Rieccomi
qua con un’altra one-shot!
Finalmente
mi è venuta l’ispirazione, e così ho pensato di scrivere qualcosina.
È il classico episodio su Ron e Hermione, non avviene né in un momento né per
un motivo preciso, l’unica cosa che posso dirvi è che è molto
molto triste, ma sono portata per questo
genere ^__^
L’ho
scritta ascoltando “Iris” dei Goo Goo Dolls…
Spero che
vi piaccia!
Un
bacione
Sara
_È un
solo chap, non c’è continuo_
^__^
*Iris*
..And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now..
.And all I
can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight
And I
don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am
And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive..
Iris (Goo Goo Dolls)
Alzo
lentamente lo sguardo.
Lei è lì,
che mi guarda con quegli occhi color cioccolato, pronta a sorridermi… come sempre.
Mai una
volta l’ho vista triste, mai una volta rassegnata, mai una volta
pensierosa.
Da quando
Voldemort ha avuto la meglio, e il mondo magico è sotto il suo potere, lei è
l’unica a sorridere.
L’unica
che riesce a trovare la forza per continuare e andare avanti.
Anche
Silente, che di solito non perdeva mai la speranza, sembra aver abbandonato
tutto, si è semplicemente lasciato trascinare dal mare della malinconia, una
sorta di depressione che lo rende più vecchio che mai.
Era
l’unico su cui potevamo contare, e adesso… cos’è diventato?
Un altro
appartenente alla massa dei rassegnati, un altro troppo debole per contrastare il dolore, ecco cos’è diventato.
L’Ordine
non esisterebbe più se non fosse per lei. Siamo rimasti in pochi, ma cerchiamo
di tirare avanti con le energie rimaste.
Harry?
Bè, è con
noi. Ce la sta facendo, il nostro eroe.
Non se
n’è andato neanche questa volta, ha affrontato la situazione di petto, e ha
abbattuto quel muro di superstizione che la profezia aveva creato.
Voldemort
ha vinto e Harry ha sofferto, ma ce l’ha fatta. Ha
combattuto senza mollare mai la corda, per raggiungerci… infine.
Fisso
ancora una volta i suoi occhi felici, e per la prima volta dopo che tutto
questo è accaduto, mi sento veramente felice anch’io. In realtà… vederla così,
di fronte a me, ancora allegra e sorridente, mi rende la persona più felice di questo mondo.
Ancora
non mi sembra vero che siamo riusciti ad arrivare fino
a qui, che siamo ancora una volta riusciti a pensare a noi due.
Io e
Hermione.
È una
vita che ci facciamo problemi.
Le prendo
le mani sottili e sorrido anch’io. Lei mi guarda ancora per un po’ dopo di che
mi stringe la mano destra e lentamente se la porta alla bocca. La bacia
dolcemente e la riabbassa.
È in
momenti come questo che mi rendo conto di quanto sia
importante per me, ma se c’è una cosa che mi fa male più di altre… è il fatto
di averla ignorata per così tanto tempo.
Le
sofferenze di Harry mi hanno aperto gli occhi più di qualsiasi altra cosa, e
finalmente riesco a guardare il mondo in faccia.
Prima
cercavo sempre qualcosa che mi parasse gli occhi,
qualcosa che mi impedisse di affrontare la realtà e di vederlo, il mondo. Ero
timido… tanto timido, prima.
In parte
era una cosa molto utile, in quanto funzionava molto bene come scusa ai miei
insuccessi con le ragazze, ma in parte è stata la mia maledizione…
Mi ha
nascosto Hermione, mi ha impedito di vederla per com’era veramente, facendomi
capire che non sarebbe stato altro che un problema per me.
Ma
adesso che la timidezza se n’è andata, posso finalmente vivere e dedicarmi al
recupero del tempo perduto.
Così,
senza neanche rendermi conto di quello che sta succedendo, sento una lacrima
scorrere sulla mia guancia, e tuffarsi subito dopo dal mio mento.
Abbasso
lo sguardo velocemente, non voglio che lei mi creda così debole, ma non ce la
faccio più a tenere tutto dentro. Se proprio mi
vergogno posso andare via, ma non chiedere a me stesso di ricacciare indietro
le lacrime ancora una volta.
Faccio
per coprirmi gli occhi con la mano, ma prima che possa anche solo spostare il
braccio di un millimetro, lei lo ferma e cerca il mio
sguardo piegandosi verso di me.
L’atmosfera
è così irreale qua dentro, che mi sembra di essere in un sogno. E sarebbe un brutto
sogno se non ci fosse Hermione, qui con me.
Siamo a
Hogwarts, Sala Grande. Naturalmente è deserta, qui non ci
mette più piede nessuno da almeno un anno. Ci sono ragnatele dappertutto
e l’aria è densa, quasi irrespirabile.
Quanto mi
manca Hogwarts. I banchetti, Halloween, i dolci di Mielandia, gli Elfi, il
becchettare continuo di Calì e Lavanda, i miei doveri
di prefetto… perfino Malfoy.
Tiro su
col naso e mi asciugo gli occhi con la manica, mentre
lei mi lascia l’impronta di un bacio sulla guancia. Rialzo nuovamente lo
sguardo e, quasi involontariamente, le carezzo i capelli.
Lei si
avvicina, e sento il suo corpo premuto contro il mio, stranamente rilassato.
Chiudo
gli occhi e così fa lei.
È così vicina… sento il suo respiro mescolarsi con il mio e le punte dei
nostri nasi sfiorarsi. Mentre un’altra lacrima attraversa la mia guancia le mie
labbra bagnate toccano le sua, le mie mani finiscono
automaticamente sui suoi fianchi.
La bacio,
e lei sorride.
Improvvisamente
però mi allontano. La sto baciando, la sto toccando.
Mi sembra quasi un peccato.
Ho paura
di non aver ancora scontato la mia pena, l’ho ignorata per un sacco di tempo, e
adesso è tutto così facile…
Hermione
mi fissa con aria interrogativa, poi però sembra
capire e mi ritira verso di sé, come se non fosse successo nulla. La guardo e
solo adesso capisco che lei è l’unica che mi abbia mai considerato veramente.
Così la
bacio di nuovo, anche se questa volta non la tocco, le
mie mani sfiorano appena il suo maglione.
L’importante
è che sappia quanto la amo.
In questo
momento i gesti e le parole non servono a nulla, mi basta averla accanto a me,
mi basta vederla.
Dopo
qualche secondo, l’orologio della torre est rintocca le tre.
Stacco
dolcemente le mie labbra da quelle di Hermione e la guardo. Alle quattro
dobbiamo essere al Quartier Generale.
Lei
sembra dispiaciuta, ma assume il suo solito cipiglio severo
quando io scuoto la testa. Non voglio andarmene, non mi
importa niente di quelle maledette missioni stasera.
Voglio stare con lei per sempre, non ho intenzione di lasciarla neanche
un secondo…
Così
mentre lei scuote il capo rassegnata la stringo a me
con tutta la forza che ho, mettendole una mano tra i capelli ed assaporandone
il profumo. Hermione però mi respinge, e mi guarda con un misto di severità e
compassione.
Sono
colto da un altro fremito e gli occhi mi si riempiono nuovamente di lacrime,
anche se contro la mia volontà. Quasi senza che me ne accorga
lei si riavvicina lentamente a me, come se vedermi piangere le facesse
abbassare la guardia, e stavolta è lei a mettermi una mano tra i capelli. La
stringo sempre di più a me.
Potrebbe
crollare il mondo, potrebbe succedere qualsiasi cosa,
ma non voglio tornarmene a casa.
Non
stasera.
Lasciate
un commentino-ino-ino... Come dice Nightmare, sapete quanto una recensione faccia piacere a uno scrittore, e poi impiega al massimo un
minuto del vostro tempo!
Grazie
anche a tutti quelli che hanno recensito a “Per mio figlio”!
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