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Autore: Rayon_    18/02/2014    1 recensioni
Shannon era una ragazza sola. Shannon era una ragazza fragile. Shannon era una ragazza senza un buon motivo per doversi alzare dal letto la mattina.
[...]
Shannon era una ragazza sola. Ma poi era arrivato Travis.
Shanno era una ragazza fragile. Ma poi era arrivato Travis.
Shannon era una ragazza senza un buon motivo per doversi alzare dal letto la mattina. Ma poi era arrivato Travis.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Shannon era una ragazza sola. Shannon era una ragazza fragile. Shannon era una ragazza senza un buon motivo per doversi alzare dal letto la mattina.
Shannon ogni mattina si svegliava sola, i genitori erano già a lavoro. Saltava la colazione, e andava a scuola a piedi fumandosi una sigaretta.
Shannon odiava andare a scuola. Odiava i professori, odiava i compagni, odiava gli intervalli in cui era costretta a nascondersi in un angolo sconosciuto per potersi fumare una sigaretta in pace.
Shannon quel giorno non poté isolarsi lì perché il suo angolo era occupato da un ragazzo con gli occhi scuri quanto i capelli. Shannon si avvicinò di poco, senza mai alzare lo sguardo, e gli diede la schiena.
«Sei nuova?» Fu costretta a girarsi alla domanda del ragazzo, ma non parlò, si limitò a scuotere la testa con gli occhi bassi.
«Non ti ho mai vista in giro.» Nessuno la vedeva mai in giro, nessuno aveva bisogno di lei. 
Nessuno si accorgeva di Shannon che a pranzo restava in classe e che teneva i maglioni lunghi e larghi anche in estate. A nessuno importava di Shannon.
Il ragazzo si chiamava Travis. Aveva i capelli neri come quelli di Shannon e come gli occhi di entrambi. Era alto e aveva un fisico normale, da quando si poteva vedere dai vestiti. Aveva la pelle ambrata e il viso asciutto e definito.

Il giorno seguente lo trovò di nuovo lì, nel suo angolo. Si avvicinò di poco e gli diede le spalle.
«Sei di terza?» Come il giorno precedente si limitò a voltarsi, questa volta annuì.
«Comunque io sono Travis, sono di quarta e sono arrivato l’altro ieri qui.»
“Se non vuoi rovinarti la reputazione stammi lontano” avrebbe voluto dirgli Shannon, ma non aveva ne il coraggio ne le forze per parlare.

Passarono tre settimane. ogni giorno Shannon lo trovava lì, e ogni giorno aspettava la domanda.
E ogni giorno Travis le faceva una domanda. Aveva scoperto il suo nome. Aveva scoperto tutto ciò che solitamente di una persona si conosce in un giorno.
Aveva anche notato i suoi lividi e sapeva che nascondeva qualcosa, ma non aveva mai chiesto niente.

«Ti va di uscire questa sera?» Era la ventottesima domanda. Shannon non ebbe nemmeno il coraggio di voltarsi, sia per i vari lividi che avrebbe rivelato sul volto.
«Non mi parlare. Cercati qualche amico, vai da quelli della squadra di football e fatteli amici. Ti meriti di più.» Non finì nemmeno la sigaretta e si allontanò, Shannon. Si allontanò dal suo posto e da una delle poche persone che le si erano avvicinate.
Travis non le rispose, non la inseguì.

Shannon stava camminando per il corridoio quasi vuoto quando la voce di Matt, il classico ragazzo modello della scuola, la bloccò.
«Oggi ho voglia di sfogarmi, sai.» Shannon non capì cosa volesse intendere. Solitamente quando diceva così intendeva sesso o violenza.
«Ma non servi a me. C’è il solito rito di tutti gli anni, quello per scoprire chi veramente ha le palle.»
Shannon se ne era quasi dimenticata. Si era quasi dimenticata che ogni anno un paio di sfigati venivano presi per farsi tirare un pugno allo stomaco.
Shannon non parlò, aveva imparato a stare zitta e a non reagire.
Si lasciò trascinare nel parcheggio del seminterrato, ormai fuori uso.
Ad aspettarli c’erano Gaz, un ragazzo omosessuale di terza, già seduto a terra dolorante, e qualche ragazzo di cui Shannon non vide il volto a causa dello sguardo basso.
Matt la sbatté al muro.
«Tocca a te.» Shannon vide un ragazzo avvicinarsi, non lo guardò negli occhi. Si piegò a metà dal dolore quando le sue costole furono colpite, le venne da vomitare ma dato che non mangiava da giorni non ne uscì niente.
«Andata. Avanti Travis.» Quando sentì quel nome alzò in fretta gli occhi per poi abbassarli un po’ delusa e un po’ stupita. Non sapeva se essere felice perché Travis l’aveva ascoltata o triste perché era l’ennesima persona che la stava abbandonando.
Travis si fermò davanti a Shannon, indeciso. Voleva trovare una scusa per non ferire Shannon.
«Non picchio le donne.»
Shannon continuò a guardarsi i piedi.
«Nobile da parte tua, ma non ci interessa.»
Travis si torturava le mano guardando la testa bassa di Shannon, cercando di nascondere l’agitazione.
«Muoviti.» Ordinò Shannon muovendo appena la bocca.
Improvvisamente afferrò un po’ di coraggio e alzò la testa. Gli occhi di Shannon erano lucidi.
«Credi che sia la prima volta per me? Fallo, tirami quel cazzo di pugno e vattene!»
Matt rise dietro a Travis. Shannon chiuse gli occhi mentre incassava il colpo e si accasciava a terra, accanto a Gaz.

Passò un mese. Shannon andava sempre nel suo angolo, ma Travis non c’era più. Travis era al centro del cortile con i suoi amici. 
Ne passò un altro, ogni tanto Shannon lo trovava di nuovo lì. Gli dava sempre le spalle, ma lui non aveva più domande da farle, era troppo superficiale per sentirsi in colpa.

Passò un altro mese, Travis veniva sempre più spesso nell’angolo. Stava sempre zitto, dietro a Shannon.
E intanto Shannon continuava la sua vita. Aveva persino imparato a fare delle belle scritte con la lametta sulle sue gambe. E ormai ficcarsi le dita in gola non le provocava più alcuna sensazione.
Shannon era sempre più pallida.

Passò un’altro mese, niente era cambiato. Shannon stava camminando nel corridoio quando si sentì strattonare.
«Che ne dici di venire con me?» Era Matt.
Shannon si lasciò trascinare nel bagno dei maschi, non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima. Arrivarono nella stanza lurida e puzzolente, dove un paio di ragazzi li stavano aspettando.
Shannon non fiatò nemmeno quando la lingua di Matt le strisciò sul collo, nemmeno quando le sue mani si insinuarono nella maglietta.
La porta del bagno si aprì, entrambi rimasero stupiti. A quell’ora del pomeriggio non c’era mai nessuno oltre a loro.
Shannon lo vide, eccome se lo vide. Era Travis.
Matt non gli diede conto e continuò il suo gioco mentre lei gridava aiuto con gli occhi verso quel ragazzo con gli occhi scuri che si lavava le mani indifferente.
Travis la vide, eccome se la vide. Era Shannon.
Aveva visto le mani di Matt sotto la sua maglietta e i suoi occhi feriti. E il senso di colpa lo stava schiacciando.
«Matt, lasciala.» Tutti si girarono. Gli amici di Matt smisero di ridere.
«Travis, ti vuoi unire?» Lui scosse la testa.
«Andiamo, lasciala stare.»
Travis aveva osservato Shannon nelle ultime settimane. L’aveva osservata da lontano e aveva imparato a conoscerla. Aveva capito che sapeva resistere a tutto e voleva lasciar correre. Ma il senso di colpa lo stava schiacciando.
Travis continuò a sfidare Matt che improvvisamente si stacco da Shannon e lo buttò a terra con lei.
Shannon nemmeno sentì i colpi che le venivano dati, talmente era assortita nel guardare come Travis incassasse calci e pugni senza reagire.
Travis stava fermo e sopportava il dolore capendo per la prima volta cosa aveva provato Shannon per anni.
Poi ci fu il silenzio. Matt e i suoi amici se ne andarono.
Si sentirono solo un paio di singhiozzi di Shannon che rimbombarono sulle piastrelle bianche.
Shannon stava provando ad attutire il dolore, interiore ed esteriore, conficcandosi le unghie nelle guance secche, come da abitudine di un’autolesionista.
Travis era ancora impassibile, solo vedendo cosa aveva fatto a quella ragazza gli occhi si inumidirono.
Travis stette fermo, non sapeva cosa fare.
Shannon spinse con più forza, cominciò ad uscire sangue.
Travis se ne accorse e strisciò come meglio poteva fino a lei, rannicchiata nell’angolo.
Nonostante il dolore lo trafiggesse ovunque alzò il braccio e aggrappò la mano a quella sporca di sangue sulla guancia di Shannon. La tirò via dai segni rossi, se la prese e la intrecciò alla sua.
«Mi dispiace Shann. Sono stato un coglione.»
Shannon prese a piangere più forte.
«Puoi dirlo.» Sputò con cattiveria. Non ce la faceva, non ce la faceva più. Provò a riprendersi la sua mano la Travis la tenne con le poche forze che aveva. E pensò di meritarsi tutti quei lividi.
«Ti sei avvicinato a me. Mi hai fatto credere di essere un minimo interessato. Ti ho detto di andartene e tu non hai neanche pensato di non farlo, mi hai stupidamente dato ascolto. Te ne sei andato e hai fatto finta di nulla per mesi. Sei stato dietro a Matt per tutti questi mesi, ti ho visto più di una volta a guardarmi mentre gli altri mi picchiavano, sai? Sei disgustoso. Hai presente quando ti ho detto che meritavi di più? Tu non meriti un cazzo.» Shannon strattonò la sua mano e cercò di alzarsi per andarsene. Travis si aggrappò a lei facendola cadere sulle sue gambe. Sentì il dolore, ma non gli importò.
Shannon continuò a piangere, pianse tutte le lacrime che aveva impregnando la maglietta di Travis e sporcandola di sangue. Travis le accarezzò il capo mentre in silenzio cercava qualcosa di utile da dire. Anche se non aveva scusanti per quello che aveva fatto.
Passarono tre ore e nessuno si mosse, Shannon aveva finito le lacrime e le sue guance erano consumate.
Travis voleva aiutarla, voleva salvarla, voleva farle scoprire il mondo, voleva impegnarsi per colmare il male che le aveva fatto.
Travis aveva pensato in silenzio e ora sapeva cosa dire, non ne era mai stato così certo.
«Ti amo Shannon.» Aveva preparato ul lunghissimo discorso in quelle ore, ma non se la sentì più di parlare quando gli occhi della ragazza incorciarono i suoi.

Shannon era una ragazza sola. Ma poi era arrivato Travis.
Shanno era una ragazza fragile. Ma poi era arrivato Travis.
Shannon era una ragazza senza un buon motivo per doversi alzare dal letto la mattina. Ma poi era arrivato Travis.
E Travis la salvò, consapevole che lei lo aveva salvato per prima.







Hey there.
Buna sera pupe. :)
So che mi odiate perché invece di stare qui a scirvere cavolate dovrei aggiornare la fanfiction. :)
Sorratemi, avevo voglia di scrivere una os un po' drammatica che non centrasse con i One Direction. :)
Bene, niente da dire, spero che questo colpo d'ispirazione abbia portato a qualcosa di buono.
Mi sono fatta prendere dalle brevi stori strappalacrime che si leggono su tumblr e ho voluto provare a scriverne una, anche se come al solito è venuta più lunga di quando desiderassi.
Ah si, ultima cosa, se vi piace questo genere sappiate che sto mettendo giù i primi capitoli per la prossima fanfiction. E' su Zayn, anche se si cambiasse il nome potrebbe essere con personaggi inventati perché gli accenni a lui nella sua vita reale sono pochissimi. Il nome della protagoniosta è Shannon, nome di cui mi sono evidentemente innamorata, e questa os potrebbe essere un piccolo spoiler. Bene, me ne vado.
Se volete contattarmi fuori da efp mi trovate su
 twitter, tumblr1, tumblr2 e facebook.
Baci, Rayon.

  
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