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Autore: Nanek    18/02/2014    11 recensioni
Ashton Fletcher Irwin: Serpeverde.
Calum Thomas Hood: Grifondoro.
Luke Robert Hemmings: Serpeverde.
Michael Gordon Clifford: Grifondoro.
Tethy Berenice Juno Clifford: Grifondoro.
Tratto dalla storia:

Si voltò verso il ragazzo più alto, il ragazzo che le aveva sorriso solo una volta, il ragazzo dagli occhi azzurri e dall’animo nero.
Tethy aveva la mano a mezz’aria, quasi intenta a porgergliela, ma i lineamenti duri di Luke, gliela fecero ritrarre, portandola lungo il fianco, facendole abbassare lo sguardo, intimorita come non mai.
«Luke Robert Hemmings» disse una voce profonda davanti a lei, e una mano si fece vedere sotto i suoi occhi.
Deglutì ancora, si morse il labbro inferiore, e alzando i suoi occhi su quelli di Luke, riavvicinò la mano, alla sua: una stretta che poteva sembrare una carezza, si toccarono quasi per sbaglio, nessuno dei due strinse, nessuno dei due esitò a concludere in fretta quel gesto, come se le loro mani, toccandosi, bruciassero.
E lei, sapeva bene il motivo di tale bruciore: Serpeverde e Grifondoro, Puro sangue e Mezzosangue, una vergogna.
Trailer https://www.youtube.com/watch?v=ftIiIhRYZHk
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15

As long as you love me

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'Cause when you love me, I can feel it 
When your heart beats, I can hear it 
Be glad, don't say a word 
Don't say no, girl, I'm all yours 
Love me like you do
Hold me tight and don't let go 

Hogwarts, 2 dicembre 2013.

È passato un mese da quella fatidica prima prova.
È passato un mese da quell’episodio in infermeria.
È passato un mese e, ovviamente, Luke Hemmings non le ha più rivolto la parola.
Forse è troppo impegnato, essere un concorrente del Torneo Tremaghi non è cosa da poco, i giornalisti sono sempre in giro per la scuola nella speranza di intervistare il più possibile i tre ragazzi che si sfidano per la Coppa: sono curiosi, sono assetati di notizie, questo Torneo è anche più intrigante del solito, dato che è stato organizzato, dato che un concorrente ha salvato una studentessa che non doveva salvare, dato che lo studente in questione è il tanto acclamato Luke Robert Hemmings, Serpeverde, Purosangue, mentre lei è una studentessa dei Grifondoro, Mezzosangue e dal nome troppo difficile da ricordare. Non ha importanza chi è lei, l’importante è lui, il ragazzo dai capelli color dell’oro e gli occhi azzurri, il ragazzo più temuto dall’intera scuola, il ragazzo che sta affrontando sfide incredibili organizzate dalla sua stessa famiglia, il ragazzo che non parla mai, che non lascia troppe parole ai giornalisti, che regna nel silenzio, che si lascia scappare solo qualche sguardo inquietante e un sorrisetto beffardo: lui è il bersaglio preferito dai giornalisti, lui è il misterioso, lui è quello che vogliono.
Ma lui non vuole loro e fa di tutto per evitarli: si nasconde in biblioteca, si nasconde in guferia, cerca di scappare da loro, ma molto spesso i suoi tentativi falliscono miseramente.
E Tethy crede sia questa la ragione per la sua assenza, è sicuramente per questo che non le parla da un mese, è sicuramente per questo che non ha tempo da dedicarle, deve scappare, deve nascondersi…
O forse, deve nascondere lei, dato che la parola “Mezzosangue” associata ad un Serpeverde, sembra la cosa più assurda al mondo, sembra un’eresia: Luke si vergogna di lei, si vergogna del sangue che scorre nelle sue vene, si vergogna delle sue origini, ne è certa, non ha dubbi, è così palese.
Come può sbandierarla ai quattro venti? Come può mostrarla al mondo intero sapendo quanto rovinerebbe la sua immagine, sapendo quanto deluderebbe la sua famiglia? Lei lo sa che lui si vergogna, lo sa che per lui l’onore viene prima di ogni cosa e tutto questo la innervosisce, la fa arrabbiare, le fa desiderare di non essere mai nata, le fa desiderare di poter tornare in quell’arena, per essere ammazzata da quel Drago, mettere fine a questa situazione, a queste sofferenze che lui le provoca stando lontano, lei vuole sparire, vuole andarsene, è al limite della sopportazione.
E Tethy, da un mese, non fa altro che piangere di notte, quando è sola, quando non c’è Calum a distrarla, lei piange e si chiede perché: perché è una Mezzosangue? Perché lui deve essere un Purosangue della Casa Serpeverde? Perché proprio a lei questo destino crudele? Perché non a qualcun altro? Cos’ha fatto per meritarselo? Cos’ha fatto per ridursi così? A cercare incantesimi su come essere una Purosangue, a cercare un possibile aggancio tra sua madre e il mondo della magia, a cercare l’assurdo pur di essere all’altezza di Luke, solo per lui e nessun altro.
E si sente stupida Tethy, si sente la ragazza più assurda al mondo, perché in realtà, l’unico a sbagliare è lui: cosa gliene importa del suo nome? Cosa gliene importa del suo sangue? Non può bastarle lei e basta? Lei come Tethy Berenice Juno Clifford? Lei che darebbe qualsiasi cosa pur di sembrare la perfezione davanti ai suoi occhi? Lei che, insomma, lo ama più di se stessa? Lo ama a tal punto che vorrebbe cambiare quel che è solo per compiacerlo? Questo non gli basta? L’amore non gli basta? Il suo è Amore a tutti gli effetti, è un sentimento così potente, così forte, in grado di farti sentire in pace con ogni cosa che ti circonda: non gli basta questo? Non è sufficiente?
No, non lo è per niente.

«Tethy, svegliati! Per piacere, concentrati!» la richiama dai suoi pensieri una voce e una gomitata sul braccio: Calum è seduto alla sua destra, sono in biblioteca a ripassare alcune pozioni e lei sta ancora fissando il vuoto, si è persa ancora nei suoi pensieri, si è persa senza rendersene conto lasciando il suo amico solo, a parlare con un muro, sta spiegando queste cose per lei, dato che i suoi risultati sono poco soddisfacenti.
«Ci sono, Cal, ci sono» borbotta lei, buttando l’occhio sui suoi appunti, neanche si ricorda che pozione stanno ripassando, neanche si ricorda come si prepara.
«Dici che esiste una pozione per far cambiare il sangue a una persona?» dice senza pensare, lascia che la stupidità di quella domanda arrivi alle orecchie di Calum, il quale, sospirando rumorosamente, non le rivolge lo sguardo.
«Sei davvero una sciocca» dice a denti stretti, continuando a sfogliare il libro che ha tra le mani.
«Dici di no?» insiste lei, facendolo innervosire: le sue paranoie ormai sono al limite della sopportazione, tanto che Calum non osa rivolgerle più la parola, continua a leggere senza badare a lei, non vuole più sentirla parlare perché, se lo fa, i discorsi girano sempre attorno a Luke Hemmings, lui e il suo maledetto sangue puro.
E lei, capendo il suo stato, non si lamenta del silenzio che cala tra di loro, perché il silenzio le permette di pensare, le permette di perdersi nei suoi pensieri preferiti, pensieri che partono da iridi azzurre, passano a capelli biondi e terminano sempre con l’argomento “sangue puro”.


Quel pomeriggio, Tethy gira per la scuola con una meta precisa, un posto che le ha suggerito un pezzo di carta trovato sopra i suoi appunti di pozioni, nel momento in cui si è assentata dal suo posto in biblioteca per cercare un libro su vecchi incantesimi: il foglietto era lì, piccolo e ben scritto, aspettava solo i suoi occhi, occhi che lo hanno letto più di una volta, occhi che hanno cercato fino all’ultima parola una traccia di riconoscimento: la calligrafia di colui che lo ha scritto non la conosce, ne è certa, il messaggio era semplice e diretto.
“Bagni dei Prefetti, così magari non ti perdi nei tuoi pensieri, mio Biancospino” così c’era scritto e il suo pensiero è volato subito a Calum: lui è l’unico a vedere in che condizioni si trova, lui è l’unico a sapere del suo animo tormentato; eppure, quella calligrafia non è sua, ne è certa, l’ha vista tante volte, la sua è cicciottella e tendente allo stampatello, mentre quella sul foglio, è magrolina, in corsivo, con troppi ghirigori sulle lettere in maiuscolo.
Ma lei non ha avuto troppi pensieri a riguardo: il bagno dei Prefetti è vociferato da tutti come una stanza bellissima, meravigliosa, così rilassante, così unica, un’occasione unica poterci entrare dato che è riservata a pochi fortunati e lei, che dà sempre fiducia alle parole altrui, si è lasciata convincere con poco ed ora avanza per il corridoio, senza troppa paura di essere beccata, non le importa nulla, vuole solo provare ad entrare.
E, quando dalla sua bocca esce quella parola che è la chiave d’accesso a quella stanza, «Biancospino», la porta si apre e l’adrenalina sale a mille dentro di lei.

E davanti ai suoi occhi il bagno dei Prefetti si mostra davvero come la stanza meravigliosa che tutti descrivono: interamente in marmo bianco, la vasca rettangolare in mezzo, i rubinetti in oro, il dipinto della sirena sulla parete, le finestre che lasciano entrare un po’ di luce, quell’atmosfera così rilassante solo a vederla, l’atmosfera che avvolge l’animo tormentato di Tethy e la invita a riempire la vasca, a spogliarsi a godersi quel momento così unico e irripetibile.
Tethy si immerge, lascia che anche i suoi lunghi capelli si bagnino in quell’acqua così calda, così profumata da quel sapone che Tethy ha lasciato spargere, creando un po’ di schiuma, i suoi capelli se li porta davanti, sul suo petto, li guarda, li prende tra le dita, non ha più cambiato colore, non li ha più tagliati, non li ha più curati troppo.
«Domani, lo giuro, chiedo a mamma di mandarmi qualcosa per schiarirvi: vi faccio biondi, che ne dite?» parla ai suoi capelli come se potessero davvero rispondere, sorride di fronte a questa sua stupidaggine, ma tanto nessuno la sentirà mai, nessuno la vedrà, lei è lì da sola, in quella stanza tanto bella, a rilassarsi, a prendersi del tempo per lei, lei e nessun altro, ne ha bisogno, ha questa necessità.
E sul più bello, quando chiude gli occhi per godersi a fondo questo momento, sente una voce provenire da fuori che evoca la parola d’ordine per entrare.
Tethy sente il cuore balzarle in gola, si immerge più che può sotto l’acqua, pregando di essere nascosta dalla schiuma che galleggia, apre gli occhi e non riesce neanche a cominciare con le sue giustificazioni, perché la persona che è entrata la fa arrossire tutto d’un colpo, le blocca le parole in gola: Luke, con un sorriso quasi beffardo, ha appena chiuso la porta, bloccandola con un incantesimo che lei non ha neanche sentito.
«Ciao, Tethy» la saluta, avanzando verso la vasca, mentre lei cerca di raccogliere più schiuma possibile vicino a sé.
«Sapevo di poterti trovare qui, il bagno dei Prefetti è fonte di curiosità per tutti» continua a sorriderle, un sorriso che lei non sa definire, sembra malizioso, è così strano, così diverso dal solito.
«Hai migliorato la calligrafia, mi complimento» dice lei, fingendosi a suo agio, mentre nelle vene le scorre l’imbarazzo più totale.
«Ho fatto scrivere quell’idiota di Wall, non volevo essere riconosciuto» si spiega lui, avvicinandosi sempre di più al bordo della vasca, tastando con un dito l’acqua, per poi cominciare a togliersi la divisa.
«Che stai facendo?» domanda lei, come se la risposta non fosse ovvia, dato che si sta spogliando sotto ai suoi occhi.
«Beh, questa vasca è enorme, direi che possiamo starci entrambi, non trovi?» ecco di nuovo quel sorrisetto, un sorrisetto che fa arrossire Tethy ancora di più: e gli occhi di lei sono imbarazzati come non mai, si sente le guance caldissime, si sente irrigidire non appena Luke resta a petto nudo davanti a lei, si sente la gola secca di fronte a tanta bellezza, si sente così inferiore che abbassa lo sguardo verso la schiuma che ha sul petto, che sta diminuendo, che la sta scoprendo troppo: si mette a cercarla con le mani, si mette a trascinarla il più vicino possibile e lei, lei che si vergogna come non mai del suo corpo, si vergogna perché lui è lì, in quella stanza, ed è così perfetto che la fa sembrare un’autentica briciola.
Il corpo di Luke si immerge in quell’acqua calda, tanto che si lascia sfuggire dalle labbra un piccolo gemito, appena sussurrato, la sensazione che si prova a stare in quell’acqua è magnifica.
«Potrei vivere qui dentro» annuncia lui, immergendosi del tutto, per poi lasciare solo il suo capo fuori da quel caldo che avvolge il resto del suo corpo.
Tethy lo guarda dall’altro lato della vasca, lo guarda con occhi meravigliati di fronte a tale bellezza: lui ha gli occhi chiusi, i capelli indietro, quell’espressione così pacifica, i lineamenti così rilassati, così dolci, si bea della sua immagine e, dentro di lei, lascia crescere il desiderio di potersi avvicinare a lui.
Quanto vorrebbe potersi mettere più vicina, quanto vorrebbe ridurre questa distanza, solo per poterlo vedere ancora meglio, solo per poter… baciare quelle labbra che non bacia da troppi mesi, quelle labbra che sta dimenticando, quella loro morbidezza, quel loro essere così perfette quando si uniscono alle sue. Quanto le mancano quelle labbra, quanto vorrebbe poterle assaporare ancora.
«Se vuoi puoi venire più vicina» dice Luke dal nulla, aprendo un occhio e guardandola, come se avesse appena letto nella sua mente.
«Sto bene qui, Hemmings» risponde lei, cercando di mascherare il suo stato d’animo, cercando di apparire indifferente.
«Mi ero abituato a sentirti dire “Luke”, siamo tornati ad essere formali, Clifford?» la prende in giro lui, sapendo bene cosa sta provando lei, sapendo bene quanta voglia ha dentro di poterlo stringere a sé.
«Io non dimentico quello che mi hai fatto» dice a denti stretti; lo sente sospirare rumorosamente, lo vede avvicinarsi a lei, si avvicina fin troppo, senza il suo consenso.
«Non ti ho chiesto di venire qui vicino a me» brontola lei, facendolo ridere appena, mentre lui appoggia la schiena al muretto, immergendosi come aveva fatto precedentemente.
«Mi piace starti accanto» confessa lui, guardandola, mentre lei distoglie lo sguardo per cercare altra schiuma per coprirsi il petto.
«Non vergognarti di te stessa, Tethy» dice lui, prendendole la mano «L’unico che si dovrebbe vergognare… sono io» ammette tutto d’un fiato, fissando l’acqua davanti ai suoi occhi: Luke Robert Hemmings ha appena confessato di provare vergogna di se stesso.
«Lo so che non ti dimentichi del disastro che ho fatto, l’ho capito da solo, ti ho mandato lettere fino alla nausea senza ricevere risposta, non sono così idiota, lo vedo nei tuoi occhi che mi odi ancora…» lascia il discorso in sospeso, le dita di lui si intrecciano a quelle di lei, il cuore di Tethy batte all’impazzata.
«Non ti odio, Luke…» dice con un fil di voce, guadagnandosi da lui un sorriso appena accennato.
«Però non mi ritieni ancora degno di un perdono, di un tuo sorriso, di un tuo sguardo sincero… di un bacio» Tethy deglutisce a fatica, il rossore sulle sue guance non svanisce.
«Non ti ho salvato la vita perché sono buono e altruista con tutti, Tethy, ti ho salvato la vita perché era la tua vita, eri tu quella che rischiava di morire, è della tua vita che mi importa, non quella degli altri» la voce di lui sembra così incerta mentre dice queste parole, esita, cerca di nascondere la sua insicurezza, come se avesse paura di sbagliare «Ashton era il mio migliore amico e io l’ho colpito, l’ho ferito, solo perché ho messo te al primo posto, l’ho sfidato perché lui ha iniziato a insultare te, perché lui… non poteva accettare questo…» si blocca, cambia parole «questa cosa… che provo per te» e Tethy si lascia sfuggire un sorriso divertito, l’imbarazzo del Serpeverde è davvero buffo.
«E cos’è questa cosa, Luke?» lo istiga, guardandolo, fissando il ragazzo che punta le sue iridi contro l’acqua, il ragazzo con un lieve rossore sulle guance, il ragazzo che lei ha conosciuto per davvero.
«Non credo tu sia degna di saperlo, dato che mi tratti come se fossi un specie di giocattolo vivente» si difende lui, arrampicandosi sugli specchi pur di non confessare quella cosa tanto nascosta.
«Ti perdono» dice lei tutto d’un fiato, con un sorriso in volto che è divertito da morire: lei vuole sentirsi dire quelle parole, vuole sentirlo confessare, deve ammetterlo.
«Lo fai solo perché hai un animo da curiosa, Clifford, sei… sei…» si volta per guardarla, iridi blu contro iridi azzurre, Luke si avvicina di più a lei, fa sfiorare i loro nasi e su quelle labbra termina la frase «Sei bellissima» confessa timidamente e, avvicinando ancora di più le sue labbra, dice quello che Tethy sta aspettando «Sono convinto di essere innamorato di te» e non c’è più distanza a dividerli, non c’è più nulla tra le loro labbra, perché si sono unite nuovamente.
La mano di Luke accarezza la guancia di Tethy, lei arrossisce e cerca di calmare il suo cuore, che potrebbe uscirle dal petto per la troppa felicità, le loro labbra si cercano, non vogliono dividersi più, si sono mancate da morire, hanno aspettato fin troppo, non avevano più pazienza, si appartengono e così devono stare, unite tra di loro; poi le loro lingue che si sfiorano di nuovo, i denti di Luke che vanno a mordicchiarle il labbro, quelle sensazioni così familiari, quelle sensazioni che entrambi riconoscono, che entrambi hanno cercato di non dimenticare, sensazioni uniche e speciali, sensazioni che sono mancate loro come l’ossigeno.
Le mani di Tethy vanno ad intrecciarsi dietro il collo di Luke e il suo animo è così felice, i suoi pensieri sono così positivi, sembra aver dimenticato tutto d’un tratto le sue paure, le sue insicurezze, perché lui gliel’ha detto, lo ha confessato, è innamorato di lei, Luke Robert Hemmings è innamorato di lei e nulla può essere più perfetto di così.
«Ti perdono per davvero» sussurra Tethy in quei pochi istanti in cui le loro labbra si dividono, facendo comparire un sorriso solare e un po’ timido in quelle labbra così perfette ai suoi occhi, in quelle labbra che nessuno ha mai visto sorridere per davvero.
E Luke bacia la sua Tethy, la bacia come se fosse la cosa più bella al mondo, la bacia e le fa capire quanto sia meravigliosa ai suoi occhi, la bacia e lascia intendere che vuole di più, lascia intendere che vuole amare la sua Tethy, la vuole amare davvero, la vuole amare completamente.
E le mani di Luke, vanno ad accarezzarle il collo: quel tocco così prezioso, così unico, così leggero, che scende, scende sulle spalle, scende sul suo corpo provocandole brividi, provocandole quella sensazione così meravigliosa; le mani di Luke la sfiorano ovunque, ogni parte di lei ed in seguito sono le sue labbra a baciarle il collo, le spalle, facendola sentire così bene, facendola sentire così importante per qualcuno.
Tethy ricambia ogni singolo gesto, ricambia con tutto l’amore che ha dentro, nella speranza di far provare anche a lui quelle sensazioni così… magiche, che lei stessa sta sentendo, sensazioni che vuole procurargli, vuole bearsi anche lei dell’espressione del suo viso, quell’espressione di piacere che rende i suoi lineamenti così belli, così unici, quell’espressione che vedrà solo lei e nessun altro.
E da una carezza ad un’altra, da un bacio ad un altro, la stanza si riempie di quei lievi rumori, il rumore delle loro labbra che si uniscono e si separano, che vanno a toccare, a sfiorare le loro pelli, il rumore lieve dell’acqua che si muove, il rumore lieve dei gemiti che si lasciano sfuggire.

Un Serpeverde, Purosangue, discendente da una famiglia degna di nota nel mondo della magia, un discendente degli Hemmings, si sta unendo con una ragazza, una ragazza della Casa Grifondoro, una Mezzosangue, figlia di un Mago e di una babbana. Mai nessuno avrebbe creduto possibile una cosa come questa, mai nessuno crederebbe a tutto questo, perché lo riterrebbe irreale, impossibile, al limite del ridicolo.
Eppure sta succedendo, in quella vasca, in quel momento.
Ma i due ragazzi in questione non hanno pensieri per le loro discendenze, non hanno pensieri rivolti alle loro famiglie, alle Case di appartenenza, al sangue che scorre dentro le loro vene, alle opinioni altrui, perché quello che stanno facendo loro, è amarsi, semplicemente questo.
Luke, ragazzo dell’ultimo anno, sta amando con tutto se stesso lei, Tethy, ragazza al penultimo anno, la sta amando come non ha mai fatto perché è innamorato di lei, perché sa che sta facendo la cosa più bella del mondo con la persona giusta, con la persona che ha conquistato ogni suo pensiero, con l’unica persona che ha saputo guardarlo con occhi sinceri, con occhi benevoli, con occhi blu che lo fanno arrossire.
E Tethy non può davvero desiderare altro dal mondo che la circonda perché si sente amata, perché lui la fa sentire importante, la fa sentire speciale, la fa sentire parte essenziale della sua vita, lui che è sempre stato un tipo difficile da conoscere, lui che è misterioso e schivo, lui che si nasconde dietro una maschera che lei ha saputo amare, che ha saputo togliere, come in questo istante, perché il ragazzo che sta amando più di se stessa è il Luke che sfugge a tutti, è il Luke che lei ha sempre visto.
Serpeverde e Grifondoro si stanno amando, Purosangue e Mezzosangue innamorati come non mai, Luke Robert Hemmings e Tethy Berenice Juno Clifford, non potrebbero essere più felici di così.
 
 

Note di Nanek

Posso dire che questo capitolo mi piace tanto? Non perché l’ho scritto io, ma mi piace tanto l’idea di una cosa come questa: al di fuori della magia, al di fuori che questa vasca sia nel bagno dei Prefetti, quello che questi due combinano nell’acqua è qualcosa che mi contorce lo stomaco.
Sembro pervertita? Okay pensate quello che volete, ma vi giuro, mi fanno una tenerezza incredibile: anche io voglio essere Tethy! =(
Ad ogni modo, salve a tutte =) eccomi qui ritornata =)
Che dire allora? Ve l’aspettavate un perdono così? Spero di no, così vi ho sorprese ;) i nostri amorini sono tornati ad essere quel che erano, le cose stanno tornando ad essere serene per loro <3 siete felici? Io sì <3
Non ho molto da dire, motivo per cui, passo alle nuove arrivate <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite <3 Hollypops98 Universe Fede9756 vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 booksakalife hissmilemakemehappy _siamoinfinito Directionina Teenage_dirtbag vi adoro <3
Grazie a voi per aver recensito <3 _siamoinfinito luke_is_a_penguin HoransCoffee fight_till_its_over leosfire  Nerhs  hemmo96 Lou_Live vi adoro <3

Anticipazione per il prossimo capitolo ;)

Nel prossimo capitolo:
«Dammi un motivo per non andare a trasformarlo in un rospo, il tuo amico Calum» ringhia lui, mentre lei, parte con un’espressione quasi confusa, per terminare in una risata.
«Non c’è nulla da ridere, Clifford» le dice con tono serio, tono che lei non teme più, dato che continua a ridacchiare.
«Come siamo formali Hemmings, o dovrei dire… come siamo gelosi» Luke spalanca gli occhi, quasi indietreggia «Io non sono geloso» si difende, mentre lei annuisce come per deriderlo, alzando gli occhi al cielo.


Awwwww *-* beh il prossimo capitolo sarà coccoloso da morire <3
Bene care mie, per oggi è tutto <3 spero di trovare le vostre recensioni <3 e spero davvero che questa storia continui a piacervi =) vi rendete conto che siamo al capitolo 15 e al 25 finisce?? T.T NO. Fermi, non disperiamo, c’è ancora davvero TANTO da fare e da leggere ;) quindi un bel sorriso e via! ;)
A presto <3 vi adoro tutte <3
Nanek
  
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