perché io, che pur innocente, venivo punita come la peggiore delle colpevoli? Perché non avevo detto niente a mika, sul fatto che ero innocente? La serata passò tra lacrime e singhiozzi. Mika era chiuso in camera sua, e non dava segno di esistere. Le domande mi affollavano la mente, e mi sembrava quasi di esplodere. Alla fine la risposta arrivò. Perché non avevo detto niente per difendermi? Perché, in fondo, ero sempre stata innamorata di fortune, e, ancora più in fondo, mi sentivo tremendamente colpevole. La verità arrivò dura come la pietra, fredda come il ghiaccio. La verità era che io amavo fortune. Le lacrime smisero di scorrere ed io mi addormentai, certa di cosa avrei fatto l'indomani. Un'ombra scura mi passò davanti, illuminata dalla luna. Inizialmente non capii cosa fosse, ma una volta messa a fuoco la figura capii che era Mika, che mi fissava con sguardo perso. Mi alzai, sorpresa di vederlo avanti a me, rigido come una mazza e con volto duro ed immobile "cosa fai qui?" gli chiesi. Non mi rispose, ma rimase immobile, con lo stesso sguardo duro e le braccia un po distaccate dal corpo, le mani che reggevano due oggetti. Tentai di capire cosa fossero, ma riconobbi solo un foglio di carta nella mano sinistra. Quando finalmente mi guardò, lanciò il foglio di carta verso di me e atterrò lentamente sul divano. Lo vidi muovere le labbra susurrando qualcosa, ma non capii. Lentamente avvicinò la mano destra alla testa, poggiando l' oggetto che manteneva proprio sulla tempia. Non servì a niente che mi lanciassi verso di lui per impedirgli il gesto, non servì a niente. Il grilletto era stato premuto, il proiettile era già partito, ed un colpo assordante mi perforò i timpani. TRE GIORNI DOPO. Presi il foglietto e lo lisciai. Era bagnato di lacrime, ma come poteva essere altrimenti? Mi schiarii la voce, e cominciai a leggere davanti a tutti i presenti, con voce rotta dalle lacrime. -se ora siete qui, a piangere per me, non pensate che sia colpa di nessuno, se non di me stesso. Il mio amore era troppo grande per essere contenuto dentro un solo corpo, così ho deciso di donarne un po a ciascuno di voi, soprattutto a te Emily, che porti in grembo mio figlio. Abbi cura di lui come io ho avuto cura di te, e donagli un padre, se troverai l' uomo giusto. Probabilmente ora siete tutti seduti sulle panche di una squallida chiesa, tutti vestiti di nero. Ma non voglio che voi siate tristi per me, che sono passato finalmente in un mondo migliore. Un bacio enorme a tutte le mie fan, che mi hanno sempre aiutato e sostenuto. Ragazze, vi adoro. Credo di aver detto tutto, tranne una cosa. Fortune ti perdono, fai essere felice Emily e donale lo stesso amore che le avrei donato io, e donane anche a nostro figlio, fa come fosse tuo. Grazie dell' amore che mi avete donato durante il corso della mia vita, grazie di tutto, grazie di quello che avete fatto per me. Grazie, ma la mia vita così era inutile. Sarei stato solo l'ombra di quello che ero, senza te, Emily. Ti Amo-
  
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